martedì 14 luglio 2009

La parola al Territorio

INCHIESTA-INTERVISTE CON TUTTI I PRESIDENTI DEI COMITATI DI ZONA FIV



La parola ai Governatori del Territorio. Sono i Presidenti di Zona, gli uomini in trincea 12 mesi all'anno, le cerniere tra il governo federale e i 650 Circoli velici affiliati. Spesso stretti in mezzo. Un lavoro difficile, fatto con una passione incrollabile e investendo tutto il proprio tempo libero. L'identikit del Presidente di Zona è molto vario: quattro sono cambiati rispetto alla tornata elettorale precedente, mentre undici sono stati confermati. Ci sono alcuni giovanissimi e parecchi giovani, ma anche navigatori di lungo corso. Gente con esperienza di dirigente anche da altri sport, molti Ufficiali di Regata, nella vita sono professionisti, dirigenti o imprenditori, ma qualcuno è anche pensionato. E sono tutti velisti (un paio li abbiamo "scovati" in regata o in crociera). Macinano chilometri e soprattutto batterie di telefonino, per stare in connessione con le proprie società. Hanno tanto da dire, e la FIV sembra essersene accorta dal momento che li convoca con una frequenza sconosciuta in passato. E tanto ci hanno detto, anche in queste prime brevi chiacchierate, sulle prime impressioni dal "territorio", quella che in FIV si è sempre chiamata "periferia", sul nuovo corso federale. Il terzultimo capitolo del Check-Up FIV dei primi 200 giorni. Un altro strumento al servizio della comunicazione così necessaria per il confronto e il funzionamento dell'ente.

Sono emersi molti temi, anche se in poche righe. C'è una sostanziale maggioranza che accoglie positivamente i cambiamenti in atto nella FIV, pur con osservazioni interessanti da leggere tra le righe. Ci sono naturalmente voci critiche, sempre animate da spirito costruttivo, e qualche giudizio severo, nella migliore tradizione della dialettica della "famiglia" federale.

Grazie a tutti i Presidenti di Zona, buon vento a loro e ai loro Circoli, e buona lettura a tutti.


Tonino Viretti (I Zona)
Sono un fan di Carlo Croce e quindi soddisfatto. Indubbiamente ci sono state difficoltà, perché il lavoro da fare è grande e la mancanza di segretario generale non ha facilitato le cose: presidente e vicepresidente fanno un lavoro che gli impedisce di pensare alle cose più vaste. Come I Zona continuiamo come prima a fare le nostre cose, e mi pare che anche le altre zone si stiano muovendo bene. Alla riunione di Bari c’è stata una bella coesione fra zone, e devo dire che Raffaele Ricci (il rappresentante della Consulta dei Presidenti di Zona, ndr) sta facendo un lavoro eccellente, e lo dico io che all’inizio non lo preferivo. Le zone hanno sempre chiesto di essere più ascoltate, anche durante la presidenza di Sergio Gaibisso: adesso mi sembra che il nostro parere arrivi ai vertici e sia almeno valutato. Qualcosa si comincia a ottenere anche se non mancano le resistenze. Abbiamo chiesto maggiore snellezza nella formazione degli istruttori, che servono sempre, chiediamo soprattutto di far funzionare al meglio la cosa più interessante per noi, le Scuole Vela. Va bene quindi la tessera ridotta per gli allievi delle scuole, la tessera gratuita per Velascuola. Poi sta alle stesse zone fare promozione: noi ad esempio stiamo per partire con uno spot tv su un canale locale (Primocanale Sport), 90 secondi per promuovere le scuole di vela liguri. Ci è costato solo 1500 euro per 60 passaggi, grazie alla politica di apertura del canale verso la vela, oltre ai costi di produzione, che sono coperti dal contributo di 10.000 euro che ogni anno riusciamo a ottenere dalla Regione Liguria. Tra le cose che ci mancano...una politica più lungimirante e di maggiore apertura da parte della Fiera di Genova, che – oltre ai prezzi salatissimi del salone nautico – non ci lascia usare le strutture a mare che restano a lungo inutilizzate per gran parte dell’anno. Con Ucina la FIV dovrebbe riprendere certi discorsi.

Fausto Meciani (II Zona)
Sicuramente abbiamo visto cose positive innegabili, penso alla preparazione olimpica e all’elaborazione in corso sui progetti che partono dai bambini e prevedono un percorso-trafila, un disegno che sta emergendo, per portare i ragazzi dalle classi giovanili fino alle classi olimpiche. E’ un bell’inizio, al quale le Zone possono agganciarsi bene sul piano progettuale e propositivo. Vedo come una novità anche la preparazione multidisciplinare, per non avere più un velista “monotematico”, sono cose che avranno un input anche sulla formazione. Nel rapporto con la FIV nazionale non ho avuto informazioni o comunicazioni particolari, ma chi vuole riesce a essere informato e anche a partecipare. Come Zone abbiamo presentato le nostre idee riguardo al progetto giovanile, direttamente a Luca De Pedrini e Paolo Ghione: c’è un dialogo aperto e la possibilità di interazione.
Trovo la FIV un po’ meno presente sui problemi più specifici di ogni Zona: gli argomenti affrontati finora dalla nuova dirigenza sono tutti di calibro nazionale, ma non esauriscono certo le attività della federazione. Su temi come affiliazioni, esigenze dei circoli, politiche sociali, ogni Zona ha sensibilità e esigenze di confronto con la FIV, che per il momento è in “stand-by”. Pesa forse la mancanza del segretario generale. Molto impegno è andato a elaborare le linee generali e sportive, ma ora attendiamo qualcosa sul fronte del rapporto e del confronto pratico con le esigenze della periferia. Si parla di un “referente per le Zone”: sono scettico sul ruolo, rischia di confliggere con la Consulta, con la Commissione Periferica, con i consiglieri federali in rappresentanza delle società di ciascuna Zona. Può essere un funzionario di riferimento, una interfaccia tecnica e pratica, ma io vorrei un confronto politico con la FIV, colloqui politici.
Non credo si possa dire che nei nuovi progetti federali non si tenga conto della promozione: quando si parla della non-specializzazione, nella capacità attrattiva della vela, nel recupero della “marineria”, nell’apertura a tutto il mondo velico, tutto questo comprende la promozione. Certo è un lavoro lungo e ci vorranno anni per cambiare le abitudini mentali. Ora la FIV ha chiesto a ogni Zona di indicare una figura di Formatore che sia referente tecnico, credo siano destinati a confrontarsi con i direttori tecnici per iniziare a informare e creare una rete di soggetti per il “nuovo verbo”. Dovrebbe esserci un corso di 3 giorni a ottobre. Quanto alle Zone, tornano di nostra competenza i primi ingressi degli allievi istruttori.
In generale direi un buon inizio, anche se spesso c’è uno stop-and-go su certi argomenti pratici, alcune cose sono decisamente ok, su altre aspettiamo risposte. Questo stato per quanto mi riguarda, e sono un presidente di zona “navigato”, può durare fino all’autunno, non oltre. Poi bisognerà far quadrare i discorsi e risolvere le discrepanze con le Zone.

Pietro Sanna (III Zona)
Io sono nuovo, quella che si chiama “new entry”, quindi non posso valutare la nuova federazione facendo un raffronto con la precedente. Siamo in un periodo di grande attività, nel pieno della stagione, tutti i circoli stanno facendo i salti mortali per soddisfare le esigenze che derivano da regate e manifestazioni, e come Zona abbiamo il dovere di fornire risposte immediate a tali esigenze. I circoli elaborano attraverso i rispettivi direttivi le proprie strategie e i programmi. Come Zona siamo in mezzo: da una parte i circoli e dall’altra la FIV, possiamo dire che prendiamo “botte” da una parte e dall’altra... A parte le battute devo dire che i 40 circoli della III Zona confermano l’ottimo livello della vela in Sardegna, sia sotto l’aspetto degli atleti che dell’organizzazione, e questo è frutto del lavoro di chi mi ha preceduto. In questo week-end abbiamo 52 Ufficiali di Regata impegnati in tutta la Zona. Questo è un tema importante che interessa davvero tutti i circoli, e che le Zone hanno posto alla federazione: da un lato bisogna rimettere in discussione il modo di fare il calendario, e ripulirlo di certe regate “minori” o sociali; dall’altro bisogna facilitare il percorso di ingresso per diventare UDR e Istruttori, creare le figure dell’istruttore e dell’UDR di circolo. Credo che Croce abbia recepito questa esigenza fondamentale.
Dalla FIV per il momento non emerge niente di particolare: a parte il programma olimpico presentato a Ostia a marzo, altri indirizzi strategici non ce ne sono, quindi non ho troppi elementi per definire le prime impressioni. Ritengo che con una nuova dirigenza si debba attendere almeno la fine della stagione agonistica, per capire come intende la FIV del futuro il presidente Croce e il suo consiglio. C’è difficoltà, questo si, a comunicare, ad avere riferimenti in federazione, a parte la disponibilità del presidente stesso, che però non può essere tirato in ballo per ogni cosa. In tutta onestà bisogna anche riconoscere le difficoltà oggettive che l’impegno arduo di dirigere una federazione comporta.
Sui progetti giovanili, so che è convocata una riunione del consiglio il 21 e della consulta il 22 luglio, ma non ho ancora ricevuto l’ordine del giorno e gli allegati, per il momento si ragiona solo sul sentito dire, e non si puo’ parlare per “sentito dire”, quando leggeremo capiremo o chiederemo chiarimenti.

Alessandro Mei (IV Zona)
In questi primi mesi abbiamo fatto due riunioni della Consulta di tutte le Zone, a Ostia e Bari. C’è un buon collegamento tra i presidenti di Zona, e per quanto mi riguarda ottime comunicazioni con la FIV, gli uffici, i consiglieri. C’è comunicazione e coinvolgimento. Noi abbiamo anche messo in calendario un primo raduno giovanile zonale a fine luglio, con Pino Barbieri e Larissa Nevierov c’è un confronto aperto sullo sviluppo dei nuovi progetti. Siamo in una fase di definizione, come Zona abbiamo fatto una serie di proposte, alcune delle quali già attuate in Zona, per esempio la giornata dedicata alla “vela per tutti”, che a Genova stanno pensando di attuare a livello nazionale nei prossimi anni. Poi la convenzione con l’Università IUSM (Scienze Motorie), per la formazione di studenti in funzione di un possibile futuro da tecnici federali, e per collaborare con i nostri attuali tecnici. Entrambe queste iniziative del Lazio sono state anche accolte a livello nazionale. In cantiere abbiamo anche un corso di formazione per Istruttori e Giudici finanziato dalla Regione Lazio, che sottolinei anche gli aspetti della sicurezza e le tecniche del soccorso in mare.
Il progetto giovanile è un grande elemento di novità, il gruppo redigente si è incontrato spesso, anche a Pescara durante i Giochi del mediterraneo, noi andiamo avanti comunque a livello zonale: il 26 luglio abbiamo organizzato un primo raduno sul tema della “multilateralità”. E’ chiaro che prima avremo le linee del progetto e prima potremo adeguarci ad esse nei raduni, ma intanto iniziamo con i nostri criteri, cercando di captare le loro intenzioni. Secondo me, una volta definita la loro strategia a livello nazionale, dovranno aprire un confronto con le Zone, per capire nel dettaglio quanto e come è attuabile il tutto. Multilateralità vuol dire tutto e niente: ci vogliono barche, mezzi, risorse. Noi in IV Zona stiamo già bene, abbiamo le 555FIV, i catamarani giovanili, barche assegnate. Di sicuro è un percorso difficile, si parte praticamente da zero. La scelta è stata di ristrutturare un settore, riorganizzare tutto rispetto al passato, la filosofia è “far scoprire la vela”, e non solo per le attività agonistiche, ma sottolineandone i vantaggi dal punto di vista sociale, motorio eccetera.

Gianni Pellizza (V Zona)
Io ho prima di tutto una paura: che Carlo Croce, arrivato come risolutore della vela italiana, in realtà non sia il personaggio-chiave del nuovo sistema. L’ho sentito prima delle elezioni, mi aveva assicurato che mi avrebbe richiamato per parlare della Zona, ma non l’ho più sentito. La comunicazione tra Genova e la periferia, al momento, è un grosso problema, forse per la mancanza della segreteria generale. C’è un’altra cosa un po’ così: nel discorso di insediamento il presidente ha detto “quattro anni e passo la mano...” Non è il tempo che si dà uno che deve rifondare. Da qui i miei dubbi. Dopo 20 anni Sergio Gaibisso era oggettivamente debole, ma sostituirlo è arduo, e che Carlo Croce sia la soluzione è difficile da dimostrare: lo dissi allora e lo ridico oggi. Ciò non toglie la mia amicizia con tutti e la fedeltà alla FIV anche per i convincimenti e per l’esperienza: sono dirigente zonale dai tempi di Beppe Croce, il papà di Carlo, ero direttore giovanile, sono Istruttore dal 1971, ho fatto il I Grado con Mario Capio e Franco Ceresa, insomma sono nel sistema federale da quarant’anni. Anche per questo dico che certi accordi non scritti, certi agreement storici, non si dovrebbero violare. E invece nel caso dell’ex vicepresidente Gianfranco Busatti questa violazione c’è stata. Lo dissi a Croce subito dopo l’elezione: come Zona disapproviamo la non rielezione di Busatti, perché viola il patto “geografico”, sulla distribuzione delle cariche più importanti. Questi equilibri risalgono addirittura a Beppe Croce, in tempi nei quali il presidente di Zona era nominato da Genova, come un prefetto. Oggi è diverso, ma all’assemblea meno di 10 persone possono controllare e indirizzare il grosso dei voti.
A questo proposito, è tutto da vedere cosa succederà per le modifiche allo Statuto: chi fa le regole del gioco? Dobbiamo avere la massima attenzione, stiamo facendo le verifiche, è da vedere quali cambiamenti saranno proposti. Non so se tra un anno tutti la penseranno ancora allo stesso modo del dicembre scorso.
Il piano Under 16 mi ha favorevolmente impressionato, mi sono detto: “cominciamo a navigare”, ho apprezzato le idee di fondo. Certo, dopo l’entusiasmo c’è l’attuazione che è la fase più difficile, e comunque in V Zona nessuno è venuto ancora a spiegarci. A Bari si disse che a giugno sarebbero partite le iniziative verso le società, ma stiamo ancora aspettando. I Circoli sono senza Manuale dell’Allievo, senza Diplomini delle scuole vela, senza Regolamento di Regata, manca il materiale per lavorare. Ci è stato detto che avremmo avuto il Manuale dell’Allievo in CD, ma a inizio luglio ancora niente. Di positivo, invece, c’è la novità nel sistema degli istruttori di circolo, con l’autonomia alle Zone nel primo ingresso tra gli allievi istruttori.
Si è parlato molto di “economia”, in nome dell’economia si sono smantellate troppe cose costruite nel tempo in federazione, non ci sono più tante commissioni, gruppi di lavoro, organismi.

Fabio Colella (VI Zona)
I primi 6 mesi sono stati di attesa per noi delle Zone: è cambiato tutto, c’è stata la rivoluzione, siamo passati dalle certezze di un ventennio alle incertezze delle tante novità. Per lo più quello che si è mosso ha riguardato i piani alti, a livello di Circoli o di Zone si è recepito ancora poco. Noi sul territorio abbiamo bisogno di tante cose, le stesse che chiedevamo anche quando era presidente Sergio Gaibisso. Non ci servono regate, quelle sono anche troppe, ci servono più attenzione, più servizi, aiuti su problematiche quotidiane come il demanio, tanto per fare un esempio. Ci servono più raduni zonali o interzonali e meno nazionali. Un primo risultato a quanto pare lo stiamo ottenendo con il ritorno alla gestione zonale della formazione degli allievi istruttori, si tratta di piccole conquiste che facciamo riunione dopo riunione. Come Consulta stiamo facendo molte riunioni, assai più che in passato: credo questo dimostri che il Presidente Carlo Croce ha capito che senza le Zone non si va avanti, penso che lui tenga in conto le Zone forse anche più degli stessi consiglieri federali.
Il problema comunicazione sussiste, anzi si sono fermate alcune cose che erano appena partite negli ultimi anni. Io ero alla famosa riunione della Biblioteca, quando riuscimmo a varare la riforma del sito web federale, quello è stato il primo passaggio, ma noi in periferia abbiamo bisogno di pubblicazioni, materiale cartaceo e promozionale, per fare “marketing” in favore della vela, manifesti, volantini. Perché si è fermato tutto? Adesso io mi sto stampando da solo, e a mie spese, i manifesti della Scuola Vela, riprendendo quelli fatti dalla FIV due anni fa. Mi chiedo: cosa può arrivare in termini di beneficio diretto a un circolo sperduto a Sibari, dagli accordi con qualche tv satellitare? Meglio continuare a puntare sul progetto Velascuola. Noi in Calabria ci abbiamo creduto, abbiamo fatto il record del tesseramento, ma ora ci sentiamo un po’ abbandonati, il materiale non ci arriva, non mi pare siamo sulla buona strada...
C’è questa idea della FIV “leggera” come l’ha spesso definita Croce, senza gruppi di lavoro e commissioni, dove sono in pochi a decidere. Le commissioni secondo me erano un bene, erano la possibilità di contare qualcosa in federazione, di fare esperienze dirigenziali. Oggi come Zona ci sentiamo molto meno rappresentati, non contiamo niente in federazione, e non solo perché come è noto la scelta del consigliere è stata fatta senza il nostro consenso.
Il risparmio non può essere selvaggio: abbiamo un raduno Cadetti a fine luglio in Zona e la consigliera federale della giovanile non puo’ venire perché la FIV non le paga l’aereo.
Il progetto Under 16, per dire tutta la verità, non l’abbiamo ancora capito bene, nonostante abbiamo richiesto spiegazioni e informazioni. Aspettiamo una sua presentazione più dettagliata. Non siamo critici in modo preconcetto, anzi siamo aperti alle novità. Ridurre solo alle Zone l’attività giovanile non puo’ funzionare, ci vuole almeno una attività interzonale, con 2 o più regioni: solo in Zona non si cresce. E a questo proposito: teniamo d’occhio la tentazione di ridurre il numero delle Zone, con un processo di accorpamento: la forza della nostra federazione è nella sua capillarità sul territorio, più zone ci sono più la FIV è forte, altrimenti ci riduciamo come la Motonautica o altri sport, presenti solo in alcune aree e assenti in altre. Da noi, grazie al nostro impegno, l’assessorato al Turismo della Regione Calabria ogni volta che c’è da discutere un progetto chiama al tavolo la FIV. E’ importante per la nostra crescita, bisogna capire che la vela è turismo e che non c’è furturo senza questo legame, sarebbe un errore tremendo lasciare questo aspetto nelle mani di altri, per esempio la Lega Navale...

Ignazio Florio Pipitone (VII Zona)
Io sono la voce critica, sono sempre stato il “rompiscatole” anche nella precedente gestione, ma cosa dire adesso? Dal mio punto di vista, dalla Sicilia, la FIV è ferma, la FIV non c’è. A Genova stanno lavorando in pochissimi, una manciata di persone, e questo perché hanno ucciso le Commissioni, una stupidaggine perché il sistema poteva funzionare benissimo anche a costi ridotti. La gente doveva essere tenuta in considerazione, ci sarebbe stata una migliore distribuzione del lavoro, invece adesso quattro gatti vorrebbero fare tutto e il risultato è che non ci riescono. Molte cose sono ferme, il palazzo è fermo. E’ stato un errore restare senza segretario generale, in attesa di una figura ligure che era impegnata in altro. Sarà un anno di transizione, ma rischia di essere un anno perso.
La comunicazione FIV-Zone è fallimentare: noi non abbiamo idea di cosa stiano facendo. E’ inutile fare tante riunioni della Consulta, spendendo molti soldi, per non dire niente di concreto. Sul tema della rivoluzione giovanile, stanno facendo tutto i due mega-tecnici surfisti, di più non si sa, solo cose di cui “si parla”, come più soldi alle Zone e valorizzazione delle classi di interesse federale per favorire il passaggio anticipato di un anno dei migliori dall’Optimist. Questa è una cosa positiva, mi fa piacere. Ma ne vogliamo parlare, discutere? Nessuno sa niente e all’improvviso ogni tanto si sente parlare di “novità”. In Consiglio di Presidenza ci sono dirigenti bravi ed esperti con esperienza nell’amministrazione precedente, poi ci sono i nuovi che sono ancora un po’ spaesati, oppure tendono a strafare, a occuparsi di tutto, fare i tuttologi, spesso scavalcando passaggi e soggetti istituzionali. Bisogna rispettare i ruoli: il vicepresidente deve fare il vicepresidente, non convocare un seminario sul regolamento di regata. Insomma: siamo solo all’inizio, siamo tutti sulla stessa barca e quindi bisogna essere costruttivi e navigare, ma certe cose meritano approfondimenti critici. Come lo scandalo dell’articolo su un quotidiano economico che propagandava investimenti immobiliari in una località della costa Toscana sfruttando l’immagine FIV per un possibile centro federale che sarebbe sorto nella zona. Inammissibile. La vela è uno sport e un ambiente meraviglioso, ma troppo spesso ultimamente vedo in giro mancanza di stile, e questo non lo concepisco.

Raffaele Ricci (VIII Zona)
Prime impressioni? Si continua a lavorare sulla falsariga di prima. Due riunioni della Consulta delle Zone hanno tracciato cose che ci servono da vicino. Andiamo avanti, il punto lo faremo a primavera, finite le selezioni Optimist, i raduni eccetera, si chiude il semestre e si cercherà di capire lo sviluppo. In Zona ho fatto un aggiornamento con gli Istruttori sulla “multilateralità”, con docenti della Scuola di Scienza dello Sport del CONI, perché poco se ne sapeva. Sono state ore di seminario interessante, dal quale è stato tratto materiale su molti argomenti, compresa la responsabilità civile e penale dell’Istruttore o il doping giovanile: abbiamo dato tutto il materiale all’area tecnica FIV a Genova, come contributo della nostra Zona. Da ex allenatore di Atletica e Decathlon, questa “multilateralità” si è sempre saputa, si tratta di un discorso molto difficile ma stuzzicante. Noi dovremo lavorare con i giovani istruttori per impostare un cambio culturale, e questo si scontrerà con gli insegnamenti sempre seguiti nei corsi anche di I, II, III Livello. Nei precetti che si trovano nella dispensa inviata alla FIV ci sono pedagogia, psicologia, didattica dell’insegnamento, ci sono le idee e i sistemi di studiosi e scienziati, come il prof. Piero Incalza che preparò i migliori maratoneti azzurri, c’è una ricerca sulla multilateralità anche da docenti stranieri. L’abbandono dei ragazzi a 15 anni è un problema di tutti gli sport, non certo solo della vela. E la risposta sta nell’aiutarli prima possibile a capire “chi sono”, evitare di creare talenti inespressi. E’ un discorso lungo, richiede almeno due quadrienni di lavoro. Finora ci sono state accennate cose generiche, adesso aspettiamo gli sviluppi. Pochi giorni fa la FIV ci ha chiesto di indicare un coordinatore per Zona, poi ci sono i tecnici a lavoro nelle classi, spero che tra poco inizi il “tam-tam”. Una volta c’erano i “Formatori”, in 2-3 riunioni si decideva la strategia. Ora capisco che siamo nel pieno di un grande cambiamento, ma non può passare un anno intero. Per il dopo scuola vela sono fiducioso perché abbiamo istruttori super-preparati, e per la promozione vanno coinvolte di più le classi.
La federazione è una struttura che si basa sul processo elettivo: chi è eletto ha l’incarico di un organo federale e dobbiamo lavorare tutti insieme.

Pierluigi Ciammaichella (IX Zona)
Mettere insieme tutte le idee e lavorarci sopra: mi pare questo il procedimento che Carlo Croce e il nuovo consiglio sta attuando, costruendosi un’idea del futuro della federazione. Il problema è trasformare tutto questo in normative adattandole alle strutture organizzative federali e del CONI. Modificare un sistema che pure ha funzionato fino al 31 dicembre scorso è problematico. Ora siamo in un periodo di interregno, ci troviamo con nuove idee ma con una programmazione che risale allo scorso anno: CICO o Primavela sono state decise nel 2008, per esempio. Ma sotto c’è il disegno della federazione del futuro. Il 21 verrà presentato ai consiglieri federali e il 22 alle Zone il Piano Strategico Generale nella sua versione che riguarda le Zone, i Circoli, le Classi e per le attività Under 16. Dal 21 sapremo come è stato pensato da Carlo Croce e dai due Direttori Tecnici. Da quanto sappiamo è chiaro che le Zone avranno compiti completamente diversi, l’attività della preparazione dei velisti Under 16 sarà a carico loro. La periferia diventa territorio. E’ una sfida: se non raggiungi gli obiettivi prefissati non puoi prendertela con nessuno, nasconderti dietro a un dito. Dal 2010 se qualcosa non funzionerà la responsabilità sarà delle Zone, e questo carico comporta ovviamente la disponibilità di maggiori risorse per lavorare. Questo è il modello che si sta pensando: è giusto anche che in questa fase ci siano poche informazioni dettagliate: il 21-22 luglio questo piano non verrà approvato ma solo presentato, e si chiederà a tutti di esprimere il proprio parere, ci sarà spazio a possibili critiche, nei prossimi due mesi è giusto che circolino le osservazioni. Personalmente se il 22 non sarò d’accordo con qualcosa nel progetto, non starò zitto. Le problematiche non mancano: qui si rovescia completamente una organizzazione, perché se non si riesce a conservare i giovani all’attività vuol dire che non si lavorava bene. Da parte dei circoli che magari sottovalutavano la scuola vela, da parte degli istruttori che forse hanno caricato troppo certi giovani, da parte dei dirigenti che non si sono resi conto fino in fondo del valore istituzionale del CONI e di come la vela debba avere la dignità di sport come le maggiori discipline. Dal 2010 siamo tutti sulla graticola, già questo mi piace. Se è una sfida io dico: ci sto, mi prendo la responsabilità. Gli obiettivi sono quelli del sistema sportivo: Olimpiadi, Olimpiadi giovanili, Mondiali ISAF, Giochi del Mediterraneo. Il sistema che sta nascendo secondo me è più utile all’istituzione sportiva, rispetto al precedente, e può aiutarci a far diventare la vela più sport e meno passatempo. Molti dei nostri circoli sono “ottocenteschi”, abbiamo circoli cittadini che fanno “anche” un po’ di vela. E anche i dirigenti fanno altri lavori e si occupano di sport nel tempo libero. Altre discipline hanno già fatto il salto verso il professionismo o comunque sono in grado di valorizzare questo volontariato. Non critico la FIV degli anni passati, ma oggi lo sport è cambiato, oggi o entra il professionismo o si dedica lo stesso impegno dei professionisti. Altrimenti una federazione finisce per lasciare lo sport di vertice alle società professionistiche. E’ più giusto che la FIV si occupi di professionismo, e destini le risorse recuperate al territorio. Questo mobilita nelle Zone energie nuove e positive, allenatori giovani, programmi con medici, psicologi, tecniche nuove, ne abbiamo già qualche esempio.
La promozione dovrà addirittura aumentare, e Velascuola dovrà essere sempre il motore della federazione, magari ritarato secondo i nuovi programmi. Qui da noi solo 4 società hanno fatto oltre 600 tesserati, chi si muove con le scuole ha una accoglienza splendida, bisogna crederci. E sono certo che quando il segretario generale prenderà a operare, molti consiglieri potranno tornare a occuparsi direttamente di cose come, ad esempio, Velascuola.
E’ un progetto a lunghissima gittata, è il progetto dei prossimi quarant’anni... Ma dal 2010 ci sarà la prima verifica: da quell’anno sapremo se la direzione è giusta. Ma intanto, mi piace questa strada.

Carlo Ondedei (X Zona)
Mi sembra che ci sia da parte del nuovo consiglio una buona dose di rinnovamento. Alcune richieste della Consulta sono state accolte, almeno in parte, sul tema degli istruttori e degli ufficiali di regata. Bisognerà attendere ancora un po’, ma finora vedo segnali positivi, sono favorevole.
La comunicazione può migliorare, andrebbe rinforzata, anche tenendo conto che tutte le zone hanno un sito internet anche se un po’ farraginoso. Le cose possono sempre migliorare, ma onestamente non posso dire di aver riscontrato difetti, sia come Zona che a livello personale.
Sul programma Under 16 abbiamo una posizione di attesa: sto aspettando di sentire gli umori dei circoli. L’idea fa sempre parte del rinnovamento introdotto all’interno della federazione, mi sembra giusta e valutabile positivamente, anche se bisogna considerare che negli ultimi anni l’iniziativa Velascuola era andata benissimo.
Complessivamente tutta la nostra Zona è fiduciosa, abbiamo riscontrato anche un certo snellimento burocratico, visto che il consiglio ha sbloccato in breve tempo le pratiche di affiliazione che avevamo in piedi da un po’. E anche questo è un buon segno. C’è tanta voglia di lavorare, la carne al fuoco è molta, diamo tempo alla nuova federazione di prendere forma.

Maurizio Pavirani (XI Zona)
(in crociera tra le isole dalmate, 16 ore di navigazione da Cervia)
La prima impressione di questo nuovo corso è che è stato introdotto un elemento di programmazione strategica. Anche prima, soprattutto i Circoli si sforzavano di avere una programmazione, ma ora questo concetto è più inciso. Adesso cercheremo di declinarlo a livello della nostra Zona, per farlo il primo problema è capire esattamente gli obiettivi e quali attività portare avanti. Le rivoluzioni “epocali” sono rare e traumatiche, le proposte nuove non dovrebbero mai essere disgiunte dal passato: da noi i Circoli e la Zona hanno sempre lavorato tanto e con successi organizzativi, ma si sentiva la necessità di progettare. Io vengo dall’esperienza del circolo di Cervia col quale abbiamo fatto un progetto pluriennale che ha dato ottimi risultati: oggi abbiamo un buon gruppo di soci e squadre agonistiche che sono un punto di riferimento. La programmazione paga: è importante applicarla secondo le esigenze di ciascuna Zona.
Per quanto riguarda il progetto Youth o Under 16, cominciamo col dire che le cose del passato che funzionano non vanno abbandonate, saremmo degli incoscienti. L’Optimist ha una attività che funziona bene, è capillare e diffusa, è uno strumento per portare la gente in mare e la classe ha un’ottima organizzazione. Di ciò non va buttato via nulla. Quello che mi è piaciuto del nuovo progetto è la possibilità di offrire altre esperienze ai ragazzi, abituarli a stare nell’acqua, a giocare (il gioco è competitività), non agganciare alla naturale voglia di sport dei ragazzi elementi di esasperazione da parte dei circoli o delle famiglie. La tendenza all’agonismo deve maturare spontaneamente. Non stiamo interpretando questo progetto come un progetto di “divieti”, ma di “indirizzo”. Lo scopo è allargare la base.
Il 26 giugno è venuto da noi Paolo Ghione e abbiamo approfondito il progetto, è stato utile anche perché alcuni istruttori non avevano capito bene, ne dobbiamo parlare molto e ci si deve lavorare. Tornando al passato, quello che noi a Cervia abbiamo fatto non aveva un indirizzo nazionale, invece chi volesse partire oggi ha il vantaggio di avere una linea cui ispirarsi. Le risorse e le barche saranno spostate dall’attività Under 16 alle Zone. Noi aggiungiamo anche che stiamo aprendo un dialogo con le Istituzioni, la Regione, le Provincie e i Comuni, per far accreditare e riconoscere la vela tra gli sport da seguire. Certo c’è tanto da lavorare, ho dovuto ribaltare il mio concetto di partenza: pensavo a una Zona “leggera” in cui spronare i Circoli a lavorare, ma ora con il piano Youth dovremo organizzare le squadre regionali. C’è bisogno di più comunicazione.

Enrico Zaffalon (XII Zona)
Preferisco soprassedere e non rilasciare dichiarazioni.

Giorgio Brezich (XIII Zona)
(in regata al Mondiale Master Snipe a Trieste)
Secondo me le cose sono cambiate parecchio, ed è quindi giusto prevedere tempi di assestamento. Le intenzioni mi sembrano interessanti, poi saranno da verificare le cose realizzate. C’è una maggiore determinazione a mettere in pratica le decisioni, mentre prima c’era una tendenza al compromesso. C’è sempre l’annoso problema tra volere e potere, ma il desiderio e la buona volontà di partenza ci sono.
Questo nuovo indirizzo sulla gestione dei giovani è una delle cose interessanti, ora si tratta di vedere come sarà gestito, come saranno realizzati i progetti tecnici. Si dice che noi Zone dovremo occuparci dei giovani. E’ corretto e realistico: ma come? Quali saranno le leve per far funzionare il tutto? A Bari alla riunione della Consulta sono state prospettate maggiori risorse per le Zone, con criteri differenziati e non basati solo sul tesseramento, ma anche sull’attività giovanile e altri parametri.
Secondo me siamo in una fase ancora embrionale, appena abbozzata, ed è giusto che in questa fase siano a lavoro solo poche persone. In seguito, fatta l’impostazione e chiarita la cornice in cui muoversi, sarà necessario il coinvolgimento di tutti, Zone e Circoli, a quanto pare auspicato e gradito anche dalla stessa dirigenza federale. L’idea è di fare altre 3 Consulte entro l’anno, per continuare il processo di conoscenza dei nostri programmi e delle nostre idee. E’ importante dirsi tutto: quando faccio una osservazione critica non è solo antagonismo o voglia di ostacolare un processo, ma è necessario inserire input diversi da quelli iniziali, per aiutare e far capire le peculiarità della periferia federale. Questa dirigenza è eletta per quattro anni ed è giusto al di là di tutto lavorare insieme ciascuno secondo le proprie capacità. Raffaele Ricci come responsabile della Consulta delle Zone sta facendo un ottimo lavoro, lo scambio via email è veloce e produttivo.
Credo che le scuole di vela si stiano modificando nel tempo, almeno per l’esperienza dei Circoli della mia Zona. Oggi entrambi i genitori lavorano assai più che in passato, per questo la scuola vela è visto come un parcheggio estivo dei figli. L’approccio è diverso, la nostra utenza aumenta e questo amplia la base su cui lavorare, alla fine abbiamo maggiori probabilità di trovare giovani che proseguono l’attività. In precedenza avevamo meno base ma più motivazione. Poi c’è la promozione, e per quella è stata creata VELASCUOLA: purtroppo non è stata capita dai Circoli e dalle Zone, noi abbiamo un paio di scuole che lo fanno con ottimi risultati, le altre si scontrano con altri problemi e con altri sport.
Ci sono tre cose da valutare: 1) il cambio “epocale” della dirigenza, 2) la mancanza del segretario generale, 3) i Giochi del Mediterraneo. Questi tre elementi hanno condizionato l’attività del Consiglio Federale. E’ vero che c’è stato un cambiamento persino esagerato, ma credo che in questo modo sia più facile il vero rinnovamento: se si procede per gradi spesso i nuovi sono fagocitati dai vecchi e il cambiamento non avviene.

Domenico Foschini (XIV Zona)
C’è un po’ di incertezza. Si pensava di essere più partecipi, anche dopo la riunione di Bari. Avevamo anche chiesto una cosa simbolica: non essere più definiti “periferia” (da commissione periferica, ndr), visto che in fondo siamo l’emanazione diretta della FIV sul campo. Servirebbe magiore comunicazione, che non è mai stata tanta anche in precedenza. Oggi alcuni settori comunicano di più e sono più attivi, altri meno. Comunque quando ho chiesto qualcosa ho avuto risposta.
Su questo progetto “multilaterale” non sappiamo molto, ma il 22 luglio a Genova ci dovrebbe essere una presentazione, stiamo aspettando l’invito. Sinceramente, senza fare polemica, i nuovi dirigenti federali si sono trovati a fare fatica. Comprensibile: anch’io in Zona ho faticato, ho avuto molte critiche, nessuno ha la bacchetta magica. Comunque prima di criticare lasciamo lavorare e poi potremo verificare.
In Zona nel preparare questo raduno “multilaterale” abbiamo incontrato problemi ad avere le barche dai cantieri, tranne l’O’pen BIC, e gli RSFeva e RSTera in uso. Anche la Negri ha dato dei Laser Bug a Torbole, ma ci mancano i catamarani, su questo la FIV dovrà darci una mano in qualche modo.
Il nostro programma in Zona va avanti, abbiamo ottimi risultati dal consorzio di circoli sul programma della classe 420, che dal 2000 ha portato successi sportivi e un vivaio di atleti che stanno anche diventando tecnici, adesso vorremmo inserire anche il 29er nel consorzio. I Laser vanno avanti da soli, forti del fatto di essere una classe comoda per genitori, circoli e allenatori. Guardiamo un po’ a tutte le nuove classi giovanili, come quelle citate in precedenza, ma l’Optimist resta la scelta migliore per un certo tipo di attività e fino a una certa età.
C’è un po’ di delusione per la questione della normativa istruttori: a Bari c’erano state dette cose poi non mantenute con il rischio di aver sprecato 5 ore di riunione. Infine, è sempre aperta la questione della “scissione” alla quale stanno ancora lavorando gli amici trentini, sulla quale vorremmo capire da che parte si pone la federazione.

Carlo Alberto Zerboni (XV Zona)
Le prime impressioni sono abbastanza negative, anche se l’anno è iniziato con molte speranze di un rinnovamento vero che aspettavamo da qualche tempo e speravamo di poter ottenere. Invece oggi la situazione è d’acqua stagnante. Non si muove niente e nessuno. Mi è capitato di fare delle richieste e di non ottenere una risposta. Credo che una risposta, anche negativa, sia dovuta se un dirigente locale scrive una lettera, almeno per educazione. Riscontro anche una generale mancanza di conoscenza. I nuovi dirigenti hanno fatto un bel “can-can” elettorale, hanno ottenuto ampia fiducia perché tutti si aspettavano un rinnovamento ed erano d’accordo sulla necessità di questo rinnovamento, ma alla fine quello che si è fatto è dare mandato a persone che non sanno cosa è la vela, cosa c’è dietro il nome FIV, cosa fare e quali le esigenze del nostro mondo. Non fanno altro che rimandare, non rispondere, non prendere decisioni.

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