giovedì 22 ottobre 2009

Una bella storia della Nostra Vela



Salvador de Bahia è un posto assai bello e in queste ore diventa anche il cuore pulsante della vela “bella”, quella dei Mini650, i piccoli velieri oceanici dei grandi marinai di ieri, di oggi, di domani. Porto d’arrivo della Charente Maritime-Bahia 2009, la Transat650 divenuta ormai appuntamento annuale, questa cittadina brasiliana sta accogliendo tra sole, vento e caipirinha i primi concorrenti della più affollata regata transatlantica della stagione. E tra i migliori, tra i primi, c’è anche qualche italiano, stavolta più di altre.

(Aggiornamenti sulla base del sito www.transat650.org) E' arrivato il vincitore della categoria Proto (Thomas Ruyant, su Faber France) e quello dei Serie (Charlie Dalin su Cerche Sponsor) è a 250 miglia da Bahia. Altri due sono vicini, e tra essi c’è anche l’italiano Riccardo Apolloni. Riccardo, alle 15:00 italiane di oggi è a 320 miglia dal traguardo, al secondo posto della classifica di serie, davanti all’avversario di sempre, il portoghese Francisco Lobato, distanziato di una ventina di miglia nelle ultime ore. Solo con la volontà e la caparbietà.

Riccardo Apolloni, napoletano, ingegnere navale di 43 anni, sul suo MaVie pour Mapei, potrebbe quindi battere ogni record nella storia italiana alla Mini Transat (oggi Transat650): con il secondo di classe, e anche un possibile 3° o 4° posto assoluto dell’intera flotta di 83 barche. Un’impresa, la sua, che ridisegna la mappa stessa dell’italia velica oceanica, e che nobilita l’intera partecipazione azzurra a questa edizione della corsa. Ben 8 navigatori, la prima ragazza, e altri ottimamente piazzati alle spalle di Apolloni. Un gruppo vero, insomma. Una generazione che spinge.

“CREDERCI E’ UN SOGNO, E FACCIO FINTA DI NON SENTIRE LA SVEGLIA”
Un ingegnere-napoletano, può sembrare una contraddizione in termini, e invece si rivela un mix fantastico in mare, se unito alla passione per le lunghe navigazioni a vela. E’ così che si costruisce la storia velica di Riccardo Apolloni, che ha mollato il lavoro per dedicarsi alla vela. Inseguendo un sogno.
“Inseguo la Mini Transat da ormai cinque anni. In questo tempo ho spesso pensato a cosa rappresenti per me questa regata: di volta in volta e a seconda degli umori dell'animo l'ho sentita come una sfida, un sogno, un progetto, un'esigenza.
Traversare l'oceano da soli su una barca di sei metri e mezzo è una sfida al "mare e al vento" se hai a vent'anni, ma a quaranta passati diventa una sfida con se stessi, con le proprie paure e con l'ansia che ti prende quando "fa buio".
Organizzare la cosa, far quadrare il bilancio delle spese e delle emozioni è un progetto, difficile da realizzare e per questo avvincente.
Crederci è un sogno. Sai che basta poco a far scattare la sveglia, ma all'occorrenza fai finta di non sentirla e vai avanti.
Un'esigenza, questa è forse la sintesi più corretta della cosa: inventarsi un sogno per combattere la paura del vuoto e restare "bambini".
Fortuna ha voluto che a furia di parlarne, seguirmi e accudirmi mia moglie si sia appassionata al punto di diventare la mia prima complice in questo gioco.”

LA MOGLIE-VELISTA-MANAGER, E IL SECONDO BEBE’ IN ARRIVO PROPRIO ADESSO
Riccardo Apolloni sta diventando papà per la seconda volta proprio nei giorni dell’arrivo a Salvador de Bahia. Guarda che scherzi ti combinano il destino, l’amore, le passioni... “Meglio così – dice lui – stare in alto mare mi fa evitare lo stress, preferisco sentire alla fine che tutto è andato bene”. Patrizia Zotti, 32 anni, leccese, moglie e manager-pr di Riccardo, a sua volta velista, tante miglia percorse in doppio anche in Mini650. Una tipa tosta come il marito. Coppie così, insomma, non stanno solo in Bretagna... Riccardo è napoletano, Patrizia pugliese di Lecce: il sud, il Mediterraneo come scuola marina e anche oceanica, perché no? Una bella storia della nostra vela.

(Una vela che è in salute, sta bene grazie, non ha bisogno di rivoluzioni o rifondazioni e tantomeno dogmi da una Nuova FIV)


(Riccardo e Patrizia a La Rochelle)

LA BARCA
Il "MaVie pour Mapei" - 426 - è un Pogo 2, il serie costruito dal cantiere Structures a Combrit, Francia. E' una barca di carattere: varata nel 2002, ha vinto la Transat del 2003 con Tymen Erwan al timone. Tenuta ferma fino al 2005, ha ripreso il mare grazie all'olandese Jelmer Bow. Nel 2007 ha corso per la seconda volta la Transat. A questo punto ha dimostrato di conoscere perfettamente la strada per Bahia...
E pensare che Riccardo aveva autocostruito un prototipo su disegno dell’amico Vincenzo Siviero, barca in compensato con appendici in carbonio, con la quale si è qualificato e ha percorso migliaia di miglia, rivelandosi troppo impegnativa (spiega Riccardo:“Per competere serve misurare le proprie possibilità: il proto è per noi troppo impegnativo, servono energie e capacità superiori alla nostra sfida di "famiglia"...insomma non ho nè il fisico nè il budget giusto, ecco perché passo al Mini650 di serie”). Una scelta umanamente e tecnicamente perfetta. Una scelta da marinai. Si vince anche così.

I RISULTATI 2008 DI RICCARDO
Guardandoli si poteva capire in anticipo che un tipo così doveva essere tenuto d’occhio... ma dove eravamo tutti quanti?. Pornichet Select: 5 su 40, Demi Cle: 17 su 28, Trofeo Marie Agnes Peron: 12 su 38, Mini Fastnet: 24 su 39, Port Medoc: 1 su 10, Les Sables Les Acores Les Sables: 6 su 30 , Percoso di qualifica: 17-26 maggio.

LA REGATA E GLI ALTRI ITALIANI
Oltre a Riccardo Apolloni, c’è Giancarlo Pedote, su Prismyan, ancora Pogo 2, ottimo 4° tra i serie anche lui in arrivo a Bahia (è a 100 miglia), altro risultato che si inserirebbe nella storia della partecipazione italiana alla Transat650. E altri due possono migliorarsi: 16° Luca Del Zozzo su Corradi (200 miglia al traguardo), 17° Luca Tosi su Golden Apple (210), il più giovane al via, un’altra bella storia da scrivere, 20° Daniela Klein su Tacchificio Monti, prima donna italiana a cimentarsi. Ritirato per sfortunate avarie Simone Gesi su dagadà, l’istruttore FIV di Follonica. Tra i prototipi il nostro capitano Andrea Caracci, alla sua terza partecipazione, oscar della jella nella prima tappa e poi una seconda d’attacco e rimonta, 15° a 370 miglia da Bahia con il suo Speedy Maltese. E il sardo Gaetano Mura, 25° a 670 miglia con GRF91.

CHI HA VINTO E PERCHE'
Il vincitore: Thomas Ruyant (proto), 28 anni francese di Dunkerke, navigatore di professione, ci riprovava dopo il 22° del 2007, e con modifiche importanti alla stessa barca (derive asimmetriche), è un atleta: Hokey sul Ghiaccio e Triathlon.
Charlie Dalin (primo tra le barche di serie a 250 miglia dall'arrivo), 26 anni francese, architetto navale con laurea a Southampthon, sette anni sul 420 e poi tanta altura ma anche cat Formula 18 e skiff, insomma un multilateralista, fino all’altomare, Sudney-Hobart e Transat650. In mezzo lavori importanti, in Coppamerica con GBR Challenge e coma yacht design coordinator di Ericsson 3-4, i vincitori dell’ultima Volvo Ocean Race. Capito? Solo questo genietto della vela globale è davanti al nostro 43enne ingegnere napoletano che sta diventando papà per la seconda volta. Chez-Riccardo!


(Nella foto, Riccardo Apolloni con Andrea Caracci, il "capitano")

L’ITALIA, LA MINI650, L’OCEANO: RICAPITOLIAMO
Tra statistiche, risultati e piazzamenti, l’Italia alla Transat650 non è più un neo, un caso, una fatalità. Quest’anno la flotta italiana è numericamente la seconda: Francia 55, Italia 8, Spagna 5, Germania e Gran Bretagna 3, Australia e Sud Africa 2, oltre a singoli da Nuova Zelanda, Portogallo, Svizzera con Andrea Rossi, Olanda, Norvegia, Brasile con Izabel Pimentel, una delle tre ragazze, e USA. Numeri che indicano qualcosa, a parte la tradizionale ritrosia “politica” degli inglesi che rifiutano la Mini francese. Noi ci siamo e cresceremo. E per l’edizione 2010 sono già pronti altri scatenati solitari650 in divisa azzurra. Persone di età variabile dai 20 ai 50 anni, con storie ed esperienze diverse, ma tutte con una lunga preparazione all’impresa. Tutto questo è il risultato di anni. Tutto questo ben prima della sbandierata decisione della Nuova FIV di “dedicarsi” ai ministi, con un centro federale oceanico, “un tetto” che forse nascerà a La Spezia. Bene grazie.

VIDEO: L'ARRIVO DEL VINCITORE, PRIME DICHIARAZIONI

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