mercoledì 26 agosto 2009

Alinghi-BMW Oracle: la Media Race


(Nella foto, il super trimarano BMW Oracle "USA", in mare affiancato dalla replica della goletta "America", piena di ospiti, giornalisti e fotografi)

Mentre Alinghi 5 si concede bagnetti di acqua salata e bagni di folla e di media a Genova, Larry Ellison ha voluto autocelebrare BMW Oracle a San Francisco in una presentazione di gala “all’americana” (cioè easy e casual) a 400 invitati selezionati e – va da sé – tanti media a stelle e strisce.

Nella lunga, e ormai ben avviata, marcia verso la 33ma Coppa America, questi sono i giorni in cui i due super-rivali cercano consensi, tifosi, sponsor, spinte di ogni genere, nei rispettivi bacini d’utenza elettivi, cioè ciascuno in casa propria. Bertarelli ha fatto trasvolare il suo megacat sulle Alpi e si concede uno scampolo quasi di vacanza estiva (di lavoro, s’intende) nell’amica Liguria, in attesa di salpare su una supernave verso RAK, l’acronimo che per tutti gli addetti ai lavori indica Ras Al-Khaimah, l’Emirato arabo dove ha convocato (per ora suscitando come noto solo reazioni di moderata contestazione da parte di BMW Oracle) la prima regata della Coppa numero 33, appuntamento l’8 febbraio, farà caldo e ci sarà il vento giusto. Di fronte alla chiamata ai media di Alinghi, Ellison non si è fatto da parte e ha organizzato la festa di cui vi diamo conto (unici tra i media europei). Dalla quale emerge qualche chicca da tenere a mente: che il trimarano BOR 90 battezzato nazionalisticamente “USA” sarà la barca che sfiderà i detentori per conquistare la Coppa America; che il timoniere sarà l’asso australiano James Spithill (ricordate l’ex Luna Rossa), che ha avuto la benedizione direttamente dal superskipper Russell Coutts; che il megatrimarano si allenerà a San Diego fino a novembre; “vogliamo scoprire in pieno il potenziale della barca – dicono i capi di BOR – per sfruttarne al massimo le prestazioni: se ci riusciremo potremo andare a vincere la Coppa”. Coutts e Ellison hanno presentato il team ai 400 superospiti che hanno affollato il Convention Center. Climax della giornata, l’uscita in mare del supertrimarano affiancato (si fa per dire) dal profilo della replica della goletta America, quella che nel 1851 dette origine alla leggenda dell’America’s Cup. Cosa non si fa per ridare entusiasmo a un popolo su un trofeo che una volta godeva a difendere e poi a riconquistare.



A Genova Bertarelli e i suoi giocano con Alinghi 5 e infiammano i giornalisti italiani. Ernesto sta sempre al timone e tutti gli fanno la stessa domanda: cambierete le regole e imporrete l’armatore al timone? (domanda oltretutto scomoda, dal momento che in coppamerica tecnicamente l’”armatore” è uno yacht club, e chi sta al timone, il Commodoro?). Lui risponde, carino, che no: “non imporremo il gentlemen’s driver” (quello che si usa sui Farr 40, insomma, e il solo pensare di poterlo fare, ma appunto di concedere di non farlo, apre uno squarcio sull’approccio al dopo-Valencia 2007 da parte del boss di Alinghi).

Ma chi è più veloce: il catamarano Alinghi 5 o il trimarano BOR Usa? E chi lo sa? Per Soldini il trimarano, per altri il catamarano, ma sono opinioni singole, anche abbastanza partigiane. Nessuno li ha visti insieme, due mostri così, ed è chiaro che le differenze, di manovra, di prestazione, nelle varie andature, nelle varie condizioni, nelle accelerazioni, nel (si fa per dire...) circling, e così via, emergeranno nei prossimi mesi di allenamento, e non mancheranno tentativi di comparare – anche a distanza – le due barche. Ma sarà tutto (abbastanza) inutile: solo il confronto diretto dirà quale strada ha vinto. Ma ci sarà mai questo confronto?

L’8 febbraio 2010 nel Golfo Persico ci saranno al via per la Coppamerica un catamarano svizzero e un trimarano americano di 90 piedi? Molte sono ancora le incertezze, molti gli ostacoli sulla via della megaregata, molte forse anche le soste dai giudici di New York. Tra media, feste, allenamenti, test e comunicazioni, riuscirà la coppa a dire trentatrè? State con noi per saperlo.

Uno così è da far parlare un po', no?


Sette-volte-sette: sette titoli iridati, anche nella vela munifica di titoli non sono un bottino che si inventa facilmente. Un italiano, di Mantova, velisticamente nato sul Mincio, c'è riuscito. Nel semi-disinteresse generale (tutti preoccupati di seguire le uscite-farsa di Alinghi 5 in mare a Genova, delle quali - per inciso - ci occupiamo in altra parte del blog). Così abbiamo pensato: uno così è da intervistare, non vi pare. Intervista ad Andrea Bonezzi, 7 volte campione del mondo del singolo acrobatico Contender.

Come hai scoperto la vela e come hai iniziato?
Andrea Bonezzi - Mio padre gia' andava a vela quando ero piccolo e gia' si era costruito il Fireball quando avevo 5-7 anni. Poi al mio circolo della Canottieri Mincio Mantova c’era un gruppo di bambini della mia eta' che andavano in Optimist e io mi aggregavo per fare le regate insieme, mio padre mi ha anche costruito l’Optimist.

Perché hai scelto il Contender?
AB - La scelta del Contender e' stata la strada facile perche' mio padre andava in Contender e mi ha costruito la barca e mi portava a regatare insieme a lui. Inoltre a 14-15 anni ero gia' alto e pesante a sufficienza per andare bene in Contender, tra l'altro ho smesso di andare in Optimist a 12-13 anni perche' ero troppo pesante, a 12 anni andavo forte (e ho vinto i regionali lombardia dei giochi della gioventu) solo con vento fresco. Il Contender mi piaceva, e ho sempre amato le regate e col Contender facevo solo regate piu' qualche uscita al mare nel periodo di vacanze estivo, mio padre mi aveva costruito un Europa ma non ci andavo mai perche' non c'era nessuno che mi portava alle regate.

Come fu il tuo tentativo olimpico sul 49er e come poteva andare diversamente?
AB - Be' il fatto di scegliere di regatare su una barca olimpica non implica un "tentativo olimpico", io ho cominciato ad andare in 49er quando e' stato messo olimpico, il motivo principale e' che quel tipo di barca aveva diffusione zero in italia, a me piacevano i 14 piedi o 18 piedi o Laser 5000 da tanto tempo ma nessuno andava in italia e non c'erano regate. In ogni caso le prime volte che sono andato in 49er e' stato durante gli stage FIV ad Alassio e a Torbole, questo era insieme ai Bruni e ai Sibello, i fratelli Sibello erano un po' al mio punto perche' non avevano una barca e quindi siamo stati principianti per lungo tempo, i Bruni invece avevano una barca e poi Francesco e' molto bravo, oltre che come velista anche nella metodologia a prepararsi per una nuova classe e nel cercare le corrette informazioni dalle persone giuste. Io sono contento della mia esperienza sul 49er, mi vanto del fatto che forse sono stato l'unico a non avere perso una lira dall'esperienza in quanto sono riuscito ad acquistare 2 barche nel 1998 da 2 australiani e poi le ho rivendute allo stesso prezzo e sopratutto non ho comprato nulla, la randa e il fiocco lacerati si aggiustano, stessa cosa per il bompresso spezzato...col 49er ho fatto il mondiale a Bandol con mio fratello e quello di Melbourne con Giovanni Bonzio, per il modiale di Melbourne avevo comprato una barca con un set di vele buone e albero del nuovo tipo, inoltre in quel periodo gia' vivevo a Sydney per i periodi invernali. Il problema era che a Melbourne il vento e' sempre forte e anche le onde sono impegnative, in pratica io e Gio' non avevamo preparazione per quelle condizioni. In ogni caso di bolina sia con mio fratello che con Gio' non avevamo problemi e spesso anche eravamo nelle primissime posizioni alla prima boa, di poppa eravamo un disastro come velocita', occorre tempo anche per il prodiere a imparare la tecnica di conduzione sugli skiff (forse pero' dipendeva anche da gennaker troppo usati). In ogni caso dal 49er ho imparato molto visto anche che nel periodo in cui andavo in 49er ho vinto il mio secondo mondiale Contender nel gennaio 1998 e il terzo nel settembre 1999.
La regata di Kiel del 1999 da' una buona idea sul mio periodo sul 49er e sulla mia campagna olimpica: sono andato a Kiel con 2 barche, il mio Contender e il 49er. Le regate Contender sono nella prima parte della settimana e l'obiettivo era trovare qualcuno che potesse farmi da prua sul 49er per la seconda parte, se non trovavo nessuno con esperienza sarei ritornato senza fare le regate 49er. alla fine ho trovato qualcuno che ha fatto i primi 3 giorni e un altro che ha fatto gli ultimi 2 giorni, col Contender ho vinto, col 49er aveva vinto Bruni e io ero indietro pero' mi sono divertito. Nel 2000 ho venduto i miei due 49er sia perche' il prezzo che ho spuntato era buono, ma anche perche' in Italia la classe era tutt’altro che in buono stato e dovevamo barare sui numeri deglli iscritti al campionato per avere un campione italiano.


Come hai percepito la presenza della FIV nella tua carriera di velista e cosa hai ricevuto dalla Federazione?
AB - La presenza FIV io l'ho vista quando andavo in Optimist nello stage fatto a Livorno e avevo circa 10 anni e quindi non ricordo molto, pero' non credo la qualita' degli allenatori fosse buona, penso mancasse quella che era la particolare specializzazione sugli Optimist e non vi era la conoscenza dei dettagli della barca e della messa a punto e delle tecniche specifiche (tipo studio sulle virate in Optimist o posizione in barca con vari venti e andature etc.). La presenza FIV successiva l'ho vista in 49er con l'allenatore australiano Craig Ferris che era bravo e molto utile e con conoscenza specifica. Purtroppo ho fatto gli stage quando non avevo ancora la barca e probabilmente mi servivano successivamente in fase di perfezionamento, ma allora la federazione aveva gia' scelto un paio di equipaggi e quasi tutti gli altri erano lasciati a se stessi, io comunque non ho avuto problemi ad organizzarmi per partecipare ai mondiali di Bandol e per Melbourne, gia' col Contender sono abituato a organizzarmi bene. Forse la federazione poteva essere un po' piu' di aiuto a Sydney visto che in vista delle olimpiadi il circolo chiedeva l'equivalente di 15 euro al giorno per tenere il 49er e le federazoni avevano trattamenti di favore, io ho avuto dei problemi e spesso dovevo portami la barca a casa. La federazione quando aveva piu' soldi negli anni 90 dava contributi per la classe Contender per i risultati internazionali e per l'attivita' nazionale, questo e' stato utile e molte federazioni straniere non hanno mai dato incentivi per imbarcazioni non olimpiche.

Come uno dei velisti italiani più titolati di sempre, un tuo "messaggio" alla dirigenza federale sulle cose da migliorare o completare
AB - Domanda un po' difficile, la linea di fondo e' che l'italia ha avuto pessimi risultati sul fronte olimpico da sempre e quindi cambiamenti dovevano essere fatti tanto tempo fa. Basta guardare la classe Laser dove con tutti praticanti che ci sono in Italia non si riesce a alzare il livello, questo avviene da decenni, sicuramente la federazione e' la maggior responabile di questa situazione e sicuramente la qualita' degli allenatori/istruttori nella classe Laser non e' mai stata adeguata. Se invece prendiamo la classe Star i risultati ci sono, ma questo perche' l'eta' dei velisti e' piu' alta e quindi di conseguenza la loro esperienza e capacita' di organizzarsi.
Le soluzioni sono difficili e io non conosco bene come funzionano le cose in FIV, probabilmente decentrare alle zone e ai circoli e alle singole classi e' una buona soluzione, penso in questo modo si possa risparmiare parecchio, sopratutto per l'organizzazione regate e spese per comitati regata, stazze, giudici etc.


Quale sarà il futuro di velista di Andrea Bonezzi?
AB - Be' il mio futuro ai vertici della classe Contender non prevedo sara' tanto lungo visto che a 40 anni faccio fatica a mantenere una buona forma e parecchi giovani si muovono meglio di me in barca. In ogni caso finche' ci sono i risultati continuerò a regatare e a partecipare alle regate piu' importanti, certo che dopo aver vinto tanto e' molto difficile regatare con l'idea di poter fare solo un piazzamento e non vincere, non sono sicuro di poter regatare con questa mentalita' sulla classe Contender. Adesso vivo a Melbourne e ho un figlio di 3 anni, qui c'e' sempre un bel vento d'estate e anche parecchi buoni velisti e penso potrei aiutare qualche giovane come allenatore. Ho anche una ottima esperienza su skiff con gennaker, in particolare su Musto skiff dove mi vanto di essere uno dei primi ad esserci salito per la prima volta nel 2001 con 15 nodi e aver tirato su e giu' gennaker e rientrare a terra senza scuffiare...ho anche costruito il sistema gennaker sul Vis di Nautivela quando la barca era uscita dalla progettazione senza gennaker nel 2001. Spero un giorno questo tipo di barca possa essere olimpico e potrei senz'altro dare un ottimo contributo come allenatore (piu' probabile pero' che lo faccia in Australia che in Italia). Ho anche una mezza idea di fare il mondiale Musto skiff qui a Melbourne nel gennaio 2011, avrei il peso giusto e qualche prima boa davanti dovrei riuscire a girarla...

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