mercoledì 3 febbraio 2010

XXXIII America's Cup (-4): Larry, Ernesto

Ernesto è il defender, lui stringe la Coppa e forse timonerà davvero il suo catamarano gigante. Larry è il challenger duro e puro, senza sconti e senza fronzoli, ancora non è sbarcato a Valencia. Sono loro, i nuclei portanti della 33ma America's Cup, il principio e la fine.

IL DEFENDER
Ernesto Bertarelli, classe 1965, cinquantaduesimo uomo più ricco del mondo per Forbes (alla pari con Roman Abramovich), erede dell’impero biotecnologico Serono fondato dal padre Fabio pioniere dell’ingegneria genetica, studi e master a Boston e Harvard, è con lui al timone che l’azienda di famiglia fa il triplo salto di qualità, conquistando leadership, mercati e miliardi, grazie agli studi sul DNA ricombinante. Dopo il boon, il super-boom con la vendita dell’azienda (2006) alla tedesca Merk. Smaltite con fastidio (e una causa per aggiotaggio) le voci calcistiche sulla Lazio, Ernesto è tutto per la vela. Dopo Sardinia Cup, Fastnet, Bol d’Or, nel 2000 crea dal nulla la corazzata Alinghi che scardina il sogno neozelandese e porta per la prima volta in un colpo solo l’America’s Cup in Europa, in Svizzera e nel Mediterraneo, dove la difende nel 2007 a Valencia. Ha vagheggiato (un po’ superficialmente, per sua stessa ammissione) un futuro stabile per la coppa, ma ha dovuto fare i conti con il mastino Ellison. L’ha fatto con eleganza e fantasia, senza badare a spese, e con grande attenzione all’immagine. Dovesse perdere, tornerà sfidante.

IL CHALLENGER
Lawrence (Larry) Ellison, classe 1944, quarto uomo più ricco del mondo (più di lui solo Bill Gates, Warren Buffett e il messicano Carlos Slim), è un self-made-man partito da una famiglia povera. La mamma lo affidò agli zii che l’hanno cresciuto. La sua fortuna è legata all’epopea software del marchio Oracle che gli ha fruttato un patrimonio personale valutato in 22 miliardi di dollari. Nella vela il suo nome è legato alle vittorie della serie di Maxi Sayonara, quattro volte campioni del mondo, e alle sfide di Coppa America. Ma è in quest’ultima battaglia personale durissima contro Alinghi, con i ricorsi alla Corte Suprema di New York, che Ellison è diventato un osso durissimo. Poche apparizioni e pr, zero interviste, chiede il massimo al suo dream team per 24 ore al giorno. L’America sembra ancora tiepida con l’uomo che più di tutti dai tempi di Dennis Conner dimostra di voler riportare a casa il trofeo che per 132 anni è rimasto, imbattuto, a Manhattan. Lui dice che in caso di successo organizzerà la difesa a Valencia, con tanti sfidanti. Ma dopo tanti sforzi, voi resistereste alla tentazione di vedere la Coppa a San Francisco?

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