mercoledì 3 giugno 2009
1/Il Presidente
Da nuovo Presidente federale, Carlo Croce è impegnato a mantenere le enormi aspettative suscitate da una elezione che ha rappresentato una svolta storica, dopo oltre 20 anni di una presidenza molto “personalizzata” come quella di Sergio Gaibisso. Quando le attese sono forti, è altrettanto forte e duraturo il “patto” della base con il nuovo leader. Croce è piaciuto al momento di votarlo, e piace ancora.
Lui la sta mantenendo questo credito con una notevole presenza sul campo. Grande lavoratore, tante ore negli uffici federali a spulciare carte, rispondere al telefono, ricevere visite. Tante anche le trasferte. Ha dato il via libera all’intesa con Lega Navale Italiana e Assonautica che gli ha dato ulteriore visibilità. Non ha rinunciato alla sua “creatura” Yacht Club Italiano e ai suoi eventi storici (ufficialmente non è più presidente dello YCI, ma per molti aspetti lo è tuttora). Un modo per sfruttare al massimo una delle sue indubbie doti, le pubbliche relazioni. Eppure, nel profondo dell’organizzazione periferica della FIV, il cambio di marcia non è percepibile, le teorie della Nuova FIV restano parole, e in molti tra gli addetti ai lavori (soprattutto Istruttori, Tecnici, Atleti, Classi, e in ultima analisi Circoli affiliati) si fa strada qualche incertezza.
Il neo-presidente si è creato una sorta di “comitato di saggi” con nomi della nostra vela come Chicco Isenburg, Enrico Chieffi, Claudio De Martis (ma ce ne sono altri). L’iniziativa però non è stata ufficializzata, e non ne sono chiari i contorni e i possibili risultati globali. Sempre in tema di saggi-amici, il neo presidente ha anche nella manica il nome per un giovane manager che sarà chiamato a gestire i Centri Federali: Aldo Tomasina, già General Manager di Luna Rossa 1999-2000, imprenditore nautico e consulente dello YCI.
Tra i primi impulsi di Croce l’incarico di un ruolo politico romano per la gestione dei rapporti con i gruppi militari e con la LNI, affidato all’Ammiraglio Roberto Baggioni. Ottimi i rapporti con il CONI e con Gianni Petrucci, con il quale c’è un’amicizia storica che risale ai tempi in cui papà Beppe era vice-presidente del Comitato Olimpico Nazionale. Il nuovo segretario generale Gianni Storti (vedere la nostra presentazione a questo link: http://lamiafedervela.blogspot.com/2009/04/coni-corsa-3-per-la-presidenza-scende.html) ne è un primo frutto.
In sintesi: un Carlo Croce attivissimo, lavoratore, presenzialista. Ascoltatore ma decisionista, il presidente è obbligato a bruciare le tappe per acquisire in fretta la conoscenza completa dei meccanismi dell’Ente che sicuramente gli difetta. L’indice personale dopo i primi 200 giorni da presidente federale per Carlo Croce è rivolto verso l’alto: le aspettative positive sono ancora largamente maggiori delle critiche iniziali (troppo “yacht club” e poco “federale”), di qualche primo rimprovero (poche riunioni, decide tutto da solo) e persino di qualche dubbio che già serpeggia quà e là.
Di sicuro le vecchie allergie di Carlo alla FIV (si dimise da consigliere di presidenza nel 2005 dopo pochi mesi, assai critico sulla macchina dell’ente) riaffiorano in certe scelte: riunisce pochissimo i consigli, nei quali si chiacchiera troppo, preferendo mini-riunioni a tema; è convinto che la federazione debba fare una grande cura dimagrante, e ha cominciato a tagliare commissioni e gruppi di lavoro; dalle prime mosse sembra iscriversi alla scuola di pensiero di chi vuole una federazione sportiva applicata solo allo sport, lasciando ad altri la promozione (basta vedere come è stato “parcheggiato” il super-progetto Velascuola); sempre in tema di prudenza e di “anno di prova”, tutti i contratti definiti hanno durata annuale, come dire che nel 2010 si dovranno rinegoziare tutti…
L’uomo c’è, il dirigente si sta facendo, il leader arriverà, e con esso (si spera) maggiore chiarezza sul suo progetto globale per la FIV, che al momento ancora non c’è. E questo, a ben vedere, resta il neo più grande: un personaggio come Carlo Croce, che dal 27 ottobre 2008 (rinuncia di Gaibisso) ha la certezza di diventare presidente della Federvela, arriva al comando due mesi dopo senza un piano, una squadra operativa, un project management basato su linee certe, un timing di transizione a tappe forzate, con la conseguenza di utilizzare il primo anno solo per “capire”. L’impostazione dell’”anno di prova” non convince, tanto più considerando che lo stesso Croce ha dichiarato subito dopo l’elezione di voler lasciare la FIV “tra quattro anni, a qualcuno più giovane”.
(1/segue - Prossimo capitolo: 2/I Vice Presidenti, il Consiglio di Presidenza, la Segreteria Generale e l’organizzazione degli uffici)
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