martedì 6 luglio 2010
La FIV non (si) diverte più
E’ una FIV senza divertimento, senza allegria, senza sorrisi. Il corso della Nuova FIV sembra contraddistinto soprattutto da un unico, indistinto tratto uniforme, grigio, monotono. Questo, al di là dei casi isolati e del saliscendi degli avvenimenti, è il profilo della nostra Federazione. Il cui rumore di sottofondo è il silenzio.
Non si divertono più i dirigenti, a tutti i livelli: dai volontari presidenti di circoli affiliati, sempre più costretti su binari di regole (quelle federali che si sommano a quelle comunali, demaniali, regionali, statali) e stretti nella morsa di bilanci in rosso, ai responsabili delle Zone, la vera ossatura periferica della Federazione, che si ritrovano con molto lavoro in più e gli stessi (pochi) soldi di sempre. Non si divertono più i segretari di Classe, in lotta per strapparsi gli ultimi posti rimasti in calendari affollatissimi come una partenza di Laser.
Non si divertono per niente i consiglieri federali: gli hanno dato un computer dentro al quale guardare, ogni tanto, se capita, se trovano qualcosa, gli sviluppi di Ordini del Giorno, Delibere, calendario di sparute riunioni, sempre brevi e senza pathos. Non si divertono più neanche i Tecnici, che dovrebbero guidare le truppe azzurre all'assalto del Paradiso e invece sono costretti a stringere la cinghia, risparmiare anche sulla fantasia e sulle speranze, e alla fine tirano a campare (anche se in gran parte lo fanno da ottimi professionisti, competenti e leali). E quel che è più grave non si divertono gli atleti, strizzati tra scelte e impegni totali da una parte, e mezzi federali con il contagocce dall'altra. Alla fine insomma, l'impressione è che non si diverta (quasi) nessuno. Ma che succede? Siamo la Vela Italiana! Torniamo a sorridere!
Sorridere non è solo possibile, sorridere e gioire è un dovere. A partire dagli occhi delle giovani surfiste azzurre che hanno vinto (ancora) le medaglie Youth nelle tavole a vela in Polonia. Capelli biondi, adolescenza proiettata verso un futuro tutto da scoprire, voglia, dovere di divertirsi anche a fare sport. E continuando con tutti i giovanissimi, quelli dei raduni Under 16, quelli delle regate Optimist, quelli che giocano con l'O'Pen BIC e le nuove classi trendy, quelli del Laser 4.7, un piccolo esercito di 10-15 anni che ogni sera torna a casa da mamma e papà con il vento tra i capelli e il fruscio dell'acqua ancora in testa. Loro si divertono ancora. Non possiamo aspettare che smettano crescendo, o peggio che vadano a divertirsi altrove.
Quel divertimento, come in un'ampolla, è il siero da liberare e propagare per tutta la vela italiana. Ma serve un cambio di mentalità, di marcia, di proposta all'esterno da parte della FIV. Che ci importa del logo, dei colori e delle regole per il suo utilizzo, se tanto il logo FIV non lo usa nessuno? La FIV non la "vede" più nessuno, rischia di servire sempre meno a tutti, e in primo luogo per conseguenza dell'assoluta mancanza di Comunicazione. Il sito FIV è rimasto l'ultimo baluardo, dovuto all'impegno quotidiano e senza orari di un manipolo di persone, che offra pillole di informazioni, troppo spesso svilite in un meccanico copia-incolla, ma almeno frequenti. Non basta al divertimento, al sorriso, alla gioia di fare vela e di raccontarlo. Non c'è altro, nè luce in fondo al tunnel.
Dicevano che non volevano che la FIV fosse percepita come un carrozzone burocratico, che la base era critica verso la FIV, e cosa hanno combinato? Oggi la FIV semplicemente non-è-percepita, gli strumenti non la rilevano, non è un carrozzone solo perchè non si sentono cigolare le sue ruote. Il silenzio è utile solo a non disturbare i conducenti (che magari fanno anche altro, mentre conducono). Finchè l'unico rumore della FIV sarà il silenzio, non tornerà la condivisione, la consapevolezza, la conoscenza, il riconoscimento reciproco, all'interno e non solo all'esterno, e quindi il divertimento, il sorriso. Senza i quali, per inciso, non si vincono neanche le medaglie.
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