sabato 1 maggio 2010

Hyeres/6: l'Italia salvata da Gabrio


Si è conclusa come è iniziata e come è proseguita: senza vento. Hyeres 2010, quarta tappa della Coppa del Mondo ISAF della vela olimpica, tra sfortuna e condizioni meteo eccezionali, nel mese (bruttissimo) della nuvola del vulcano islandese, e della chiazza nera del petrolio della BP nel Golfo del Messico. C'è poco da stare allegri: anche a guardare i risultati dei velisti azzurri.

Due ottimi piazzamenti finali: il 2° posto di Gabrio Zandonà e Pietro Zucchetti nel 470 maschile, nobilitato da un secondo posto anche nella Medal Race, e il 3° posto finale della farfalla Laura Linares nella tavola RSX, che per mancanza di vento non ha disputato la Medal Race confermando la classifica precedente.

Il resto dell'azzurro a Hyeres, è buio pesto. Tra pause di riflessione, delusioni epocali, black-out inspiegabili, crolli prevedibili. Il vento (se così vogliamo chiamarlo) certo è stato complicato: ma allora perchè al comando delle classifiche ci sono i migliori di sempre? Non è stata una "lotteria". Quella meteorologica è una "scusa" che non andrebbe neanche tirata in ballo. Dopo la tappa francese dell'ISAF World Cup, a due anni a due mesi dalle Olimpiadi di Londra 2012, l'Italia della vela olimpica si scopre un po' più fragile e impalpabile.

A salvare l'Italvela a Hyeres ci ha pensato un senatore come Gabrio Zandonà, uno della vecchissima guardia, che ha imparato sull'Optimist ed è cresciuto con un caratterino niente male. Un campione del mondo (2003), due volte olimpico (con rimpianti), uno dei migliori velisti italiani, corteggiato (e ingaggiato) dai monotipi d'altomare e dai team di Coppa America (è il coach di Azzurra). Uno che ha cambiato tanti prodieri, e soprattutto continua a seguire programmi di preparazione personalizzati, piuttosto fuori dagli schemi federali. Insomma, Gabrio. Prendere o lasciare. Per quello che si è visto a Hyeres, il campione di Ostia (che veniva da due settimane di allenamento con il suo tecnico della Marina Militare ad Anzio) resta un patrimonio insostituibile della nostra squadra della vela olimpica. Quindi sarà meglio prendere, senza andare tanto per il sottile.

Laura Linares è la più giovane ma anche la più tenacemente agonistica delle windsurfiste in circolazione. Se si fosse corsa la Medal, avrebbe corso per vincere. C'è e ci sarà, fino alla fine delle selezioni per i Giochi. E soprattutto, vista l'età, anche dopo.

Nel parapiglia di risultati azzurri nelle altre classi spicca il podio sfiorato da G&G. Conti e Micol sbagliano la Medal Race con un finale sfortunato, e scivolano dal 2° al 4° posto. La finalissima a doppio punteggio resta statisticamente un loro punto debole, sul quale lavorare. Il 10° posto di Francesca Clapcich nel laser Radial è buona cosa, anche se nella Medal ha chiuso penultima. Nella delicata costruzione dell'atleta, questa è una iniezione di fiducia.

Non vale troppo la pena stare a sottilizzare sugli altri risultati della squadra italiana. Il 28° dei Sibello può far paura o rientrare in un fisiologico rimbalzo agonistico dei brothers, sempre ai vertici da 6 anni e partiti in tromba anche nell'anno post-olimpico smaltendo con incredibile maturità la profonda delusione di Qingdao. Propendiamo per la seconda ipotesi. Fabian Heidegger (18) non sembra riuscire a tornare quello di fine quadriennio scorso, e anzi resta un incompiuto: urge lavorare in profondità perchè il tempo non è tanto. Meglio di lui è andato Federico Esposito (16).

Finn (Giorgio Poggi 18°) e Laser (un positivo Enrico Strazzera 33°, gli altri compreso Diego Romero, molto attardati) per il momento fanno sudare freddo.

Tutte le classifiche finali e i piazzamenti di giornata sul sito ufficiale: http://sof.ffvoile.net/.

(Venerdi ero in autostrada da Milano verso Genova, e ho incrociato nella corsia opposta tantissimi furgoni, o auto con rimorchi pieni di 470, Laser sui tetti, gommoni. ma tanti davvero. Il popolo dei mille supervelisti olimpici, finita Hyeres, torna a casa. Verso la Croazia, la Slovenia, la Germania, l'Austria, la stessa Italia. Sono tanti, sono bravi, sono globetrotters di una stagione dura. Per una parte di loro frequentare le settimane preolimpiche è anche un divertimento, un modo diverso di prendersi delle vacanze. Ma per la maggioranza, il circuito di Coppa del Mondo è la spina dorsale di una dura marcia verso il sogno olimpico. Sono atleti, tecnici, collaboratori. Portano le divise delle rispettive nazionali. Sono il meglio del meglio che i movimenti velici di ciascun paese sa rappresentare. E sono anche belli da vedere. Meritano innanzitutto rispetto e attenzione, vanno seguiti e imposti all'attenzione del pubblico. Con un impegno adeguato a quello che mettono loro. Davvero non si meritano un comunicato stampa come quello emesso ieri dalla Nuova FIV. Illegibile, zeppo di errori, sembra una traduzione maccheronica dall'inglese. Una vergogna. E stavolta c’è poco da ridere).

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