
Giulia e Giovanna sono in questo momento (con Alessandra Sensini, assente a Medemblik, con i Sibello, con Gabrio Zandonà e l'attuale prodiere Pietro Zucchetti) il distillato di classe più pura che la vela olimpica azzurra può esprimere a due anni dai Giochi. Non da oggi: il talento della giovane romana era emerso già sull'Optimist, poi si era trasferito (un po' acerbo) nel triplo olimpico Yngling, e infine ha trovato già nel quadriennio scorso un equilibrio perfetto con la brava prodiera triestina. Il mix di bravura e preparazione - orchestrato da un tecnico di lunghissimo corso, esperienza e dedizione incrollabile, come Guglielmo Vatteroni - delle nostre G&G è il tesoretto della nostra vela in questi anni e per quelli a venire. Ed è tutto in quell'abbraccio, con le pettorine gialle e il numero 1 sul petto. Si sono loro, oggi, le numero uno del 470 olimpico. E sono anche due bei personaggi, con tanto da dire.
(Eppure, alle 19,56 di questa domenica d'estate, senza calcio, l'ineffabile carrarmato della comunicazione federale non ha ritenuto di emettere un comunicato stampa: le-nostre-veliste-hanno-vinto-una-regata-di-coppa-del-mondo. Non vi basta ancora? Presidente Croce: è questo che intendeva con: "Stiamo lavorando affinchè questi ragazzi (gli atleti delle squadre olimpiche, ndr) diventino dei personaggi pubblici.(...) Un costante focus sugli atleti li trasformerebbe in celebrità della vela in grado di attirare sponsor e attenzione mediatica. Se avessimo un gruppo di ragazzi più noti, per noi sarebbe tutto più facile". ? Di questo passo, sarà difficilissimo.)
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