venerdì 11 dicembre 2009

Vincenzo guarderà il mare da Procida



Dal Reale Yacht Club Canottieri Savoia - "Si celebrano domani, sabato 12 dicembre, i funerali di Vincenzo Sannino, il velista tragicamente scomparso mentre era in mare giovedì 10 dicembre. La cerimonia funebre, officiata da don Giuseppe Carmelo, si terrà nella parrocchia di Santa Lucia a Mare. Subito dopo, la salma del ragazzo sarà imbarcata su un traghetto Caremar e  trasportata sull'isola di Procida, dove la famiglia ha chiesto che riposi. Ad accoglierla, ci saranno il sindaco Gerardo Lubrano Lavadera e il vicesindaco Luigi Muro, che del Circolo Savoia è socio e che si è adoperato per esaudire le richieste dei genitori del giovane velista e di Pippo Dalla Vecchia, il presidente del circolo napoletano. Muro ha immediatamente garantito che a Vincenzo sarà data sepoltura accanto alla cappella della sua famiglia. I familiari del ragazzo e i soci del Savoia accompagneranno Enzo in questo suo ultimo viaggio.
Al circolo di Santa Lucia sono giunti numerosissimi messaggi di cordoglio e di condivisione del dolore da tutta Italia. Tra questi, quello di Carlo Croce, presidente della Federazione Vela. La partecipazione al lutto dell'intero movimento velico e sportivo italiano, scossi da questa tragedia, è stata unanime. - RYCCS"


Domani dunque i funerali di Vincenzo Maria Sannino, il velista di 16 anni morto annegato durante un allenamento in 420 davanti al Castel dell’Ovo a Santa Lucia. Uno spiraglio di luce in questa tragedia: è stato accolto l’accorato appello del papà di Vincenzo Maria, Pasquale, che aveva chiesto: “Aiutatemi a fare in modo che mio figlio possa essere seppellito a Procida, davanti a quel mare che tanto amava e che ce l'ha portato via”.

Un club velico avvolto nel dolore. In mattinata, secondo quanto riportato dal website del “Mattino” di Napoli, l’atmosfera al glorioso Savoia è pesante: tavolini vuoti e silenzio. Sulla banchina soltanto due dipendenti intenti a pulire. All'interno il personale della reception e il presidente Pippo Dalla Vecchia. Occhi rossi, volto teso e provato per la tragedia che ha colpito la famiglia Sannino, il club, la vela. “Siamo tutti distrutti - dice Dalla Vecchia - È un dolore che ci porteremo a lungo perchè siamo una grande famiglia”. “Alla famiglia Sannino saremo vicini con tutte le nostre forze”. Il padre del giovane velista, come raccontato da Dalla Vecchia, “è stato qui a lungo ieri notte, qui vicino al gommone su cui è morto il figlio”. Un padre sconvolto che ha perso il suo unico figlio, un figlio a cui vuole dare una degna sepoltura. “Stamattina - informa Dalla Vecchia - il padre del ragazzo mi ha chiesto di aiutarlo per far seppellire il figlio in un bel posto e non nell'orribile cimitero di Poggioreale. Forse è possibile trovare un posto nel cimitero di Procida”. Anche il sindaco di Procida (Napoli) Gerardo Lubrano Lavadera ha confermato.

Dopo che il RYCC Savoia ha annullato la propria attività fino a domenica 13, anche il Comitato V Zona del presidente Gianni Pellizza, ha preso una decisione analoga, annullando il programma di regate, compresa la tappa del campionato invernale del golfo di Napoli. L’unica regata che si disputerà sarà quella organizzata a sostegno delle iniziative Telethon. Anche la FIV – con un intervento diretto della presidenza federale – si è fatta sentire come istituzione, e ha disposto che in occasione delle Regate in programma nel fine settimana del 12-13 dicembre nelle altre Zone, sia osservato un minuto di silenzio in memoria di Vincenzo Maria.

Intanto si continua a indagare sulle possibili cause dell’annegamento del giovane prodiere. Da più elementi sembra avvalorarsi l’ipotesi che Vincenzo Maria sia rimasto impigliato in qualche manovra dopo la scuffia. I Carabinieri stanno completando le indagini e la disgrazia prende così forma. E’ stato confermato che il giovane indossava regolarmente il giubotto salvagente, e anche questo particolare fa ritenere che per qualche impiglio non sia riuscito a riemergere. Una testimonianza importante resa ai militari – secondo quanto riporta “Il Mattino” - è quella del coetaneo di Vincenzo che era in barca con lui, al timone. Seppure sconvolto dalla perdita dell'amico, il giovane timoniere ha raccontato che forse una raffica improvvisa, durante una virata, ha creato le condizioni per il ribaltamento dello scafo. Nello stesso specchio di mare c'erano altri tre 420 in quel momento che si sono avvicinati. A bordo di uno, c'era l’Istruttore del circolo Savoia che organizza i corsi di vela. Ma anche lui ha potuto fare poco, se non chiamare immediatamente i soccorsi da terra. Medico sociale (presente in sede) e un operatore della Croce Rossa, che era casualmente ospite del club, hanno tentato disperatamente di rianimare Vincenzo Maria su un gommone.

Resta da capire come, dove, perché il povero Vincenzo Maria sia rimasto impigliato, intrappolato sott’acqua senza poter tornare a galla e respirare per lunghi e decisivi secondi. Dopo una scuffia – che può essere più o meno repentina – passano sempre alcuni secondi, nei quali l’equipaggio riprende posizione per rialzare la barca. Può capitare di restare sotto lo scafo rovesciato (nelle scuole vela si insegna la manovra anche per la tranquillità psicologica dei ragazzi, dimostrando loro che la riserva d’aria nel pozzetto consenta di riprendere fiato), ma solitamente dopo un po’ si torna a nuotare intorno alla barca, verso la deriva dopo aver portato la prua verso il vento. Chi osserva dall’esterno, segue questi istanti aspettandosi di veder comparire l’equipaggio, cosa che avviene sempre, normalmente. Nel caso di Vincenzo, sono questi i momenti decisivi. Quando dall’esterno hanno visto che non tornava a galla, è scattato l’allarme. E’ anche probabile che nel tentativo di liberarsi dall’incastro, Vincenzo abbia consumato più ossigeno e magari bevuto o respirato acqua.

Vincenzo Maria Sannino guarderà il mare dal Monte di Procida. Noi dovremo fare tesoro della sua tragedia, rarissima in uno sport sicuro come la vela, e rendere ancor più irrealizzabili in futuro incidenti simili.

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