domenica 22 novembre 2009

Azzurra è tornata


GLI EREDI DELLA BELLA AVVENTURA DEL 1983 VINCONO A NIZZA IL LOUIS VUITTON TROPHY: 2-0 A EMIRATES TEAM NEW ZEALAND IN FINALE

(Guardate le due immagini: in alto la schermata del Virtual Eye sull'arrivo vittorioso di Azzurra nella seconda finale di oggi, trasmessa in diretta su internet. E sotto una delle rare immagini aeree di quella Azzurra mitica del 1983, I-4, il 12 metri S.I. che conquistò la semifinale a Newport e arrivò terza tra gli sfindanti)

Domenica di festa per la vela italiana: a Nizza il team Azzurra dello Yacht Club Costa Smeralda ha battuto 2-0 in finale Emirates Team New Zealand e ha vinto il Louis Vuitton Trophy Nice Cote D'Azur. Francesco Bruni al timone e Tommaso Chieffi alla tattica hanno compiuto due capolavori nelle regate odierne, vinte per 26" e 17" secondi rispettivamente. Match race d'altri tempi, vento leggero e instabile, manovre, ritmi ed emozioni da coppamerica, con un nome che più italiano non si può, che alla fine chiude davanti a tutti. Una bella storia.

Azzurra è tornata. Una buonissima notizia per la vela italiana: quel nome (diventato un brand) ha portato l’Italia in semifinale all’esordio in Coppa America nel 1983 a Newport. E’ un nome che funziona, che attira fortune e simpatie: l’ha dimostrato in questi giorni d’autunno, conquistando a Nizza la prima tappa del Louis Vuitton Trophy, la cui somiglianza con la cugina blasonata Coppa America va ben oltre il glamour, le dirette tv e il virtual-eye su internet. Per capirlo, basta pensare che tra gli 8 team iscritti ci sono BMW Oracle, l’attuale sfidante unico di Alinghi per la prossima Coppa, con Russell Coutts, gli inglesi di Team Origin, col timoniere-mostro Ben Ainslie, e Team New Zealand, erede della tradizione kiwi, ultimi avversari di Alinghi (a Auckland nel 2003 e Valencia nel 2007) con Dean Barker. Senza considerare che le barche usate sono Coppamerica 2007, semplificate e rese quasi monotipo per prestazioni, ma pur sempre bestie di 23 metri per 24 tonnellate di delicato sandwich di carbonio, per le quali servono i migliori equipaggi. Insomma la Louis Vuitton vista a Nizza non è solo la messa in scena di uno sponsor, o il capolavoro di Bruno Troublè per dimostrare al mondo che la vela può vivere anche senza America’s Cup: è in realtà un enorme warm-up in attesa della prossima “vera” Coppa America, quella che tornerà se stessa (si spera) dopo l’interminabile purgatorio della litigiosa coppia Ernesto Bertarelli-Larry Ellison.

(Francesco Bruni)

La vittoria di Azzurra è dunque un risultato”vero” e pesante. L’idea giusta è di Riccardo Bonadeo, commodoro dello Yacht Club Costa Smeralda e tra i padri della prima Azzurra. Punto di forza il sailing team, affidato a uno dei migliori armatori italiani degli ultimi anni, Giovanni Maspero, e al suo gruppo vincente Joe Fly: il timoniere Francesco Bruni (unico velista italiano ad aver disputato tre olimpiadi in tre classi diverse: Laser, 49er e Star, ed ex riserva di lusso di Torben Grael nelle ultime due sfide di Luna Rossa) finalmente responsabilizzato mostra al mondo un talento maturo. In prospettiva può diventare un grandissimo. L’equipaggio è di ferro: dal tattico Tommaso Chieffi, all’ex Luna Rossa Tom Burnham (USA, unico straniero a bordo, ma ha spostato la milanese Alessandra Ghezzi), agli inossidabili Stefano Rizzi e Massimo Galli, al prodiere-fenomeno Matteo Auguadro, agli esperti Gabriele Bruni (il fratello di Francesco che sale sull’albero a cercare il vento), Cristian Griggio e Dede De Luca, per finire con i fuochi d’artificio a terra: il coach Gabrio Zandonà (ex mondiale e due Olimpiadi col 470) e la team manager Alessandra Sensini (velista mondiale del 2008 per il suo leggendario record di 4 medaglie olimpiche femminili nella vela).



Ieri nella semifinale-spareggio contro la corazzata britannica Team Origin (un gruppo che non fa mistero di puntare a vincere l’America’s Cup), Azzurra ha trovato risorse tecniche, fisiche e mentali. Dall’1-0 di giovedì, ha saputo reagire al pareggio (con doppia penalità e tanti errori), e poi Bruni-Chieffi (5 Olimpiadi e due titoli mondiali di classi olimpiche) hanno dato una lezione indimenticabile a Ainslie-Percy (6 medaglie olimpiche e un numero enorme di titoli mondiali di classi olimpiche). Italia batte Gran Bretagna alla partenza (Checco voleva la sinistra e l’ottiene), in manovra (i nostri meglio a ogni incrocio nella prima bolina) e nella tattica (vantaggio aumentato a ogni boa). Gli “azzurri” si sono poi gustati lo spareggio vinto dai kiwi contro i sorprendenti russi di Synergy (Karol Jablonsky). E così oggi a Nizza la parata Louis Vuitton si è chiusa con una passerella strepitosa di glorie passate presenti e future: Azzurra contro Emirates Team New Zealand. E ha vinto la barca che si chiama come la costa.

Lettori fissi