domenica 2 agosto 2009

Dalle Parole ai Fatti


(Il presidente federale Carlo Croce con Luca Devoti alla festa per il premio ISAF Rolex Sailor of the Year a Madrid nel novembre scorso, un mese prima di essere eletto. Devoti, argento Finn a Sydney 2000, imprenditore e costruttore nautico, direttore del team +39 Challenge all'ultima Coppa America, esperienza e genialità che ne fanno uno dei protagonisti della vela azzurra, è stato recentemente incaricato da Croce di gestire lo sviluppo tecnico e la ricerca in collaborazione con università e vasche navali)

Come fare il check-up alla Nuova FIV se non confrontando le “promesse” e i temi pre-elettorali con le realizzazioni e i passi concreti della dirigenza federale? E’ quello che abbiamo tentato di fare nelle prossime righe. Abbiamo scelto le frasi più significative di Carlo Croce, prima candidato e quindi neo-presidente, quelle che formano il fil-rouge del Croce-pensiero, il suo modo di vedere la federvela e quindi la sua voglia di cambiarla. E su queste abbiamo inserito, come una cartina di tornasole, ciò che è avvenuto nei primi 6 mesi di attività. Per quanto le tematiche siano necessariamente in ordine sparso, ci siamo sforzati di riferirci con chiarezza ai fatti e non alle opinioni. In quanto “libera tribuna”, siamo naturalmente lieti di accogliere ogni osservazione diversa. Per il bene della FIV.

A - (10 ottobre 2008) Comunicazione della candidatura

1) Ritengo che un approccio di massima trasparenza, lealtà e correttezza e di snellimento burocratico possa rendere la realtà federale più vicina alle zone ai Circoli e soprattutto ai velisti.

2) Spero che tutto questo sarà possibile, così da consentire al nostro movimento di consolidare quel prestigio, anche in sede internazionale, che per tradizione merita.

--> E’ l’entrata in scena del candidato presidente, con argomenti che poi saranno più volte ripresi. Un’entrata a gamba tesa: lealtà e correttezza sbandierate come se fossero merce rara nella FIV attuale. Nei fatti, la “trasparenza” è rimasta tale: invisibile. Quanto al prestigio internazionale: dopo 6 mesi la Nuova FIV brilla per la sua assenza di comunicazioni e rapporti con l’ISAF, i delegati italiani sono diminuiti e della loro attività non è dato sapere.

B - (fine ottobre) I punti salienti del progetto per il quadriennio 2009-2012

3) Rendere la FIV più vicina ai tesserati; al servizio della filiera Zone, Circoli, Giudici, Tecnici e Utenti. Come farlo? Alleggerendo al massimo i compiti al centro e mettendo in condizione la rete di prendere decisioni autonome e rapide. La FIV non deve essere identificata come un grande complesso ostile e burocratico; deve occuparsi di poche cose ma farlo bene e con chiarezza.

--> Buono il proposito, doveroso, di avvicinarsi al tesserati. Ma onestamente deludente la messa in pratica. Nei primi mesi della Nuova FIV si è visto pochissimo di questo bel sogno elettorale. Anzi: le decisioni, fin troppo rapide, le ha prese sempre e solo il vertice (come vedremo). La voglia di “allegerire” i compiti centro per la verità si è vista, ma con esiti ancora tutti da verificare: non è stato ancora detto con chiarezza quali sono le “poche” cose che la FIV dovrebbe fare. E i protocolli con Assonautica e LNI fanno temere la visione di una FIV concentrata sullo sport di vertice. La sensazione, come in numerose altre occasioni, è che i nuovi vertici federali abbiano la tendenza a procedere per “encicliche”, trasferendo dogmi (come tali non soggetti a discussioni) alla base che si presume accondiscendente.

4) La chiarezza: punto per me molto importante. Il Consiglio Federale deve essere uno strumento agile. Non riunioni costose di giorni ma di ore e non solo a Genova ma girando per l’Italia velica divisa in alcune macrozone per essere sempre in contatto con le varie realtà.

--> Promessa mantenuta: il CF è talmente agile che si è riunito solo tre volte, due delle quali con velocità da gran premio, ed è vero, ha girato un po’ senza fermarsi a Genova (con dispendio notevole per i poveri uffici federali). In compenso si sono contate numerose riunioni informali, trasversali, spontanee, autoconvocate, su svariati temi specifici, in particolare per il famoso progetto Under 16. Risultato: il Consiglio sembra spaesato, privo di una road-map, di responsabilità chiare, come il Consiglio di Presidenza. Forse troppi gli stimoli e le direttive presidenziali, che tolgono ai singoli consiglieri le rispettive autonomie e quindi la voglia di fare. Per ora, insomma, e nonostante le potenzialità dei singoli, la “squadra” non c’è.

5) La trasparenza massima è indispensabile. Tutte le delibere devono essere prese alla luce del sole, assumendosi la responsabilità dei processi decisionali, senza scelte di corridoio imposte al Consiglio stesso e vanno inserite subito sul sito.

--> Ancora la trasparenza-invisibile. E’ un fatto che Le scelte più significative (preparazione olimpica, nomina del responsabile delle Relazioni Esterne, individuazione del responsabile dei rapporti con le zone, individuazione del nuovo segretario generale, decisioni sul rinnovo dell’ufficio stampa, contratti dei tecnici, scelta di alcuni manager, studio delle riforme statutarie... e scusate se è poco) sono state prese dal vertice ristretto (presidente e due-tre collaboratori), senza delibere di consiglio, quindi senza le relative discussioni, a volte persino con la farsa di una delibera presa a poche ore da una conferenza stampa (è successo a Ostia, ricordate?, con il “nuovo” piano della preparazione olimpica). Forse l’accusa di verticismo mossa a Sergio Gaibisso, ora non è poi così lontana.

6) Nella parte amministrativa, un severo e trasparente controllo di gestione, davvero condiviso dai revisori, ogni euro dovrà essere giustificato e pubblico. Vorrei in questo campo una rigorosa casa di vetro, anche tenendo conto che le risorse del CONI saranno certamente di molto ridotte, dati i tempi; un controllo di gestione codificato con l’obbiettivo di bilanci certificati e gli standard richiesti per ottenere la certificazione ISO-9001:2000.

--> A parte la poco elegante bacchettata ai Revisori dei Conti (due su tre confermati, più i recenti nuovi di nomina CONI), il lavoro sul bilancio nei primi 6 mesi è stato ovviamente importante, come sempre quando c’è un’eredità. Diamo per scontato che ogni euro sia giustificato, anche se di pubblico si è visto poco, ed è giusto così: non serve una casa di vetro, bastano le normali garanzie previste dalle regole. Le risorse CONI, al contrario delle previsioni, sono aumentate e si sono stabilizzate. Attendiamo gli sviluppi più che fiduciosi: in campo amministrativo la trasparenza non è un optional, è un dovere.

7) Le risorse. Una Federazione rispettata e rispettosa sarà probabilmente in grado, utilizzando le necessarie risorse professionali, di ottenere maggiori aiuti da partner coinvolti, amici della FIV, che a loro volta saranno stimolati a spingere i progetti con la loro comunicazione; qui parlo proprio per esperienza vissuta.

--> Credo che la FIV fosse già ben rispettata e rispettosa, grazie soprattutto alla straordinaria opera quotidiana in tutta Italia di Circoli, Istruttori, Giudici, Stazzatori, Classi, dirigenti locali e singoli velisti che formano una straordinaria famiglia. Purtroppo alcuni grandi e grandissimi ci hanno lasciato proprio in questi mesi. Quanto al Nuovo che avanza: di partner e di amici non se ne sono visti (se non per la Volvo Ocean Race, a quanto pare), ma diamo tempo al tempo. Sono – sinceramente - sicuro che in questo campo Carlo Croce abbia le capacità e le conoscenze per riuscire al massimo. Saranno “partnership del presidente”, ma già dal prossimo autunno (la stagione in cui le aziende scelgono le proprie strategie) dovranno esserci delle novità importanti. Io dico Forza Carlo!

8) I giovani e il percorso: deve essere questo il massimo focus della nostra attenzione. Completare in modo concreto e capillare la buona iniziativa nelle scuole coordinando il lavoro che faranno poi i Circoli cui spetta massima responsabilità e delega, valutandone con molta precisione i risultati; il prestigio federale in sede politica dovrà essere il motore per spingere questo movimento.

--> Se ci leggiamo le linee guida del progetto Under 16, i passi avanti sono stati molti. Se invece guardiamo al progetto Velascuola, checchè se ne dica a me pare che si sia messo un po’ in sordina.

9) Al centro assoluto della nostra “mission” c’è la squadra Olimpica. Dovremmo anche qui essere subito chiarissimi, scegliere subito il sistema: o scelta americana, cioè selezioni secche all’estremo, o scelta inglese cioè assoluta discrezionalità. Se saremo attrezzati potremo essere utili, il gruppo di tecnici, velai, esperti di meteo, psicologi dovrà essere di grande qualità e lealtà. Al vertice di questa struttura una/due persone di massima correttezza (in primis) competenza tecnica e managerialità dimostrata in mare e nel lavoro. I nomi? Alcuni li ho in testa, per ora mi sembra prematuro proporli.

--> La preparazione olimpica per ora è cambiata poco, nei nomi e nei programmi. E’ stato detto e ridetto che questo è un anno di transizione e quindi non sarebbe giusto commentare che non si sono visti i manager, gli esperti meteo o gli psicologi: credo (e ancor più spero) che le vere novità le vedremo dal 2010. Per me Luca e Paolo sono anche una garanzia di continuità con tutto il buono (e vi assicuro che non è poco) che già c’è nella vela olimpica azzurra in termini di atleti, mezzi, cultura e professionalità. Del resto medaglie e podi sono puntualmente arrivati anche quest’anno. Saranno loro, gli uomini e le donne che vengono dal passato, a dover mediare con le voglie e le idee del “sognatore”, spesso sospese tra utopia e competenza approssimativa. Ma insieme si può fare.

C - (14 dicembre - assemblea) Intervento di insediamento

10) Le Zone vanno utilizzate per per quello che devono dare e che puo’ essere moltissimo. Credo che la federazione penserà a un modo per aiutarle, un sistema obiettivo basato su parametri precisi. Tante volte le zone lamentano di non ottenere le risposte che vorrebbero nei tempi giusti: credo che metteremo una persona apposta per prestare orecchio alle zone, anzi l’abbiamo già individuata e la proporrò al Consiglio, le Zone sono la nostra rete e da lì dobbiamo partire.

--> Su questo concetto la Nuova FIV sta procedendo assai velocemente: le Zone sono sollecitatissime, certi presidenti sono quasi in trance, le riunioni della Consulta sono più di quelle del Consiglio, le novità sono tante e le aspettative si stanno materializzando. Ma allo stesso tempo cresce il timore di un futuro (quanto prossimo?) accorpamento delle Zone, il cui numero sarebbe ridotto di almeno la metà. Intanto l’incarico ad-personam suscita molti dubbi, non trova il supporto CONI e resta in parcheggio.

11) L’altra mia idea fissa è quella dei centri federali. Secondo me il CPO di Livorno ha sempre lasciati dei buoni ricordi in chi l’abbia praticato. Credo che se ne possano cercare altri. I soldi non ci sono e il tempo non c’è. Quindi ci vuole grande flessibilità, andare a cercare in tutte le Zone dove ci sono strutture abbandonate che possono essere recuperate: nel solo ultimo mese già almeno tre potenziali centri federali zonali mi sono stati portati, come possibilità già per il 2009.

--> Altro campo sul quale si procede secondo schemi verticistici: il presidente ha scelto il suo manager di fiducia e gli ha dato via libera ben prima della relativa delibera del CF. Ma tant’è: la missione è decisiva, speriamo riesca, diamogli anzi una mano ciascuno per il suo. Da fugare ogni residuo dubbio su regole chiare e trasparenti. E il 2009 “possibile” è sfumato.

12) Il percorso di un bambino inglese che si avvicina alla vela agonistica è molto preciso: a che età puoi fare questo o quello. Se vinci a livello zonale ti mandano al livello superiore e così via. Va sicuramente recuperato il livello zonale, se vinci vai all’interzonale, poi ti mando alla nazionale. A questa età tu devi cambiare strada e ti darò queste possibilità. Quindi aiutare tante famiglie che dopo l’Optimist non sanno cosa fare e che vanno aiutate, anche questo è un lavoro che faremo insieme alle Zone.

--> Parole un po’ confuse, ma c’è dentro l’idea del nuovo piano strategico e del progetto giovanile, anzi Youth visto che dichiaratamente attingiamo dagli inglesi. La navicella federale va a tutta birra si questo tema, e non mi pare coinvolga abbastanza le strutture territoriali, nella loro totalità. E’ un altro esempio della procedura verticistica, a encicliche e dogmi. I quali, anche se giusti, restano privi di comunicazione, dialogo e arricchimento e finiscono così per impoverirsi.

13) Avremo una persona a Roma, perché la FIV è a Genova ma a Roma c’è tutto, Istituzioni, CONI, federazioni, forze armate. Questa persona sarà responsabile del rapporto con le leghe, dove credo indispensabile una azione comune per evitare la dispersione di energie: loro fanno il nostro stesso percorso per portare i bambini nelle scuole come noi lo facciamo per conto nostro, se riuniamo queste due cose otterremo molto di più. Roberto Baggioni è la persona che si è offerta per fare questo lavoro e lo ringrazio, sarà la nostra antenna a Roma.

--> Detto e fatto. L’Ammiraglio Baggioni si è insediato e ha lavorato da subito. Dalle parole ai fatti in questo caso velocemente e senza ostacoli. Con quali risultati si vedrà: di certo i gruppi sportivi militari sono tenuti in grande considerazione, c’è almeno un tentativo di coordinarne le attività con le esigenze FIV che prima era più estemporaneo, si sono aggiunte le Fiamme Oro e c’è un fermento positivo. Eppure non pochi storcono il naso: per la provenienza LNI dell’Ammiraglio e ancor più perché il suo è un “ministero” senza troppe regole e risponde direttamente al presidente, pur non essendo consigliere federale. Sulla dispersione di energie, mi permetto di dissentire: FIV e Lega Navale hanno cent'anni di storia ciascuna e sempre hanno seguito percorsi simili ma con differenze chiare, di carattere storico, culturale e tecnico. L'idea che due percorsi siano uguali e che pertanto vadano "riuniti" è riduttiva, e le sue conseguenze pericolose. Per la FIV ma anche per la LNI.

14) Spero di arrivare alla fine di questo compito e spero tra quattro anni di passare la federazione a qualcuno di più giovane, e che sia una federazione leggera, agile, funzionale, non un ente molto pesante. Penso anche a una riduzione del mandato, come per il presidente che io condivido, anche per i consiglieri: non c’è ragione per cui uno debba stare 35 anni seduto in consiglio federale.

--> L’assemblea tributò un convinto applauso a questo passaggio. Ma l’idea di un Croce di passaggio volante non convince. Tra l’altro di successori “più giovani” credibili, in giro, non ve ne sono, o si nascondono bene. Quanto alla FIV più leggera (come vedete certi concetti tornano sempre, in ogni intervento), Croce per primo si è scontrato con l’evidenza: l’ente è al centro di un vasto movimento ed è difficile immaginare di trasformare un elefante in una ballerina con un colpo di bacchetta magica. E prima ancora: non sarebbe il caso che il presidente stesso – una volta per tutte – spiegasse come immagina la cura dimagrante della federazione? Cosa taglierebbe e perché?

D - (8 gennaio 2009) Intervento di apertura al primo Consiglio Federale

15) Una profonda riforma del sistema elettorale, l’attuale prevede giornate francamente ripugnanti come quella surreale del 13 dicembre. Non intendo accettare che si ripeta dunque provvederemo a presentare entro 1 anno una proposta che consenta di evitare i voti di scambio. La base deve percepire che arrivare al consiglio è possibile.

--> Il presidente dice di voler restare solo quattro anni per poi lasciare una FIV leggera e agile a uno più giovane di lui, in queste parole esprime tutta la sua visione personale della federazione. Un ente pesante, un mostro burocratico. E peggio: un ambiente poco trasparente dove avvengono cose poco chiare e poco leali. Nei miei 15 anni in FIV, onestamente, non ho visto questo torbido, tutt’altro, forse solo un po’ di confusione. Vorrei chiedere al presidente da chi ha avuto questo quadretto desolante, da terzo mondo. Insieme ad altri interrogativi che pongo anche a voi: può essere “ripugnante” e “surreale” la giornata in cui si diventa presidente federale? Il vituperato “voto di scambio” (che per inciso in Italia è un reato quando è politico-mafioso, ai sensi dell’articolo 416ter del Codice Penale) non è forse stato attuato anche dallo schieramento risultato vincitore? La base oggi percepisce come impossibile arrivare al Consiglio?

16) Una riduzione del numero dei consiglieri federali: il consigliere vorrei avesse un ruolo politico generale oltre al suo settore dato che gli interessi di zona devono essere portati dai presidenti di zona. Sembra evidente ma non è così. Un consiglio più piccolo, un consiglio di presidenza più piccolo, ridurremo i costi, saremo meno criticati dalla base, sarà più agile il dibattito, le persone saranno più coinvolte. Quindi forse 5-6 consiglieri, frutto di macro-aree... E durata massima 2 mandati come per il presidente.

--> La stessa base come percepirà l’accessibilità al nuovo Consiglio, ridotto nel numero di consiglieri, come ridotte saranno le Zone? Sarà più facile arrivare in Consiglio? O sarà più facile determinare a tavolino con accordi politici e quindi “di scambio”, la composizione del Governo federale? La madre di tutte le riforme, quella allo Statuto, non può passare con la logica dell’ennesima enciclica. Su questo punto si gioca gran parte del futuro della nostra federazione, se vuole ancora essere l’ente di riferimento per l’intero mondo della vela, dalla sua promozione, alla comunicazione, al diporto, ai rapporti con l’industria, e con i grandi eventi sportivi e agonistici come vetta della propria attività.

17) Ridurre gli ODG del consiglio all’osso per consentire di parlare solo delle cose importanti. Le decisioni di segreteria e burocratiche via teleconferenza. Affiderò questo programma alla regia di Briante, chi avrà idee si faccia avanti, questo è da me molto auspicato. Spero che Briante porti queste proposte all’approvazione eventuale del consiglio entro 1 anno, naturalmente nel limite delle norme CONI.

--> Dalle parole ai fatti: gli ordini del giorno ridotti sono durati poco, perché troppa è la carne al fuoco. Teleconferenze poche e mal riuscite. In compenso il presidente è nel suo ufficio tutti i giorni, quindi chi vuole riunirsi con lui puo’ trovarlo con una certa facilità. Ed è molto disponibile.
Il “programma” affidato al regista Briante è la riforma statutaria cui accenavamo sopra. Doppia ragione per accendere non solo i riflettori, ma anche le cellule fotoelettriche, i bengala, i fari e già che ci siamo tutti i mezzi di comunicazione. Proprio quelli che la Nuova FIV sembra far di tutto per tenere spenti o allineati.

18) Ridurre al massimo i gruppi di lavoro, sono troppo onerosi. Anche qui chi ha proposte o idee le comunichi. Dobbiamo alleggerire l’odiosa e pesante macchina federale. Lo chiedono tutti.

--> Onore al merito. Riforma annunciata e realizzata immediatamente, nel nome del risparmio, principale preoccupazione dei primi mesi. Ma sull’altare del risparmio, si è colta l’occasione per smagrire quella che (con parole che mettono a nudo per l’ennesima volta la considerazione negativa dell’ente) è considerata una “odiosa” e pesante macchina. Così da 140 persone coinvolte nei GDL e nelle Commissioni del quadriennio precedente, siamo oggi a 20, cui vanno però aggiunti i consiglieri e i doppi incarichi. In totale il taglio di persone è di circa 70 (vedere il post sull’argomento del 5 aprile scorso, a questo link: http://lamiafedervela.blogspot.com/2009_04_05_archive.html), ma la rinuncia in termini di aree di approfondimento, esperti e consulenti, e quindi ricerca e circolazione delle idee, è ben più pesante. Resta poi da chiedersi chi fossero i “tutti” che chiedevano questa riduzione. Perché oggi, dai presidenti di Zone in giù, la maggior parte degli intervistati non è affatto favorevole al taglio selvaggio degli organismi consultivi.

19) Una nuova immagine darà della FIV un prodotto migliore, più interessante anche per i partners. I contratti attuali con gli sponsor sono adeguati a un prodotto “B”, proviamo a diventare “A” poi andremo a discutere. Sarà un percorso lunghissimo.

--> Più che lunghissimo il percorso rischia di diventare infinito, vista la partenza della Nuova FIV in tema di Comunicazione. A parte i bravi professionisti incaricati, come si può pensare di ridefinire l’immagine della FIV senza un progetto, un piano comunicazione, l’individuazione e il potenziamento dei propri mezzi di comunicazione, vecchi e nuovi? Dalle parole ai fatti, caro presidente, in tema di Comunicazione è avvenuto il contrario di quanto da lei vagheggiato. Questo fa temere anche per la riuscita della campagna d’autunno nella ricerca di sponsor, per la quale facciamo tutti il tifo.


(Passato e presente: l'ultima riunione del Consiglio di Presidenza FIV 2005-2008, nel settembre dello scorso anno a Cervia. Da sinistra in alto: Antonio Micillo (segretario generale, dimissionario), Angelo Insabato (consigliere di presidenza, confermato),
Gianni Paulucci (vice presidente non rieletto per ritiro della candidatura), Gianfranco Busatti (vice presidente vicario, non rieletto), Francesco Ettorre (consigliere di presidenza, confermato), Emanuela Sossi (consigliera di presidenza, non rieletta), Domenico Guidotti (consigliere di presidenza, non rieletto). Seduti: Alessandra Sensini (argento RSX, da consigliera di presidenza a vice presidente federale), Sergio Gaibisso (presidente, ha ritirato la sua candidatura nel corso della assemblee zonali), Diego Romero (bronzo Laser, fuori rosa dalla squadra azzurra, si propone come coach e tiene corsi di perfezionamento con l'Assolaser), Paolo Ghione (tecnico federale e allenatore del windsurf, è diventato co-direttore tecnico della squadra olimpica)

2010: Coppa nel Golfo con Catagiganti a Motore!




La fantascienza cinematografica non è riuscita a prevedere o immaginare il futuro quanto lo strepitoso mondo dello yachting, strattonato dall’epico scontro tra Larry & Ernesto. Altro che 1999 Fuga da New York. Lo scenario del titolo è più che reale. BMW Oracle sta costruendo il suo catamarano-fotocopia di Alinghi 5, lo chiamerà una volta per tutte USA, in un sussulto d’orgoglio per tentare di riconquistare gli americani alla causa, e contando sul fatto che la location sarà – emotivamente e militarmente parlando – molto coinvolgente per i suoi concittadini. La parte terminare del Golfo Persico, in prossimità dello Stretto di Hormuz, davanti al sultanato di Ra’s al Khaimah, negli Emirati Arabi Uniti, soldi a palate e vento sotto controllo (salvo, si dice, qualche improvvisa tempesta: che divertente sarebbe). A nord c’è l’Iran di Ahmadinejad, intorno l’Arabia Saudita, poco lontano Dubai e Abu Dhabi. Entrambi i catamarani-fotocopia useranno motori diesel sempre accesi durante le regate (come già accade ad Alfa Romeo e agli altri maxi “velici” di ultima generazione) per azionare i computer di bordo (responsabili di tutti i controlli, a cominciare dai sensori a fibre ottiche che monitorano i carichi sulle strutture). Come un Boeing 727, USA e Alinghi 5 saranno mostri guidati dai computer, e l’equipaggio avrà limitati compiti di controllo. Forse distribuiranno bevande, o magari mostreranno le uscite più vicine a voi. Prego allacciare le cinture.

DICA 33: AGENDA DEI PROSSIMI GIORNI DI COPPA
- La Corte nell’ultima sentenza ha stabilito che il Deed of Gift non vieta l’uso di motori o tecnologie come ballast. Questo autorizza definitivamente le apparecchiature montate su Alinghi 5. Soddisfatti gli svizzeri, mentre Tom Ehman dice “è un giorno triste per l’America’s Cup”.

- Il 6 agosto Alinghi annuncerà la località della Coppa numero 33, anticipata ieri dal giornalista inglese Stuart Alexander, coppamerichista della prima ora, e individuata a Ra’s al Khaimah, negli Emirati. Qui un sultano avrebbe convinto Bertarelli a suon di petrodollari.

- Il 7 agosto Alinghi 5 vola sulle Alpi, valica il San Bernardo allacciata a un elicottero russo e atterra a Genova nell’area che di solito ospita la Vela al Salone Nautico Internazionale di ottobre. Facile immaginare il delirio in città, le feste, il can-can. Lo Yacht Club Italiano di Carlo Croce sarà la base dell’equipaggio svizzero. Che in tutto questo trambusto dovrebbe anche “allenarsi”.

- Il 10 agosto la giudice Shirley Kornreich ha convocato un’altra udienza alla Corte di New York, alle 14. Dovrebbe chiarire il significato della frase “prima possibile”, legata alla consegna del “Custom House Registry”, il certificato rilasciato dagli organismi USA e contenente alcune informazioni-base sull’imbarcazione. Alinghi lo chiede a gran voce, BOR traccheggia e si prende tutto il tempo. Il trimarano di 90 piedi BOR90 varato oltre un anno fa sembra già un dinosauro di un’altra era, e oggi il team del Golden Gate Yacht Club rischierebbe persino la squalifica se volesse riutilizzarlo, proprio per il ritardo nel fornire il certificato. Mentre se il nuovo Ellison-Cat è in costruzione (come tutto lascia supporre), il team americano è nel pieno diritto di attendere il CHR per poi girarlo ad Alinghi. Do you understand?

Il link diretto al documento ufficiale con la sentenza completa: http://scuttlebutteurope.com/pdf/090730_Kornreich_Order.pdf

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