martedì 23 giugno 2009

Dal mondo: quanta vela al fuoco

Il mondo della vela si muove, e molto. Novità, regate importanti, decisioni, progetti, istituzioni. Dall'ISAF, agli eventi, alle classi, ai media: c'è molta vela al fuoco, da seguire, conoscere, praticare.

1. KIEL, LE PRIME IMMAGINI IN REGATA DELL'ELLIOTT 6, MATCH RACE OLIMPICO FEMMINILE
Dallo speciale ISAF su YouTube, per la World Cup: da Kiel i primi bordi, partenze, giri di boa e manovre del nuovo monotipo olimpico scelto per la specialità del Match Race femminile che sarà olimpico a Londra (Weymouth) 2012.



2. IL SITO WEB DELL'ISAF: UN ESEMPIO DI SVILUPPO MULTIMEDIALE
Il sito internet della federvela mondiale (www.sailing.org) è un esempio da seguire: costantemente aggiornato molte volte al giorno, grafica e navigazione moderne e molto interattive, frequente creazione di nuovi capitoli e aree di interesse, sviluppo delle immagini.

Le ultime novità riguardano l'Environment Microsite (pagine nelle quali la redazione offre le notizie su iniziative che legano la vela all'ambiente o a misure dirette volte alla difesa dell'ambiente naturale), un tema direi "obbligato" per uno sport come la vela.



Da segnalare anche che l'ISAF è sceso in campo in due popolari social network: Twitter (creando un microsito dove gli appassionati di vela possono dire la loro e incontrarsi) e su YouTube, dove l'ISAF ha opportunamente aperto una sezione che raccoglie tutti i video sulle maggiori regate, in particolare sul circuito World Cup riservato alle classi olimpiche.





Il mondo si muove: non c'è solo la Coppa America, c'è da pensare alla promozione e allo sviluppo (globalizzati) della vela, in concorrenza con altre discipline e sport per i giovani, c'è da pensare ai nuovi media, a come offrire agli appassionati la copertura informativa, tecnica ed emozionale più completa, che tenga conto delle nuove tecnologie e delle tendenze per il futuro. Competenze e professionalità vanno esaltate e sviluppate con una formazione specifica rivolta ai giovani (proprio come avviene per gli atleti). Nel mondo ci pensano: ancor più bisogna farlo in Italia, dal momento che ci consideriamo (e siamo) uno dei paesi leader dello yachting nel mondo. Ammesso che vogliamo restarci.

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