giovedì 11 giugno 2009

5. La Vela Giovanile (zitti zitti, piano piano)



Il progetto Youth o Under-16 o come volete chiamarlo, è uno dei più grandi (possibili) cambiamenti in atto, eppure se ne è parlato solo attraverso questo minuscolo blog. Questo è, da solo, un allarmante indizio di come la Nuova FIV gestisce i cambiamenti, veri o presunti, reali o di facciata. C’è in ballo una fetta consistente del futuro di tutti noi, dello sport e della disciplina che amiamo e che per molti è anche una scelta professionale, eppure una riforma del genere viene pensata in qualche stanza, elaborata in vertici ristretti e offerta precotta in pasto al “volgo”. Abbiamo già detto molto (vedere post precedenti sul tema) su quanto si prevede: meno agonismo giovanile nella classe Optimist considerato esasperato, taglio delle risorse dalle attività agonistiche giovanili, rinnovamento dell’approccio didattico con la multilateralità e più classi (non solo Optimst), “disimpegno” tecnico FIV (e il grosso dell’impegno e della responsabilità che passa alle Zone con i Centri Federali) per l’attività Under 16, risorse economiche spostate dall’attività giovanile internazionale (che sparisce, almeno per quanto riguarda la FIV), all’attività giovanile nazionale (da definire)…

La task force che sta preparando le bozze finali del piano, scritto dalla consigliera Anna Bacchiega (la quale sarà anche team leader al Mondiale ISAF Youth 2009, a Buzios in Brasile dal 9 al 18 luglio) è in procinto di presentare il suo lavoro (ultimo incontro a Cesenatico). Il presidente lo definisce un piano per “aiutare i circoli con i ragazzini”, che sono troppo “assatanati” da giovanissimi. Viene da chiedersi, visto che ai Circoli è destinata questa nuova Normativa Under 16, perché non sia stata condotta una approfondita analisi e ascoltati i Circoli, anziché seguire astruse statistiche e “metodi” dei paesi lontani. Dopo tanti anni di lavoro sulla promozione e sui giovani, dai tempi dei Corsi Olimpia alla formazione degli Istruttori, fino ai tempi recenti che hanno creato in Italia uno dei settori più in salute al confronto con altri paesi nel mondo, il progetto U16 della Nuova FIV rischia di farci arretrare, anche perché Classi e Circoli, in larga misura, non hanno la forza per supportare i cambiamenti all’orizzonte. E senza dimenticare che, proprio in questi giorni, le scuole vela federali aprono la stagione mettendo in acqua migliaia di ragazzini: buon lavoro, buon vento e buon futuro a tutti, maestri e allievi.

ATTACCO ALL'OPTIMIST?
Anche se il progetto ha un respiro più ampio (e si spera che possa ulteriormente arricchirsi dal dibattito auspicato), è evidente che esso contiene una forte analisi critica nei confronti della “barca” (più che della classe) Optimist, che di conseguenza punta a ridimensionare fortemente. Non è questa l’occasione per fare difese di barche o classi, e del resto il piccolo-grande fenomeno Optimist si difende ottimamente da solo, nei numeri e nei fatti. Però solo un paio di piccole cose: l’85% dei velisti medagliati alle Olimpiadi Pechino (Qingdao) 2008 ha iniziato la vela sull’Optimist. E' un dato in aumento, considerando che ad Atene 2004 fu pari al 74%, e a Sydney al 50%, e questo vorrà dire qualcosa. Agli ultimi Giochi Olimpici di Pechino, e questo dato è a sua volta interessante, il 63% di tutti i partecipanti ha iniziato sull’Optimist. Infine, tra i velisti olimpici (famosi, medagliati o solo decoubertinianamente partecipi ai Giochi) è facile individuare quelli che hanno partecipato a campionati mondiali o continentali Optimist, e tra essi (udite-udite!) non mancano certo gli anglosassoni, tanto per dirne un paio da urlo, Ben Ainslie (GBR) e Iain Percy (GBR). Per non citare altre superstar come Robert Scheidt (BRA), Fredrik Loof (SWE), Zach Riley (USA), Guillame Florent (FRA) e persino Xu Lija (CHN) la cinese bronzo nel Laser Radial. In Italia sono un prodotto Optimist i Sibello, Gabrio Zandonà, Giulia Conti. Però come ho detto non è questa la sede per una difesa d’ufficio dell’Optimist. Chi vuole puo’ approfondire le statistiche delle ultime Olimpiadi a questi link: Sydney 2000, Atene 2004, Pechino 2008.



COSA CI DIMENTICHIAMO PER STRADA?
Ma c’è un altro segnale importante da non sottovalutare. La Grande Riforma della Vela Giovanile ha una sua chiara e ben delimitata “ragion d’essere”: il suo scopo dichiarato è quello di creare i presupposti per perdere meno giovani possibile nel passaggio di classe e di età, e di ampliare e qualificare la base dalla quale operare il reclutamento degli equipaggi per le future classi olimpiche. Il Piano Youth è solo un anello della filiera “olimpica”. Ora, poiché i giovani e i neofiti in genere sono anche persone appassionate che entrano in un mondo speciale, quello dello sport e della vela, della nautica, e solo una sparuta minoranza di essi potrà anche solo ambire di arrivare ai Giochi Olimpici, l’obiettivo del disegno mette a nudo quella che appare sempre più una “linea di indirizzo” politico-strategica della Nuova FIV, una “strada del presidente”: la FIV impegnata solo sullo sport, sull’agonismo, e meglio ancora se di vertice, come le Olimpiadi. Per tutto il resto, sorry ma non abbiamo nè tempo né risorse. Peccato che “tutto il resto” comprenda anche, e soprattutto:

a) PROMOZIONE della vela e della cultura del mare (o su quella vogliamo davvero lasciare l’esclusiva alla LNI-vedere i contorni del protocollo d’intesa a questo link) con il suo “motore” diretto: la COMUNICAZIONE, le iniziative verso i giovani e il mondo scolastico come VELASCUOLA;

b) SCUOLA VELA e dintorni (450 scuole dei Circoli, 30.000 allievi, 2000 tra Istruttori e addetti: la FIV è la più grande “industria” formativa e promozionale sulla vela in Italia, vogliamo fargli perdere questo status?);



c) FORMAZIONE DIDATTICA E TECNICA (gli stessi Istruttori dovranno diventare Allenatori e Tecnici delle Classi Olimpiche, o aspettiamo che lo diventino gli atleti?);

d) il coordinamento e il rapporto fiduciario e gerarchico dell’ATTIVITA’ DELLE CLASSI (e anche delle famiglie, che nella Vela Giovanile sono una componente importante: se la FIV si disimpegna, il rischio è che per tenere il passo Classi e famiglie si organizzino per fare da sole, magari finendo fra le braccia di altri Enti o Organizzazioni);

e) la fornitura di tutela e servizi a TUTTI I CIRCOLI AFFILIATI (il nuovo sistema favorirà il passaggio dei giovani dai circoli con meno possibilità a quelli più forti e ricchi, gli unici che potranno garantirgli allenatori, trasferte, pulmino…).

Speriamo di sbagliarci, speriamo di leggere un progetto che sia solo un brogliaccio e che venga sottoposto (tanto per fare un esempio) a quegli Allenatori e Tecnici federali che da oltre dieci anni seguono proprio la Vela Giovanile. Speriamo che siano fugati e dissolti i dubbi di scelte riduttive (solo sport agonistico e olimpico, niente promozione e diffusione della vela), selettive (a favore delle strutture più ricche) e centralistiche (con la riduzione delle Zone e l’accorpamento in 4-5 “macro-aree” che potrebbe avere una prima attuazione concreta proprio nell’individuazione dei Centri Federali). Speriamo…

Speriamo infine che sia chiaro che questi dubbi non si traducono in tradizionalismo, immobilismo, fedeltà pigra al passato: tutti vogliamo cambiare, crescere e progredire. Anche e soprattutto sulla Vela Giovanile. Per questa ragione c’è solo da augurarsi (o illudersi?) che si apra una effettiva discussione in tutta la FIV, PRIMA del varo della nuova normativa. Sui giovani (il futuro) non si può sbagliare.



(5/ segue – Prossimo capitolo: 6/L’Amministrazione, l’Organizzazione dell’attività agonistica (calendario), le Attività speciali (Altomare, Match Race), i Quadri Tecnici)

6 commenti:

  1. Ciao Fabio,

    Intervengo per la prima volta sul Tuo blog, che seguo invece con continuità. Lo faccio con lo spirito di chi, come Te, ha particolarmente a cuore l’attività giovanile Federale, comprese tutte le strutture ad essa collegate che faticosamente operano sul territorio.
    Personalmente ritengo estremamente fuorviante l’analisi che fai dell’attività giovanile federale del prossimo futuro. Il tuo articolo, pieno di politica e povero di indirizzo, confonde anzi addirittura spaventa tutta la grande famiglia della vela giovanile italiana.
    Di seguito le precisazioni necessarie per dare ai tuoi lettori il quadro reale di quello che la FIV stà facendo e proverà a fare per i giovani velisti ( precisazioni personali che condivido con Luca De Pedrini e delle quali ci assumiamo la responsabilità, visto che non abbiamo informato nessuno in FIV di questa ns. iniziativa):

    zitti, zitti ….ma quando mai??????

    Lo studio dello stato dell’arte e la conseguente costruzione di un nuovo Piano Formativo Giovanile è stata inserita ed ampiamente annunciata dal Piano Strategico Generale(approvato dal CF il 13\3) pag 4, pag 7. (Il tuo giudizio sul Piano Strategico Generale è severo, nulla di nuovo è stato il tuo “bollino”. Ti invito ad una rilettura più attenta!)
    Il Consiglio Federale, la Consulta delle Zone ( Ostia 13\3), i Presidenti di Zona (Bari), le Segreterie di Classe tutte (FIV Genova 16\5), compresi tutti i Tecnici Federali ( FIV Genova Consulta del 31\3) sono coinvolte a vario titolo nel redigendo piano. Ad ognuno degli organi/Tecnici è stato chiesto un parere e\o un’aspettativa,
    Sinteticamente tutti gli attori della vela giovanile in Italia sono informati compresi Circoli ed Istruttori ovviamente mediante le loro zone.
    Del tutto infondate le Tue informazioni di un progetto che cade dall’alto, come ti ho precedentemente segnalato chiunque dei protagonisti sopraccitati può e deve dire la sua. Il Consigliere Federale Anna Bacchiega non lavora certo da sola al progetto. Molti Consiglieri Federali seguono i lavori da vicino, tanti tecnici sono coinvolti, sia come ricercatori, sia come progettisti, uno su tutti Marcello Turchi che ha un profilo tale da poter essere ritenuto attendibile quando si parla di Under 16, sia per l’analisi critica del suo operato nel passato sia nell’evidenziare correttivi alle attività future.
    Certo che nessuno di noi possiede il “verbo” di come va formato, indirizzato e sostenuto il velista di domani, naturale quindi che il “Piano U16” proceda step by step. L’ ufficializzazione finale del progetto è prevista per la Coppa Prima Vela 2009, quindi tranquillo, il tempo per le riflessioni e osservazioni non manca!
    Tu presenti il piano giovanile come un vero attacco ai Circoli più deboli o alle zone meno organizzate, mentre è esattamente il contrario, si vuole fare emergere quel lavoro “nascosto” che da anni fanno i Circoli, mediante i loro istruttori, e che la FIV spesso non riconosce.
    Un esempio su tutti : come ben sai i giovani atleti U16 si selezionano per le manifestazioni internazionali, oltre che per il loro talento anche al grazie sostegno economico delle famiglie e dei Circoli ma sopratutto grazie all’incessante lavoro dei loro istruttori, ma quando mai nei Tuoi 15 anni di articoli sulla vela giovanile hai menzionato un istruttore della FVR,del CUPA, del Pietas, del SC Marsala (cito a memoria solo alcuni Circoli), o comunque di tutti quei Circoli che in tutti questi anni hanno fornito talenti alla vela italiana ??
    Mi ricordo invece che hai parlato sempre e solo di Tecnici Federali che con quei giovani effettuano tra il 10 e il 20% della attività di allenamento e sviluppo dell’equipaggio!
    Bene, il redigendo piano vuole rendere visibili nel mondo Under 16 i reali protagonisti.
    In estrema sintesi non si tratta di “disimpegnare” la FIV ma anzi mediante un coordinamento più efficace allargare il supporto formativo ad un numero sempre crescente di giovani e non limitarla a gruppi ristretti di 10/15 atleti (quelli abitualmente seguite dalla FIV, mediante le squadre giovanili).

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  2. Paolo Ghione parte 215 giugno 2009 alle ore 11:13

    Continua dal precedente post,vista la limitazione imposta a chi rispondea (vedi numero caratteri consentito)


    Attacco all’Optimist ?????
    Assolutamente NO!

    I dati che citi e la correlazione Optimist-Olimpiade sono noti anche ai neofiti. Superficiale è l’associazione che ne fai : Optimist =Olimpiade: fosse cosi semplice!!!
    I “numeri” che tratti sono tali in quanto l’Optimist è da molti quadrienni la “sola” barca giovanile formativa per eccellenza, qui non si discute di classi ma di metodo!!!
    Molti degli atleti che citi, tra cui spicca Ben Ainslie (GBR) sono sì partiti dall’ Optimist, ma l’approccio scelto dal suo Tecnico dell’epoca era finalizzato ad una attività di sviluppo pisco-fisico completo del giovane BEN, la classe, cioè l’Optimist era solo uno strumento!
    Ainslie non ha mai sostenuto, almeno fino ai 15 anni un piano di allenamento e gara per centrare un obiettivo da top 5 ( pubblica le classifiche di Ben Ainslie ai CM o CE Optimst), in quanto quella Federazione già 20 anni fa o più, definiva anomalo dal punto di vista sociale ed etico chiedere ad un bimbo di passare + di 200 giorni in acqua a fare esercizi di gara, che è il volume minimo su cui un allenatore si deve riferire per preparare un bimbo ai CM o CE!

    PS: Le Federazioni Veliche di riferimento sul piano formativo, si analizzano,studiano, approfondiscono non si COPIANO! La vela si evolve: analizzare, riflettere e progettare nuove strategie è necessario per restare al passo.

    Il discorso della vela U16 è ben più ampio del pur importante mondo Optimist. Le tematiche di abbandono precoce(drop out) sono oggetto di studio per i vari ricercatori che da molti anni in tutto mondo analizzano lo sport giovanile tutto.
    I dati che si stanno ricercando in FIV servono per intercettare l’abbandono, capirne le cause, adottare soluzioni.

    Ma cosa ci dimentichiamo per strada??

    A livello progettuale penso nulla, è chiaro a chi si sta occupando in FIV del settore U16 il modello teorico del giovane velista di domani a cui tendere e per questo ti riassumo brevemente il concetto formativo al quale il Piano U16 si ispira:

    “Allargare la base di conoscenze del giovane, sia esso praticante occasionale o atleta, arricchendola di quelle competenze, conoscenze e capacità che sono il fondamento dello sportivo del futuro. Perseguire un concetto formativo che ponga al centro l’atleta, come elemento in crescita continua ed evolutiva. Non inseguire la ricerca del talento precoce, ma appassionare e seguire i giovani, dando loro uno strumento formativo utile per la crescita complessiva. Trasmettere contenuti e non solo concetti, che l’atleta possa fare propri.”

    Per un giovane come quello teorico di cui sopra è necessaria una rivisitazione di tutti i punti che tu tocchi (a,b,c,d,e). Partendo proprio dalla Scuola di Vela e dagli Istruttori di domani.

    Il concetto di Multilateralità che Tu ai più volte ridicolizzato nei tuoi precedenti articoli, presentandolo come una sorta di giochi senza frontiere, o trattato come un concento astratto e circense, non è altro che un metodo formativo che consente di proporre al bambino in forma ludica attività veliche e motorie, nei giusti periodi di sviluppo fisiologico del soggetto.
    Concetto vecchio per tutto il mondo sportivo ma purtroppo innovativo per la FIV, che ancora oggi propone in normativa 2009 un’attività di gara per bambini nati nel 2000 che tramite il settore Pre Agonismo possono essere convocati ad una manifestazione internazionale!!

    Detto ciò ognuno è sempre libero di fare l’attività agonistica che ritiene più opportuna anche a 6 anni, come io sono libero di dirti che per la FIV del futuro sogno giovani sportivi giocosi e consapevoli, che abbandonino lo sport solo per scelta condivisa e non per frustrazione o stress.

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  3. Paolo Ghione parte 315 giugno 2009 alle ore 11:14

    Continua dal precedente post.


    Sogno insieme a molti colleghi di poter intercettare quei giovani, magari come Paul Goodison (oro Laser a Pechino 2008) che imparano ad andare in barca con il proprio padre a 15 anni, si innamorano del mare e non lo lasciano più, sogno di non vedere più bambini piangere disperati per una regata persa, o per un allenamento eseguito male o peggio di non frequentare più il mondo della vela già a 13\14 anni.
    Forse se il mio sogno diverrà realtà la FIV non sarà più costretta a “comprare” atleti all’estero, pagarli per allenamenti all’estero, e sentirsi in braghe di tela quando questi stessi atleti giocano al rialzo!

    Prima di salutarti ti rammento che il mio telefono è sempre acceso anche qui in Israele da dove ti scrivo frettolosamente!
    PS: Non ti nascondo che magari un intervista sul tema o sul PSG, anche se “acerba” mi avrebbe fatto molto piacere.

    Cordialmente
    Paolo Ghione

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  4. ..."il concetto di Multilateralità che Tu ai più volte ridicolizzato..."
    va bene la fretta, però, daiiiiiiiiiiii...mettiamola quest'h!!!

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  5. Caro Fabio, Caro Paolo.
    Bello immaginarvi insieme.
    Alle regate Laser non ho mai visto un CT ed un responsabile della comunicazione insieme. Mai in 30 anni, faccio finta che il CT di oggi ed il PR di ieri mi facciano compagnia. Naturalmente Fabio si, l'ho visto come regatante Master.
    Mi scuso in anticipo con l'anonimo spiritoso, farò certamente molti errori di stampa: sono certamente keyboard dislessico.
    Ma veniamo a Noi: io alla riunione del 16 Maggio c'ero. Credo di aver capito ciò che Paolo e Luca hanno cercato di spiegare. E' ampiamente condivisibile nella sua filosofia di base e nelle motivazioni che la sostengono. Le finalità sono sane, serene, sincere, come Paolo ha detto nelle righe precedenti: "non voglio più vedere un bambino piangere".
    Io i bambini piangere li ho visti in molte classi, già quando facevo l'istruttore ('74- '82) e poi da segretario nazionale di una Classe come il Laser. Non solo nell'optimist. La responsabilità è nella diffusa ignoranza dei concetti sportivi, nella mancanza di civismo degli adulti: siano essi genitori o formatori.
    L'ho sempre combattuta. Credo con efficacia.
    Tutti credo possiamo concordare che lo sport della vela non è per i piccoli. Ma che da piccoli si può già capire giocando e, senza rimanere infantili, crescere con una disciplina che certo non è solo divertente.
    Ed è qui che il progetto ha bisogno di consistenza, di dibattito e di concretezza.
    Comprendo la multilateralità nel periodo infantile, ma nel periodo adolescenziale bisogna parlare da "adulti", essere credibili e chiedere obiettivi raggiungibili che aiutino i processo formativo per atleti pronti ad affrontare gli aspetti del vero allenamento, del "dolore", della fatica. Da piccoli si imparano i valori che aiutano poi a lottare per i grandi veri obiettivi sportivi e della vita. Qui ti voglio.
    Qui attendo un progetto solido, qui il gruppo del CF presieduto da Bacchiega ci dovrà saper convincere.
    Un progetto formativo parte con una linea ben tracciata verso il futuro che, per dirla con le parole di Carlo, un bambino di 10 anni possa comprendere.
    Alcuni aspetti li abbiamo già condivisi con Paolo, spero che il progetto, prima di essere "lanciato" possa essere valutato per essere condiviso e sostenuto.
    Una raccomandazione che ricalco da una mia recente lettera.
    Lo sport velico nazionale non ha bisogno di soci, di tessere: ha bisogno di praticanti con la tessera. Di Atleti che abbiano capito di cosa si tratti quando si parla di Atleti e Sport. E noi, come organizzatori, come dirigenti sportivi dobbiamo esserne consci e promuovere una visione più atletica che dilettantistica.
    Più sapremo chiedere, più atleti avremo: più attrattivi saremo per chi ha lo spirito atletico. Questi sono molti, più di quanto crediamo, e magari non sanno di esserlo e vanno aiutati, ma la via maestra non può che essere quella del rigore e quindi della passione per i grandi obiettivi: non accontentiamoci del poco. Puntare al grande nobilita e da spazio alla forza che è in ciascuno di noi e dei ragazzi potenzialmente atleti di domani.

    Non è retorica è visione strategica.
    Un sincero abbraccio ed un augurio: a presto e ... buon vento
    Macrino Macrì
    Assolaser

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  6. Caro Macrino grazie del tuo commento appassionato. Questo, da solo, è un primo piccolo risultato di un blog che è - non dimentichiamolo - un media, uno strumento di "comunicazione" (appunto), di dialogo, di conoscenza: tutte cose che aiutano a crescere. In una Squadra ciascuno deve dare il proprio contributo facendo ciò che sa fare meglio: io cerco di comunicare e stimolare sempre maggiore comunicazione, interna ed esterna. Anche se non sono più "titolare" della Squadra, diciamo che mi sento almeno una riserva...
    Un abbraccio e a presto
    Fabio

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