martedì 16 giugno 2009
Torben Grael chiama Italia: ecco perchè fare un team per la prossima Volvo Ocean Race
Torben Grael, il velista brasiliano adottato dai tifosi italiani per la sua tattica su Luna Rossa, l'atleta che ha vinto più medaglie olimpiche nella storia velica di sempre (5), ha vinto anche il Giro del Mondo in equipaggio Volvo Ocean Race 2008-2009. La Grande Vela ha tre "vette" da scalare: Olimpiadi, America's Cup, Giro del Mondo. Nessun velista, da skipper, ha mai conquistato in carriera le tre cime, e poche volte è accaduto che qualcuno ne raggiungesse due su tre: da oggi Torben è in questa ristretta cerchia. E se nel suo futuro riuscisse a vincere l'America's Cup, diventerebbe il primo (e anche l'unico per chissà quanto tempo) a mettere la firma sul super-slam dello yachting. Un mito, un gigante.
A lui, incontrato a Stoccolma subito dopo l'arrivo della nona tappa della VOR, quella che ha dato al team di Ericsson 4 la matematica certezza di aver vinto il Giro, abbiamo rivolto una domanda facile facile: tu che l'hai appena vinta, e che sei vicino alla vela italiana, spiega un po' agli italiani (velisti, sponsor, navigatori, istituzioni) perchè è giusto progettare e lanciare un team per la prossima Volvo Ocean Race. Che non è lontana quattro anni: il regolamento è cambiato e il prossimo Giro sarà nel 2011-2012, tra due anni. Non c'è tempo da perdere. "Perchè è una regata magnifica e un'esperienza che ti cambia la vita". Parola di Torben.
DOPO IL FILMATO
(Intanto Stoccolma ha riempito il Race Village situato sotto la penisola storica di Gamla Stam, che ospita la casa del Nobel e il palazzo reale. Una cinquantina di teenagers si contendono la Ericsson JR Cup, un match race nelle acque cittadine con barche di 5.5 metri. Il grande marinaio svedese Magnus Olsson, skipper di Ericsson 3, al suo sesto giro del mondo ma primo da skipper, con la voce rauca come se gli uscisse dalle rughe, spiega che la caratteristica più importante del velista per questa impresa è la motivazione, la carica psicologica. E ancora Torben, off the records, racconta che ad ogni virata su un VOR 70 si devono spostare due tonnellate (avete capito bene) di vele e attrezzature, e nessuno si può permettere di essere stanco o dire di no, e che i suoi compagni sono uomini e marinai eccezionali, e che suo figlio Marco farà una campagna olimpica a prua del 49er di Fonseca, e sua figlia Martina farà il Mondiale 420 sul Garda e poi passerà sul 470, e che lui - Torben in persona - farà il Fastnet su Luna Rossa TP65, chiamato da Patrizio Bertelli, e per ora è tutto. Per la Coppa America si vedrà. Arriva la moglie Andrea e parte un abbraccio lungo e privato)
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