lunedì 19 ottobre 2009

Valeva la pena aspettare


(Nell'immagine sopra: una tabella del Progetto Under 16 della Nuova FIV)

Da oggi pomeriggio, lunedi 19 ottobre, anche se non avete il decoder, non siete presidenti di zona (buoni) o tra i pochi eletti che l'hanno già avuto per le mani tremanti nel segreto, nelle settimane precedenti, potete vedervi, leggervi e aspirare a pieni polmoni il "parto" più significativo della Nuova FIV: il Progetto Under 16.

Il link con la versione del progetto Under 16 approvato dal Consiglio.

Trentaquattro pagine da leggere tutte d'un fiato, per poi tornarci su, a più riprese. Per capire e adeguarsi. Per scoprire tanta acqua calda, molte contorsioni linguistiche e organizzative, tanta buona volontà, sincera convinzione di essere nel giusto e voglia di indicare la strada ai viandanti. Predicozza iniziale e tormentone sull'elasticità, che forse è proprio l'elemento che manca di più al progetto. Ma insomma, è la base della nuova Normativa federale sulla vela giovanile, quindi poche chiacchiere: leggere e imparare.

Quanto a noi, a bordo di questa minuscola navicella-blog, nei prossimi giorni prenderemo l'ex oggetto misterioso e lo guarderemo al microscopio, ne scopriremo la formula, risaliremo al dna, lo analizzeremo ai raggi X. E non da soli: con la famosa base del nostro movimento, ovvero coloro che da oggi dovranno conviverci e lavorarci.

Come scritto tra i commenti del post precedente, resta fortissima la mia delusione per la clamorosa sotto-comunicazione di questa grande riforma.

A proposito: sono passate già 72 ore dalla conclusione del Consiglio Federale, e non è uscito alcun comunicato sulla riunione, le decisioni, le delibere. Nè sappiamo i famosi nomi dei nuovi Tecnici Nazionali selezionati. Complimenti.

4 commenti:

  1. Aiuto Fabio !
    Mi fermo a pag. 1 dove trovo tanta retorica.
    E dove soprattutto vedo spiccare quello che tu denunci e cioè la mancanza di scambio con la base.
    Tutto bene per le prime dieci righe ma poi ?
    Passino anche fino alla quindicesima...
    Ma!
    Non sapevo che esistessero situazioni tipo:
    "....Persistono nello sport giovanile in generale e nella vela convinzioni che resistono all'evidenza e a tutte le conoscenze sullo sviluppo...."
    e addirittura : "........Per quanto riguarda più
    specificatamente lo sport della vela, possiamo affermare che non sempre i bambini vengono avvicinati correttamente a tale disciplina...."

    Quanto scritto lo trovo molto molto grave !!!!
    A responsabilità di chi ?? Chi ne è stato vittima ?? Non dico nulla adesso ma ci sarebbe da discutere su queste righe.

    Per poi chiudere la questione con tanta acqua calda come dici tu, e infatti sfido a trovare un istruttore che abbia portato i suoi ragazzi a fare regate senza prima avergli insegnato a ormeggiarsi ad un pontile o a rientrare dalla spiaggia ....!!!

    Mi fermo qui, vado a leggere la seconda pagina, ma se il buongiorno si vede dal mattino.....
    Spero tanto di sbagliarmi e che tu abbia ancora ragione quando dici che c'è anche tanta buona volontà !!!

    Credo e spero che tutti quanti in fondo vogliano il bene dei nostri ragazzi e che diventino bravi velisti.

    Notte
    Daniele

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  2. Mi fermo solo alla “Premessa alle Linee Guida per la Formazione dei Giovani Under 16” e vi propongo qualche breve riflessione, su alcune frasi in essa contenuta e quindi sui criteri base che la ispirano.

    Prima frase: “Oggi in molte discipline sportive non si rispettano i tempi d’apprendimento del bambino penalizzandone il talento” –

    Trovo che si tratti di un’asserzione piuttosto impegnativa, che chiama in gioco non solo la vela, ma altri sport. Che suppongo abbiano schiere di tecnici, psicologi e professionisti in grado di lavorare efficacemente, oggi come ieri, sul talento dei loro allievi.

    Seconda frase: “Per quanto riguarda più specificatamente lo sport della vela, possiamo affermare che non sempre i bambini vengono avvicinati correttamente a tale disciplina”.-

    Mi chedo, e chiedo agli autori di questa premessa: su quale metodologia e su quali dati concreti si fonda questa affermazione, su questionari e/o interviste fornite a campione, ai direttori sportivi e allenatori/istruttori di vela su base nazionale? Altro? E quindi: quali sono i termini e la portata reale dell’avvicinamento definito tout-court “non sempre corretto”?

    Terza frase: “Risultato: parte dei principianti lascia, perché si sente inadeguata e considera la vela troppo difficile” -

    L’affermazione è adeguatamente supportata da una precisa indagine sulle scuole di vela e attività successive (pre-agonistica) a livello nazionale? Sicuramente gli autori saranno in grado di dimostrare quanto affermano con dati concreti. Inoltre, introdurre un bambino alla regata non è necessariamente di per sé un male, il problema semmai è come lo si fa. Molte discipline sportive prevedono competizioni sin da tenera età rugby, tennis… per non parlare della scherma dove la competizione, lo scontro diretta uno a uno è d’uso quotidiano.

    Quarta frase: “Il metodo di lavoro della FIV sugli under 16, che ha concentrato gran parte delle energie sulla specializzazione precoce, non ha soddisfatto in pieno l’esigenze di formazione dei giovani nel nostro sport.” -

    Anche questa è una affermazione “di principio”, se non supportata da adeguati e certi dati: questionari, indagini ad hoc…

    Insomma, questa “Premessa” si basa su asserzioni importanti, che sono le fondamenta del progetto stesso. Per questo tali asserzioni dovrebbero fondarsi su dati concreti, frutto di osservazioni e indagini ben precise, e non su osservazioni generiche. O almeno: queste basi solide sono di norma considerate pregiudiziali indiscusse in ogni lavoro o progetto di alta rilevanza culturale-sportiva, e quindi tanto più devono esserlo in un progetto che cambierà le sorti di tanta gente (istruttori, società affiliate, genitori, allievi…). Penso che gli autori saranno in grado di fornire ad istruttori, allenatori e quanti lavorano da anni e professionalmente sull’insegnamento della vela – i quali a loro volta sono tenuti a richiederlo - tutto il materiale a corredo e sostegno delle affermazioni di questa Premessa, e a cascata del progetto dettagliato che segue. In caso contrario, va a finire che più che una proposta di lavoro, che chiede e ritiene essenziale alla propria ultima definizione l’ascolto della base, il progetto divenga un insieme dogmatico, assertivo di verità insindacabili e giuste “a prescindere”. Una specie di “Bibbia” dell’insegnamento della vela, insomma, e allora ci chiederemmo su quale montagna o meglio quale mare è stata loro consegnata la “Bibbia Under 16” come moti anni fà accadde a Mosè...

    Ciao e grazie
    Angela

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  3. E' come se la federazione pallacanestro scrivesse che le partite fanno male e che i ragazzi che si affacciano al basket, a cui è iscritto mio figlio, invece che girare per tornei facessero un pò di pallavolo, pallone, pallamano .....così tanto per non stressarsi e poi abbandonare ........
    Raggiungiamo il ridicolo più che mai e l'ho fatto leggere al basket con
    risate da parte degli allenatori e di enorme tristezza da parte mia, perchè
    per me la vela è invece importantissima e così per i miei figli.

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  4. Cari Daniele, Angela e Anonimo, sinceramente non trovo niente di scandaloso nelle affermazioni che citate. Anzi, le trovo del tutto condivisibili. E lo dico sulla scorta di 20 anni nel mondo della vela, prima da atleta e poi da istruttore ed allenatore semi-professionista. Non ho dati e statistiche precisi, ma la mia esperienza personale mi ha portato grosso modo alle stesse conclusioni.
    Il problema piuttosto è la vaghezza e la generalizzazione di tali affermazioni: non si tratta di verità valide per tutti, ma lo sono probabilmente per un gran numero di giovani velisti. Poi sul fatto che il piano non riesca ancora a proporre delle alternative valide, a suggerire delle strategie didattiche nuove, posso anche essere d'accordo; ma mi pare che i presupposti dai quali si è partiti siano validi.

    Ciao a tutti,

    Matteo.

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