lunedì 14 dicembre 2009

A volte ritornano


Vela giovanile, piano under 16, classi diverse, vivaio per il futuro delle classi olimpiche, metodi di lavoro per le scuole di vela, movimento da far crescere. Pensate che siano argomenti nati ieri? O magari nel 2009, con la Nuova FIV? Siete fuori strada. E ve lo dimostro proponendovi il testo che segue, opportunamente depurato di certe parti per non farne identificare la data. Secondo voi è l’inizio di quest’anno? O forse siamo negli anni ‘80? O ancora prima, negli anni ‘70? Scopritelo anche voi. Alla fine c’è la soluzione. Per capire che la vela è fatta di corsi e ricorsi storici, che i valori del nostro sport e la voglia di migliorare sempre e guardare al futuro non sono riservati a qualcuno, ma sono parte del dna della Federvela.

“Il problema dei giovani era un argomento che la stampa, quotidiani sportivi e riviste specializzate, dibatteva pubblicando articoli di collaboratori e lettori. (...) La vela è più che uno sport, è qualcosa di più complesso, è uno sviluppo di concatenazione di tutte le forze fisiche, intellettuali e morali perché il pensiero ed il ragionamento hanno altrettanta importanza che ha la forza muscolare; la prontezza nelle decisioni, la rapidità di giudizio sono elementi indispensabili in moltissime circostanze (...).
La soluzione del problema dei giovani era nei programmi, anche se con iniziative isolate, di diversi circoli. (...) Alcuni Circoli molto lodevolmente hanno risposto con entusiasmo ai nostri incoraggiamenti e si sono dati da fare per chiamare a raccolta nuovi elementi e nuove forze. Non possiamo dire che sia stato fatto molto: ma una piccola spinta c'è stata, la macchina si è mossa, e noi speriamo che questo settore vada sempre più incrementandosi. (...) Di anno in anno il numero dei circoli che si occupavano del "vitale problema" dei giovani aumentava e veniva risolto con iniziative, con aiuti e sotto le forme più svariate. (...) Mancava un programma organico, una pianificazione nazionale che proponesse delle soluzioni a questo problema, affinché lo sport velico per i giovani non fosse una meta irraggiungibile. Per questo (...) ha sentito la necessità di studiare un coordinamento centrale onde poter orientare in fattiva concordia tutte le innumerevoli iniziative: ed è per questo che uno dei Membri del Consiglio (...) è stato incaricato di compiere un'accurata indagine presso i centri velici ove maggiore ferve l'attività giovanile, onde poter sottoporre al Consiglio (...) un piano armonico che la Federazione dovrà affrontare per aiutare queste iniziative e per essere presente con una assistenza e dei contributi tali da spingere anche quei Circoli tuttora assenti a prendere parte a questa opera che riteniamo indispensabile".
(...) Dopo aver fatto uno studio accurato chiedeva di essere affiancato da alcuni collaboratori, che (...) sceglieva fra coloro che da tempo si erano dedicati a questo problema, nasceva di fatto la Commissione Allievi. (...) Iniziava la programmazione suddivisa in due tempi: un piano, modesto, di immediata realizzazione e di limitata ambizione per (...) il poco tempo disponibile e un piano a lunga scadenza che veniva studiato e messo in atto (...), dando così il via ai (...).
"Sono lieto" - scrive (...) - "di dare oggi l'avvio, particolarmente laborioso in questa dura vigilia (...), al nostro piano studiato a favore dei giovani e dei Circoli affiliati che hanno maggiormente sentito l'importanza di questo fondamentale problema". I corsi per i giovani dovevano essere liberi per numero ed età dei partecipanti; tipo o tipi e numero di imbarcazioni adibite; metodi d'istruzione teorico-pratica e ordine delle istruzioni; durata. Entro il 31 luglio (...) avrebbe dovuto ricevere un rapporto esauriente sullo svolgimento del corso e l'elenco degli allievi nati dopo il 31 dicembre (...) giudicati idonei a sostenere, nelle sedi che saranno indicate (...), un esame di abilitazione secondo il seguente programma: nomenclatura delle imbarcazioni adottate nel corso; nodi principali e norme di manutenzione delle imbarcazioni; nozioni elementari sui venti e sulle andature; regole elementari di rotta e di regata; pratica di armamento, attrezzatura e manovra. Gli allievi ritenuti idonei ricevevano un brevetto (...) e uno speciale distintivo.
(...) Nonostante le previste difficoltà, alla luce dei risultati ottenuti si può concludere che l'iniziativa ha dato un confortante responso. (...) Tali risultati, con le innovazioni, le modifiche e gli emendamenti suggeriti dalle prime esperienze, saranno di valido contributo in avvenire all'organizzazione ed al coordinamento dell'attività giovanile, potenziata per quanto possibile e inquadrata armonicamente in un programma poliennale. [...]
(...) Barche. Tutti i Circoli, in maggiore o minore misura, lamentano la carenza di barche: in linea generale riteniamo utile - almeno in questo periodo iniziale del nostro lavoro - non aver imposto e non imporre un determinato tipo di barca.
(...) Conclusione. Possiamo senza incertezze affermare che l'attuazione (...) non è stata fine a sè stessa: i Circoli erano e sono, come lo era ed è il Consiglio (...), persuasi della indifferibile necessità di una "scuola di vela" i cui risultati, nel campo agonistico, potranno dare notevoli frutti in tempo non eccessivamente lungo. (...) Un vasto ed impegnativo compito si apre oggi davanti (...), un compito che potrà veramente rinnovare i quadri del nostro sport e portare nuove forze e nuovi rincalzi nelle varie classi di barche, olimpiche e non olimpiche. (...) Tale compito, è ovvio, richiederà un copioso dispendio di attività, da parte nostra e da parte dei Circoli, e si basa soprattutto sulla possibilità di poter contare sull'aiuto costante e generoso del C.O.N.I. Il problema dei giovani è, soprattutto, un problema di mezzi, e solamente il C.O.N.I. è in grado di risolverlo."


Piaciuto? So che probabilmente qualcuno ha già indovinato. Ma molti, la maggior parte di voi, sarà sorpreso di sapere che questo testo – che senza dubbio contiene alcune delle parole d’ordine del “fantascientifico” piano under 16 della Nuova FIV 2009-2012, ha la bellezza di 50 (cinquanta) anni! Si riferisce infatti alla nascita dei famosi Corsi Olimpia. Ma i corsi e ricorsi non finiscono qui: sapete come si chiamava il presidente che si diceva “lieto” dell’avvio laborioso del piano “a favore dei giovani”? Un certo Croce. Beppe Croce.


E cliccando qui trovate il link dove potrete leggere la versione integrale del testo, tratto dal Volume “70 Anni della Federazione Italiana Vela” di Franco Belloni – Capitolo XXXIV).

2 commenti:

  1. Ricevo questo chiarimento dall'ex presidente federale Sergio Gaibisso che ringraziamo e volentieri pubblichiamo:

    Caro Fabio
    Senza nulla “togliere” all’amico Beppe Croce, e per evitare “malintesi e per dare un “giusto senso” al blog A VOLTE RITORNANO, i Corsi Olimpia USVI sono stati anche e soprattutto “opera” di Franco Boido, che è stato pure il primo a portare in Italia i Flying Junior.
    Ciao
    Sergio Gaibisso

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  2. Grazie presidente
    L'opera e il ruolo di Franco Boido sono ampiamente riconosciute e spiegate nel testo integrale che ho linkato al mio post, il quale era volutamente "criptato" e senza nomi.

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