giovedì 11 febbraio 2010

La Maddalena, la Louis Vuitton, il Centro Federale: istruzioni per l'uso


E' prevedibilmente esploso il Maddalena-Gate. C'era da aspettarselo: è un anno elettorale, ci sono in ballo molti soldi e molti interessi, c'è il panzer della Protezione Civile diventata in anni recenti un asso pigliatutto, c'è una comunità locale che reclama occupazione, c'è la presidente di Confindustria con una concessione demaniale, c'è un uomo di fiducia di Berlusconi in prima fila. Gli ingredienti ci sono tutti per imbastire una bella gazzarra all'italiana: di quelle che alla fine perdono tutti e non si viene a capo di nulla.

Ora si da il caso che La Maddalena, con i rivoluzionari lavori effettuati per il G8 poi dirottato su L'Aquila, sia potenzialmente al centro di un volano di grandi proporzioni che riguarda la nautica da diporto e la Vela in particolare. Ci sono un porto da 800 posti-barca con tutto quel che ne consegue, un polo nautico, un'organizzazione già avviatissima (date in calendario, a maggio, e concorrenti iscritti) per la tappa italiana del circuito Louis Vuitton Trophy 2010, un Centro Tecnico Federale approvato dal Consiglio FIV secondo le relazioni del manager incaricato Aldo Tomasina e in via di definizione con una lettera di intenti. E a seguire: uno yacht club, lo sviluppo, il futuro...

Può succedere che l'affaire giudiziario si impantani e si dilati nel tempo, indefinitamente, che nel frattempo gli scandali travolgano tutto, i lavori, gli appalti e persino le concessioni siano sotto blocco, che la stessa Louis Vuitton sia costretta a guardare altrove per la tappa italiana (o a cambiare paese), che l'isola resti un cantiere di opere mai terminate e presto si trasformi in un cimitero di speranze, fino a che spenti i riflettori non arrivi qualche predatore a portarsi via tutto in saldo... Può succedere.

Ma può, deve succedere anche qualcosa di diverso. Che - come peraltro già in parte accennato - Bertolaso faccia i passi indietro e fornisca i chiarimenti necessari, la giustizia faccia velocemente il suo corso in questa fase preliminare e accerti se e cosa è stato sbagliato o illegale a La Maddalena, e da parte di chi. Le Istituzioni locali intervengano per assicurare che gli sviluppi vadano a vantaggio delle vocazioni territoriali (turismo e nautica sopra di tutto). La Protezione Civile torni a essere una efficace macchina dedicata alle emergenze. Si chiarisca alla luce del sole - oltre alle questioni passate relative alla regolarità degli appalti e dei costi delle opere - l'attuale assetto dell'area: chi sono i veri proprietari, gestori, concessionari, e con quali autonomie. In una parola, trasparenza.

Se ci riusciranno, e in breve, sarà scongiurato il default della Maddalena. Avremo gli onesti in campo e i truffaldini altrove, avremo marina e polo nautico, avremo le grandi regate (alle quali sta lavorando con una passione straordinaria uno degli armatori di punta della nostra Vela). E magari, un giorno, avremo anche il Centro Tecnico Federale.

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