lunedì 8 marzo 2010

Auckland, Italia



Ritorno (con nostalgia) all’Hauraki Gulf. Auckland, Nuova Zelanda, la città della vela che fu teatro dell’ultima epica sfida vincente della vela italiana in Coppa America, quando nel 2000 Luna Rossa conquistò la Louis Vuitton Cup contro AmericaOne di Paul Cayard e divenne sfidante ufficiale degli (allora) imbattibili kiwi di Team New Zealand. Il resto è storia quasi antica: il 5-0 con la testa sanguinante del prodiere di Luna Rossa Max Sirena, la Coppa successiva con lo squadrone di Russell Coutts “assoldato” da Ernesto Bertarelli e il trionfo della meteora Alinghi, Poi Valencia 2007 e ancora, dopo tre anni di tribunali, Valencia 2010, la supersfida tra i supermultiscafi. Se avete le vertigini, basta respirare forte e magari sorseggiare una birra lungo il Viaduct Basin, nel cuore velico di Auckland, laggiù nell’isola dimenticata in mezzo all’oceano, che da oggi torna protagonista della grande vela.

Torna la Louis Vuitton (stavolta si chiama Trophy e non Cup, ed è una sottogliezza per palati fini), torna ad Auckland perché c’è da rendere omaggio alla storia di una nazione di velisti (che vincono alle Olimpiadi, al giro del mondo e all’America’s Cup), e perché quel marchio di lusso non ha mai rinunciato a essere, più che uno sponsor, un incubatore di passioni, di personaggi, di luoghi, tutti uniti da un filo conduttore: il fascino della sfida all’America’s Cup.

Si dice Louis Vuitton ma si pensa alla Coppa America. Soprattutto questa tappa di Auckland (città che ha vissuto di persona ben due edizioni del trofeo) si vive tutta in chiave futura, con l’occhio alla XXXIV Coppa America, quella targata BMW Oracle-Mascalzone Latino Audi. Se infatti il circuito Louis Vuitton era nato anche per risposta alla crisi della Coppa fermata nei tribunali dalla lite Bertarelli-Ellison, questa volta con l’Auld Mug tornata negli States è inevitabile prefigurare gli scenari futuri. Le barche con cui si gareggia sono “vecchi” AC versione 5 stretti e pesanti, e già tutti immaginano la prossima classe AC, probabilmente un monoscafo più leggero e veloce. L’ipotesi-multiscafo non scalda molti. Tra i partecipanti (oltre al challenger of record) molti non fanno mistero di puntare a una sfida. Dagli inglesi di Teamorigin (sarebbero stati loro i primi sfidanti in caso di vittoria di Alinghi), ai padroni di casa kiwi, agli svedesi di Artemis, ai francesi di Bertrand Pacè. E naturalmente Azzurra, alla ricerca di sponsor per progettare il ritorno in grande stile.

E’ questo che si respira alla tappa di Auckland 2010 del circuito Louis Vuitton? Allora ecco spiegata la significativa presenza italiana. Per quantità (unica nazione con due team, come a Valencia 2007 eravamo gli unici con tre sfide) e per qualità. Il tricolore sventola sulla poppa di due team che hanno valide ragioni di copertina. Eccoli: Azzurra, espressione dello Yacht Club Costa Smeralda, guida sportiva affidata a un armatore competente e sensibile come Giovanni Maspero, timoniere Francesco Bruni, tre Olimpiadi e talento in piena maturazione, affiancato dall’esperienza mai fuoriposto di Tommaso Chieffi, squadra italianissima. E Mascalzone Latino Audi, brand velico di Vincenzo Onorato, armatore due volte (come velista e come imprenditore), cuore napoletano e testa anglosassone, guidone del Club Nautico Roma, con un pozzetto da leccarsi i baffi: Gavin Brady (NZL) al timone, Morgan Larson (USA) tattico e Flavio Favini (da Luino) navigatore. Potrebbe bastare a giustificare l’orgoglio velico nazionale, ma c’è molto di più.

Il team Azzurra arriva infatti a Auckland come squadra da battere, avendo vinto a Nizza la prima tappa del circuito (si corre con barche uguali, fornite dagli organizzatori, della vecchia Classe America’s Cup versione 2007), dove battè in finale proprio Emirates Team New Zealand. Quanto a Mascalzone Latino Audi, nelle ultime settimane è sulla bocca di tutti, essendo diventato il nuovo Challenger of Record, primo sfidante di Golden Gate YC San Francisco (BMW Oracle). Significa che Onorato in persona scriverà insieme a Russell Coutts (sono molto amici, da anni) le regole della 34ma Coppa, attesa per il 2013 negli USA. La vela italiana detta insomma i tempi, in acqua e fuori. Fossimo inglesi, grideremmo “Britannia Rules The Waves”. Ma siamo italiani. E allora ecco strisciare le prime gelosie, l’aria da derby (quello tra i team di Azzurra e Mascalzone Latino Audi è in programma nella notte di mercoledi), i problemi da risolvere. Come quello, spinoso, dell’organizzazione della tappa italiana del Louis Vuitton Trophy, già in calendario a metà maggio di quest’anno, ma in un posto chiacchieratissimo come La Maddalena…

Gli altri team in gara: Emirates Team New Zealand (NZL), skipper Dean Barker; Aleph Sailing Team (FRA), Bertrand Pacé; All4One (FRA/GER), Jochen Schümann; Artemis (SWE), Paul Cayard; Synergy Russian Sailing Team (RUS), Karol Jablonski; e Teamorigin (GBR), Ben Ainslie. Nel primo turno Mascalzone Latino Audi ha di fronte i franco-tedeschi di All4One, mentre Azzurra sfida subito il grande Ben Ainslie (4 medaglie olimpiche) e il forte team inglese.

Vela e web matrimonio perfetto: dopo il successo delle dirette della 33ma Coppa America, le regate di Auckland saranno in live streaming su Internet, sul sito ufficiale www.louisvuittontrophy.com (anche con commento in Italiano).

Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi