martedì 10 novembre 2009

Ritorno a Valencia?


(La Coppa America fotografata al Museo delle Scienze di Valencia - americascup.com)

Alla fine di tutto, dopo i settecento giorni che hanno messo nel frullatore l'evento sportivo più antico della storia e il più ambito dello yachting, l'America's Cup potrebbe davvero tornare a Valencia.

E' lo stesso legale di SNG (Societé Nautique de Geneve) e Alinghi a proporre Valencia a febbraio 2010, in una lettera inviata oggi alla Giudice Shirley W. Kornereich della Corte Suprema di New York. Lei aveva insistito perchè i contendenti si parlassero nel week-end, ma ancora una volta la riunione era stata senza esito. Così adesso Alinghi spinge ancora sull'acceleratore. Un'altro tiro in porta, dopo il catamarano, l'elicottero, Genova, Ras Al Khaimah, l'Australia. Non si può dire che Ernesto Bertarelli abbia giocato di rimessa, all'italiana. Dall'altra parte, da Golden Gate Yacht Club-BMW Oracle, Larry Ellison, Russell Coutts e soprattutto Tom Ehman, hanno alternato: bordate legali tremende (con un trend invidiabile di vittorie nelle decisioni della Corte), il trimarano, la richiesta insistita di Valencia (l'ultimo a pronunciare il nome della città spagnola era stato Russell Coutts, pochi giorni fa), la vela rigida wingsail, altre bordate legali.

Oggi Alinghi accetta Valencia, "propone" Valencia: vista la storia potrebbe sembrare una resa alle condizioni dell'avversario. E invece ha le sembianze dell'ennesimo contropiede. La proposta-accettazione infatti vuole in cambio il ritiro di tutte le cause legali da parte di BMW Oracle. Non a caso Brad Butterworth ha dichiarato oggi che BMW Oracle negli ultimi giorni ha l'obiettivo "di ritardare lo svolgimento della regata perchè non sono pronti. Originariamente sono stati loro a insistere per Febbraio 2010, quando questo era ancora un vantaggio a loro favore. Ora devono accettare quella che è stata la loro stessa prima scelta." Alle 18,30 di oggi, due ore dopo la lettera di Alinghi, da San Francisco è silenzio.

Le cause legali pendenti non sono di poco conto, riguardano aspetti centrali della gestione tecnica e dell'organizzazione (primo tra tutti la scelta della Giuria Internazionale) della 33ma Coppa America. Regole che Alinghi ritiene talmente importanti da volerle difendere al punto di accettare di regatare con i fragili mega-multiscafi al freddo di febbraio a Valencia. Dall'altro versante, le stesse questioni sono ritenute egualmente così importanti da tenere in piedi le cause davanti alla Corte con il potenziale effetto di ritardare ulteriormente il momento delle regate. Sta qui, oggi, il confronto. Mentre shore e sailing team sontuosi si lucidano due mostri velici che spaventano anche loro.

Se nel diabolico timing delle "litigation" entrambe le parti hanno posto sempre grande attenzione allo status dei rispettivi team velici, chi si sente forte avanza proposte e chi si sente debole la butta sul legale. Le parti si sono scambiate più volte in questi due anni. Ma ora siamo al finale, e si guarda alle previsioni meteo. Oggi il barometro pende verso Alinghi e il catamarano: il defender ha preso il centro del ring e concedendo Valencia ha tolto fiato a BMW Oracle e al trimarano. Almeno per qualche ora. Presto arriverà il comunicato americano (in serata Tom Ehman si è detto felice per la scelta di Alinghi, ricordando però che è ancora pendente il ricorso svizzero contro la sentenza della Corte che ha dichiarato illegittima Ras Al Khaimah). Intanto, da San Diego arriva questa foto, che mostra l'installazione su USA90 del nuovo albero con la wingsail integrata. L'avevamo detto: ci sarà da divertirsi...

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