martedì 16 febbraio 2010

La sfida romana


Alle 16,20 circa nella base di BMW Oracle parla lo skipper e CEO Sir Russell Coutts, Mr Coppa America. La sua parabola negli ultimi 15 anni è impressionante, come un legame strettissimo con l'America's Cup: è stato il primo neozelandese a toglierla agli americani nel 1995, quindi il primo in assoluto a difenderla con successo (gli australiani infatti persero la difesa nel 1987) nel 2000 contro Luna Rossa, poi ancora il primo a vincerla per un team europeo, lo svizzero Alinghi nel 2003, e adesso - dopo una sosta nel 2007 per il divorzio da Bertarelli - l'ha riportata nuovamente negli USA. Mica male no?

Alle 16,20 circa Sir Russell annuncia: "Abbiamo ricevuto e accettato la sfida del Club Nautico Roma, per il team Mascalzone Latino Audi del nostro amico Vincenzo Onorato".

IL MOMENTO DELLA FIRMA: VINCENZO ONORATO CON LA PENNA IN MANO

(Al suo fianco l'Avv. Alessandra Pandarese, a sinistra con gli occhiali il Commodoro del GGYC Marcus Young)

A neanche 24 ore dalla conclusione della Coppa America numero 33, siamo già dentro alla numero 34. E' presto per dire se si disputerà a San Francisco (60%), Newport (35%) o Valencia (5%), con monoscafi (90%) o multiscafi (10%), e così via. Di sicuro però parte con la storica notizia che la vela italiana torna in Coppa da protagonista assoluta, esprimendo il Challenger of Record. Con Mascalzone Latino è la terza volta che uno yacht club italiano si presenta nel ruolo di Challenger of Record, e quindi rappresentante di tutti gli sfidanti: prima era successo nel lontano 1983 con Azzurra (Yacht Club Costa Smeralda), e poi con Luna Rossa nel 2003 (Yacht Club Punta Ala).

(Nella foto: Vincenzo Onorato con il presidente del Club Nautico Roma Claudio Gorelli e il sindaco di Roma Gianni Alemanno)

Cosa comporta questo ruolo? Il Challenger of Record è di fatto lo “sfidante di fiducia” del detentore della Coppa, con il quale provvede a scrivere il Protocollo, il documento che – in base al mutuo consenso di tutti i sottoscrittori – consente di derogare alle regole del Deed of Gift. L’atto di donazione del 1887 scritto da George Schuyler quando consegnò la Coppa delle cento Ghinee al New York Yacht Club, e tornato di schiacciante attualità a seguito delle cause di BMW Oracle alla Corte Suprema, prevede il match di coppa tra due soli Yacht Club. Solo l’accordo tra sfidanti e defender può derogare a tali regole. Questo è il segno più tangibile della nuova stagione che si apre per la Coppa: dopo questa 33ma edizione contraddistinta dal “mutuo dissenso” tra Ernesto Bertarelli e Larry Ellison, si torna a una versione “multichallenger” sulla falsariga di quelle moderne dal 1983 in poi (salvo le eccezioni del 1988 e di questo 2010). Insomma l’America’s Cup vuole chiudere la parentesi – tra avvocati e multiscafi – e tornare se stessa.

Tra San Francisco e Roma e quindi tra Ellison e Onorato, il consenso c’è già, ampio e incondizionato, e ne nascerà presto il nuovo Protocollo. Molti team attendono il documento per presentare le sfide, a cominciare da Team New Zealand, dagli inglesi di Team Origin, dagli altri italiani di Green Comm Challenge (gli ex +39 dal CV Gargnano) e di Azzurra (un po' in turbolenza in questo periodo per le voci di un "addio" da parte del patron sportivo Giovanni Maspero). Poco trapela sui dettagli più importanti, destinati a tenere banco nelle prossime settimane. Dove si svolgerà la 34ma Coppa America? Ellison ha detto di essere in trattativa con la città di San Francisco, ma ha anche ammesso di considerare Newport (sede estiva del New York YC, sede della Coppa per 139 anni, luogo gradito a Vincenzo Onorato che ci conquistò il suo primo titolo mondiale). Ci saranno sicuramente gli Acts, e l’Italia ospiterà più di un evento. Questo circuito tornerà a essere patrocinato da Louis Vuitton. E le barche della prossima Coppa America? Difficile l’ipotesi che si resti ai multiscafi (ancora oscuri alla maggioranza dei velisti professionisti), quindi nascerà una nuova e più moderna classe di monoscafi. La nuova America’s Cup è iniziata, e nel suo futuro una cosa è sicura: ci sarà tanta Italia.

Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi