venerdì 16 aprile 2010

La Volvo 2011-2012, gli altri e Italia70


Si prepara una Volvo Ocean Race di emozioni e novità. Il giro del mondo a vela a tappe in equipaggio vuole confermarsi l’evento più importante della vela dopo la Coppa America, si prepara a coinvolgere tutti i continenti, nuovi paesi, vecchi e nuovi team, grandi personaggi e campioni dello yachting oceanico, il tutto orchestrato da un management internazionale con base spagnola, molto attento alla comunicazione e al marketing. Insomma un esempio concreto di come la grande vela sia entrata nel terzo millennio dello sport dalla porta principale. Knut Frostad ha orchestrato alla meglio persino il lento “unveiling” delle tappe e del percorso, ormai svelato dalla partenza di Alicante (ESP) all’arrivo di Galway (IRL), confermando gli stopover di classe (Cape Town, Auckland, il Brasile, gli USA), inserendo novità storiche (Abu Dhabi, Lisbona, Lorient), confermando la Cina (dopo l’esordio con Qingdao all’ultima edizione, e a seguito dell’acquisto della Volvo da parte di capitali cinesi...) ma spostandosi a sud, nella turistica Sanya (tra Hong Kong e il Vietnam), così da evitare ai concorrenti lo stretto di Malacca e il mare terribile tra le Filippine e Taiwan. Si prepara un bel giro del mondo. A oltre un anno dal via, sono già 5 i team “ufficializzati” e in preparazione, e di questi come si sa uno è italiano. Vediamoli.


Groupama – La Francia torna alla VOR con lo skipper Franck Cammas, forse il più completo ed eclettico degli eredi dei grandi del passato a cominciare da Eric Tabarly, non a caso ultimo skipper transalpino al giro nel 1993-94. Il record sul Trofeo Jules Verne era ancora fresco, quando il team Groupama si è messo al lavoro per la Volvo Ocean Race. Praticamente una superpotenza della vela oceanica: velisti espertissimi, mezzi ingenti dall’unico sponsor (entusiasta), idee chiare. Groupama si allena, la barca con la sua livrea verde (coraggiosi e non certo scaramantici i cugini...) veleggia spavalda. Sono già un riferimento per tutti.

Abu Dhabi Team – Annunciata in occasione della presentazione della tappa nel Golfo Persico, la barca degli Emirati in realtà resta un oggetto misterioso. Se i mezzi non mancano agli sceicchi, l’esperienza e i velisti certo difettano da queste parti, e a parte qualche nome locale il team dovrà basarsi su professionisti di altre nazioni. Non manca chi crede a un gemellaggio con Alinghi, visto l’interesse manifestato da Ernesto Bertarelli per la VOR.

Puma-Berg – Ken Read torna alla Volvo col “mostro” Puma dopo l’esperienza felice, anche se con risultati non brillantissimi dell’ultima edizione. La bandiera USA, l’esperienza dell’equipaggio, la conferma della multinazionale Puma e del co-sponsor Berg Propulsion, leader nella produzione di eliche a passo variabile per le navi commerciali, ne fanno un team temibile, a sua volta già al lavoro con la barca praticamente pronta.

Camper-Emirates TNZ – Una bella accoppiata, imperniata su Grant Dalton. Il roccioso skipper neozelandese, pluricircumnavigatore e vincitore del giro, uomo-simbolo dei valori della vela kiwi dopo la scomparsa di Peter Blake (al punto di prendere le redini anche del team ETNZ in Coppa America), dopo un giretto di valzer con Riccardo Bonadeo dello Yacht Club Costa Smeralda, si è accasato dove ha sentito soffiare il vento. Ancora una volta la Spagna, il Real Club Nautico di Palma, il supersponsor Camper (rivale diretto, o quasi, di Puma sul mercato delle calzature): ma la forza vera di questa barca è l’equipaggio “maori” che Grant ha già in mente, tutta gente che ha più oceano che sangue nelle vene. Provate un po’ a fermarli.

E altri team e nazioni sono in rampa di lancio, praticamente sicuri al via. La Spagna tornerà con Telefonica, l’equipaggio ancora una volta imperniato su molti velisti olimpici è in fase di selezione, ed è tutt'altro che da escludere un secondo team iberico. L’Irlanda, presente all’ultimo giro con Green Dragon (misto irlandese-cinese), forte dell’arrivo-soettacolo a Galway ha già i soldi (in gran parte pubblici) per una barca tutta “irish”. Di conseguenza la Cina a sua volta pensa a un team tutto rosso, anche per onorare la tappa di Sanya. Di Bertarelli si è detto. C’è poi – sempre in tema di stopover – l’incognita Brasile col solito Torben Grael, e la voglia del Portogallo (che non ha le forze): ne potrebbe venire fuori una alleanza, anche linguistica. Dal nord Europa ancora niente, la Svezia (privata in un colpo solo della “sua” Volvo e della tappa finale) sembra voltare le spalle, ma le tradizioni oceaniche scandinave sono forti, e non si può escludere che un gruppo di velisti trovi sponsor per partire. All’ultima Volvo Ocean Race erano in 8, alla prossima non saranno di meno.

E veniamo all’Italia.

Questa è la video-presentazione di Italia70, il primo consorzio associato alla nuova edizione del giro.


Italia 70 – Dopo l’acquisto di Ericsson 3 da parte di John Elkann, la presidenza del consorzio di Carlo Croce, la nomina di Fulvio Zendrini a CEO, la presentazione allo YCI e l’uscita di un website ufficiale (www.sfidaitalia70.it), tutto intorno al suo skipper Giovanni Soldini. Lui ha voluto fortemente la sfida, ha coinvolto i potenti, con i quali gira in prima linea spendendosi alla ricerca degli sponsor, lui ha scelto la linea dell’approccio soft (prima edizione con barca usata, per fare esperienza, poi assalto vincente nel 2014), lui ha lanciato una selezione enorme alla ricerca di velisti (rigorosamente “solo italiani”) da immettere nell’equipaggio. A parte Pietro D’Alì, spalla solida di Giovanni, l’unico nome praticamente sicuro del team velico è Gabriele Olivo, il solo italiano al via dell’ultima edizione, con Telefonica Blu.

Ma il programma velico che Soldini aveva in mente è fermo, come la barca in cantiere a La Spezia. Niente allenamenti per ora. E anzi tutta la pianificazione di Italia70 è slittata di almeno due mesi. Motivo? Va a rilento l’acquisizione di sponsor. Dopo l’avvio scoppiettante, si sono arenate le altre trattative, la ripresa non s’è vista, i dubbi hanno prevalso sul rischio. E oggi Italia70 ha in banca solo 6 dei 12-15 milioni di euro necessari a partecipare alla VOR. Così, con gli allenamenti-selezione di Soldini, è a rischio anche il grande giro promozionale di Zendrini, che aveva progettato un villaggio itinerante con barche, velisti e spettacolo nei porti e nelle piazze italiane.

Un progetto fantastico che per un attimo aveva fatto balenare una collaborazione con il Giro d’Italia di Cino Ricci (ne abbiamo parlato su questo minuscolo blog, QUI), con Carlo Croce che pensava al coinvolgimento della FIV e di alcuni giovani atleti, le scuole italiane, il Ministero dell’Istruzione, quello delle Attività Produttive e così via, fino al sostegno di Nave Italia per promuovere il mare come esperienza terapeutica per chi ha un handicap. Una kermesse esagerata che neanche in Gran Bretagna, un mix supersonico tra marketing sportivo, operazione culturale (“la barca degli italiani”), promozione della vela e “sogno italiano di una nazione pronta a competere su tutti i mari e i mercati del mondo”. Bum! Magari fosse. Intanto però l’alleanza (che sarebbe stata doppiamente strategica) con il giro di Cino Ricci pare sfumata. E tutto il piano per ora è fermo ai box. Lo stesso multipresidente Croce, che pure le ha tentate tutte, deve fermarsi a rifiatare. Ma non mollate, ragazzi. Magari c’è un Piano-B, un’operazione meno universale e più sportiva. Fateci soffiare sulle vele di Italia70.

1 commento:

  1. Il Presidente Croce è in difficoltà, questo è evidente: sia al suo club Yacht Club Italiano, dove ci sono tanti pretendenti al suo posto, sia alla FIV dove in realtà si è sempre trovato spaesato, e persino alla presidenza del team della Volvo Italia 70, per il quale sperava di fare da riferimento per trovare sponsor. La FIV taglia le spese, e la squadra italiana per la Volvo stando così le cose rischia di non partire per la regata. Chi troppo vuole nulla stringe. Peccato perchè è un personaggio che ha un suo fascino e rischia di rovinarsi questa immagine.
    Luciano

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