mercoledì 30 giugno 2010

Domande e Risposte


Consiglio Federale della FIV l’8 luglio a Trieste. A una settimana dalla riunione, i consiglieri non hanno ancora ricevuto l’Ordine del Giorno (che dovrebbe essere online negli spazi riservati ai dirigenti, come noto tutti dotati di notebook), mentre è più noto il programma “sociale” di contorno.

(La sede della LNI a Trieste)


Mercoledi 7 luglio infatti il presidente Carlo Croce e i consiglieri FIV saranno ospiti a cena della Lega Navale Italiana di Trieste. La riunione del Consiglio, invece, si terrà negli eleganti saloni dello Yacht Club Adriaco.

La cosa più importante a Trieste – a latere del Consiglio, al quale per inciso saranno assenti in tanti, impegnati nelle regate di questo periodo come tecnici o ufficiali – sarà però la seconda riunione ufficiale della Commissione per la Riforma dello Statuto federale. Dopo la riunione solo “costitutiva” di Genova, stavolta il gruppo presieduto da Carlo Rolandi e coordinato da Giancarlo Sabbadini, non può perdere tempo e deve passare alle vie di fatto. In sostanza deve dare corpo, parole, articoli e dottrina al nuovo Statuto. Inseguendo gli obiettivi indicati dai vertici della Nuova FIV. Che (ovviamente) nessuno ricorda più.


(La sede dello Yacht Club Adriaco - est 1903 - lungo le rive a Trieste)

E che invece noi ri-sottolineiamo, anche perché non sono cosette da poco.

- Snellire l'organizzazione federale e rendere più funzionali le strutture FIV
- Profonda riforma del sistema elettorale; una proposta che consenta di evitare i voti di scambio; la base deve percepire che arrivare al Consiglio è possibile
- Riduzione del numero dei consiglieri federali e del numero dei consiglieri di presidenza
- I consiglieri devono avere un ruolo politico, mentre gli interessi di Zona devono essere affidati ai presidenti di Zona
- Forse 5-6 consiglieri frutto di Macro-Zone
- Durata massima 2 mandati (8 anni)

Fin qui le linee generali. Ma come tradurle in norme statutarie di una Federazione Sportiva aderente al Comitato Olimpico Nazionale? Ne abbiamo parlato diffusamente a maggio in questo lungo articolo, ma a quanto risulta i problemi (e gli interrogativi) restano gli stessi:

- E’ possibile diminuire tout-court il numero delle Zone (da 15 a 10, o 7 o 5...), senza violare le leggi istitutive del CONI sull’organizzazione periferica?
- E se le Zone restassero 15, come diminuire il numero di consiglieri al di sotto di tale soglia, senza violare pesantemente la rappresentatività di ogni area geografica?
- E anche: quest’ansia di riformare lo Statuto da chi nasce? Dalla base o dal vertice?
- In un processo di cambiamento potenzialmente così profondo e dalle conseguenze imprevedibili, come verrà attuata la trasparenza cara al nostro presidente?

Prima, durante e dopo la due-giorni triestina, nel cuore della cultura velica ultracentenaria di una delle città simbolo del nostro sport, noi saremo alla ricerca di tutte queste risposte.

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