lunedì 30 novembre 2009
Inchiesta Under 16: Cosa dicono gli addetti ai lavori
(nella foto - www.capizzano.com - planatona della baby-vela sul futuro. E il futuro è nostro)
Un’inchiesta di quelle “vecchio stile”, quando i giornalisti viaggiavano, sentivamo, parlavano con la gente, in questo caso con la base, gli addetti ai lavori del vasto mondo della vela giovanile. Gente che passa la vita in “trincea” a promuovere lo sport, a raccogliere e costruire il futuro. Gente che non si può escludere da un passaggio di rinnovamento come quello lanciato dalla Nuova FIV. Come vedono il piano Under 16? Bene, per quel poco che ne sanno. Sono ottimisti, hanno il sale sulla pelle, esperienza da regalare. Sono migliori di quanto si creda. Noi li abbiamo sentiti (un campione molto rappresentativo in tutte le Zone), loro hanno risposto con entusiasmo e serietà. E da adesso, visto che qualunque piano sulla promozione e diffusione della cultura velica e della formazione dei futuri velisti non può prescindere da loro, sarà il caso che anche la FIV tenga conto dei messaggi che ci hanno inviato.
Di seguito il riassunto e le percentuali delle risposte alle domande della nostra intervista.
1) CONOSCENZA - Quasi tutti (70%) dichiarano di conoscere il piano FIV Under 16, più o meno approfonditamente: l’argomento è per tutti di grande interesse.
2) ITER DEL PROGETTO - Il piano andava condiviso di più con istruttori e allenatori prima della sua pubblicazione ufficiale? La maggioranza ritiene di Si: 60, contro il 40% dei No.
3) CHIAREZZA - Pensi il progetto sia esposto e presentato in modo chiaro e comprensibile nelle sue diverse sezioni? Il 70% dichiara il piano “sufficiente”, ma “in alcune parti non chiarissimo”. Per il 10% è “poco chiaro e di difficile comprensione”, e solo il 20% lo definisce “ben scritto e chiaro nei suoi contenuti”. Sulla chiarezza e la comunicazione interna, insomma, si può fare di più.
4) ANDAVA DAVVERO COSì MALE? - Nella Premessa si dice: “(…) Non sempre i bambini vengono avvicinati correttamente a tale disciplina”, e “Il metodo di lavoro della FIV sugli under 16, che ha concentrato gran parte delle energie sulla specializzazione precoce, non ha soddisfatto in pieno l’esigenze di formazione dei giovani nel nostro sport.” Abbiamo chiesto se davvero andava così male. La maggioranza (57,1%) ha risposto “in parte, qualche problema c’è ed è giusto cercare sempre di migliorarsi”; un altro 23% ha detto “Si, l’intero panorama della formazione dei giovani alla vela era da rifondare”; e solo il 19% ha detto “NO, e i risultati positivi degli ultimi anni lo dimostrano”.
Insomma, qualche problema si sente, è giusto cercare di migliorare gli aspetti più critici, individuati da molti non solo nei toni esasperati e specializzati dell’attuale attività agonistica, ma anche nella delicata fase di formazione degli Istruttori FIV. Alcune precisazioni nelle risposte, fuori dai dati statistici: “Spesso si mettono con i bambini istruttori alle prime armi e senza esperienza e sono questi che provocano i guai peggiori…”. Ci sembra comunque interessante l’osservazione di un Istruttore FIV che alla domanda, commenta, “Qualunque metodo di lavoro, soprattutto se in essere da numerosi anni, richiede una revisione ed è quindi soggetto a miglioramenti, non di meno uno stravolgimento dalle fondamenta ha il sapore della disfatta ed della incapacità di trovarne le cause…”.
5) E PRIMA? METODI E AGGIORNAMENTI FIV ANTECEDENTI IL PIANO - Come istruttore/allenatore federale quale metodo hai utilizzato sin d’ora? Hai mai partecipato ad un corso di aggiornamento FIV? Il 100% ha risposto: “SI, ho seguito la trafila di formazione federale, dal circolo alla Zona alla FIV e al CONI, compresi corsi di aggiornamento”; nessuno (0% spaccato) ha risposto di essersi preparato da solo. Tutti gli Istruttori FIV che hanno risposto al questionario, hanno una formazione federale, corsi di aggiornamento compresi. Nelle risposte personalizzate, è emersa qualche perplessità sulla qualità e quantità (pochi i corsi di aggiornamento e mancanza di una adeguata informazione dalle Zone agli Istruttori) della formazione stessa, definita spesso generica e, una volta conseguito il titolo di Istruttore, affidata alla pratica e alla volontà personale di migliorarsi. Alcune idee: "Le occasioni ci sono, a vari livelli, ma talvolta manca proprio l’informazione su come, dove e quando accedervi. Le attività un tempo a carico delle Zone sono via via diventate sempre meno organiche e ora si assiste più che altro ad iniziative personali di taluni dirigenti di Zona (…), ma non coordinate fra loro e non rientranti in una sistematica azione di informazione/formazione a favore degli operatori sportivi (non solo istruttori ma anche dirigenti)… “. Pochissimi invece gli addetti ai lavori che hanno indicato il metodo seguito sin d’ora: ne emerge un quadro di riferimento a programmi federali di massima condivisi.
6) IL PROGETTO E’ VINCOLANTE? - All’interno del Progetto le indicazioni vanno dal “si auspica” vengano seguite, altre “dovranno” essere seguite. Qual è la tua opinione a riguardo: il progetto deve essere seguito o dovrebbe dare indicazioni generali che poi ognuno applica e modella all’interno della propria realtà particolare? Risposte variegate ma una maggioranza decisa: per il 63,1% il piano “Pone solo suggerimenti: mi sembra importante che il progetto dia indicazioni generali, per poi adattarle alla realtà di Circolo; invece per il 15,8% il progetto “E’ vincolante e deve essere seguito ; Un buon 21,1& si divide in varie articolate risposte.
Una vasta maggioranza ritiene perciò che il Progetto debba fornire delle linee guida, per poi adattarle alle diverse realtà particolari, “Ogni circolo ha la sua realtà interna, possibilità e mezzi d’attuarlo, interamente o in parte. Certamente indicazioni come l’attività per fascie devono essere assolutamente rispettate…”.
Il 21,1% che ha risposto “Altro”, non si riconosce nelle due opzioni indicate e ritiene che il piano da una parte è e deve essere vincolante soprattutto riguardo gli indirizzi da seguire e la struttura organizzativa proposta (divisione in Raduni, attività zonali, interzonali e nazionali), ma non può fare a meno di considerare l’estrema eterogeneità delle realtà periferiche e quindi la necessità di un graduale adeguamento e aggiustamento del Progetto stesso. Fin troppo ovvio, no?
7) FORMAZIONE ZONALE E ATTIVITA’ AGONISTICA – L’attività di formazione (raduni) e quella agonistica si può riassumere come segue (le regate in azzurro nella scheda sono nazionali). Ma cosa cambia davvero, e quali le novità introdotte in concreto?
Le novità introdotte sono essenzialmente due, positive ma per ora entrambe teoriche: a) favorire la crescita del giovane velista senza eccessive forzature agonistiche e b) offrire l’occasione di conoscere e provare altre classi (multiclasse). Sono tra le assi portanti del piano, benché a loro volta tematiche antiche sul tappeto (non manca chi ricorda un piano giovanile dell’ex vicepresidente federale Stefano Modonesi, che conteneva elementi culturali molto simili): ma su questi punti sono molte le perplessità sul passaggio dalla teoria alla pratica (organizzazione e risorse economiche).
Si tratta di argomenti da tenere nel giusto conto, ecco alcune riflessioni dalle risposte: “(…) Resta da vedere come si effettueranno i raduni per indirizzare i cambi di classe in assenza di Centri Federali dove siano raccolte più barche di diverse classi da far provare ai soggetti in fase di passaggio.”, “(…) I raduni cambio classe non sono una novità, ma negli anni sparirono per le difficoltà, organizzative ed economiche, nel reperire imbarcazioni da far provare a tutti e nel trovare i periodi giusti ove effettuarli”.
Emerge anche da molte risposte che, di fatto, per molti l’attività concreta non cambia: “(…) Il programma della classe Optimist non è cambiato, sono cambiati solo i contributi federali”, e anzi l’attività di gioco sport e raduni è stata già oggetto dei programmi federali negli anni passati, “(…) I raduni del Giocosport furono introdotti addirittura nel 1994, dal Consigliere federale Lory Samarelli allora responsabile giovanile, sia a livello nazionale che zonale, e portati avanti per circa 5 o 6 anni, poi sfumarono (…) L’attività rivolta alla Primavela esiste da sempre con vari raduni interzonali (ben 5). (…) Anche i raduni cambio classe non sono una vera novità… L’unica novità è l’attività multiclasse, mai affrontata prima. Ma per la quale le Zone necessitano di materiali e tecnici qualificati con un adeguato budget…”
Particolarmente interessante, poi, la domanda di un Istruttore FIV, riguardo i raduni multiclasse dove i giovani atleti partecipano con la propria barca. Magari in FIV qualcuno ha già la risposta: “Se i convocati portano la loro barca (ad esempio, un Optimist), come si potra’ poi portare avanti il concetto di multiclasse considerando che la barca e’ personale e probabilmente esistono problemi assicurativi e di altro genere legati a un eventuale prestito della stessa?”
8) RADUNI INSOSTITUIBILI - Ritieni il sistema dei raduni un utile strumento di allenamento e formazione? Il 100% ha risposto Si.
Tutti concordi nel valutare positivamente il sistema dei raduni quale strumento essenziale di confronto e quindi di crescita, sia per i tecnici e gli istruttori coinvolti sia per i giovani velisti, “(…) L’esperienza fuori casa con un gruppo diverso è sempre molto formativa per i ragazzi.”, “(…) I raduni per eccellenza sono sempre stati un utile mezzo di confronto e verifica, chiaramente deve essere condotti da tecnici di esperienza e di spessore che sappiano fare leva sulle giuste motivazioni del singolo individuo.”, “… strumento utile e formativo sotto più punti di vista, sia quale interscambio tecnico tra gli atleti che come momento aggregativi, che ha permesso a generazioni di atleti di condividere esperienze non solo sportive, ma anche personali..”
9) TECNICI E RADUNI - L’attuazione del piano prevede una serie di raduni organizzati e coordinati da tecnici nazionali e zonali. Gli Istruttori che svolgeranno i raduni saranno nominati dalla Zona. Qual è l’opinione in merito? Maggioranza positiva: il 71,4% dice “E’ giusto che le Zone controllino di più l’attività che passa attraverso di loro”; solo il 14,3% è negativo perché “le Zone al momento non hanno sviluppato le competenze”; E un altro 14,3% si divide.
Sul governo delle Zone in materia, quindi, maggioranza compatta, ed è importante. Le perplessità espresse riguardano semmai i criteri di valutazione e quindi la scelta dei tecnici che andranno ad operare in concreto, e non mancano i suggerimenti: “(…) E’ importante individuare all’interno della Zona gli istruttori (allenatori) che sappiano trasmettere le giuste informazioni ai ragazzi.”, e qualcuno pone l’indice sul rischio di una “politicizzazione” del sistema: “(…) Le zone secondo me, non sono organizzate sino a questo punto, mancano di competenze e visione per programmare ed applicare un progetto di questa portata ed importanza, inoltre l’eccessiva politicizzazione di cui spesso sono vittime mi lasciano piuttosto perplesso…”
10) MULTILATERALITA’ E MULTICLASSE: FAVORITI I CIRCOLI PIU’ GRANDI E RICCHI? - Tutto il piano si basa sui concetti di Multilateralità e Multiclasse. L’applicazione ottimale del Multiclasse richiede al Circolo un bel parco mezzi da mettere a disposizione dei suoi allievi: singoli, doppi, tavole, barca collettiva sempre indicata nel Progetto nella 555FIV. Abbiamo chiesto agli addetti ai lavori della vela, se tale requisito essenziale possa tendenzialmente penalizzare i circoli velici piccoli e medi, che pur svolgendo attività di scuola vela e allenamento con passione e professionalità non hanno una grande disponibilità di mezzi, e favorire i club più blasonati, dotati di maggiori mezzi. Una maggioranza relativa del 40% ha risposto: “SI, penalizza i piccoli circoli a favore dei grandi”; ma il restante 60% si è diviso in due linee: per il 35% la condizione per evitare sperequazioni è che “Si aiutino i piccoli a crescere”, e il 25% risponde “NO, aiuta tutti, i grandi a migliorare e i piccoli a svilupparsi”.
Opinioni diverse e percentuali vicine, l’opinione prevalente indica l’atteggiamento positivo dei nostri maestri, i quali sperano che tutti potranno avvantaggiarsi da un lavoro ben svolto. La FIV dovrebbe fare tesoro di questo patrimonio tecnico e umano, e di questa propensione alla fiducia: coinvolgere di più e sempre la base.
11) E’ GIUSTO IMPORRE AGLI ISTRUTTORI E AI CIRCOLI UN PIANO DETTAGLIATO? - Il Progetto entra nello specifico di programmi, esercizi, schede di valutazione e percorsi (vedi attività minisport: “Il percorso utilizzabile per l’attività di “Minisport-vela” è indicativamente il seguente. NB: non possono essere utilizzati altri tipi di percorso con caratteristiche analoghe”). Ritieni sia giusto imporre un programma così minuziosamente dettagliato? Clamoroso pareggio: il 50% ritiene che il piano dovrebbe fornire solo linee guida senza entrare così minuziosamente nei dettagli, l’altro 50% pensa che i protocolli debbano essere dettagliati e gli stessi per tutti.
Qualche spiegazione per il NO: “(…) Abbiamo delle linee guida, sta a ciascuno di noi fare del proprio meglio adattando il programma alle necessità degli allievi e del circolo.”, “(…) Ognuno lavora per i suoi allievi cercando di fornirgli il massimo possibile in competenza e costanza non c’è bisogno di essere così restrittivi.”, “Il progetto deve lasciare aperte le possibilita’ di interagire e di aggiungere elementi costruttivi in funzione delle varia esperienza maturate sul campo…”, “(…) Il progetto deve essere seguito, ma allo stesso tempo applicato e modellato a seconda delle necessità particolari…”, “Il progetto deve essere visto come un opportunità di miglioramento, una possibile linea da seguire. E’ un buon programma che è bene prendere in considerazione e sviluppare, ma non può essere imposto, perché ogni circolo ha la sua realtà e le sue possibilità, così come ogni istruttore ha le sue conoscenze personali ed esperienza sul campo…”.
Ed ecco le ragioni del SI: “Comprendo l’esigenza di essere molto puntuali in questa fase di avvio del progetto, sarebbe deleterio che ognuno lo interpretasse a modo suo quindi le basi vanno ben indicate ed esposte, so che una commissione di tecnici si muoverà tra le zone per accertarsi che il programma sia ben compreso ed applicato.”, “Partendo da un imposizione dettagliata probabilmente si otterrà qualcosa di accettabile mentre se si parte con una struttura molto semplice si corre il rischio che essa venga sottovalutata…”, “Non può non essere noto che l'uniformità di principi metodologici su tutto il territorio debba ancora essere fortemente condizionata dal centro. Questo anche perché gli stessi metodi di lavoro non potrebbero essere confrontabili fra loro se non esistessero dei protocolli di attuazione comuni per tutti.”
12) COSA MANCA AL PROGETTO? – Abbiamo approfittato per chiedere ai nostri maestri, In base alle loro esperienze e idee, cosa manca ancora al piano, e cosa essi avrebbero inserito.
Per molti è prematuro indicare cosa manca al piano, già fin troppo ricco e ambizioso: “Non aggiungerei nulla, far decollare un progetto del genere è già abbastanza complesso. Solo dopo una vera sperimentazione sul campo si potrà aggiungere, togliere o correggere…”. Ma una grande maggioranza si pone il dubbio - e in questo il piano FIV non da indicazioni - sulle effettive risorse disponibili, di materiali ed economiche, per realizzarlo sul campo: “Mancano una serie di aspetti guida che disciplinano le risorse come e dove trovarle, una chiara indicazione su come ottimizzare le risorse siano essi mezzi che strutture.”, “(…) al progetto manca Il dettaglio delle coperture finanziarie per la sua realizzazione, sarebbe stato assai utile presentare un dettaglio dei sostegni che la FIV dovrà dare alla periferia…”
Molti infine pongono l’accento sull’esigenza formazione qualitativamente superiore a quella attuale sia degli istruttori e allenatori FIV sia dei dirigenti di Circolo che operano nel settore giovanile, “Offrirei la possibilità di frequentare corsi sul riconoscimento dei talenti, lo sviluppo della motivazione e sulla didattica. La triste realtà è che abbiamo pochi tecnici validi, molti provengono dalla vela come ex atleti e molti non sanno insegnare. Come si dice nelle arti marziali: “Non è detto che un buon atleta sarà un buon maestro, ma sicuramente un bravo maestro sarà stato un bravo atleta…”, “(…) Manca la formazione dei tecnici che saranno presenti a livello operativo nel progetto . Ed esempio, si potrebbero introdurre dei corsi per gli staff zonali…”.
CONCLUSIONI
Così l’esercito dei maestri della nostra vela, quelli che combattono in prima linea e ai quali è stato spedito il plico con i nuovi ordini dei comandanti in capo. Li trovate così terribili, così arretrati, oppure così critici verso il palazzo, o magari tradizionalisti, in difesa di rendite di posizione? Niente di tutto questo: il popolo che insegna la vela a 30.000 giovani ogni anno nelle scuole vela federali è forte, positivo, disponibile, voglioso di crescere e far crescere tutta la vela. E’ una massa critica con la quale la Nuova FIV deve interagire di più, a cominciare dalla comunicazione interna.
Quanto al piano Under 16: questa mini-inchiesta rivela che esso avrebbe facilmente potuto essere migliore, più completo e lucido, se ci fosse stata da subito questa interazione con la base degli addetti ai lavori, invece di procedere a luci spente e poi paracadutare il testo finale sia al Consiglio che alle Zone. Come già detto: non è troppo tardi, ma per recuperare tutti alla causa serve un cambio di atteggiamento. Chi chiama alla rivoluzione culturale deve essere il primo a mettersi a disposizione.
Circa le risorse: tutti sanno benissimo che il problema chiave del piano Under 16 è la mancanza di soldi. E’ giusto partire con quello che si ha e cercare di crescere strada facendo, ma come potranno mai arrivare le risorse al grande progetto della vela giovanile? Solo attraverso maggiori entrate: da tesseramento, da iscritti alle scuole, da partner pubblici e privati, da sponsor. E come si può accendere un volano del genere? Senza comunicazione non si va da nessuna parte: il progetto FIV dovrebbe diventare un leit-motiv della promozione dell’immagine stessa della FIV e della Vela sui media, nelle scuole (potenziando ancora Velascuola), lungo le coste, nei porti, sui giornali e sulle televisioni. Una volta il presidente Croce disse che la FIV doveva passare da prodotti B a prodotti A, da proporre agli sponsor. Questo progetto a quale categoria appartiene: A o B?
(Inchiesta a cura di Angela Rodi)
Etichette:
inchiesta under 16 FIV,
Under 16
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Da Franco Lacqua, Segreteria FJ Class Italia.
RispondiEliminaCaro Fabio,
Ho già letto il risultato della tua indagine sull'"Under 16"....il bello è che io avevo compilato anche il modulo ma poi non ho capito a chi andava inviato... Comunque le conclusioni che trai dalle risposte ricevute sono più che corrette.
Una cosa che non ho scritto nel questionario, e che secondo me è un grosso problema..., è la professionalità degli Istruttori! Professionalità è da leggere in due modi: Professionalità nell'insegnamento, e su questo non ho dubbi: la stragrande maggioranza degli Istruttori è all'altezza della situazione; però c'è anche la Professionalità vista come "professione", ovvero come mestiere che ti deve dare da vivere e qui purtroppo abbiamo grossi problemi.
Per mantenere il mio posto di lavoro (non è il mio caso...io sono pensionato Enel! uso la prima persona per comodità...) devo avere dei
risultati da portare al datore di lavoro, ovvero al Club, e allora? Allora succede che se ho una squadra di Optimist e tra i ragazzi che ho iniziato a "coltivare" dall'età di 6 anni ci sono alcuni che arrivati a 10 anni iniziano a dare ottimi risultati ma il migliore di tutti a 10 anni pesa già 40 Kg....questo lo devo lasciare a casa, perchè tra un paio di anni non sarà più adatto all'Optimist e non riuscirà a darmi gli allori che mi servono per tirare avanti....E questo è un caso molto più frequente di quanto si pensi!
C'è poi una secondo caso che vede alcuni Istruttori che per fare risultato mandano i loro ragazzi su Classi "sconosciute" (neanche non ci fossero già abbastanza Classi in giro...). Qui ti faccio un esempio terra terra: Classe "XXY". Un Istruttore del Garda un bel giorno si trova tra le mani questa "bella" barca, si fa promotore della Classe prima sul Garda e poi si trasferisce a Genova e a un Club locale fa acquistare un bel numero di queste barche. Sin qui niente di male se non fosse che al Club avevano già l'Equipe che naturalmente è stata buttata alle ortiche....ora che l'Equipe sia una barca delicata e abbia qualche altro difetto è un conto, ma bene o male è stata adottata dalla FIV ed è diffusa in tutta Italia (anche se poi le regate nazionali vengono disertate...). Certo che i ragazzi di Genova vanno forte e si classificano sempre ai primi posti nelle regate "XXY".....No comment!!
Spero che questa mia non ti abbia portato via troppo tempo....ti allego comunque il mio questionario ....e spero di riuscire a venire a Roma....
Non essere troppo "cattivo" con i nostri dirigenti....solo chi non fa niente non sbaglia!
Ciao e Grazie!
Franco Lacqua.
grazie per questa inchiesta e per le informazioni...se fosse per mammaFIV non sapremmo quasi niente di questo e di tanto altro
RispondiEliminami pare un buon progetto