mercoledì 5 maggio 2010
Vela Olimpica: quanto si può fare per andare oltre la "calma piatta"
Proseguo quanto avviato nel post sull'esigenza di dare alla nostra Vela Olimpica un efficace progetto di comunicazione e di marketing, per non abbandonare a se stessi atleti e tecnici contro team con molte più risorse.
Il presidente Croce in una recente intervista ha detto: “(...) E' palese che la vela olimpica non è percepita da nessuna parte del mondo come settore su cui investire. Anche in Inghilterra (...) Skandia ci mette praticamente solo il nome.”
--> Solo il nome?! Skandia ha sponsorizzato la Cowes Week del Royal Yacht Squadron (forse la più celebre regata di club del mondo, di certo quella nel posto dove lo yachting è nato), ininterrottamente dal 1995 al 2008, ed è al fianco della squadra olimpica britannica da 8 anni, oltre a dare supporto specifico ad alcuni equipaggi top come gli staristi Iain Percy e Andrea Simpson. Sponsorizzazione recentemente rinnovata alla squadra olimpica, mentre è stata tolta alla Cowes Week: sembra un marchio che fa le cose superficialmente, o si accontenta di “mettere il nome”?
Ancora un brano dell'intervista del presidente federale: "Nel 2011, forse, grazie alla collaborazione con Microsoft, avremo una platea di potenziali sponsor molto maggiore a cui attingere. Speriamo: ma per adesso, calma piatta."
--> Vorrei provare a risollevare il punto di vista e l'ottimismo del nostro presidente. Oltre ad essere uno degli sport olimpici più nobili e antichi (sulla bellezza, sarete daccordo che è inutile insistere: chi può rivaleggiare?) la Vela è anche una disciplina con potenzialità di visibilità, fascino e attenzione da parte del pubblico, molto elevate anche grazie ai valori particolarissimi che la contraddistinguono. A fronte della "calma piatta" che viviamo in Italia (nonostante due medaglie vinte a Pechino 2008 e due campioni europei in carica), grazie al cielo il mondo è pieno di esempi virtuosi. Suggerisco ai nostri dirigenti di partire da qui per "vedere" e "fare" il cambio di velocità anche alla nostra Vela Olimpica.
USSAILING
Il team olimpico USA ha un logo, un sito web dedicato, quindi una produzione specifica di immagini e comunicazione, un direttore commerciale (Dan Cooney), dei programmi marketing per coinvolgere altri partner. Ad oggi sono "a bordo" della squadra: Alpha Graphics, Rolex, New England Ropes.
GBR
Gli inglesi si sa sono i primi della classe. Da tempo hanno una organizzazione specifica per il team olimpico della vela, a partire dal nome del team “Skandia Team GBR”, e dal sito web dedicato, che ha persino una sezione specifica dedicata esclusivamente ai giornalisti (!)
Oltre al title sponsor Skandia (gold sponsor), sono già a bordo: Accenture (silver sponsor), GAS (silver), Musto, Peters&May, Volvo. Andateveli a vedere tutti assieme in questa pagina.
AUS
Dalla lontana Australia hanno il loro bravo sito del team il quale è venuto a pescare sponsor anche in... Italia (SLAM), e ha inoltre AUDI, Hamilton Island, un supporto del Governo e vari partner tecnici che non sto a dirvi perché sono molti.
Altri veloci esempi di sponsor presenti nelle squadre olimpiche della vela di vari paesi: POR-Buondi Caffè, FRA-Banque Populaire, DEN-Torm (una partnership long term che parte da youth sailing con la classe RS Feva), NED-Delta Lloyd (di grande visibilità e con tante iniziative di comunicazione a supporto), SUI-AFG, Allianz Suisse, ESP-Movistar, e così via... Poi ci sono le classi (famoso l'esempio della partnership 49er-Seiko), e naturalmente le tappe di Coppa del Mondo, l’ISAF World Cup, a loro volta ricche di sponsor e partner, la maggior parte dei quali di lunga durata, ergo legano con soddisfazione i propri marchi allo yachting olimpico.
Una ricerchetta di qualche minuto ha dato questo esito. Figurarsi cosa può estrarre il lavoro di qualche professionista del marketing sportivo. A suo tempo (ricordate?) avevamo cominciato in FIV un lavoro di ricerca con una Università che era volto a determinare un vero e proprio Piano Marketing. La Nuova FIV non ha ritenuto di continuare quella strada. Va bene. Ma qualche altra strada va comunque intrapresa, perchè - come gli esempi dimostrano - il mercato c'è. A monte di tutto deve esserci un chiaro e forte progetto di comunicazione e la sua concreta attuazione. Quanto dovremo attendere ancora?
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