giovedì 31 dicembre 2009
E' Pino l'Uomo dell'Anno FIV 2009
La speciale giuria alla fine ha emesso il verdetto atteso: è il consigliere di presidenza Pino Barbieri, Coordinatore del Settore Attività Agonistica e Squadre Federali, l'Uomo dell'Anno FIV 2009 secondo questo blog. A parte la motivazione della nomination, decisivi per il riconoscimento sono risultati: i chilometri consumati, le ore di telefono, i baffi ottimisti, e varie altre cose.
Ancora Buon Anno a tutti quelli che hanno a cuore la Nostra Vela. Vado a finire di cucinare il cotechino.
martedì 29 dicembre 2009
Chi è l'Uomo dell'Anno FIV 2009?
Si avvicinano i tempi dei "Velisti dell'anno". Sapete che ve ne sono per tutte le esigenze, almeno tre: quello del Giornale della Vela (che dice di averlo inventato), quello di Alberto Acciari (che dice di averlo inventato) con la rivista Yacht & Sail, quello chiamato Premio Italia per la vela assegnato al Trofeo Accademia Navale a Livorno... Poi c'era quello che avevamo creato per la FIV (o meglio ci sarebbe ancora ma chissà cosa vorranno farne i superesperti di comunicazione federali) chiamato FIV Award e ribattezzato Oscar della vela (nome sul quale non c'è alcun marchio riservato), e che era nato nell'occasione delle celebrazioni per gli 80 anni della Federvela, insieme al sito rievocativo, con l'idea di una cadenza bimestrale, in occasione delle Assemblee FIV, proprio per dare una svolta istituzionale al proliferare dei premi. Oltre che essere una ottima piattaforma gradita a più d'uno sponsor.
E' andata che tutti continuano con i loro premi, tranne la FIV (almeno per ora).
Ma adesso è capodanno, e questo è un blog di simpatia innata e di idee fresche: facciamo come TIME? Nominiamo l'Uomo dell'anno FIV 2009, secondo il famoso blog lamiafedervela. L'annuncio entro la mezzanotte del 31 dicembre 2009.
LE NOMINATION
Si parte con quattro nomi d'obbligo, la triade presidente e due vice, più il presidente onorario. Ma poi si va a ruota più sciolta, scandagliando in una sorta di bilancio della stagione i nomi che più hanno lasciato il segno, per presenza o realizzazioni. Si pesca tra dirigenti (consiglieri, presidenti di Zona o di Circolo, segretari di Classe, rappresentanti ISAF), tecnici, manager o comunque personaggi che hanno incrociato significativamente la loro strada con la Nuova FIV. Ovviamente è una super-selezione, e per ciascun nominato c'è un breve abstract di spiegazione. Se vi pare che abbiamo dimenticato qualche elemento che avrebbe meritato, segnalatecelo, thanks.
Carlo Croce - E' il presidente: aspettative enormi, nome e pedigree da spendere per tornare a far brillare la FIV. Tante premesse, e promesse, pochi squilli veramente "federali" in questo primo anno, che lo ha visto più vicino a Soldini che alla squadra olimpica. Ha garantito impegno e presenza costanti e grandi rapporti personali con tutti, si è vista la sua mano in alcuni restyling dove la FIV aveva qualche ragnatela, in un rapporto con il CONI fin qui molto redditizio, nel mettere in pista alcuni degli annunciati manager. Più forma che sostanza forse. In giro ci si aspettava di più, ma è all'esordio e un primo anno di prova va dato a tutti. E forse bisognerebbe smetterla di pensare a Lui solo come l'uomo che può portare sponsor alla Federazione. E' un presidente, mica un direttore commerciale. Il piglio con cui ha fatto varare al Consiglio il Piano Under 16 vale parecchi punti.
Glauco V. Briante - La V sta per Valerio, ma lui non è che sia valso tanto. L'enfant prodige della campagna elettorale che ha portato alla rivoluzione dell'aratro e alla Nuova (anzi Nuovissima) FIV 2009-2012, incassate le cariche dovute a un bravo Fedmaresciallo per meriti sul campo, si è incartato (nel senso letterale di ritrovarsi con troppe carte in mano) e non ha concluso niente. La prova più visibile è il clamoroso flop complessivo della Comunicazione FIV di cui lui è il plenipotenziario. Amministra parecchio potere, questo si: quasi tutto passa trasversalmente attraverso di lui. Un gestore un po' burocrate, ma che comincia a stare indigesto a più d'un suo collega. Forse gli gioverebbe lasciare qualche incarico, un mini-rimpasto di Settori. Qualche idea circola: perchè non farci un pensierino? In fondo farebbe meglio il vicepresidentevicario.
Alessandra Sensini - Mega campionessa olimpica con tanto di record storico planetario di medaglie, candidata alle elezioni europee, project manager di Joe Fly e poi di Azzurra, testimonial negli spot tv della Kinder Ferrero e infine tornata a vestire la muta e cavalcare le onde sul windsurf direzione Londra 2012. Essere vicepresidente FIV tra tutto ciò è un bel titolo onorifico. Ma avercene di personaggi così.
Carlo Rolandi - Oltre che per il ruolo onorario, di past-president di peso, per la carriera straordinaria di regatante, starista, olimpico, Giudice Internazionale, dirigente sportivo e delegato ISAF, nonchè patriarca di una bellissima famiglia napoletana, la sua nomination sta tutta nel coraggioso affondo con cui ha aperto l'anno, l'8 gennaio scorso, al primo Consiglio della Nuova FIV, facendo mettere a verbale una breve lettera nella quale stigmatizzava il mancato rispetto di una elegante (e democratica) consuetudine FIV sulla distribuzione geografica delle massime cariche federali. Stile d'altri tempi.
Gianni Storti - Il Coordinatore Federale (Segretario Generale) è arrivato da soli cinque mesi (agosto compreso) eppure la sua presenza da sola è servita a cambiare volto alla FIV, non solo negli uffici. Letteralmente studioso: ha avidamente assimilato in poche settimane ogni particolare del mondo della vela sportiva, cosa che raramente riesce dopo decenni alle persone normali. Lui invece ne è uscito con una parola per tutti, una soluzione sempre pronta, un giudizio mai buttato via. Parole come munizioni, esperienza e pazienza olimpiche (e l'aggettivo non è a caso), più che uomo d'ordine è di prim'ordine.
Pino Barbieri - Una specie di superman federale del 2009. Il Gattuso della FIV: ha fatto tutto, è stato ovunque. Dal fortino del Settore Attività Agonistica e Squadre Federali (dove un tempo c'era il vicepresidente Gianfranco Busatti) non solo ha fiancheggiato la nuova (?) Preparazione Olimpica ma ha allargato il suo raggio d'azione fino a guidare con piglio la task-force che ha lanciato il Piano Under 16 e nelle prossime settimane partirà in tourneè per evangelizzare le Zone al nuovo verbo, e ha messo un piede anche nella commissione che ha valutato le domande dei nuovi Tecnici (non proprio una perla del curriculum). E in un Consiglio di compassati è sempre tra i più loquaci. Fa sport, è in forma e ringiovanito. Che sia lui l'uomo del futuro?
Anna M. Bacchiega - La M sta per Maria, e manca poco che l'ex 470ista olimpica del 1988 sia fatta santa, per l'ingente lavoro svolto in questo anno di esordio da consigliera. Non ha lesinato alcun impegno, da quello giovanile che l'ha portata a guidare la missione del team all'ISAF Youth in Brasile, alle infinite ore tra riunioni e a scrivere i testi di quello che è poi diventato il pantagruelico progetto Under 16, del quale lei è una fanatica sostenitrice. Piaccia o no: poche parole e tanti fatti.
Angelo Insabato - Una specie di ultimo esile anello di congiunzione con la (cara) Vecchia FIV: il buon (in tutti i sensi: l'avete mai sentito arrabbiarsi? Neanche quando perde l'Inter) Angelino è sempre lì a capo della Programmazione Attività Agonistica Nazionale. L'uomo del calendario, delle ranking (qui a dire il vero un po' di maretta di fine anno se l'è meritata), delle classi, delle zone. Paziente, tessitore, genuino. E tra i pochi a dare un senso all'abusata parola: trasparenza.
Fabrizio Gagliardi - E' un diesel. Inizio lento, quasi impercettibile. Tutti a chiedersi: ma dov'è? Invece lui, l'uomo che ha schiuso le porte del Lazio alla Nuova FIV, ha saputo usare bene le cambiali elettorali ricevute: consigliere di presidenza, s'è assiso sul vago (ma non troppo) Settore Attività Speciali (quello che a suo tempo il presidente Sergio Gaibisso aveva ritagliato su misura per Carlo Croce, il quale invece lo snobbò e si dimise), e ne sta spillando il massimo anche grazie al solito attivismo di Walter Cavallucci sul Match Race. Ma i capolavori gagliardiani sono nell'Altomare. Territorio da sempre ricco (come dimostrato dal compianto Sergione Masserotti, che sull'Altomare aveva cresciuto un impero sul quale non calava mai il sole), quello dell'altura si addice a un romano (l'UVAI ha sede nella capitale), e Gagliardi ha introdotto abili e tecnologiche novità. Anche a costo di farsi nemico qualche velista semi-professionista assatanato, come nel caso delle nuove regole sulla classificazione.
Francesco Ettorre - Proconsole abruzzese nell'anno di grandi eventi nella sua terra, l'ex giovanotto addestrato da Gaibisso che lo aveva promosso fino all'Amministrazione, ben districatosi anche quale capo del gruppo sul progetto Velascuola, Francesco è uscito quasi stordito dal primo semestre tra bilancio più o meno traballante, Giochi del Mediterraneo e Primavela. Dopo la pausa estiva è tornato riposato e giura di voler riprendere la strada interrotta di Velascuola. E anche se gli resta sempre la portata pesante del bilancio, lui ha dimostrato di avere fiato e spalle per arrivare in fondo.
Rodolfo Bergamaschi - Tra chi non è in prima linea sotto i riflettori, il gardesano - dopo l'ottima prova di sopravvivenza elettorale - ha fatto sfoggio di invidiabile savoir-faire e si è messo a guidare con entusiasmo crescente la neonata struttura chiamata a governare la vela per i disabili.
Marcello Turchi - I suoi occhi furbi iniettati di sale ne hanno visti di Optimist su tutte le onde del mondo. Alla fine della strada, in un tornante che per molti suoi colleghi si è rivelato ripido e traditore, Marcellone ha ingranato il rapporto da scalatore e si è involato. Il cervello tecnico dell'Under 16 è lui. Complimenti e buona fortuna.
Paolo Ghione - Un altro valido tecnico che ha nel sangue e nel biondo dei capelli il genio della vela. Cresciuto tra le giovanili del windsurf si è ritrovato una carta d'oro come la Sensini (ereditata dal collega Luca De Pedrini che aveva tentato prima di lui la scalata alla Direzione Tecnica) e l'ha sfruttata al massimo. Lavora come un inglese e fa politica come un italiano, ha scoperto leadership e carisma e, insomma, è arrivato ad essere il DT dell'era Croce. Non pago, ha trovato tempo e foga per gettarsi a mettere del suo nel progetto Under 16-Under 19 eccetera: come provare a garantirsi ricambi sicuri nella vela olimpica... Meritevole dei massimi auguri a far bene (ne va di tutti noi, amici).
Vicini alla nomination, con menzione speciale, anche Giovanni Soldini (è stato ingaggiato da Croce per seguire la vela oceanica e alla fine ha ingaggiato lui Croce per fare la Volvo), Luca De Pedrini (torna DT, dopo il biennio 2005-2006, con più consapevolezza forse, e intanto sfrutta al massimo il 2009 post-olimpico che altri hanno snobbato, portando i Sibello al titolo Europeo 49er, 12 mesi dopo Qingdao), Dodi Villani (ottimo lavoro, almeno iniziale, di riforma sui Giudici), Larissa Nevierov (è stata brava e ha raccolto ciò che voleva: allenare le sue epigone), Sandro Gherarducci (un bravo mediano di spinta della Nuova FIV, capace di entrare duro quando serve e giocare a testa alta), Vincenzo Pottino (premio speciale alla pazienza: lo hanno bombardato da tutte le parti ma lui è stato geniale, di gomma: e quando avranno finito le munizioni, sarà il suo momento). Alcuni si sono dati da fare, altri si sono visti meno. Qualcuno per niente (Tullio Bratta, chi è costui?). La navicella va. Ma dal 2010 gli esami ricominciano: più severi. Mentre le Zone inizieranno ad alfabetizzarsi sulla Multilateralità, alle Olimpiadi di Londra mancheranno poco più di due anni, e a quelle di Rio solo sei...
lunedì 28 dicembre 2009
Ed è solo un minuscolo blog
Seimilacinquatatre (6053) visite, 8.675 visualizzazioni di pagina, due minuti di media sul sito, una media del 37% di visite nuove (e il 63% di fedeli lettori), il 78% di percentuale di rimbalzo (come la chiama Google Analytics): questo è lo straordinario dicembre delle pagine che state leggendo. Non sembra anche a voi stupefacente? Non vi pare persino troppo, considerando che si tratta pur sempre di un piccolo blog molto specifico, intitolato addirittura “la mia federvela”?
Un dato che brilla su altri. Quelli più generali, ad esempio. 19.554 visite e 29.713 visualizzazioni di pagina nell’ultimo quadrimestre (settembre-dicembre). E ancora: una media mensile di quasi cinquemila visite e oltre settemila visualizzazioni di pagina, per un totale nei 10 mesi di vita del blog, che sfiora le 50.000 (cinquantamila) visite, e qualcosa come 21.000 visitatori unici in meno di un anno, con la media totale di 32,09% di visite nuove. Ventunomila di voi (di noi) a passeggiare tra queste righe, queste immagini foto o video, gli stimoli e le idee in esse contenute e alimentate anche grazie ai tanti messaggi, pubblicati e non. Numeri da capogiro, superiori a tante esperienze editoriali tradizionali, e che francamente non immaginavo quando ho iniziato questa avventura, il 13 marzo scorso. Da quel giorno ho scritto 216 post e un numero assai maggiore di news scelte, ultim’ora, foto con didascalie, buoni e scarsi, sondaggi, link.
Cin-cin ai numeri! E’ un modo quasi ubriacante di concludere un anno difficile. Per me molto difficile. Di delusioni, eppure di incredibili spinte ed entusiasmi: sul piano umano e professionale. Al sottoscritto e a tutta la nostra Vela non mancano davvero risorse, idee e prospettive. Questa è la nostra assicurazione sul futuro. Sarà un Buon 2010, insieme.
domenica 27 dicembre 2009
Video: la partenza della Rolex Sydney-Hobart 2009
E' la regata del Natale e del Capodanno dello yachting mondiale. Un mito alimentato dalla passione e dalla storia. Seicento miglia difficili nel Mare di Tasmania. Un evento immancabile per i velisti downunder, australiani e neozelandesi, per skipper e armatori dei grandi maxi giramondo a caccia di record e line-honour, ma anche uno spettacolo per tutti gli amanti della vela. Un modo per dire, nel passaggio dall'anno vecchio all'anno nuovo, che questo non può che restare lo sport più bello del mondo.
Cliccando qui, il link al sito ufficiale, con classifiche aggiornate e la possibilità di seguire la rotta delle imbarcazioni partecipanti.
giovedì 24 dicembre 2009
E' Natale, si può dare di più
Vi abbraccio tutti e vi auguro buone feste, serenità e amore per la vita.
martedì 22 dicembre 2009
La vela olimpica diventa Virtual (in tutti i sensi?)
UN BEL VIDEO: VIRTUAL EYE PER LE CLASSI OLIMPICHE, BELLE RAGAZZE E TANTA VELA
Si è conclusa a Port Phillip Sail Melbourne 2009, prima tappa del circuito ISAF World Cup della vela olimpica. Solo 8 classi al via (mancavano Star e Elliott6 match race femminile), e partecipazione piuttosto scarsa: si può parlare di un mezzo clamoroso flop per il primo evento del tour sul quale la federvela mondiale punta molto. Una falsa partenza che imporrà riflessioni, e che sposta da subito i riflettori (e le attese) sulla seconda tappa, quella di Miami prevista a fine gennaio 2010. Se anche Miami non soddisferà, l'ISAF World Cup rischia di andare in crisi davvero. Al momento le notizie dalla Florida indicano che le iscrizioni procedono a rilento. Italiani iscritti solo Diego Romero e Giacomo Bottoli (Laser) e Francesca Clapcich (Laser Radial). Ne riparleremo, anche con gli esperti e con gli atleti.
Peccato per Melbourne, perchè gli organizzatori hanno fatto le cose in grande: lo potete vedere dal filmato che vi proponiamo: l'uso del Virtual Eye (siamo abituati a vederlo in Coppa America e adesso nella Louis Vuitton Cup) sui 49er e sulle vele olimpiche è davvero strabiliante, e apre nuove prospettive al modo di proporre e comunicare lo sport della vela anche nella sua dimensione minore che però spesso è quella con le componenti agonistiche più elevate. E poi: sfilate di belle modelle a scopi sociali, cielo e mare azzurrissimi intorno alla skyline di Melbourne, vento che va e (più spesso) viene. Insomma Sail Melbourne è una gran regata, ma sembrava funzionare meglio da sola che sotto l'egida dell'ISAF World Cup.
Per la cronaca, questi i vincitori nelle varie classi dopo le Medal Race. Finn: l'australiano James Patterson; 49er: Outteridge-Jensen, gli australiani imprendibili; Laser: il canadese Michael Leigh; Radial: l'olandesina Marit Bouwmeester ha battuto l'americana Railey; 470M: gli australiani Belcher-Page (da segnalare gli unici azzurrotti presenti, i giovani pugliesi Michele Lecce e Adriano Nicola Pilgatti, che hanno concluso al 3° della Sail Off (una sorta di flotta silver) che equivale al 12° posto finale); 470F: le kiwi Jo Aleh e Olivia Powrie; RSXM: il colombiano Nicolas Lozano...; RSXF: l'aussie Jessica Crisp.
lunedì 21 dicembre 2009
Come eravamo (solo un anno fa)
No cari amici, non ci siamo sbagliati sulla data. Gli auguri li faremo presto, e giusti. Quella che vedete riprodotta è la cover della Newsletter FIV numero 40, che dopo un anno di pubblicazioni settimanali, con molte informazioni e link al sito, che hanno raggiunto oltre diecimila protagonisti del mondo della vela, a costo zero per la federazione, è stata "chiusa" dalla Nuova FIV. Una breve passeggiata per vedere come eravamo, appena dodici mesi fa. Il Natale non è forse il momento dei bilanci? Allora, cominciamo.
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Federazione Italiana Vela
Comunicazione Ufficio Stampa
Federvela.it NEWS – La Newsletter settimanale della vela italiana chiude l’anno con il numero 40
La Newsletter federvela.it NEWS pubblica il suo numero 40 in concomitanza con il passaggio dal 2008 al 2009. Un momento più che simbolico: con la vela che entra in un anno nuovo e ricco di aspettative; con la FIV rinnovatissima e pronta a un salto nel futuro; con le prime regate che già incombono; con calendari, programmi, idee e novità che faranno grande - ancora una volta e ancora di più - il movimento della vela italiana.
La Federazione Italiana Vela pubblica dal 21 gennaio la Newsletter settimanale “federvela.it NEWS”, inviata a tutti i dirigenti e gli organi federali, i 15 Comitati di Zona, i 650 Circoli velici affiliati, Giudici di Regata, Istruttori, Stazzatori, Associazioni di Classe, atleti, tecnici e tesserati registrati: una distribuzione di quasi 10.000 copie a tutti gli opinion leader dello sport della vela.
Federvela.it – NEWS propone ogni settimana il meglio delle news e del “Primo Piano”, le notizie, le immagini, le interviste, i risultati di regata e le novità dal Consiglio e dagli uffici federali, il “punto” del presidente FIV o di altri dirigenti, le iniziative di promozione della vela e altro, tratto dal website ufficiale www.federvela.it.
Per ricevere la Newsletter settimanale della vela italiana basta registrarsi nell’apposito spazio sulla home page del sito FIV (www.federvela.it) nel box NEWSLETTER.
Buon vento con l’informazione della FIV.
www.federvela.it
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Per leggere la Newsletter di fine anno 2008, dodici mesi fa, e scoprire come eravano, questo è il link: http://www.federvela.it/node/3243
Per vedere invece tutte le pubblicazioni emesse, fino alla cessazione decisa dai responsabili della Comunicazione della Nuova FIV, questo è il link: http://www.federvela.it/taxonomy/term/30
venerdì 18 dicembre 2009
A Melbourne, intanto
E’ nel vivo Sail Melbourne, nella ventosa baia di Port Phillip, primo evento del circuito ISAF World Cup 2010 per la vela olimpica. Il tour prevede sette eventi in Australia (Sail Melbourne), USA (Miami Rolex OCR 24-30 gennaio), Spagna (Palma 27 marzo-2 aprile), Francia (Hyeres 23-30 aprile), Olanda (Medemblik 26-30 maggio), Germania (Kiel 19-23 giugno) e Gran Bretagna (conclusione a Weymouth con la Sail For Gold 9-14 agosto, le stesse date delle Olimpiadi di Londra 2012).
L’edizione di esordio della World Cup ISAF, nel 2008-2009, ha coinvolto 2000 velisti da 65 nazioni. Nato per aumentare l’immagine, la visibilità e il valore agonistico della vela olimpica e dei suoi protagonisti (atleti, tecnici, organizzatori, sponsor e partner), il circuito ha avuto una lunga gestazione, ruotata intorno all’idea iniziale presentata all’ISAF da un delegato italiano, Riccardo Simoneschi, ha subito nel tempo varie modifiche e continua a suscitare attenzioni, commenti e a volte polemiche. Segno, comunque, che l’evento ha colpito nel segno ed è oggi un riferimento importante per il mondo della vela.
Dal punto di vista italiano ciò che pesa di più è la mancanza di una tappa del tour nel nostro paese. L’argomento è noto e di vecchia data, ma l’assenza di ogni intervento o candidature future non fa che rendere più evidenti l’impotenza e l’assenza di peso politico dell’Italia sulla materia. Per qualche anno, quindi, rassegniamoci a vedere la Coppa del Mondo ISAF delle classi olimpiche lontano da acque italiane.
La novità di quest’anno riguarda il sistema di punteggio, finalizzato a far vincere gli atleti migliori e non solo premiare la maggiore partecipazione a più tappe. Quest’anno il punteggio prenderà in considerazione solo 5 tappe sul totale di 7, con l’obbligatorietà che uno dei due scarti sia un evento tra quelli europei (la grande maggioranza). Andranno a punti soltanto gli atleti classificati ai primi 20 posti, con bonus di punteggi ai piazzamenti più alti.
A Melbourne, intanto, si regata da tre giorni col solito ventaccio australiano, Per pochini, però, e praticamente senza italiani. 12 Finn tutti AUS e NZL, con in testa l’australiano Patterson), 17 470M (in testa gli olimpionici Belcher-Page, coraggiosi e unici azzurri i giovani Michele Lecce con Adriano Nicola Pilgati, il timoniere è in Nazionale C, sono qui a spese loro e galleggiano al 13° posto: ma sarà sicuramente una esperienza utilissima), 8 470F (prime le kiwi Aleh-Powrie), 8 anche i 49er (primi i supercampioni del mondo Outteridge-Jensen), 43 i Laser (con l’USA Clayton Johnson al comando), 18 i Laser Radial F (prima l’americana non-ne-salto-una Paige Railey), 9 tavole RSX maschili (in testa Ong, di Singapore), e solo 6 le tavole RSX femminili (in fuga l’australiana Jessica Crisp). Per la cronaca, ci sono anche 30 Optimist a fare da sfondo alle classi olimpiche. Per essere la prima tappa della Coppa del Mondo, è moscia assai. Peccato, perchè (come mostrano le immagini del video - sotto - con le news della terza giornata, lo spettacolo non manca mai: anche per le classi paralimpiche).
giovedì 17 dicembre 2009
Tempus fugit
Va bene che il freddo pungente di questi giorni di mezzo inverno potrebbe aver ghiacciato gli ingranaggi, ma più che gelato il sito web della FIV (www.federvela.it) sembra imbalsamato. La copertina della home page è ferma al 2.12.2009 (yes, due dicembre, all'incirca quindici giorni orsono). Oltre due settimane con la stessa news in copertina? Bella, per carità, importante, sull'ultimo Consiglio Federale, con la nuova tessera FIV di Giugiaro-Besana, eccetera. Ma due settimane sono due settimane. Ne succedono di cose da copertina, nel mondo della vela, in due settimane. Non vi pare?
mercoledì 16 dicembre 2009
Centri Tecnici Federali: Campione del Garda e La Maddalena
Il Consiglio di Presidenza in programma domani a Genova, ultimo appuntamento istituzionale del 2009 (a proposito, il 14 dicembre è stato il compleanno dell'elezione di Carlo Croce alla presidenza FIV, auguri), ha in agenda il passaggio chiave della prima scelta dei Centri Tecnici Federali. Con qualche sorpresa in volata: si parla già di scambi di lettere ufficiali per due location, che saranno quindi ufficialmente i primi due CTF della Nuova FIV: 1) Campione del Garda, 2) La Maddalena.
Vediamo nel dettaglio le due sedi dove è andato a parare tutto il lavoro di indagine affidato con contratto al manager Aldo Tomasina (Bocconiano, consulente YCI, ex Unilever, Kraft, Prada Luna Rossa, Nautor Challenge, oggi a capo dei cantieri Toy Marine che costruiscono motoscafi trendy stile aragostiere USA), in attesa delle apposite future auspicabili o utopistiche comunicazioni FIV al proposito.
LA MADDALENA - E' la sorpresa della volata. Un Centro Federale sull'isola dell'isola c'era già stato: erano gli anni '80 e sul posto si allenava e si selezionava la squadra d'altura per l'Admiral's Cup. Poi anche qualche allenamento di classi olimpiche come la Star. Ma il motivo della straordinaria accelerazione che ha portato La Maddalena (obiettivamente bellissima ma altrettanto scomoda da raggiungere) a bruciare la concorrenza e diventare Centro Federale 2010, ha radici lontane. Dalla chiusura della base USA e dalla dismissione dell'Arsenale della Marina, La Maddalena da base militare si è vista obbligata a cambiare destinazione e ha ritrovato nel turismo la sua vocazione. Poi è arrivato il G8 (quello che poi si è fatto a L'Aquila) e con esso una serie stratosferica di lavori, riqualificazioni, ristrutturazioni. Progetti faraonici sui quali vi propongo il filmato di 7 minuti che compare sotto a questo blocco. Una meraviglia edilizia, un business colossale, una storia con risvolti in parte oscuri, e che prosegue con le gare d'appalto che spartiranno le varie anime dell'isola. Per quella nautica, è in corsa anche lo Yacht Club Costa Smeralda. I media locali sono sicuri anche di altri nomi: tecnici della struttura di missione, il braccio operativo del commissario del G8 Guido Bertolaso, stanno verificando le carte, ma è scontato che la gara per la gestione dell’ex arsenale, oggi trasformato in struttura ricettiva (hotel, centro congressi, porto turistico), la vincerà Mita resort, una srl controllata da Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, e da Andrea Donà dalle Rose, unico proprietario di Marzotto spa, gruppo leader nel tessile. G8 o meno, intanto al posto di un arsenale militare, contaminato da amianto e idrocarburi, oggi c'è uno yacht club con porto turistico per 700 barche, aree per conferenze, scuole di vela e un albergo di lusso progettati dall'architetto Stefano Boeri.
Rimasta senza G8 La Maddalena, pur se nel territorio la rabbia resta alta, guarda avanti. E Bertolaso, potente plenipotenziario dei lavori, ha trattato personalmente l'organizzazione sul posto della tappa italiana della Louis Vuitton Trophy, nel maggio del 2010, anche con il diretto coinvolgimento di Vincenzo Onorato (socio YCCS).
E' in questo quadro che è giunto a Tomasina il dossier per fare di La Maddalena un CTF. Detto fatto: questo angolo (conteso) di paradiso isserà presto la bandiera FIV. Naturalmente torneremo sui dettagli, e auguriamo lunga vita e intensa attività al Centro.
CAMPIONE DEL GARDA - Paesino-gioiello sulla Riviera dei Limoni, lungo la sponda bresciana a 20 minuti da Riva, era da anni in declino se non in rovina (molte case pericolanti), abbandonato da abitanti e turisti anche a causa dei difficili collegamenti. Finchè sono arrivati i nostri, sotto forma della Coopsette, gigante cooperativistico emiliano dell'edilizia (mezzo miliardo di euro di giro d'affari), leader in Italia nella riqualificazione di grandi aeree urbane ed industriali dismesse e nella valorizzazione di nuove aree. Il progetto di riconversione di Campione del Garda porta la firma di Boris Podrecca, star dell'architettura con cattedra a Stoccarda. Il faraonico progetto si è avvalso anche della collaborazione del Politecnico di Milano per l’impianto geotermico che assicura la climatizzazione all’intero borgo, e dell’Università degli Studi di Parma che ha eseguito gli studi e la verifica del comfort acustico.
Il responsabile del progetto è Amos Vacondio, dirigente della Coopsette e imprenditore da decenni nel settore, nonchè presidente della Fraglia Vela Riva e due volte candidato non eletto al Consiglio FIV. Il quale ha assicurato recentemente ai media locali sulle infrastrutture (storico problema di Campione): "Stiamo costruendo la strada alle spalle del borgo e del porto, e a breve la funivia che collegherà Campione con l'altopiano di Tremosine". Dunque Campione del Garda da villaggio operaio creato da Giacomo Feltrinelli si trasforma in villaggio vacanze, con ville e posti barca in vendita e hotel-resort sui quali sono già in corso trattative con quattro grandi catene alberghiere per la gestione in appalto. Il tutto "all'insegna del lusso e dell'esclusività" (6mila euro al mq).
Anche questo dossier ha esaminato il nostro manager Aldo Tomasina, aiutato molto dal gran lavoro dello stesso Vacondio che è stato spesso a Genova con carte e progetti. Anche qui è in arrivo la bandiera FIV. Naturalmente torneremo sui dettagli, e auguriamo lunga vita e intensa attività al Centro.
Vogliamo commentare? Due posti bellissimi che il mondo invidia all'Italia, due realizzazioni architettoniche strepitose che non sono costate nulla alla FIV, due aree di condizioni meteo favorevoli alla vela e tendenzialmente ventose, due lobby potenti alle spalle. Non potevano fallire. Ma restano anche i dubbi: due centri federali difficilissimi da raggiungere (traghetti, tunnel, funivie, strade tortuose) e distanti, due concept-location frutto di investimenti immobiliari la cui destinazione finale resta incerta, e in parte ancora da ultimare. E la morale elementare: tra le svariate possibilità, proposte da circoli velici anche gloriosi e storici, Zone e regioni più centrali e meglio collegate, strutture comunque a buon mercato e di pronta utilizzazione per le esigenze tecniche federali, tradizione di regate, scuola vela, impegno di dirigenti e quindi cultura della vela, alla fine hanno prevalso due soluzioni "di plastica", posticce, nuove, sfavillanti, meravigliose, esclusive. Ancora una volta, la Nuova FIV strizza l'occhio alla vela-vip e ai grandi club.
PS- Il Consiglio di Presidenza di domani, giovedi 17, ha anche altre cose interessanti all'ordine del giorno. Scommettiamo?
lunedì 14 dicembre 2009
A volte ritornano
Vela giovanile, piano under 16, classi diverse, vivaio per il futuro delle classi olimpiche, metodi di lavoro per le scuole di vela, movimento da far crescere. Pensate che siano argomenti nati ieri? O magari nel 2009, con la Nuova FIV? Siete fuori strada. E ve lo dimostro proponendovi il testo che segue, opportunamente depurato di certe parti per non farne identificare la data. Secondo voi è l’inizio di quest’anno? O forse siamo negli anni ‘80? O ancora prima, negli anni ‘70? Scopritelo anche voi. Alla fine c’è la soluzione. Per capire che la vela è fatta di corsi e ricorsi storici, che i valori del nostro sport e la voglia di migliorare sempre e guardare al futuro non sono riservati a qualcuno, ma sono parte del dna della Federvela.
“Il problema dei giovani era un argomento che la stampa, quotidiani sportivi e riviste specializzate, dibatteva pubblicando articoli di collaboratori e lettori. (...) La vela è più che uno sport, è qualcosa di più complesso, è uno sviluppo di concatenazione di tutte le forze fisiche, intellettuali e morali perché il pensiero ed il ragionamento hanno altrettanta importanza che ha la forza muscolare; la prontezza nelle decisioni, la rapidità di giudizio sono elementi indispensabili in moltissime circostanze (...).
La soluzione del problema dei giovani era nei programmi, anche se con iniziative isolate, di diversi circoli. (...) Alcuni Circoli molto lodevolmente hanno risposto con entusiasmo ai nostri incoraggiamenti e si sono dati da fare per chiamare a raccolta nuovi elementi e nuove forze. Non possiamo dire che sia stato fatto molto: ma una piccola spinta c'è stata, la macchina si è mossa, e noi speriamo che questo settore vada sempre più incrementandosi. (...) Di anno in anno il numero dei circoli che si occupavano del "vitale problema" dei giovani aumentava e veniva risolto con iniziative, con aiuti e sotto le forme più svariate. (...) Mancava un programma organico, una pianificazione nazionale che proponesse delle soluzioni a questo problema, affinché lo sport velico per i giovani non fosse una meta irraggiungibile. Per questo (...) ha sentito la necessità di studiare un coordinamento centrale onde poter orientare in fattiva concordia tutte le innumerevoli iniziative: ed è per questo che uno dei Membri del Consiglio (...) è stato incaricato di compiere un'accurata indagine presso i centri velici ove maggiore ferve l'attività giovanile, onde poter sottoporre al Consiglio (...) un piano armonico che la Federazione dovrà affrontare per aiutare queste iniziative e per essere presente con una assistenza e dei contributi tali da spingere anche quei Circoli tuttora assenti a prendere parte a questa opera che riteniamo indispensabile".
(...) Dopo aver fatto uno studio accurato chiedeva di essere affiancato da alcuni collaboratori, che (...) sceglieva fra coloro che da tempo si erano dedicati a questo problema, nasceva di fatto la Commissione Allievi. (...) Iniziava la programmazione suddivisa in due tempi: un piano, modesto, di immediata realizzazione e di limitata ambizione per (...) il poco tempo disponibile e un piano a lunga scadenza che veniva studiato e messo in atto (...), dando così il via ai (...).
"Sono lieto" - scrive (...) - "di dare oggi l'avvio, particolarmente laborioso in questa dura vigilia (...), al nostro piano studiato a favore dei giovani e dei Circoli affiliati che hanno maggiormente sentito l'importanza di questo fondamentale problema". I corsi per i giovani dovevano essere liberi per numero ed età dei partecipanti; tipo o tipi e numero di imbarcazioni adibite; metodi d'istruzione teorico-pratica e ordine delle istruzioni; durata. Entro il 31 luglio (...) avrebbe dovuto ricevere un rapporto esauriente sullo svolgimento del corso e l'elenco degli allievi nati dopo il 31 dicembre (...) giudicati idonei a sostenere, nelle sedi che saranno indicate (...), un esame di abilitazione secondo il seguente programma: nomenclatura delle imbarcazioni adottate nel corso; nodi principali e norme di manutenzione delle imbarcazioni; nozioni elementari sui venti e sulle andature; regole elementari di rotta e di regata; pratica di armamento, attrezzatura e manovra. Gli allievi ritenuti idonei ricevevano un brevetto (...) e uno speciale distintivo.
(...) Nonostante le previste difficoltà, alla luce dei risultati ottenuti si può concludere che l'iniziativa ha dato un confortante responso. (...) Tali risultati, con le innovazioni, le modifiche e gli emendamenti suggeriti dalle prime esperienze, saranno di valido contributo in avvenire all'organizzazione ed al coordinamento dell'attività giovanile, potenziata per quanto possibile e inquadrata armonicamente in un programma poliennale. [...]
(...) Barche. Tutti i Circoli, in maggiore o minore misura, lamentano la carenza di barche: in linea generale riteniamo utile - almeno in questo periodo iniziale del nostro lavoro - non aver imposto e non imporre un determinato tipo di barca.
(...) Conclusione. Possiamo senza incertezze affermare che l'attuazione (...) non è stata fine a sè stessa: i Circoli erano e sono, come lo era ed è il Consiglio (...), persuasi della indifferibile necessità di una "scuola di vela" i cui risultati, nel campo agonistico, potranno dare notevoli frutti in tempo non eccessivamente lungo. (...) Un vasto ed impegnativo compito si apre oggi davanti (...), un compito che potrà veramente rinnovare i quadri del nostro sport e portare nuove forze e nuovi rincalzi nelle varie classi di barche, olimpiche e non olimpiche. (...) Tale compito, è ovvio, richiederà un copioso dispendio di attività, da parte nostra e da parte dei Circoli, e si basa soprattutto sulla possibilità di poter contare sull'aiuto costante e generoso del C.O.N.I. Il problema dei giovani è, soprattutto, un problema di mezzi, e solamente il C.O.N.I. è in grado di risolverlo."
Piaciuto? So che probabilmente qualcuno ha già indovinato. Ma molti, la maggior parte di voi, sarà sorpreso di sapere che questo testo – che senza dubbio contiene alcune delle parole d’ordine del “fantascientifico” piano under 16 della Nuova FIV 2009-2012, ha la bellezza di 50 (cinquanta) anni! Si riferisce infatti alla nascita dei famosi Corsi Olimpia. Ma i corsi e ricorsi non finiscono qui: sapete come si chiamava il presidente che si diceva “lieto” dell’avvio laborioso del piano “a favore dei giovani”? Un certo Croce. Beppe Croce.
E cliccando qui trovate il link dove potrete leggere la versione integrale del testo, tratto dal Volume “70 Anni della Federazione Italiana Vela” di Franco Belloni – Capitolo XXXIV).
venerdì 11 dicembre 2009
Vincenzo guarderà il mare da Procida
Dal Reale Yacht Club Canottieri Savoia - "Si celebrano domani, sabato 12 dicembre, i funerali di Vincenzo Sannino, il velista tragicamente scomparso mentre era in mare giovedì 10 dicembre. La cerimonia funebre, officiata da don Giuseppe Carmelo, si terrà nella parrocchia di Santa Lucia a Mare. Subito dopo, la salma del ragazzo sarà imbarcata su un traghetto Caremar e trasportata sull'isola di Procida, dove la famiglia ha chiesto che riposi. Ad accoglierla, ci saranno il sindaco Gerardo Lubrano Lavadera e il vicesindaco Luigi Muro, che del Circolo Savoia è socio e che si è adoperato per esaudire le richieste dei genitori del giovane velista e di Pippo Dalla Vecchia, il presidente del circolo napoletano. Muro ha immediatamente garantito che a Vincenzo sarà data sepoltura accanto alla cappella della sua famiglia. I familiari del ragazzo e i soci del Savoia accompagneranno Enzo in questo suo ultimo viaggio.
Al circolo di Santa Lucia sono giunti numerosissimi messaggi di cordoglio e di condivisione del dolore da tutta Italia. Tra questi, quello di Carlo Croce, presidente della Federazione Vela. La partecipazione al lutto dell'intero movimento velico e sportivo italiano, scossi da questa tragedia, è stata unanime. - RYCCS"
Domani dunque i funerali di Vincenzo Maria Sannino, il velista di 16 anni morto annegato durante un allenamento in 420 davanti al Castel dell’Ovo a Santa Lucia. Uno spiraglio di luce in questa tragedia: è stato accolto l’accorato appello del papà di Vincenzo Maria, Pasquale, che aveva chiesto: “Aiutatemi a fare in modo che mio figlio possa essere seppellito a Procida, davanti a quel mare che tanto amava e che ce l'ha portato via”.
Un club velico avvolto nel dolore. In mattinata, secondo quanto riportato dal website del “Mattino” di Napoli, l’atmosfera al glorioso Savoia è pesante: tavolini vuoti e silenzio. Sulla banchina soltanto due dipendenti intenti a pulire. All'interno il personale della reception e il presidente Pippo Dalla Vecchia. Occhi rossi, volto teso e provato per la tragedia che ha colpito la famiglia Sannino, il club, la vela. “Siamo tutti distrutti - dice Dalla Vecchia - È un dolore che ci porteremo a lungo perchè siamo una grande famiglia”. “Alla famiglia Sannino saremo vicini con tutte le nostre forze”. Il padre del giovane velista, come raccontato da Dalla Vecchia, “è stato qui a lungo ieri notte, qui vicino al gommone su cui è morto il figlio”. Un padre sconvolto che ha perso il suo unico figlio, un figlio a cui vuole dare una degna sepoltura. “Stamattina - informa Dalla Vecchia - il padre del ragazzo mi ha chiesto di aiutarlo per far seppellire il figlio in un bel posto e non nell'orribile cimitero di Poggioreale. Forse è possibile trovare un posto nel cimitero di Procida”. Anche il sindaco di Procida (Napoli) Gerardo Lubrano Lavadera ha confermato.
Dopo che il RYCC Savoia ha annullato la propria attività fino a domenica 13, anche il Comitato V Zona del presidente Gianni Pellizza, ha preso una decisione analoga, annullando il programma di regate, compresa la tappa del campionato invernale del golfo di Napoli. L’unica regata che si disputerà sarà quella organizzata a sostegno delle iniziative Telethon. Anche la FIV – con un intervento diretto della presidenza federale – si è fatta sentire come istituzione, e ha disposto che in occasione delle Regate in programma nel fine settimana del 12-13 dicembre nelle altre Zone, sia osservato un minuto di silenzio in memoria di Vincenzo Maria.
Intanto si continua a indagare sulle possibili cause dell’annegamento del giovane prodiere. Da più elementi sembra avvalorarsi l’ipotesi che Vincenzo Maria sia rimasto impigliato in qualche manovra dopo la scuffia. I Carabinieri stanno completando le indagini e la disgrazia prende così forma. E’ stato confermato che il giovane indossava regolarmente il giubotto salvagente, e anche questo particolare fa ritenere che per qualche impiglio non sia riuscito a riemergere. Una testimonianza importante resa ai militari – secondo quanto riporta “Il Mattino” - è quella del coetaneo di Vincenzo che era in barca con lui, al timone. Seppure sconvolto dalla perdita dell'amico, il giovane timoniere ha raccontato che forse una raffica improvvisa, durante una virata, ha creato le condizioni per il ribaltamento dello scafo. Nello stesso specchio di mare c'erano altri tre 420 in quel momento che si sono avvicinati. A bordo di uno, c'era l’Istruttore del circolo Savoia che organizza i corsi di vela. Ma anche lui ha potuto fare poco, se non chiamare immediatamente i soccorsi da terra. Medico sociale (presente in sede) e un operatore della Croce Rossa, che era casualmente ospite del club, hanno tentato disperatamente di rianimare Vincenzo Maria su un gommone.
Resta da capire come, dove, perché il povero Vincenzo Maria sia rimasto impigliato, intrappolato sott’acqua senza poter tornare a galla e respirare per lunghi e decisivi secondi. Dopo una scuffia – che può essere più o meno repentina – passano sempre alcuni secondi, nei quali l’equipaggio riprende posizione per rialzare la barca. Può capitare di restare sotto lo scafo rovesciato (nelle scuole vela si insegna la manovra anche per la tranquillità psicologica dei ragazzi, dimostrando loro che la riserva d’aria nel pozzetto consenta di riprendere fiato), ma solitamente dopo un po’ si torna a nuotare intorno alla barca, verso la deriva dopo aver portato la prua verso il vento. Chi osserva dall’esterno, segue questi istanti aspettandosi di veder comparire l’equipaggio, cosa che avviene sempre, normalmente. Nel caso di Vincenzo, sono questi i momenti decisivi. Quando dall’esterno hanno visto che non tornava a galla, è scattato l’allarme. E’ anche probabile che nel tentativo di liberarsi dall’incastro, Vincenzo abbia consumato più ossigeno e magari bevuto o respirato acqua.
Vincenzo Maria Sannino guarderà il mare dal Monte di Procida. Noi dovremo fare tesoro della sua tragedia, rarissima in uno sport sicuro come la vela, e rendere ancor più irrealizzabili in futuro incidenti simili.
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Vincenzo Maria Sannino funerali
giovedì 10 dicembre 2009
Vincenzo Maria Sannino (2.11.1993-9.12.2009)
La vela non è solo uno sport bellissimo ed emozionante, una disciplina in rapporto con la natura, una scelta di vita: la vela è anche uno degli sport più sicuri al mondo. Lo confermano le statistiche. La tragica morte di un giovane velista a Napoli, una delle città con la maggiore tradizione velica d’Italia, la città che ha ospitato le regate veliche della sola Olimpiade italiana (Roma 1960), è una di quelle fatalità che lasciano increduli. Morire durante la pratica dello sport più bello, a 16 anni, morire in mare durante un allenamento con una barchetta a vela, nel 2009, con le attrezzature e le tecnologie odierne, con l’organizzazione di un club storico come il Savoia, è un destino crudele, e un evento rarissimo. Purtroppo è anche un evento sul quale i media si gettano famelicamente, come sempre quando si incontrano le contraddizioni: il bello e il brutto, la tragedia e lo sport, la morte e la gioventù.
Il povero Vincenzo Maria Sannino (2.11.1993) era tesserato per il Canottieri Savoia, il club antico, il simbolo di Santa Lucia, lo sfidante di Coppa America. Era in allenamento con un 420. La barca ha scuffiato, evento questo si assai frequente e normale, anche nella sua gestione in sicurezza, e Vincenzo sembra sia rimasto per qualche motivo sotto la barca capovolta, impossibilitato a risalire in superficie. Su questo punto le versioni si contraddicono, e purtroppo siamo pieni di strafalcioni. Così abbiamo letto frasi come: “Per una causa non ancora chiarita una sartia (uno dei cavi che serve a sorreggere l'albero e a manovrare la vela) si è impigliata nelle caviglie del ragazzo che è così finito in acqua, facendo «scuffiare» (rovesciare) il leggerissimo scafo.” Oppure: “Durante l'allenamento è caduto in mare ed è annegato impigliato in una vela finita in acqua”. O ancora, il massimo: “la barca si è capovolta e il ragazzo è rimasto incagliato ed è annegato”.
Agenzie, primi flash da cronisti locali, news sui siti web di grandi quotidiani, riportati anche dai grandi (come corriere.it), servizi di piccole tv territoriali e news ripresa da qualche TG serale. La scarsa conoscenza della vela può spiegare parzialmente.
Quello che non si spiega, e che non si può accettare, è il modo in cui il sito web www.federvela.it, ovvero l’unico organo ufficiale della Federazione Italiana Vela, l’Ente per il quale il povero giovane atleta era tesserato e sotto la cui egida si svolgeva la sua attività di preparazione sportiva, ha ieri gestito la tragica notizia. 1) Sbagliando il nome della vittima (Francesco anziché Vincenzo); 2) riportando due delle tre frasi da qualche agenzia, contenenti delle impossibilità tecniche, tra cui quella del ragazzo rimasto “incagliato”; 3) sbagliando persino il nome del club, suo affiliato, definito “Real” come una squadra di calcio.
Di seguito la news completa così come è stata online su www.federvela.it dalle ore 20 circa del 9 dicembre, fino alle ore 11,15 circa di oggi 10 dicembre:
“CORDOGLIO IN FIV PER LA PERDITA DEL GIOVANE VELISTA A NAPOLI
09.12.09
Nel golfo di Napoli, il 16enne Francesco Maria Sannino è deceduto durante una lezione di vela. Sannino era un allievo del Circolo Canottieri Savoia.
Durante l'allenamento è caduto in mare ed è annegato impigliato in una vela finita in acqua. A bordo della barca a vela c’era anche un altro ragazzo.
Per cause ancora in fase di accertamento, la barca si è capovolta e il ragazzo è rimasto incagliato ed è annegato nonostante i soccorsi immediati prestati sia dall'istruttore che era in una barca vicina che dell'altro ragazzo a bordo insieme alla vittima.
La Federazione Italiana Vela è vicina alla famiglia e al Real Yacht Club Canottieri Savoia in questo tragico momento.”
Come detto, questa mattina è stata rimossa e sostituita da una ancora più scarna:
“CORDOGLIO IN FIV PER LA PERDITA DEL GIOVANE VELISTA A NAPOLI
09.12.09
Nel golfo di Napoli, durante un uscita in mare a bordo di una deriva classe 420, è deceduto il 16enne Vincenzo Maria Sannino.
La dinamica dei fatti e le cause del decesso sono in corso di accertamento da parte delle Autorità competenti.
La Federazione Italiana Vela è vicina alla famiglia in questo tragico momento.”
Anche se gli errori – veramente imperdonabili per una Federazione Sportiva Nazionale in relazione al proprio sport – sono stati corretti o cancellati, resta l’impatto della Comunicazione FIV sulla vicenda: insufficiente, deficitario, sciatto. La Federvela ha delle precise responsabilità, e chi si occupa di Comunicazione per lo sport della vela deve esserne cosciente, sempre. Se la Comunicazione FIV è insufficiente, deficitaria e sciatta sulla vela olimpica, sulla promozione giovanile, sul fronte interno nei confronti di tesserati e affiliati: questo è grave e avrà delle conseguenze. Ma se la stessa deficienza la Comunicazione FIV la evidenzia nell’affrontare accadimenti drammatici, come il tragico incidente di Napoli costato la vita a un giovane atleta, questo è molto più grave e le conseguenze potenziali assai maggiori. Riflessioni che giriamo al Coordinatore del Settore Promozione Immagine e COMUNICAZIONE, il Vicepresidente Vicario Glauco Valerio Briante.
In serata, intanto, il Reale Yacht Club Canottieri Savoia ha diffuso il seguente comunicato: "Il Circolo Savoia, duramente colpito dalla tragedia consumatasi ieri pomeriggio, 9 dicembre, con la scomparsa durante un allenamento in mare del proprio giovane atleta Vincenzo Maria Sannino, sospende in segno di lutto tutte le attività sportive e sociali in calendario sino al 13 dicembre 2009 incluso."
Il povero Vincenzo Maria Sannino (2.11.1993) era tesserato per il Canottieri Savoia, il club antico, il simbolo di Santa Lucia, lo sfidante di Coppa America. Era in allenamento con un 420. La barca ha scuffiato, evento questo si assai frequente e normale, anche nella sua gestione in sicurezza, e Vincenzo sembra sia rimasto per qualche motivo sotto la barca capovolta, impossibilitato a risalire in superficie. Su questo punto le versioni si contraddicono, e purtroppo siamo pieni di strafalcioni. Così abbiamo letto frasi come: “Per una causa non ancora chiarita una sartia (uno dei cavi che serve a sorreggere l'albero e a manovrare la vela) si è impigliata nelle caviglie del ragazzo che è così finito in acqua, facendo «scuffiare» (rovesciare) il leggerissimo scafo.” Oppure: “Durante l'allenamento è caduto in mare ed è annegato impigliato in una vela finita in acqua”. O ancora, il massimo: “la barca si è capovolta e il ragazzo è rimasto incagliato ed è annegato”.
Agenzie, primi flash da cronisti locali, news sui siti web di grandi quotidiani, riportati anche dai grandi (come corriere.it), servizi di piccole tv territoriali e news ripresa da qualche TG serale. La scarsa conoscenza della vela può spiegare parzialmente.
Quello che non si spiega, e che non si può accettare, è il modo in cui il sito web www.federvela.it, ovvero l’unico organo ufficiale della Federazione Italiana Vela, l’Ente per il quale il povero giovane atleta era tesserato e sotto la cui egida si svolgeva la sua attività di preparazione sportiva, ha ieri gestito la tragica notizia. 1) Sbagliando il nome della vittima (Francesco anziché Vincenzo); 2) riportando due delle tre frasi da qualche agenzia, contenenti delle impossibilità tecniche, tra cui quella del ragazzo rimasto “incagliato”; 3) sbagliando persino il nome del club, suo affiliato, definito “Real” come una squadra di calcio.
Di seguito la news completa così come è stata online su www.federvela.it dalle ore 20 circa del 9 dicembre, fino alle ore 11,15 circa di oggi 10 dicembre:
“CORDOGLIO IN FIV PER LA PERDITA DEL GIOVANE VELISTA A NAPOLI
09.12.09
Nel golfo di Napoli, il 16enne Francesco Maria Sannino è deceduto durante una lezione di vela. Sannino era un allievo del Circolo Canottieri Savoia.
Durante l'allenamento è caduto in mare ed è annegato impigliato in una vela finita in acqua. A bordo della barca a vela c’era anche un altro ragazzo.
Per cause ancora in fase di accertamento, la barca si è capovolta e il ragazzo è rimasto incagliato ed è annegato nonostante i soccorsi immediati prestati sia dall'istruttore che era in una barca vicina che dell'altro ragazzo a bordo insieme alla vittima.
La Federazione Italiana Vela è vicina alla famiglia e al Real Yacht Club Canottieri Savoia in questo tragico momento.”
Come detto, questa mattina è stata rimossa e sostituita da una ancora più scarna:
“CORDOGLIO IN FIV PER LA PERDITA DEL GIOVANE VELISTA A NAPOLI
09.12.09
Nel golfo di Napoli, durante un uscita in mare a bordo di una deriva classe 420, è deceduto il 16enne Vincenzo Maria Sannino.
La dinamica dei fatti e le cause del decesso sono in corso di accertamento da parte delle Autorità competenti.
La Federazione Italiana Vela è vicina alla famiglia in questo tragico momento.”
Anche se gli errori – veramente imperdonabili per una Federazione Sportiva Nazionale in relazione al proprio sport – sono stati corretti o cancellati, resta l’impatto della Comunicazione FIV sulla vicenda: insufficiente, deficitario, sciatto. La Federvela ha delle precise responsabilità, e chi si occupa di Comunicazione per lo sport della vela deve esserne cosciente, sempre. Se la Comunicazione FIV è insufficiente, deficitaria e sciatta sulla vela olimpica, sulla promozione giovanile, sul fronte interno nei confronti di tesserati e affiliati: questo è grave e avrà delle conseguenze. Ma se la stessa deficienza la Comunicazione FIV la evidenzia nell’affrontare accadimenti drammatici, come il tragico incidente di Napoli costato la vita a un giovane atleta, questo è molto più grave e le conseguenze potenziali assai maggiori. Riflessioni che giriamo al Coordinatore del Settore Promozione Immagine e COMUNICAZIONE, il Vicepresidente Vicario Glauco Valerio Briante.
In serata, intanto, il Reale Yacht Club Canottieri Savoia ha diffuso il seguente comunicato: "Il Circolo Savoia, duramente colpito dalla tragedia consumatasi ieri pomeriggio, 9 dicembre, con la scomparsa durante un allenamento in mare del proprio giovane atleta Vincenzo Maria Sannino, sospende in segno di lutto tutte le attività sportive e sociali in calendario sino al 13 dicembre 2009 incluso."
lunedì 7 dicembre 2009
Infatti siamo alla frutta
La Primazona, che è la Zona numero 1 e copre la Liguria, culla della vela in Italia e patria del 100% del top-management della Nuova FIV, esercita la sua leadership morale segnando la rotta. E così la brillante newsletter dell'amico Tonino Viretti apre oggi, evidentemente ispirata dai giorni di festa che fanno già pensare al Natale, lasciando la vela e dandosi alla cucina.
Non perdetevi la ricetta dei Pansoti, rigorosamente ligure anche nel dialetto, ma con efficaci e complete spiegazioni, e anzi datevi da fare ai fornelli e fateci sapere come è andata con gli ospiti. Per tutto il resto, se continua così, saremo presto alla frutta.
Le nozze con i fichi secchi
Magari è un progetto nato così. Magari è una scelta di understatement, o per la tutela dell'ambiente, chissà. Senza il minimo livello di comunicazione, siamo costretti a procedere a tentoni. Fattostà che nel bilancio preventivo che il Consiglio FIV ha approvato nell'ultima riunione del 27 novembre, è stata confermata la cifra globale di contributi ai Comitati di Zona: 480 mila euro. Stessa cifra del 2009 che sta per concludersi. Pagamento a rate: 30% a testa per i primi tre trimestri, e 10% all'ultimo trimestre del 2010.
Non è l'unica dieta, nel bilancio dimagrante che la Nuova FIV propone a se stessa per il secondo anno consecutivo: ve ne sono altre anche su settori nevralgici a cominciare dalla stessa preparazione olimpica. La squadra azzurra si prepara a Londra 2012 con un budget pari al 20% di quello della squadra inglese, all'ingrosso due milioni contro dieci. Hai voglia a scrivere Piani Strategici Generali, se le risorse non ci sono. O far crescere giovani interessanti senza prospettare loro rimborsi o premi.
Le Zone, in particolare, sono state indicate da tutte le parti come il nuovo centro motore del piano Under 16, specialmente da chi di questa riforma ha una visione esagerata da Grande Enciclica del secolo. I presidenti di Zona, tutte persone entusiaste e capaci di gettare il cuore oltre l'ostacolo, sono pronti a tutto: ma chiedere loro di rivoluzionare la vela del futuro con un gommone (per quanto dotato di motore e carrello) e i soliti 40 mila euro di budget annuale complessivo regionale, è perlomeno pretenzioso.
Ai primi di gennaio la Consulta si riunirà a Roma, con lo scopo proprio di avere un cospicuo aggiornamento sul piano Under 16, insieme ai responsabili tecnici e ai consiglieri federali che si occupano di organizzazione periferica. Ma al di là di tutte le chiacchiere, le tabelle e le filosofie, stavolta sarà il caso di spiegare nel dettaglio quante, dove e come sono le risorse che la FIV mette a disposizione. Per forza di cose, ben oltre i 40 mila euro del preventivo. Impossibile parlare di Multilateralità e Multiclasse, con un Minibilancio.
Non è l'unica dieta, nel bilancio dimagrante che la Nuova FIV propone a se stessa per il secondo anno consecutivo: ve ne sono altre anche su settori nevralgici a cominciare dalla stessa preparazione olimpica. La squadra azzurra si prepara a Londra 2012 con un budget pari al 20% di quello della squadra inglese, all'ingrosso due milioni contro dieci. Hai voglia a scrivere Piani Strategici Generali, se le risorse non ci sono. O far crescere giovani interessanti senza prospettare loro rimborsi o premi.
Le Zone, in particolare, sono state indicate da tutte le parti come il nuovo centro motore del piano Under 16, specialmente da chi di questa riforma ha una visione esagerata da Grande Enciclica del secolo. I presidenti di Zona, tutte persone entusiaste e capaci di gettare il cuore oltre l'ostacolo, sono pronti a tutto: ma chiedere loro di rivoluzionare la vela del futuro con un gommone (per quanto dotato di motore e carrello) e i soliti 40 mila euro di budget annuale complessivo regionale, è perlomeno pretenzioso.
Ai primi di gennaio la Consulta si riunirà a Roma, con lo scopo proprio di avere un cospicuo aggiornamento sul piano Under 16, insieme ai responsabili tecnici e ai consiglieri federali che si occupano di organizzazione periferica. Ma al di là di tutte le chiacchiere, le tabelle e le filosofie, stavolta sarà il caso di spiegare nel dettaglio quante, dove e come sono le risorse che la FIV mette a disposizione. Per forza di cose, ben oltre i 40 mila euro del preventivo. Impossibile parlare di Multilateralità e Multiclasse, con un Minibilancio.
venerdì 4 dicembre 2009
Ciao Giorgio mi dispiace tanto perderti
L’ho saputo tardi, l’ho saputo tre giorni dopo. E’ morto Giorgio Casti. Il grande Giorgio, l’amico Giorgio. Il fondatore e direttore di Bolina, più che una rivista, un vero e proprio caso editoriale, una famiglia, una comunità. Giorgio è stato il leader buono di questa larghissima famiglia. Pacato e gentile, ma sempre netto nelle scelte, sia professionali che di vita. Giorgio è morto a 65 anni, troppo presto e strappato al suo mare dalla solita infame malattia, che però non è riuscita a impedirgli di restare fino all’ultimo sul ponte, in piedi, se stesso, faccia al vento.
Giorgio Casti l’ho incontrato la prima volta nel 1985 alla Fiera di Roma: lui aveva uno stand della rivista Bolina. Nuovissima, appena uscita col numero zero, formato piccolino (all’epoca c’era Bateaux in Francia, fatta così), disegni in copertina e anche dentro, tutta bianco e nero. Pochi metri più in là io ero – guarda le storie della vita – in un altro stand, quello della FIV, si proprio la Federazione Italiana Vela, pure nel 1985. Perché nel 1985 io facevo l’ufficio stampa del Comitato IV Zona della FIV, e quell’anno, quegli stessi mesi di Bolina, avevo anch’io registrato in tribunale una rivistina di vela: Fare Vela. Così ci siamo visti sul corridoio davanti al suo stand (anche all’epoca, in fiera lui restava tutto il tempo lì, seduto al suo stand, come al timone in oceano, fermo e rilassato, non sentiva il bisogno di andarsene in giro a saltabellare per il salone). Per qualche minuto, il destino di Bolina e di Fare Vela, appena nate, è stato sul punto di fondersi in una cosa sola. Chissà che rotte sarebbero state, Giorgio. Non se ne fece niente, le due riviste avevano (e hanno) orgoglio e lungavita nel dna.
Giorgio Casti era nato in Sardegna nel 1945 e poi milanese di adozione prima di trasferirsi a Roma, ha lavorato da giovanissimo e subito nell’editoria. Ha fatto il tipografo, l’impaginatore di quotidiani, libri, periodici, poi il grafico e redattore (dal Radiocorriere a La Repubblica e Il Giorno). Il mare era dentro di lui e alla prima occasione se n’è uscito fuori: ha iniziato sulle onde con un gozzo di legno, ma presto è arrivato il richiamo del vento. Prima una barchetta di sette metri, poi il passaggio al mitico Arpege, nove metri che teneva in Liguria nel periodo milanese, e quindi il Dufour 35. Crociere in lungo e in largo. Grandi viaggi e persino l’oceano, con barche di amici. Gli spazi del mare, quel pezzo di atmosfera speciale che c’è tra un’onda salata e una raffica di vento, tra la terra e il cielo, entrano definitivamente nella sua vita, al punto da spingerlo a fondare Bolina.
Bolina oggi è uguale a com’era ventiquattro anni fa.
Basta questo a dire che successo, che trionfo, sia stato questo giornale-comunità. Il capolavoro di Giorgio. Un miracolo del mare. Chiamatelo come volete, ma intanto togliamoci il cappello e inchiniamoci al maestro.
Io su Bolina ci ho scritto tanti articoli. Era bello vederci la mia firma su quel giornalino formato A5 bianco e nero di carta un po’ ruvidina, fra quei disegni al tratto che a volte ti facevano trasalire per la loro capacità di prendere dal cervello alla gola la tua passione per la vela. E’ stato per due tre anni, verso il 1995-1998, quando avevo lasciato la mia Fare Vela e iniziato i lunghi anni della comunicazione per la FIV. Ci vedevamo nella bella redazione a Piazza delle Coppelle, stavamo ore a parlare tra i libri, le idee andavano e venivano che era una bellezza, e io scrissi tante belle inchieste. Lui preciso, serio, puntuale. Una persona come poche. Poi finì ma l’appuntamento con Bolina è ogni mese. Grazie a te Giorgio.
Giorgio Casti andava poco alle conferenze stampa e ai vernissage. Non era tipo da pierre. Era un sardo, concreto, deciso. Sintetico. Modernissimo, per certi aspetti: senza fronzoli, che non fossero quelli del cuore. E così lui, il direttore di Bolina, una rivista-club, è diventato il consulente per la nautica del primo ministro Massimo D’Alema, e l’amicizia c’entra poco. Un governo di sinistra in quegli anni ha fatto tante cose in favore della nautica, magari anche grazie a Giorgio. Sempre lontanissimo da riflettori della ribalta.
E intanto, Giorgio, studiava la sua mossa più bella. Lo scacco matto di una vita.
Decide l’acquisto di una barca per la redazione. Dopo l’esperimento di un catamarano di 10 metri che fa il giro d’Italia e un portolano simpaticissimo, arriva Miranda V. Una barca gloriosa, ex scafo da regata disegno Doug Peterson in alluminio, un Impala 40, lungo 12 metri e mezzo. E per festeggiare i dieci anni di vita di Bolina, progetta un giro del mondo in barca a vela. In tanti progettiamo sogni: Gorgio lo realizza. Nel novembre del 1994 parte da Riva di Traiano, 80 km dalla redazione, con prua sulle Baleari. Farà diecimila miglia, fino a Tahiti, solo per la prima metà del viaggio. Un viaggio-vita, fatto di nuovi orizzonti, avventure, incontri, paesaggi, isole tropicali, lunghe navigazioni, esperienze di mare e di terra, sempre raccontate sulle pagine di Bolina e poi sul sito web. "Sono sempre di più le persone che abbandonano la routine per viaggiare in mare - dice Giorgio in una intervista a Repubblica - quando si mollano gli ormeggi il panorama si trasforma e, alla fine, si cambia anche dentro”. 1994-1997 Italia-Panama-Tuamotu. 1998 Polinesia, danni alla barca per un Tornado. 1999-2001 Polinesia-Nuova Zelanda. 2002 il ritorno in Italia.
Intorno a Bolina cresce una intensa attività editoriale che culmina con le pubblicazioni di Bernard Moitessier, uno dei miti storici della vela. Come Bernard, Giorgio deve fronteggiare un nemico subdolo più degli uomini e delle tempeste, che lo prende da dentro. Combatte, vince delle battaglie, resta al timone. Consegna Bolina nel 2005 ad Alberto, il figlio cresciuto intessuto degli stessi valori e degli stessi interessi: mare, grandi viaggi in oceano, lavoro editoriale. L’amore è anche continuità. Giorgio, resta a combattere, il suo timone contro l’onda malefica. Con onore, con pazienza, con la sua storia a tenergli compagnia, fino all’ultimo. Ciao Giorgio mi dispiace tanto perderti.
Giorgio Casti l’ho incontrato la prima volta nel 1985 alla Fiera di Roma: lui aveva uno stand della rivista Bolina. Nuovissima, appena uscita col numero zero, formato piccolino (all’epoca c’era Bateaux in Francia, fatta così), disegni in copertina e anche dentro, tutta bianco e nero. Pochi metri più in là io ero – guarda le storie della vita – in un altro stand, quello della FIV, si proprio la Federazione Italiana Vela, pure nel 1985. Perché nel 1985 io facevo l’ufficio stampa del Comitato IV Zona della FIV, e quell’anno, quegli stessi mesi di Bolina, avevo anch’io registrato in tribunale una rivistina di vela: Fare Vela. Così ci siamo visti sul corridoio davanti al suo stand (anche all’epoca, in fiera lui restava tutto il tempo lì, seduto al suo stand, come al timone in oceano, fermo e rilassato, non sentiva il bisogno di andarsene in giro a saltabellare per il salone). Per qualche minuto, il destino di Bolina e di Fare Vela, appena nate, è stato sul punto di fondersi in una cosa sola. Chissà che rotte sarebbero state, Giorgio. Non se ne fece niente, le due riviste avevano (e hanno) orgoglio e lungavita nel dna.
Giorgio Casti era nato in Sardegna nel 1945 e poi milanese di adozione prima di trasferirsi a Roma, ha lavorato da giovanissimo e subito nell’editoria. Ha fatto il tipografo, l’impaginatore di quotidiani, libri, periodici, poi il grafico e redattore (dal Radiocorriere a La Repubblica e Il Giorno). Il mare era dentro di lui e alla prima occasione se n’è uscito fuori: ha iniziato sulle onde con un gozzo di legno, ma presto è arrivato il richiamo del vento. Prima una barchetta di sette metri, poi il passaggio al mitico Arpege, nove metri che teneva in Liguria nel periodo milanese, e quindi il Dufour 35. Crociere in lungo e in largo. Grandi viaggi e persino l’oceano, con barche di amici. Gli spazi del mare, quel pezzo di atmosfera speciale che c’è tra un’onda salata e una raffica di vento, tra la terra e il cielo, entrano definitivamente nella sua vita, al punto da spingerlo a fondare Bolina.
Bolina oggi è uguale a com’era ventiquattro anni fa.
Basta questo a dire che successo, che trionfo, sia stato questo giornale-comunità. Il capolavoro di Giorgio. Un miracolo del mare. Chiamatelo come volete, ma intanto togliamoci il cappello e inchiniamoci al maestro.
Io su Bolina ci ho scritto tanti articoli. Era bello vederci la mia firma su quel giornalino formato A5 bianco e nero di carta un po’ ruvidina, fra quei disegni al tratto che a volte ti facevano trasalire per la loro capacità di prendere dal cervello alla gola la tua passione per la vela. E’ stato per due tre anni, verso il 1995-1998, quando avevo lasciato la mia Fare Vela e iniziato i lunghi anni della comunicazione per la FIV. Ci vedevamo nella bella redazione a Piazza delle Coppelle, stavamo ore a parlare tra i libri, le idee andavano e venivano che era una bellezza, e io scrissi tante belle inchieste. Lui preciso, serio, puntuale. Una persona come poche. Poi finì ma l’appuntamento con Bolina è ogni mese. Grazie a te Giorgio.
Giorgio Casti andava poco alle conferenze stampa e ai vernissage. Non era tipo da pierre. Era un sardo, concreto, deciso. Sintetico. Modernissimo, per certi aspetti: senza fronzoli, che non fossero quelli del cuore. E così lui, il direttore di Bolina, una rivista-club, è diventato il consulente per la nautica del primo ministro Massimo D’Alema, e l’amicizia c’entra poco. Un governo di sinistra in quegli anni ha fatto tante cose in favore della nautica, magari anche grazie a Giorgio. Sempre lontanissimo da riflettori della ribalta.
E intanto, Giorgio, studiava la sua mossa più bella. Lo scacco matto di una vita.
Decide l’acquisto di una barca per la redazione. Dopo l’esperimento di un catamarano di 10 metri che fa il giro d’Italia e un portolano simpaticissimo, arriva Miranda V. Una barca gloriosa, ex scafo da regata disegno Doug Peterson in alluminio, un Impala 40, lungo 12 metri e mezzo. E per festeggiare i dieci anni di vita di Bolina, progetta un giro del mondo in barca a vela. In tanti progettiamo sogni: Gorgio lo realizza. Nel novembre del 1994 parte da Riva di Traiano, 80 km dalla redazione, con prua sulle Baleari. Farà diecimila miglia, fino a Tahiti, solo per la prima metà del viaggio. Un viaggio-vita, fatto di nuovi orizzonti, avventure, incontri, paesaggi, isole tropicali, lunghe navigazioni, esperienze di mare e di terra, sempre raccontate sulle pagine di Bolina e poi sul sito web. "Sono sempre di più le persone che abbandonano la routine per viaggiare in mare - dice Giorgio in una intervista a Repubblica - quando si mollano gli ormeggi il panorama si trasforma e, alla fine, si cambia anche dentro”. 1994-1997 Italia-Panama-Tuamotu. 1998 Polinesia, danni alla barca per un Tornado. 1999-2001 Polinesia-Nuova Zelanda. 2002 il ritorno in Italia.
Intorno a Bolina cresce una intensa attività editoriale che culmina con le pubblicazioni di Bernard Moitessier, uno dei miti storici della vela. Come Bernard, Giorgio deve fronteggiare un nemico subdolo più degli uomini e delle tempeste, che lo prende da dentro. Combatte, vince delle battaglie, resta al timone. Consegna Bolina nel 2005 ad Alberto, il figlio cresciuto intessuto degli stessi valori e degli stessi interessi: mare, grandi viaggi in oceano, lavoro editoriale. L’amore è anche continuità. Giorgio, resta a combattere, il suo timone contro l’onda malefica. Con onore, con pazienza, con la sua storia a tenergli compagnia, fino all’ultimo. Ciao Giorgio mi dispiace tanto perderti.
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