giovedì 5 novembre 2009

Quanto è lontana Busan


AL VIA OGGI IN COREA DEL SUD, LA CONFERENZA ANNUALE DELL’ISAF, LA FEDERVELA MONDIALE
Il programma, i temi sul tappeto, le decisioni. E l’Italia...

Inizia oggi a Busan in Corea del Sud, la città che ospitò le regate veliche dell’Olimpiade di Seul 1988, l’Annual Conference dell’ISAF (International Sailing Federation) che si concluderà il 15 novembre. La conferenza annuale è l’appuntamento fisso della massima istituzione velica internazionale a novembre di ogni anno, e riunisce in un colpo solo Committees e Sub-committees (i Comitati, o Sub-Comitati quando solo un po’ meno centrali, sono i gruppi di lavoro nei quali sono impegnati i vari delegati di ciascuna federazione nazionale aderente all’ISAF (MNA = Member National Authority), oltre agli organi esecutivi della federazione, per discutere e deliberare sui temi più importanti nell’agenda velica mondiale, stabilita dal Mid-Year Meeting (la riunione ISAF di maggio riservata a Executive e Council) e dalle scadenze sportive internazionali del CIO, in particolare per le decisioni in materia olimpica. I Comitati ISAF comprono pertanto l’intero orizzonte dello sport velico, dalla vela olimpica alla vela giovanile e alla vela d’altura, dalla formazione alla tecnica, dall’organizzazione ai grandi eventi, dalle regole agli ufficiali di regata, e molto altro ancora.

La Conferenza Annuale culmina con i tre giorni di riunione dell’organo decisionale dell’ISAF, il Council il cui Chairman è lo stesso Presidente Goran Petersson. Quella di Busan è la prima Conferenza Annuale dopo l’Assemblea Generale che si è svolta lo scorso anno durante l’Annual di Madrid e che ha confermato lo svedese alla guida della federazione, ha eletto l’attuale Executive Committee 2009-2012 (definibile come il Governo ISAF in quanto è l’organo chiamato alle delibere finali), e ha indicato i membri del Council e dei vari Committee a seguito delle candidature presentate dalle varie autorità nazionali. Tra i vari meeting e le decisioni sullo sport della vela, la Conferenza è anche la sede dell’annuncio dei vincitori del premio ISAF Rolex World Sailor of the Year, che quest’anno verrà assegnato il 10 novembre in una serata di gala al Busan Yacht Club. Lo scorso anno il premio del Velista Mondiale dell’Anno ISAF Rolex ha visto ben due candidature italiane: Vincenzo Onorato e Alessandra Sensini, e il prestigioso riconoscimento a quest’ultima – attuale vicepresidente della FIV – del premio in campo femminile. Quest’anno non ci sono candidati italiani al premio. In corsa: in campo femminile Sam Davies (GBR), Hilary Lister (GBR), Blanca Manchón (ESP) e Anna Tunnicliffe (USA), e in campo maschile Pascal Bidégorry (FRA), Michel Desjoyeaux (FRA), Paul Goodison (GBR), Torben Grael (BRA) e Nathan Outteridge (AUS). Questo il link per sapere tutto di loro e del premio.

I dirigenti, i delegati dei Comitati e i membri delle Commissioni (organi consultivi tecnici, ulteriore anello della catena decisionale dell’ISAF) stanno viaggiando da tutto il mondo per raggiungere Busan, insieme ai rappresentanti delle MNA, delle Classi riconosciute, agli organizzatori di eventi, ai rappresentanti dell’industria, organizzazioni promozionali eccetera.

La Conferenza inizia oggi con una prima riunione dell’Executive, composto dal presidente, dai due presidenti onorari (Re Harald di Norvegia e Re Costantino di Grecia), dai 7 vicepresidenti (uno dei quali è l’italiano Alberto Predieri) e dal tesoriere David Kellet. Domani sarà il turno delle Commissioni (International Regulations, Medical, Coaches, Multihulls) e del Sub-Comitato sulle Classi Olimpiche. Da sabato 7 la Conferenza entra nel suo programma pieno, con le riunioni di Classes Committee, Race Officials Sub-committees e il Sub-comitato sul Mondiale giovanile Youth ISAF.

Questo il link per l’intera agenda della Conferenza di Busan 2009: http://www.sailing.org/2009-conference.php#confschedule
Questo invece è il link del microsito ISAF aggiornato con le decisioni delle varie riunioni: www.sailing.org/meetings.
E questo infine è il link dove è possibile scaricare o vedere tutte le Submissions e le carte dei vari Committee: http://www.sailing.org/2009-conference.php#confpapers

COME FUNZIONA L’ANNUAL CONFERENCE ISAF

L’elemento cardine che guida la discussioni e detta il processo decisionale è la “Submission”, sostanzialmente una proposta concreta per introdurre o per cambiare politiche e regole dello sport velico. Hanno titolo per presentare Submission le singole autorità nazionali (le federazioni veliche di ogni paese, come la FIV), le Classi ISAF, i presidenti di ogni Committee, l’Executive Committee e il presidente ISAF. Le Submission presentate sono assegnate all’esame di uno o più Comitati competenti per materia.

Nella prima settimana di Conferenza, i Committee (13 in tutto, qui trovate l’elenco completo: www.sailing.org/committees) considerano le Submission in agenda e passano delle “recommendations” (una sorta di sottolineatura di una o più proposte) al Council dell’ISAF. Oltre alle Submission, ogni Comitato esamina e discute molti altri propri argomenti, che possono includere il varo di iniziative promozionali, la selezione di località per futuri eventi e regate ISAF, analisi di risultati di eventi disputati, esame di Regole di regata ed eventuali aggiornamenti del Regolamento, certificazioni, e così via. Tra i Comitati più importanti l’Events Committee (composto da 28 membri e presieduto dal britannico Chris Atkins, per l’Italia c’è l’ex vicepresidente FIV Gianfranco Busatti, e vi partecipa anche l’Ufficiale di regata Alfredo Ricci, quale Chairman del Team Racing Sub-Committee).

Al termine della Conferenza la parola passa al Council dell’ISAF che si riunisce per tre giorni e prende le decisioni finali su tutte le Submission. Il Council fa proprie le “raccomandazioni” dei Comitati, e stabilisce definitivamente quali accettare o rigettare. Il Council è composto dai membri dell’Executive, più 31 componenti in rappresentanza di Gruppi di nazioni divisi per aree geografiche, delle classi, dell’offshore (la vela d’altura) e delle donne. Per l’Italia il rappresentante nel Council è l’ex presidente federale Sergio Gaibisso, oltre al vicepresidente ISAF Alberto Predieri.

I TITOLI DI BUSAN 2009

Non sono attese a questa Annual Conference decisioni fondamentali per la vela: è l’anno post-olimpico e tradizionalmente non è il più “caldo”. In discussione però l’Events Committee ha il tema del multiscafo olimpico, con il seguito di Submission e polemiche al mancato reinserimento del Tornado da Londra 2012, nonché una interessante anteprima su un possibile sviluppo della vela olimpica ridotta a 5 classi (10 specialità considerando le categorie maschile e femminile): multiscafo, singolo, doppio, skiff, chiglia e tavole. La decisione sulle classi olimpiche della Vela ai Giochi di Rio 2016 è in programma all’Annual Conference ISAF del 2010.
Da seguire anche le reazioni alla prima stagione dell’ISAF World Cup, il circuito delle classi olimpiche che non pare aver dato i risultati sperati soprattutto per la mancata gestione di una comunicazione efficace.
In tema di match racing forse le questioni più delicate e urgenti: manca una regola chiara sulle qualifiche olimpiche per nazione nella specialità Match Race femminile (12 posti disponibili, e la delicata questione su come garantire parità di condizioni a tutte le nazioni, anche le più povere), e l’ISAF dovrà anche chiarire l’uso delle barche Elliott 6. Nella federazione continua il braccio di ferro tra i fautori del match racing puro (che non vorrebbero l’obbligo di classi), e la “politica” che ha imposto l’Elliott 6: una scelta vista come primo passo destinato proprio ad allontanare nuovamente il match race dalle Olimpiadi.
Inevitabilmente a Busan si parlerà anche di Coppa America, per il ruolo dell’ISAF sia nel protocollo di intesa con Societé Nautique de Geneve (Alinghi) che nella nomina degli Ufficiali di Regata e della Giuria dell’evento, alla luce delle diatribe legali in corso a New York.

L’ITALIA A BUSAN 2009

Ultra-selezionata e ridotta all’osso la presenza italiana nella lontana Corea, quasi un distillato dei numerosi delegati ISAF (qui si possono vedere tutti con il dettaglio dei rispettivi incarichi: http://www.federvela.it/delegatiISAF). Costi di viaggio, difficoltà a trovare 3-7 giorni liberi dagli impegni di lavoro, argomenti non fondamentali all’ordine del giorno, hanno scoraggiato i più dal partecipare. I pochi “coreani” confermati sono il vicepresidente Alberto Predieri (nella foto a sinistra), il fratello Marco Predieri (Development & Youth Committee), il consigliere di presidenza FIV Walter Cavallucci (Match Racing Committee), e Alfredo Ricci, che quale umpire è già a Busan per un evento di match race internazionale. Poi c’è l’ORC (Offshore Racing Congress, l’associazione di classe dell’Altura dell’ISAF), che si riunisce in parallelo e per la quale non può mancare il suo presidente italiano Bruno Finzi.
Restano a casa titolari pesanti: da Sergio Gaibisso (Council) a Carlo Rolandi (Constitution Committee e spesso Alternate member di Gaibisso al Council), Gianfranco Busatti (Events), Riccardo Simoneschi (Equipment), Luciano Giacomi (Racing Rules), Alessandra Sensini (Windsurfing, nonché velista dell’anno uscente), Luca Ferraris (Medical), più altri con ruoli minori. In forse la presenza a titolo personale del presidente federale Carlo Croce, che non ha incarichi ufficiali.

ALTRE ASSENZE

--> Distanze e costi a parte, l’organizzazione federale ha brillato per l’assoluta mancanza di comunicazione (ma va?) e di coordinamento politico e logistico della presenza italiana nel massimo ente mondiale della vela. Andiamo in pochi e senza un comando, che almeno il vicepresidente Predieri dovrebbe assumere. Alcuni hanno inviato lettere o richieste alla FIV per chiedere direttive, e semplicemente (purtroppo come abitudine della Nuova FIV) non hanno ricevuto risposta. Negli anni precedenti, quantomeno, c'erano comunicazioni degli uffici federali ai delegati, per informarli sui viaggi e i relativi rimborsi. Stavolta tutto tace. Speriamo che il clima cambi presto: la vela italiana dovrebbe dare tanto e assumere un ruolo significativo anche nell’attuale ISAF, dopo i successi di risultati, di presenza e di organizzazione nei vari settori della vela.

Per parte nostra, cercheremo di darvi nei prossimi giorni tutti gli aggiornamenti da Busan, Annual Conference ISAF 2009.

mercoledì 4 novembre 2009

BMW Oracle: il mega trimarano disalbera in allenamento


(Nella foto - sailingscuttlebutt.com - due fasi dell'incidente al trimarano di BMW Oracle)

Se cercavate una conferma di quanto siano fragili ed estreme le due macchine da coppa messe in scena da BMW Oracle (trimarano) e Alinghi (catamarano), se non vi sono bastate le prime immagini, gli elicotteri sulle alpi, i motori e i ballast, bene: adesso avete la prova definitiva. BOR90, o USA, il maxi-tri di Larry Ellison, ha rotto l'albero oggi in allenamento a San Diego, con mare quasi piatto e vento a 8 nodi. Era un nuovo albero alla sua prima uscita, che il team stava testando.

Ora si potrebbe dire che Alinghi e BMW Oracle sono pari: 1-1 nel conto delle "disgrazie". Se gli svizzeri (appello a parte) hanno sul groppone organizzativo la necessità di impacchettare tutta la base di Ras Al Khaimah nel Golfo Persico e riportare armi e bagagli in altra località (presumibilmente Valencia, oppure altro posto ma nell'emisfero Sud...), ora anche gli statunitensi hanno i loro bei grattacapi. Sfasciare un alberello (53 metri di carbonio a profilo alare) del genere non è un problema secondario. Comporta soldi per farne un altro (ok, questo non è davvero un problema), ma soprattutto tempo per il montaggio e la messa a punto. Specie considerando che il team di San Francisco viene ritenuto molto vicino alla prova reale delle vele a profilo alare, le wingsail, e che presumibilmente un nuovo albero era stato pensato proprio per queste. Calcolando la perdite di tempo, quindi, Alinghi e BOR si leccano le ferite. E' come se al gioco dell'oca fossero passati entrambi sulla casella "Stai fermo un giro".

Domani (venerdi 6) l'udienza della Corte di New York sui regolamenti e le stazze (non proprio un passaggio secondario, ne potrebbero uscire delle belle), e poi si vedrà. Certo che in entrambi i litiganti, feriti e un po' sotto shock, potrebbe farsi strada l'idea di un accordo sottobanco: continuare a litigare e chiamare in causa la Corte, per arrivare all'impossibilità di regatare l'8 febbraio, e quindi ottenere un ulteriore rinvio. Insomma: muoia Sansone con tutti i filistei. In questo caso la coppa con tutta la vela...

martedì 3 novembre 2009

New York, udienza slitta da mercoledi 4 a venerdi 6. Alinghi presenta appello alla sentenza contro Ras Al Khaimah


Acqua alta, nuvoloni, chiarori sullo sfondo. La vicenda Coppa America è nel tunnel del suo autunno-inverno, ma la primavera arriverà, deve arrivare. Due sviluppi nelle ultime ore: 1) Appello di Alinghi contro la sentenza che vieta la coppa negli Emirati Arabi, 2) slitta l'udienza di domani, 4 novembre, spostata a venerdi 6 per l'indisponibilità di Brian Willis, l'avvocato di BMW Oracle-Golden Gate Yacht Club.

L'APPELLO DI ALINGHI
Il defender scrive: "La Société Nautique de Genève si appella contro la decisione su Ras Al Khaimah per la 33a America’s Cup. Il Defender della 33a America’s Cup, Société Nautique de Genève (SNG), ha deciso di presentare appello contro la decisione del giudice Kornreich del 30 Ottobre corso che rigettava la scelta Ras Al Khaimah negli Emirati Arabi come sede per la 33a America’s Cup. SNG ha chiesto la procedura d’urgenza per evitare qualsiasi possibile ritardo alla data prevista della regata nel febbraio 2010. La scelta di Ras Al Khaimah è stata fatta sulla base di quanto scritto dal giudice Cahn (il predecessore di Kornreich) nella sua sentenza del Maggio 2008 che stabiliva che la sede della 33a America’s Cup sarebbe dovuta essere ”Valencia o qualsiasi altra località prescelta da SNG”. Il Defender ha scelto gli Emirati per diverse ragioni: le perfette condizioni meteo per una regata a Febbraio, le infrastrutture offerte dal paese ospitante e l’esperienza degli Emirati Arabi nell’organizzazione eventi sportivi di livello mondiale."
Insomma il cavillo sta nell'errore fin troppo pacchiano della sentenza del giudice Cahn, che nonostante tutti sappiano che la prossima sarà una coppa basata strettamente sul Deed of Gift (non a caso la chiamano DOG Match) e quindi sulle regole da esso stabilite (molto chiare sulla località: o c'è daccordo o il defender sceglie emisfero in funzione della stagione, e a febbraio è sud), scrisse "qualsiasi altra località scelta da SNG". Un cavillo che non poteva sfuggire a questo esercito di avvocati accampato intorno all'America's Cup. Ma è difficile che la giudice Kornereich, succeduta a Cahn, torni sui suoi passi. Quindi l'esito certo dell'appello è solo quello di far trascorrere altro tempo, e non è chiaro a chi giovi adesso, visto che entrambi i team stanno lucidando le barche, testate e ritestate, modificate e ormai abbastanza al top delle rispettive prestazioni. Il seguito alle prossime puntate. Aspettando la primavera della coppa.

lunedì 2 novembre 2009

A Genova piove. Sul bagnato.


Pioggia battente e vento forte. A Genova queste condizioni meteo non sono proprio una novità, e nelle prossime ore si attende un lieve miglioramento.

Piove anche sulla Nuova FIV, nonostante la prevedibile atmosfera rarefatta d'alta quota al sedicesimo piano della Corte Lambruschini. Telegrafico riassunto delle ultime puntate.

1) Salone di Genova moscio e senza mordente, occasione sprecata per l'immagine della Federazione ma soprattutto per dare visibilità e spazio almeno a due grandi equipaggi della nostra vela olimpica, campioni d'Europa nel 2009: Giulia Conti e Giovanna Micol, Pietro e Gianfranco Sibello. Lo stesso presidente federale è sembrato dedicarsi con molta più allegra convinzione al giro del mondo e a Giovanni Soldini. Chissà se questa strategia (!) è stata dettata dal brillantissimo vicepresidentevicario nella sua veste di responsabile della comunicazione, finora non rilevata dagli strumenti.

2) Dopo una gestazione lunghissima e vari (infruttuosi) tentativi di addolcire la sintassi, il Consiglio Federale che-non-doveva-essere-bulgaro ha approvato in venti secondi e senza un briciolo di discussione il famoso e rivoluzionario Piano Under 16 sulla vela giovanile. Poichè pochissimi nel mondo della vela italiana ne sono stati resi partecipi, il progetto (lungi dall'essere oggetto di una "comunicazione" e promozione specifica) è almeno stato pubblicato sul sito FIV (recentemente precipitato nelle classifiche di audience internet, e come poteva essere altrimenti), suscitando un misto di sorrisi e fastidio. Sorrisi perchè approfondendo si scopre che di nuovo c'è poco e fastidio perchè quel poco tende a farsi passare sulla testa di scuole vela, istruttori e addetti ai lavori. Tutto ciò solo tra i pochi che resistono a leggere fino in fondo un testo a tratti incomprensibile. Per questo pare sia stato chiamato un prof. con l'incarico di dare almeno una sgrossata alla grammatica, in tempo per la riunione, che dovrebbe tenersi a breve a Genova, dei "referenti zonali" del Progetto. Scherziamo (ma non troppo) e confermiamo la promessa di un esame "popolare" del piano, affidato a decine di diretti interessati in tutta Italia.

3) Atteso a una comunicazione ufficiale sul nuovo staff di Tecnici Nazionali 2010, il Consiglio ha preso la curva bella larga e ha lasciato sul tappeto solo dei nominativi da perfezionare. Perfezionamento (accordi, contratti, emolumenti e programmi) tuttora in corso, con qualche risultato che vi abbiamo già anticipato, altri che vi anticiperemo e altri ancora che forse non sapremo mai, perchè l'ufficio stampa federale nel frattempo si è definitivamente messo in silenzio-stampa (zero comunicati da un mesetto). E pensare che qualcuno tra i nuovi Tecnici ha già diramato convocazioni per raduni e allenamenti. Ma è una federazione sportiva, o un club privè?

4) Data la promessa del presidente federale ("Entro l'anno Briante (ah, ndr) presenterà le modifiche allo Statuto") e le voci insistenti, all'ultimo Consiglio il presidente della Commissione Carte Federali Giancarlo Sabbadini ha sommessamente chiesto a che punto fossero queste modifiche (anche perchè lui sta mettendo mano all'aggiornamento del Regolamento allo Statuto). Gli è stato risposto che no, non c'è niente in arrivo, nessuna modifica entro l'anno. Promesse da marinaio. O forse, navigazione a luci spente (tecnica già vista). Le voci insistono: allo studio della Nuova FIV il Nuovo Statuto che punta a un Consiglio ridotto a 6-7 membri, elimina il principio della rappresentatività di tutte le 15 Zone e prevede un "peso" elettorale basato sul numero di tesserati, quindi il voto dei circoli più grandi vale di più di quelli piccoli. Solo voci. Ma in tempi di silenzio-stampa fanno un bel rumore.

5) Nonostante siamo uno dei paesi leader della vela mondiale - ruolo conquistato in vent'anni di crescita continua - l'Italietta rischia di restare una lontana provincia dell'impero ISAF. Tra pochi giorni inizia in Korea la Conferenza annuale della federvela mondiale (ci torneremo state certi), e - c'è bisogno di dirlo? - ad oggi dal palazzo di vetro non trapela nulla sui temi in dibattito, sul programma, sulla linea politica italiana e sulla partecipazione dei nostri delegati. Non ne sappiamo nulla noi, e vabbè, ma non ne sanno nulla neanche i diretti interessati (e dagli), cioè i delegati stessi ai quali, nonostante le varie richieste in tal senso, non è stato confermato neanche l'ok alla trasferta.

Il palazzo è di vetro, si. Ma le tende sono d'acciaio. Rivestito di polistirolo, per un migliore isolamento acustico. E la pioggia, così, neanche la vedono scendere.

"Bisogna percorrere ogni tanto il confine di se stessi per aver conoscenza dell'umiltà necessaria per vivere" (Intervista a Luca Del Zozzo)


(Nella foto, Luca all'interno del suo Pogo 2. Sul tetto i disegni con i cerchi del coraggio Maori, in ricordo del grande Simone Bianchetti)

La Transat650 ci ha rivelato un altro grande marinaio. Luca Del Zozzo (Corradi ITA 686), uno degli 8 solitari italiani alla Transat650. Uno che poteva finire tra i top ten. E’ andata diversamente (problemi di energia nella prima e Pot-Au-Noir severo nella seconda). Ma anche nel suo caso, questa Transat ha fatto conoscere un bravo velista e marinaio. Quella che segue è l’estratto da una sua bella intervista.

Si è conclusa la Transat 650 di Corradi Ita 686. 24 ore dopo aver tagliato la linea di arrivo e dopo una notte rigeneratrice, lo skipper Luca Del Zozzo ha risposto alle nostre domande. Risposte di un uomo che, pur avendo realizzato un exploit sportivo fuori dal comune e toccato il suo massimo agonistico, rimane semplice, naturale e umile. Già l'umiltà, segno distintivo dei grandi marinai, ne ha parlato durante la nostra conversazione lanciando così: “Bisogna percorrere ogni tanto il confine di se stessi per aver conoscenza dell'umiltà necessaria per vivere”. Marinaio e filosofo.

Dal punto di vista crudo delle classifiche: questo 12° nella seconda tappa della Transat650 è il tuo migliore risultato da quando navighi sui Mini?

Ho fatto terzo alla San Remo Mini Solo, ma non si può confrontare una regata di 140 miglia in Mediterraneo con trenta barche a una prova di endurance come la seconda tappa (3.200 miglia e quasi 50 concorrenti in partenza). Questo risultato è sicuramente costruito su un importante lavoro di preparazione che è stato possibile in gran parte grazie a Corradi. L'ingresso di Corradi come main sponsor ha dato una grande carica di responsabilità al progetto. La relazione con un'azienda di quel tipo, che ottiene successi commerciali grazie a un lavoro efficiente e lasciando poco al caso, ti richiama al dovere di fare bene e a prepararti come si deve. Mi ha aiutato a capire quale era la strada per ottenere risultati soddisfacenti e arrivare a Bahia dopo aver dato tutto e senza aver nulla da rimpiangere.

Ci racconti l'inizio della regata e le difficoltà che rappresentano il passaggio delle isole (prima le Canarie, poi Capo Verde)?

Siamo partiti di bolina. Ho seguito i consigli del meteorologo Bernot fino a un certo punto. Poi le condizioni meteo reali sono state un po' diverse dalle previsioni e ho dovuto adattarmi. I cancelli alle Canarie e a Capo Verde sono stati bellissimi momenti tattici. La strategia l´ho elaborata lì e sono contento di quanto ho fatto perché non ho preso cantonate. Alle Canarie, ho approcciato la punta di Tenerife sfruttando il buono (rotazione favorevole del vento, Ndr) sulla punta e, nella notte, ho preso la testa di un gruppo di tre barche che avevo davanti. Sono uscito dal canale fra Tenerife e Gomera davanti diverse miglia, in una posizione di controllo e pronto a iniziare la discesa verso la Mauritania forzando un po´ i ritmi. Il passaggio a Capo Verde è stato simile ma la troppa confidenza raggiunta con l'autopilota mi ha tradito. Lo spi si è arrotolato sullo strallo. Ho dovuto ammainare tutto per fare un giro in testa d´albero con il coltello. La mattina dopo avevo a fianco il 539 che era quinto. E poi c’è stata la notte dell’attacco…

(...) IL TESTO INTEGRALE DELL'INTERVISTA, con il racconto dai 40 nodi alle bonacce del Pot-Au-Noir, da non perdere, cliccando questo link.

domenica 1 novembre 2009

Riccardo Apolloni: Grazie per aver sognato con me

Immaginavo questa storia come ad una barca che parte da un lato del mare, si fa un puntino invisibile all'orizzonte e riappare per magia dall'altro lato del mare.
Mi sfuggiva un dettaglio: il tracking.
Così il puntino prima scompare, poi rimbalza nell'etere per entrare nel mondo virtuale di internet.
Il punto virtuale naviga su colori di vento: tra macchie di blu calma da evitare, verdi e gialli da allegri a felici, rossi spavento e neri popolati da demoni. Il punto naviga in perenne compagnia e gioca una interminabile partita a scacchi con altri puntini.
La barca reale naviga su un solo colore dalle mille sfumature: un blu punteggiato di bianco. Bianca è la misura delle sue emozioni dalle ochette allegre, alla schiuma che bagna e si fa fatica, poi spavento, ed infine paura.
La barca naviga in perfetta solitudine.
Almeno crede.
Poi scopre al rientro dalle tante mail che avete mandato che sola non era.
Grazie!
Grazie per avermi seguito.
Grazie per aver scritto.
Grazie per aver sognato con me.
Riccardo

giovedì 29 ottobre 2009

Russell Coutts: A Valencia, a Valencia!


Qual è l’idea dello skipper e CEO di BMW Oracle, Sir Russell Coutts, sul modo più veloce per far uscire la Coppa America dal pantano giudiziario nel quale è bloccata, con le ruote che girano a vuoto? Il Coutts-pensiero è contenuto nello “statement” diffuso stamattina dal suo ufficio stampa, ed è riassunto in tre parole: “Torniamo a Valencia”. Ecco il testo integrale della sua dichiarazione.

“Valencia è la migliore opzione per rimettere la Coppa America sul giusto binario prima possibile. Ed è ciò che il mondo della vela si aspetta. Sia BMW Oracle che Alinghi hanno basi attive nel Port America’s Cup della città spagnola. L’infrastruttura creata dal defender svizzero è in funzione, disponibile e pronta a ricreare l’atmosfera della precedente America’s Cup del 2007.
La settimana scorsa Cristobal Grau, assessore allo Sport della città di Valencia, ha detto che basterebbero poche settimane perchè la città sia pronta. E oggi il sindaco di Valencia Rita Barbera ha detto che la città accoglierebbe il ritorno della coppa a braccia aperte.
Nella sua sentenza, il Giudice Shirley Kornreich della New York Supreme Court, ha confermato il primato del Deed of Gift quale documento che governa l’America’s Cup. Questo significa che la Société Nautique de Geneve (SNG) deve scegliere una località secondo i dettami del Deed of Gift. Nonostante Valencia sia nell’emisfero Nord, è possibile disputare li la coppa america a febbraio del 2010 perché entrambi i team sono daccordo attraverso il mutuo consenso. Se SNG scegliesse una località nell’emisfero Sud invece di Valencia, noi chiederemmo di conoscere prima possibile il nome della località per avere il massimo delle informazioni possibili a organizzarci. Lo diciamo quasi tre mesi dopo la scadenza del periodo minimo di 6 mesi di comunicazione preventiva ordinato dalla Corte.
Noi confermiamo ancora la nostra volontà di sederci immediatamente con SNG/Alinghi per parlare e risolvere le significative questioni sulla 33ma Coppa America. Non c’è ragione perché SNG non debba chiedere all’ISAF di nominare una Giuria indipendente e neutrale con i normali compiti e poteri di una Giuria Internazionale in ogni regata, e da subito. In questo modo ogni futura controversia che riguardi le regole di regata o ad esse collegate potrà essere riferita a tale Giuria anziché richiedere di tornare ancora alla Corte Suprema.
Il Golden Gate YC e BMW Oracle Racing sono desiderosi di regatare il Match, con inizio l’8 febbraio 2010. Il nostro BOR 90 è tornato in acqua a San Diego, più pronto che mai, e ci sono ulteriori sviluppi tecnologici estremamente interessanti davanti a noi.”


mercoledì 28 ottobre 2009

Perchè possiate avere un idea di quello che è successo magari è il caso che vi dica cosa è successo


Luca Tosi, il baby, il più giovane e inesperto, il capitano di traghetti nella laguna di Venezia, il sosia-young di Mauro Pelaschier. Un inaspettato navigatore solitario italiano, uno degli 8 protagonisti della bella avventura chiamata Transat650. Quello che segue è il suo racconto in presa diretta, a poche ore dalla conclusione della regata. Emozioni, sensazioni, persino colori, odori e rumori del mare, del vento e della barca. Un ragazzo poco più che ventenne in Atlantico con una barchetta di sei metri e mezzo. Leggetelo e fatelo leggere. Grazie Luca. PS-Prima della Transat650 Luca aveva regatato solo una volta. In Optimist.

L'INIZIO DEL RACCONTO
Amici! BAHIA! Si si proprio Bahia! Si si ci sono arrivato con un mini! Si HO FATTO LA MINITRANSAT! cosa vuol dire aver fatto la minitransat? Non lo so .... , probabilmente aver fatto una cazzata, ma di quelle monumentali, una di quelle cose che diventano eccezionali, non perche' di per se siano eccezionali ma perche' smisurata, enorme. Faccio l'elenco delle cose che mi passano per la testa, cosi' come mi vengono, sono arrivato sta mattina alle 7-8 utc che sono le 4 locali e sono ramingo in cerca di equilibrio, sono un 50 ore che non chiudo occhio, forse dovrei dormire ma l'eccitazione e tanta...allora perche' possiate avere un idea di quello che e' successo magari e' il caso che vi dica cosa e ' successo. Ci vorebbe un libro ... per il momento vi risparmio e per il momento vi faccio un riassunto.... ; ) (...)

E LA VERSIONE INTEGRALE
Il racconto completo, da non perdere, con la perdita dello spi, la crisi, la calma ritrovata, il rapporto con la barca, il sogno realizzato, l'arrivo in Brasile... leggetelo qui: http://docs.google.com/Doc?docid=0AfenaRK4rm_PZGZmaG00aGtfNDBkY3BocDYyMg&hl=en

martedì 27 ottobre 2009

Paradiso perduto


Colpo di scena nella lunga strada verso la 33ma America's Cup. Con una sentenza netta, la Corte di New York ha accolto la richiesta di BMW Oracle (Larry Ellison) contro la scelta di Alinghi che voleva Ras Al Khaimah, negli Emirati Arabi quale sede delle regate del febbraio 2010.

La sentenza del giudice Kornreich è basata soltanto sulle regole contenute nel Deed of Gift, secondo cui non si può regatare nell'emisfero Nord nel periodo compreso tra il primo novembre e il primo maggio. Ora Alinghi ed Ernesto Bertarelli dovranno concordare con San Francisco una nuova località. Torna in corsa Valencia, gradita agli americani. Ma non si esclude il ricorso a una località dell’emisfero sud. O altri colpi di scena. L'Italia?

“Una delusione deludente – ha detto l’avvocato di Alinghi - ci dispiace per gli amici di Ras Al Khaimah che avevano fatti grandi sforzi organizzativi”. Il lavoro della Corte non è ancora finito, e la Coppa resta in Altomare.

Ras Al Khaimah è stata la Coppa America più virtuale e breve della storia. Un bel posto, che la comunità velica ha potuto conoscere e apprezzare. Bye Bye RAK.

Optimist, l'invisibile bronzo europeo degli azzurrini


Una buona notizia di vela giovanile, che – chissà perché – non trova posto tra le news del sito FIV (sempre prodigo di aggiornamenti su Giovanni Soldini). Al 22° BMW European Opti Team Cup a Berlino, i nostri ragazzi hanno conquistato il terzo posto di nazione. L’appuntamento è considerato da tutti come un vero e proprio Europeo a squadre.

La squadra azzurra era formata da Ettore Botticini (Gv LNI Follonica), Carlotta Omari (SVBG Trieste), Giacomo Ferrari (Gd LNI Ostia), Alessio Paolucci (Sailing Team Bracciano) e Jacopo Fanti (Amici della Vela Cervia), acompagnati dal tecnico Massimo Giorgianni. Ben 16 le squadre presenti, tutta l'Europa del Nord compresi gli Stati Uniti e Turchia nel week end 24-25 ottobre sul Lago Wannsee. L'Italia come da tradizione ha partecipato con una squadra composta dai primi 5 selezionati al recente Campionato Italiano svolto a Reggio Calabria.

Bella la formula che prevede l'ospitalità dei concorrenti presso le famiglie dei soci del club organizzatore, creando così un gemellaggio tra nazioni molto particolare. Istruttivo il viaggio che ha previsto, grazie alla pazienza e alla passione del Tecnico Massimo Giorgianni, numerose visite durante i tempi morti alla città, spiegandone un pò la storia e trasformando di fatto un evento sportivo in un esperienza unica e indimenticabile.

Le regate si sono svolte con poca aria e cielo plumbeo, anche pioggia all'inizio giornata, e temperature intorno ai 7/8 gradi ma nessuno si è scoraggiato dando vita su due campi di regata in contemporanea a round robin di alto livello tecnico. Alla fine la vittoria se l'aggiudica la squadra Turca, seconda la Germania e terza l'Italia. I nostri con un pò d'amaro in bocca per via dell'arbitraggio nel match con la squadra locale, che a loro non è parso il massimo della correttezza, sentivano di poter fare di più, visto anche che al primo round avevano battuto la Turchia con facilità.

Bilancio comunque positivo nel confronto diretto con le altre nazioni e bella soddisfazione per Giorgianni che porta a casa un altro podio europeo. Tutti al rientro con una curiosità: come verrà organizzata l'anno prossimo la partecipazione della squadra Italiana a Berlino alla luce del nuovo piano Under 16?

PS-Meglio tardi che mai (24 ore dopo questo minuscolo blog), la notizia è anche sul sito FIV...

"Doucement, Riccardo"

Era secondo a un soffio dalla meta. Si è ritrovato col mondo capovolto su una spiaggia a 33 miglia dal suo e nostro traguardo. Si è rialzato, ha bevuto rinforzandosi degli aiuti e della stima arrivata da tutte le parti, ha riparato uno dei timoni rotti, è ripartito e dopo una notte di stelle, l'ennesima e ultima notte su Mavie pour Mapei, poco dopo l'alba di oggi, quasi alle 7, Riccardo Apolloni ha concluso ufficialmente la Transat650. Per la fredda ufficialità, 31° di tappa e 21° in generale. Ma per tutti, Riccardo è lì sul podio. Doucement, come qualcuno ha scritto nella sua cabina.

Onore e Responsabilità


NEL GIORNO IN CUI LA CORTE DI NEW YORK SI RIUNISCE (PER DECIDERE SU RAS AL KHAIMAH) FULL-ATTACK DI BMW ORACLE CONTRO ALINGHI

"Vincere la Coppa America non porta solo onore, ma anche responsabilità. L'onore forse è perso, ma la responsabilità rimane". La frase è di Sir Russell Coutts, sottocapo di Larry Ellison a BMW Oracle, ed è indirizzata ad Alinghi, sua ex casa, e senza interposte persone a Ernesto Bertarelli, suo ex datore di lavoro e amico di famiglia. Roba pesante. L'idea che quella che tutti chiamiamo diatriba legale intorno all'America's Cup stia diventando ogni giorno una frattura più insanabile, con radici profonde.

Il colpo è arrivato a margine dell'ultimo e più pesante attacco legale di San Francisco (Golden Gate Yacht Club) contro Alinghi (Società Nautica di Ginevra), presentato oggi alla Suprema Corte di New York: i legali americani chiedono che la Corte tolga al club elvetico la qualifica di Trustee, o fiduciario, del Deed of Gift, connessa con la detenzione del trofeo. BMW Oracle chiede che le regate della XXXIII Coppa, nel febbraio del 2010, siano gestite da una entità terza incaricata dalla Corte nella qualità di fiduciario delle regole del Deed of Gift, che garantisca equità ai due concorrenti in gara. Una nota del GGYC chiarisce che questa richiesta non disconosce il ruolo di Alinghi quale sailing team defender e detentore della Coppa.

Il commento di Brad Butterworth, lo skipper neozelandese di Alinghi: “BMW Oracle dovrebbe lavare il suo comportamento antisportivo con una buona dose di acqua salata e di sole, accettando di competere per la Coppa in mare. Altrimenti si facciano da parte, lasciando spazio ad altri team che vogliono partecipare”.

Questa mattina intanto è prevista l'udienza sulla settima causa promossa da GGYC, quella sulla località di Ras al Khaimah scelta per le regate.

lunedì 26 ottobre 2009

Se lo dice lui



Aspettando la Coppa, Francesco De Leo, CEO del consorzio gardesano Green Comm Challenge, ci regala una previsione meravigliosa, che vale la pena estrapolare da una sua lunga dichiarazione odierna sulla situazione della Coppa America. Questo è il passaggio che conta davvero. Tanto più significativo perchè detto da uno come lui: professore alla Luiss e alla Bocconi, già cda IFIL, DG Telecom Italia, manager Wind, nominato Young Global Leaders dal World Economic Forum di Davos nel 1998, advisor di numerose società di new techologiesnegli USA come Simtone, Media Tenor, e oggi Senior Executive Advisor di Capgemini, e membro dell’International Advisory Board di Capgemini nell’area Telco, Media & Entertainment. Eccetera.

Ecco qui:

" (...) Non credo che possiamo tornare indietro nel tempo, rispetto all’evoluzione attuale della globalizzazione: e la soluzione sarà nello sviluppo di grandi multiscafi oceanici, in grado di trasportare container, spinti dalla forza dei venti. Molti degli sviluppi strutturali che vediamo sui multiscafi impegnati in Coppa America, sono destinati ad essere applicati allo sviluppo della logistica del trasporto dei container su scala globale: ogni giorno abbiamo evidenza che i designer che si occupano della progettazione dei multiscafi sono chiamati dai grandi gruppi presenti nello shipping internazionale a progettare navi da trasporto di nuova generazione. (...)"

INTANTO IL FUTURO E' QUI

(Nella foto: La società armatrice giapponese NYK ha ideato una nave portacontainer che emette il 69% in meno di CO2 (anidride carbonica) rispetto a quelle attuali. Si tratta quindi di una nave portacontainer ecocompatibile con una capacità di 8.000 TEU, che carica sopra coperta 21 file di containers. A causa della sua particolare lunghezza di 353 metri, la profondità è stata ridotta a 11,2 metri e, secondo gli ideatori, è necessaria una minore energia per la sua propulsione. Il classico motore diesel è sostituito da celle che utilizzano il metano come combustibile. Sulla nave sono presenti, inoltre, pannelli solari e vele che contribuiscono in maniera limitata nell'erogazione di energia a bordo. La nave è stata battezzata NYK Super Eco Ship 2030 ed è stata progettata dalla MTI (sorella della NYK) in collaborazione con lo studio di architettura italiano Garroni Progetti e la società finlandese Elomatic Marine. Come già il nome del progetto lascia intendere, la società giapponese prevede di varare le prime navi ecologiche nel 2030.)

domenica 25 ottobre 2009

TRANSAT650/L'Epilogo - Italiani coraggiosi


(Luca Del Zozzo)


(Luca Tosi)


(Daniela Klein)


Con Luca Del Zozzo 12°, Luca Tosi 16°, Daniela Klein 21°, sono arrivati a Salvador de Bahia tutti gli italiani. Mancano ancora: tra i prototipi Gaetano Mura, che naviga in 25ma posizione a 100 miglia dal traguardo, e nella categoria di Serie lo svizzero “italiano” Andrea Rossi, 39° al momento.

Feste notturne a base di caipirinha per Luca Del Zozzo, ottimo 12°, che ha rilanciato l’atmosfera di gioia diffusa sui pontili del Club Nautico. Poi è arrivato Luca Tosi, il più giovane skipper in gara, che si è migliorato rispetto al 24° della prima frazione a Funchal, e si è tuffato a sua volta nelle acque calde del porto. Un altro ragazzo su cui puntare. Quindi Daniela Klein, la prima velista italiana nella storia della regata. Sicura e serena: “E’ andato tutto benissimo, nessun problema, solo un po’ di noia e stanchezza nelle calme equatoriali”.

Giancarlo Pedote 4° tra i Serie, Andrea Caracci 13° tra i prototipi, Luca Del Zozzo 12°, Luca Tosi 16°, Daniela Klein 21ma, e Riccardo Apolloni, la grande sorpresa della regata, spiaggiato con i timoni rotti a un soffio dallo storico 2° posto meritatissimo. Si completa la flotta azzurra al di là dell'Atlantico, una piccola comunità del mare, soddisfatta e felice nell'abbraccio dello spirito unico della grande-vela-mini. Una bella figura complessiva, un messaggio al futuro.


(Luca Tosi e Mauro Pelaschier: incredibile somiglianza)

sabato 24 ottobre 2009

TRANSAT650/L'Epilogo - Tutti con Riccardo

Non è finita per Riccardo Apolloni. La barca è salva e arrivano i nostri. La prospettiva di ripartire per concludere la regata non è assurda. E tutta la comunità dei mini è per lui.

Giancarlo Pedote arriva a Salvador sotto la pioggia, giusto il tempo di godersi il 4° posto e poi soffre maledettamente per la sfortunaccia di Riccardo Apolloni. E il "nemico" Francisco Lobato, il portoghese che ha vinto nella combinata delle due prove tra i Serie, che ha messo a disposizione il kit per un nuovo timone.

Riccardo e il suo Pogo sono su un corpo morto, poco fuori dalla spiaggia a 30 miglia dal traguardo, con entrambi i timoni rotti. Dei pescatori locali hanno trainato la barca dal bagnasciuga ad acque piu' profonde.

Gli organizzatori sono sul posto, insieme al materiale di ricambio offerto da Lobato. Riccardo potrebbe riparare la barca e ripartire per concludere la sua Transat650. Ma prima si impone un attento inventario dei danni.

TRANSAT650/L'Epilogo - Andrea Caracci 13° e in clinica (infiammazione all'occhio)



Il capitano è arrivato a Salvador de Bahia. Andrea Caracci ha tagliato il traguardo alle prime luci dell'alba di oggi, dopo 20 giorni, 18 ore, 38 minuti e 45 secondi alla media di 6,28 nodi, al 15° posto di tappa e 13° assoluto sulle due frazioni della Charente Maritime-Bahia 2009. E' anche il primo italiano a concludere la regata.

Subito dopo il suo arrivo, Andrea è stato trasferito in una clinica oftalmica, per curare una violenta infiammazione all'occhio sinistro.

Sfortune e avarie non l'hanno fermato: il capitano è sempre il capitano...

ED ECCO GIANCARLO PEDOTE: E' 4° E MIGLIORE ITALIANO NEI SERIE



Giancarlo Pedote su Prysmian è arrivato a sua volta a Salvador, circa tre ore dopo Caracci, ma appena un'ora alle spalle del terzo classificato, il francese Macaire. E' 4° tra le barche di serie, un risultato splendido, da complimenti, che tiene alto il morale nonostante la notizia-macigno di questa mattina sullo spiaggiamento di Riccardo Apolloni (sulla quale ancora non ci sono notizie aggiornate).

Oh no, Riccardo!



Clamoroso e drammatico epilogo della Transat650 per Riccardo Apolloni: la sua barca Mavie puoi Mapei è finita su una spiaggia a 60 km a nord di Salvador de Bahia, il porto d'arrivo dopo 4200 miglia! Riccardo sta bene. Ha parlato con la moglie Patrizia che ha allertato l'organizzazione che sta provvedendo a inviare sul posto mezzi di assistenza. Sembra che si sia rotto un timone. Appena possibile nuove informazioni. Dopo Dalin, il secondo dei Serie arrivato è Lobato. Gianfranco Pedote è a 10 miglia dal 3°, Macaire, ma a solo 15 dall'arrivo: sarà comunque splendido 4°. Andrea Caracci ha concluso 13° dei prototipi.

venerdì 23 ottobre 2009

Nuovi Tecnici Nazionali, fumata grigia e primi nomi



MANKIN TORNA SULLA STAR, IL DT GHIONE SUL FINN, PICCIAU SUI 470M. E LE TAVOLE...

Bando, selezione, criteri oggettivi, programmi e volontà. La FIV ha chiesto a chi volesse di partecipare a una selezione per la scelta del nuovo staff tecnico nazionale. Le circa 60 schede sono state valutate da una apposita commissione. Martedi 13 e mercoledi 14 si sono svolti in Federazione dei colloqui con alcuni dei tecnici selezionati. E sabato 17 il Consiglio più che ratificare tali scelte, ha preso nota dei nomi indicati. Nessuna conferma definitiva, e infatti nessuna comunicazione ufficiale (ça-va-sans-dire) dagli appositi uffici, contrariamente alle attese diffuse che davano per scontata l’ufficializzazione di una lista di nomi dopo il Consiglio.

E’ una fase di stallo nella scelta dei Tecnici Nazionali, nonostante il grande impegno del DT Paolo Ghione che da parecchie settimane ha stabilito il suo quartier generale negli uffici FIV di Corte Lambruschini. Cosa succede? Varie cose. La “gara” istituita dalla FIV ha avuto un ritorno buono ma non esaltante: circa sessanta partecipanti che hanno inviato il modulo. La commissione che ha esaminato le domande ha scartato – come abbiamo già scritto – quelle prive dei requisiti, ed è rimasta con una rosa ristretta di nomi. Inoltre alcuni di questi sono da considerare pedine inamovibili. Risultato: i posti rimasti in gioco sono pochi, e i candidati pure. Con l’aggravante che la proposta economica e contrattuale della FIV non viene definita brillantissima, specie considerando il livello di professionalità raggiunto dal coaching nella vela internazionale e nazionale, e l’idea che ciascun tecnico abbia in carico una Classe. Il risultato è che più d’uno tra i selezionati ha frenato o ha preso le distanze. E il cerchio non si chiude.

In attesa delle conferme e mentre la data della comunicazione ufficiale FIV è spostata di almeno un mese, al prossimo Consiglio di metà novembre, le pedine da mettere sullo scacchiere sono poche. Proviamo a elencare le classi olimpiche. STAR: in un giro di valzer tornerebbe qui Valentin Mankin, la cui esperienza potrebbe riportare serenità dopo un anno di confusione. 49er: Luca De Pedrini, il suo sodalizio con i Sibello non si discute. 470F: Guglielmo Vatteroni, è “campione europeo” in carica con G&G. 470M: un nome nuovo, quello di Gianluigi Picciau, sardo con esprienze di tecnico nel 420 e di regatante nel 470, già nel giro delle squadre negli ultimi mesi. FINN: va via Mankin e chi arriva? Qui a sorpresa potrebbe intervenire, più o meno ad-interim, lo stesso DT Paolo Ghione. LASER M: Egon Vigna, già tecnico della classe, si spera con più stabilità. LASER RADIAL F: sempre più probabile che vengano accolte le speranze di Larissa Nevierov, che peraltro gioca in casa Aeronautica con Francesca Clapcich. RSX M: a seguire Heidegger, Esposito e compagnia la novità assoluta Adriano Stella, in arrivo dalla LNI Civitavecchia dove ha curato il boom della brava Veronica Fanciulli. RSX F: Se il DT Ghione curerà il Finn le tavole femminili (Sensini-Tartaglini-Linares) saranno affidate a Marco Jazzetta. MATCH RACE FEMMINILE: punto interrogativo per quello che sarà un tecnico del match racing in generale e in particolare seguirà la classe olimpica femminile.

Restando nel campo olimpico, singolare, e tutta da confermare, la voce che vorrebbe tra i partecipanti alla selezione anche la medaglia d’oro del windsurf Chris Sieber, fuoriclasse e grande atleta austriaco anche sul 49er, la cui disponibilità però non sarebbe stata presa in considerazione nelle fasi di selezione.

Tra le classi giovanili o di “interesse federale” le pedine si fanno più scarne e indefinite. Le uniche “certezze” (si fa per dire) riguardano il LASER YOUTH, che sarebbe affidato a Francesco Caricato, ex consigliere federale e già tecnico al seguito di squadre nazionali. La classe RSX a livello giovanile verrebbe coordinata da Ezio Ferin. La tavola TECHNO 293 toccherebbe a Filippo Maretti, già nel giro da qualche anno. Quanto a OPTIMIST, L’EQUIPE, 29er, TIKA, 420, insomma il lotto della classi dell’Under 16 multilaterale, un nome sicuro su cui puntare è quello di Marcello Turchi, che dovrà essere affiancato da più d’uno.

Work in progress, e il tempo stringe. Buon lavoro e pensieri positivi è il minimo che si possa augurare a tutti.

(Nella foto, Paolo Ghione e Alessandra Sensini festeggiano la medaglia d'argento di Pechino 2008, a Qingdao)

Vela d'Altura 2010, un (alto)mare di novità



CLASSIFICAZIONE ATLETI: ENTRANO NEL CALCOLO ANCHE REGATE SU MONOTIPI, COPPA AMERICA E OLIMPIADI

Novità in vista per il mondo della vela d’altura, alla luce dell’ultima riunione del Consiglio Federale del 17 ottobre scorso. L’aspetto più importante riguarda la classificazione degli atleti, con relativo sistema di gestione delle liste. L’obiettivo, come spiegato dal neo-responsabile dell’Altomare FIV, il consigliere di presidenza Fabrizio Gagliardi è stato quello di dare maggiore stabilità al sistema: “Abbiamo sviluppato un software adatto e aggiornabile e abbiamo dato incarico a una persona di gestire la raccolta dei dati e quindi la classificazione che sarà fornita direttamente dal programma. In modo trasparente e certificabile”. Una novità rispetto al passato sarà l’inserimento, ai fini della classificazione, anche dei risultati che riguardano attività su classi monotipo, alle Olimpiadi e in Coppa America. A gennaio, quando saranno pubblicate le prime classifiche aggiornate secondo i nuovi criteri, ci potrebbero essere sorprese.

Anche l’UVAI del resto segue attentamente questi sviluppi. Il tecnico incaricato dalla FIV sarà Carlo Gargaglia, che da molti anni segue le regate d’altura per conto dell’associazione degli armatori. “La classificazione è assolutamente necessaria allo svolgimento delle nostre regate – afferma Riccardo Provini, responsabile tecnico dell’UVAI – La sua attuazione ha due profili, uno operativo che spetta alla federazione la quale gestisce anche la Ranking List, l’altro più strategico, al quale collaborano strettamente FIV e UVAI”.

DAL 2010 SI ASSEGNA IL TITOLO ITALIANO DI VELA OFFSHORE

Un’altra novità riguarda l’introduzione di un nuovo titolo italiano nella categoria Offshore. Ancora Gagliardi: “Si vuole dare maggiore attenzione all’altomare “vero”, anche perché oggi le barche non sono più tirate come qualche anno fa e c’è un ritorno di attenzione”. Dal 2010 verrà quindi assegnato il titolo di Campione Italiano Offshore. Il titolo sarà basato sulla classifica combinata di un circuito delle 8 più note regate d’altomare in Italia (è stato attivato un censimento in tutte le Zone), per entrare nella graduatoria sarà necessario partecipare ad almeno 4. Il premio verrà assegnato al salone nautico di Genova, come quello per l’Armatore dell’anno.

Prime ipotesi anche sul calendario delle regate d’altura 2010, in attesa del prossimo Consiglio UVAI (28 ottobre) che ratifichi località e date. Il Campionato Italiano dovrebbe svolgersi a Livorno, mentre l’Europeo (quasi certamente assegnato all’Italia) potrebbe finire in Sardegna (Cagliari?).

giovedì 22 ottobre 2009

Una bella storia della Nostra Vela



Salvador de Bahia è un posto assai bello e in queste ore diventa anche il cuore pulsante della vela “bella”, quella dei Mini650, i piccoli velieri oceanici dei grandi marinai di ieri, di oggi, di domani. Porto d’arrivo della Charente Maritime-Bahia 2009, la Transat650 divenuta ormai appuntamento annuale, questa cittadina brasiliana sta accogliendo tra sole, vento e caipirinha i primi concorrenti della più affollata regata transatlantica della stagione. E tra i migliori, tra i primi, c’è anche qualche italiano, stavolta più di altre.

(Aggiornamenti sulla base del sito www.transat650.org) E' arrivato il vincitore della categoria Proto (Thomas Ruyant, su Faber France) e quello dei Serie (Charlie Dalin su Cerche Sponsor) è a 250 miglia da Bahia. Altri due sono vicini, e tra essi c’è anche l’italiano Riccardo Apolloni. Riccardo, alle 15:00 italiane di oggi è a 320 miglia dal traguardo, al secondo posto della classifica di serie, davanti all’avversario di sempre, il portoghese Francisco Lobato, distanziato di una ventina di miglia nelle ultime ore. Solo con la volontà e la caparbietà.

Riccardo Apolloni, napoletano, ingegnere navale di 43 anni, sul suo MaVie pour Mapei, potrebbe quindi battere ogni record nella storia italiana alla Mini Transat (oggi Transat650): con il secondo di classe, e anche un possibile 3° o 4° posto assoluto dell’intera flotta di 83 barche. Un’impresa, la sua, che ridisegna la mappa stessa dell’italia velica oceanica, e che nobilita l’intera partecipazione azzurra a questa edizione della corsa. Ben 8 navigatori, la prima ragazza, e altri ottimamente piazzati alle spalle di Apolloni. Un gruppo vero, insomma. Una generazione che spinge.

“CREDERCI E’ UN SOGNO, E FACCIO FINTA DI NON SENTIRE LA SVEGLIA”
Un ingegnere-napoletano, può sembrare una contraddizione in termini, e invece si rivela un mix fantastico in mare, se unito alla passione per le lunghe navigazioni a vela. E’ così che si costruisce la storia velica di Riccardo Apolloni, che ha mollato il lavoro per dedicarsi alla vela. Inseguendo un sogno.
“Inseguo la Mini Transat da ormai cinque anni. In questo tempo ho spesso pensato a cosa rappresenti per me questa regata: di volta in volta e a seconda degli umori dell'animo l'ho sentita come una sfida, un sogno, un progetto, un'esigenza.
Traversare l'oceano da soli su una barca di sei metri e mezzo è una sfida al "mare e al vento" se hai a vent'anni, ma a quaranta passati diventa una sfida con se stessi, con le proprie paure e con l'ansia che ti prende quando "fa buio".
Organizzare la cosa, far quadrare il bilancio delle spese e delle emozioni è un progetto, difficile da realizzare e per questo avvincente.
Crederci è un sogno. Sai che basta poco a far scattare la sveglia, ma all'occorrenza fai finta di non sentirla e vai avanti.
Un'esigenza, questa è forse la sintesi più corretta della cosa: inventarsi un sogno per combattere la paura del vuoto e restare "bambini".
Fortuna ha voluto che a furia di parlarne, seguirmi e accudirmi mia moglie si sia appassionata al punto di diventare la mia prima complice in questo gioco.”

LA MOGLIE-VELISTA-MANAGER, E IL SECONDO BEBE’ IN ARRIVO PROPRIO ADESSO
Riccardo Apolloni sta diventando papà per la seconda volta proprio nei giorni dell’arrivo a Salvador de Bahia. Guarda che scherzi ti combinano il destino, l’amore, le passioni... “Meglio così – dice lui – stare in alto mare mi fa evitare lo stress, preferisco sentire alla fine che tutto è andato bene”. Patrizia Zotti, 32 anni, leccese, moglie e manager-pr di Riccardo, a sua volta velista, tante miglia percorse in doppio anche in Mini650. Una tipa tosta come il marito. Coppie così, insomma, non stanno solo in Bretagna... Riccardo è napoletano, Patrizia pugliese di Lecce: il sud, il Mediterraneo come scuola marina e anche oceanica, perché no? Una bella storia della nostra vela.

(Una vela che è in salute, sta bene grazie, non ha bisogno di rivoluzioni o rifondazioni e tantomeno dogmi da una Nuova FIV)


(Riccardo e Patrizia a La Rochelle)

LA BARCA
Il "MaVie pour Mapei" - 426 - è un Pogo 2, il serie costruito dal cantiere Structures a Combrit, Francia. E' una barca di carattere: varata nel 2002, ha vinto la Transat del 2003 con Tymen Erwan al timone. Tenuta ferma fino al 2005, ha ripreso il mare grazie all'olandese Jelmer Bow. Nel 2007 ha corso per la seconda volta la Transat. A questo punto ha dimostrato di conoscere perfettamente la strada per Bahia...
E pensare che Riccardo aveva autocostruito un prototipo su disegno dell’amico Vincenzo Siviero, barca in compensato con appendici in carbonio, con la quale si è qualificato e ha percorso migliaia di miglia, rivelandosi troppo impegnativa (spiega Riccardo:“Per competere serve misurare le proprie possibilità: il proto è per noi troppo impegnativo, servono energie e capacità superiori alla nostra sfida di "famiglia"...insomma non ho nè il fisico nè il budget giusto, ecco perché passo al Mini650 di serie”). Una scelta umanamente e tecnicamente perfetta. Una scelta da marinai. Si vince anche così.

I RISULTATI 2008 DI RICCARDO
Guardandoli si poteva capire in anticipo che un tipo così doveva essere tenuto d’occhio... ma dove eravamo tutti quanti?. Pornichet Select: 5 su 40, Demi Cle: 17 su 28, Trofeo Marie Agnes Peron: 12 su 38, Mini Fastnet: 24 su 39, Port Medoc: 1 su 10, Les Sables Les Acores Les Sables: 6 su 30 , Percoso di qualifica: 17-26 maggio.

LA REGATA E GLI ALTRI ITALIANI
Oltre a Riccardo Apolloni, c’è Giancarlo Pedote, su Prismyan, ancora Pogo 2, ottimo 4° tra i serie anche lui in arrivo a Bahia (è a 100 miglia), altro risultato che si inserirebbe nella storia della partecipazione italiana alla Transat650. E altri due possono migliorarsi: 16° Luca Del Zozzo su Corradi (200 miglia al traguardo), 17° Luca Tosi su Golden Apple (210), il più giovane al via, un’altra bella storia da scrivere, 20° Daniela Klein su Tacchificio Monti, prima donna italiana a cimentarsi. Ritirato per sfortunate avarie Simone Gesi su dagadà, l’istruttore FIV di Follonica. Tra i prototipi il nostro capitano Andrea Caracci, alla sua terza partecipazione, oscar della jella nella prima tappa e poi una seconda d’attacco e rimonta, 15° a 370 miglia da Bahia con il suo Speedy Maltese. E il sardo Gaetano Mura, 25° a 670 miglia con GRF91.

CHI HA VINTO E PERCHE'
Il vincitore: Thomas Ruyant (proto), 28 anni francese di Dunkerke, navigatore di professione, ci riprovava dopo il 22° del 2007, e con modifiche importanti alla stessa barca (derive asimmetriche), è un atleta: Hokey sul Ghiaccio e Triathlon.
Charlie Dalin (primo tra le barche di serie a 250 miglia dall'arrivo), 26 anni francese, architetto navale con laurea a Southampthon, sette anni sul 420 e poi tanta altura ma anche cat Formula 18 e skiff, insomma un multilateralista, fino all’altomare, Sudney-Hobart e Transat650. In mezzo lavori importanti, in Coppamerica con GBR Challenge e coma yacht design coordinator di Ericsson 3-4, i vincitori dell’ultima Volvo Ocean Race. Capito? Solo questo genietto della vela globale è davanti al nostro 43enne ingegnere napoletano che sta diventando papà per la seconda volta. Chez-Riccardo!


(Nella foto, Riccardo Apolloni con Andrea Caracci, il "capitano")

L’ITALIA, LA MINI650, L’OCEANO: RICAPITOLIAMO
Tra statistiche, risultati e piazzamenti, l’Italia alla Transat650 non è più un neo, un caso, una fatalità. Quest’anno la flotta italiana è numericamente la seconda: Francia 55, Italia 8, Spagna 5, Germania e Gran Bretagna 3, Australia e Sud Africa 2, oltre a singoli da Nuova Zelanda, Portogallo, Svizzera con Andrea Rossi, Olanda, Norvegia, Brasile con Izabel Pimentel, una delle tre ragazze, e USA. Numeri che indicano qualcosa, a parte la tradizionale ritrosia “politica” degli inglesi che rifiutano la Mini francese. Noi ci siamo e cresceremo. E per l’edizione 2010 sono già pronti altri scatenati solitari650 in divisa azzurra. Persone di età variabile dai 20 ai 50 anni, con storie ed esperienze diverse, ma tutte con una lunga preparazione all’impresa. Tutto questo è il risultato di anni. Tutto questo ben prima della sbandierata decisione della Nuova FIV di “dedicarsi” ai ministi, con un centro federale oceanico, “un tetto” che forse nascerà a La Spezia. Bene grazie.

VIDEO: L'ARRIVO DEL VINCITORE, PRIME DICHIARAZIONI

lunedì 19 ottobre 2009

Valeva la pena aspettare


(Nell'immagine sopra: una tabella del Progetto Under 16 della Nuova FIV)

Da oggi pomeriggio, lunedi 19 ottobre, anche se non avete il decoder, non siete presidenti di zona (buoni) o tra i pochi eletti che l'hanno già avuto per le mani tremanti nel segreto, nelle settimane precedenti, potete vedervi, leggervi e aspirare a pieni polmoni il "parto" più significativo della Nuova FIV: il Progetto Under 16.

Il link con la versione del progetto Under 16 approvato dal Consiglio.

Trentaquattro pagine da leggere tutte d'un fiato, per poi tornarci su, a più riprese. Per capire e adeguarsi. Per scoprire tanta acqua calda, molte contorsioni linguistiche e organizzative, tanta buona volontà, sincera convinzione di essere nel giusto e voglia di indicare la strada ai viandanti. Predicozza iniziale e tormentone sull'elasticità, che forse è proprio l'elemento che manca di più al progetto. Ma insomma, è la base della nuova Normativa federale sulla vela giovanile, quindi poche chiacchiere: leggere e imparare.

Quanto a noi, a bordo di questa minuscola navicella-blog, nei prossimi giorni prenderemo l'ex oggetto misterioso e lo guarderemo al microscopio, ne scopriremo la formula, risaliremo al dna, lo analizzeremo ai raggi X. E non da soli: con la famosa base del nostro movimento, ovvero coloro che da oggi dovranno conviverci e lavorarci.

Come scritto tra i commenti del post precedente, resta fortissima la mia delusione per la clamorosa sotto-comunicazione di questa grande riforma.

A proposito: sono passate già 72 ore dalla conclusione del Consiglio Federale, e non è uscito alcun comunicato sulla riunione, le decisioni, le delibere. Nè sappiamo i famosi nomi dei nuovi Tecnici Nazionali selezionati. Complimenti.

domenica 18 ottobre 2009

...E la bonaccia dopo la quiete



Secondo copione, il Consiglio Federale di sabato 17 ottobre si è svolto rapidamente (dalle 11 alle 17: cinque ore utili considerando la pur veloce pausa pranzo) e senza sussulti. Rapidamente e senza sussulti, o meglio ancora senza discussione - in assenza cioè di commenti, distinguo, pareri discordanti o persino chiarimenti - è passata la radicale riforma dell'impostazione della vela giovanile in Italia. Della quale, al di là di tante (belle) teorie, continuiamo a non sapere nulla di preciso, e come noi il 79% dei tesserati (a voler traslare i risultati finali del nostro "Sondaggio Under 16"). Quella che è stata giustamente definita una revisione culturale, con le sue conseguenze per gli anni a venire, è stata deliberata nel perfetto stile-Nuova FIV: zitti zitti piano piano.

Il Consiglio federale ha approvato il piano Under 16 senza se e senza ma: l'endorsement personale del presidente federale equivaleva quasi a una richiesta di fiducia. Inutile sottilizzare sui dettagli, sulla copertura delle risorse che è ben lungi dall'essere definita, sull'impreparazione strutturale di gran parte delle realtà periferiche alle novità. Il piano potrà essere modificato in corso d'opera, le risorse si troveranno, ma l'approvazione politica non poteva più aspettare: questa l'urgenza. E il Consiglio ha approvato. Ora la Nuova FIV è davvero ancora più Nuova. L'era del nuovo approccio ai giovani che passerà alla storia come il piano Under 16 è ufficialmente iniziata. E con questo speriamo anche finisca il grottesco balletto dei segreti e dei misteri intorno al piano. Per spiegarlo, dettagliarlo, finanziarlo e realizzarlo, avrete (e avremo) tempo. Ma intanto, ora che l'avete approvato, rendetelo pubblico. Davvero. Integralmente. Subito.

Con il medesimo stile (andiamo di fretta-occorre la delibera-per i particolari ne riparleremo) è "finita" la storia dei nuovi Tecnici Nazionali. Il Consiglio ha preso atto che una ventina di nominativi su 60 "applicanti" è emersa da una "selezione" (le virgolette sono d'obbligo perchè i contorni della vicenda sono tutti piuttosto sfumati), e figurarsi se c'era tempo per una discussione. Qualcuno dovrà ben iniziare a lavorare nelle prossime ore, fare allenamenti e programmi pluriennali, no? Peccato che in questo caso i "dettagli" si chiamano contratti e relativi contenuti (di solito in più importanti si chiamano tempo e denaro). Per i quali questo Consiglio di centometristi ha rinviato alla prossima riunione, a metà novembre. Sui nomi di questi 20 "selezionati" nel frattempo scende il consueto misterioso silenzio, almeno dalle fonti ufficiali e salvo miracoli di Santa Comunicazione FIV, sempre auspicabili e graditi, nelle prossime ore.

E pensare che l'ultrarapida riunione ha fatto intravedere anche qualcosa di interessante, che meriterebbe davvero approfondimenti, come lo studio sui Giudici di Regata che prefigura un programma completamente nuovo sul loro utilizzo e sul loro lavoro, al quale sta lavorando il consigliere Dodi Villani.

C'è sempre una luce in fondo al tunnel. Se non altro, quella dei nostri riflettori.

venerdì 16 ottobre 2009

La quiete prima della bonaccia


Tutto tace, dal palazzo di vetro. Tutto si muove restando fermo. In attesa del Consiglio che deciderà tutto, si rincorrono le voci e le sensazioni, i fatti e le teorie. Nell'augurare buon lavoro ai consiglieri federali che sabato proclameranno la rivoluzione, eccovi qualche microscopico - ma sintomatico - segnale rilevato dai nostri strumenti.

SONDAGGIO UNDER-16 - A 24 ore dalla chiusura del sondaggio, il 64% dei votanti alla domanda se il Piano prossimo alla delibera sia stato sufficientemente comunicato e discusso, ritiene che "NO, il piano è stato predisposto e fatto circolare solo tra pochissimi, c'è stata scarsa comunicazione e scarsa discussione"; il 21% "NON TANTO, si poteva far conoscere meglio il testo con i dettagli del progetto, considerando le conseguenze che avrà sul futuro della nostra vela"; e solo il 13% dice che "SI, se ne è parlato abbastanza e ognuno ha potuto dire la sua, anche i Tecnici e le Società affiliate più periferiche". E' un campioncino minimo quanto si vuole, ma parecchio deciso: l'85% non è soddisfatto. Non del Piano Under-16, attenzione. Del modo in cui si sta facendo passare. Credo sia giusto tenerne nota, lassù al sedicesimo piano.

NUOVI TECNICI - Ora che siamo in dirittura d'arrivo, e che si deve definire la squadra, invece di prendere linearità la rotta si fa contorta. C'era un modulo per partecipare a una selezione, e oltre sessanta hanno partecipato mostrando interesse professionale per la vela nazionale. Non si tratta di una vera e propria gara, però, e questo andrebbe chiarito. Anche perchè nei moduli non c'era alcun accenno alle caratteristiche di un eventuale contratto. Inoltre, visto che si parla di assegnare un Tecnico per ciascuna Classe, è singolare che proprio le Classi non siano state coinvolte nel processo, cosa abbastanza normale in passato. Speriamo in un bel sussulto finale che fughi ogni dubbio, per ora si vede poco del Nuovo che avanza, sembra il Vecchio stropicciato e ristirato.

MODIFICHE ALLO STATUTO - Ve ne eravate dimenticati? Noi no, anzi. Vi ricordiamo che il presidente annunciò fortemente la volontà di riformare lo Statuto federale per la parte delle procedure elettive (mica poco). E disse che di ciò si sarebbe occupato il vicepresidente vicario, e che "entro l'anno" avrebbe presentato un progetto di riforma statutaria. Alla fine dell'anno mancano due mesi e grossomodo altrettanti Consigli federali. Una riforma dello Statuto naturalmente è materia da Assemblea Straordinaria (l'Ordinaria è prevista a fine 2010, e si fa un attimo ad agganciarci una Straordinaria), ma almeno qualche avvisaglia, qualche bozza, qualche stralcio, tra i consiglieri dovrebbe circolare, no? Niente, tutto tace (vabbè, da quel pulpito è normality). Secondo voi, vuol dire che la riforma non è più in agenda, ed è rinviata ad altro momento? Riflettori accesi.

mercoledì 14 ottobre 2009

Giorni importanti per la FIV (sarebbe bello saperne di più)



E' una settimana tra le più importanti di tutto l'anno, per la Nuova FIV (e in generale per tutta la nostra vela). Sabato 17 è in programma la riunione del Consiglio Federale, che dovrebbe deliberare il long-waited "Piano Under-16", che come sapete è un progetto di revisione profonda e ragionata dei processi di formazione dalla vela giovanile e del cammino agonistico di un velista fino al reclutamento nelle classi olimpiche. Un progetto di cambiamento notevole, anche culturale, per tenere lo sport della vela al passo con i tempi che cambiano velocemente. Un approccio doveroso, e un timing giusto, per una federazione sportiva.

Proprio la profondità di questa "rivoluzione", e le conseguenze che essa avrà sull'intera filiera organizzativa e periferica della Federvela - Circoli, Scuole Vela, Istruttori (e loro Formazione), Zone (le più interessate: passerà per loro tutta la nuova organizzazione con un impegno che ne ridisegna l'essenza stessa di comitati federali regionali), Classi, Famiglie, singoli Velisti, fino alle Squadre Nazionali e ai rispettivi Tecnici e Allenatori - e persino le prospettive e i risultati a medio e lungo termine, proprio tutto ciò, merita da parte di tutti gli addetti ai lavori - e di tutti noi - una grande attenzione.

Un processo che deve prevedere passaggi obbligati di presentazione e discussione che la FIV nazionale e il Settore o il gruppo operativo di competenza opera in direzione di tutti gli "aventi causa", a partire dai soggetti istituzionali per proseguire a cascata con tutti gli altri indicati sopra, fino ad arrivare all'"ultimo" Istruttore di circolo. E' il meno che si possa fare, per propagare una simile revisione culturale. Ed è anche un normale procedimento di vita democratica dell'Ente.

C'è stato questo minimo processo di condivisione, prima della delibera alla quale stiamo per arrivare, sabato 17 ottobre?

A questa domanda ognuno risponde in base alla propria esperienza (e infatti è oggetto anche del sondaggio che trovate nella colonna di destra), non voglio in questa sede commentare o prendere posizione. Mi sento solo di dire, a costo di annoiarmi da solo, che per l'ennesima volta si è persa un'occasione per fare una Comunicazione (interna ed esterna) efficace e davvero utile. Il famoso palazzo di vetro si conferma un'utopia o un colossale bidone.

Comunque, tranquilli: tra 80 ore, minuto più minuto meno, la grande riforma della vela italiana sarà approvata dal Consiglio Federale. Una delibera non solo scontata, ma ultraveloce: causa congresso medico gli alberghi in città sono pieni, e perdipiù c'è prima la Commissione Carte federali che deve esaminare alcuni Statuti di nuove Società da affiliare. Alla rivoluzione Under-16 il Consiglio dedicherà al massimo un quarto d'ora. E da quel momento avremo le fasce di attività Under-12, Under-16, Under-19 e Vela Olimpica, la Multilateralità (inizio con esperienze su più classi e specialità diverse), la gestione logistica centrata sulle Zone (che dovrebbero di conseguenza avere assai più mezzi e risorse) e sui (futuri) Centri Federali, la nuova formazione per gli Istruttori e i Tecnici... E chissà quanto altro ancora.

La strada è lunga. Per quanto sostanzialmente catapultata su tutti noi, dico benvenuta questa riforma. Almeno adesso (si spera) ne sapremo di più. I media ne sapranno di più. Come si afferma una revisione culturale senza la conoscenza?

Naturalmente, sbrigata l'incombenza del piano rivoluzionario, il Consiglio Federale avrà molta altra carne al fuoco, e poco tempo a disposizione. Ci sono le Normative da varare (tra queste i programmi della Preparazione Olimpica che non possono più aspettare), il calendario delle regate 2010, il Bilancio, i problemini di ogni Settore o suo segmento, e così via.


OGGI E DOMANI I COLLOQUI DEI NUOVI TECNICI NAZIONALI
L'attesa per l'importante Consiglio di sabato sarà allietata anche da altri importanti avvenimenti in casa della Nuova FIV. Non ho detto che è una settimana importante? Mercoledi 14 e giovedi 15 ottobre si svolgono infatti i colloqui con i tecnici selezionati per essere inquadrati nel nuovo staff nazionale. Mica poco, no? Come se la nazionale di calcio scegliesse il nuovo staff tecnico. Come se lo stesso facesse la federazione del Canottaggio. Cose di un certo peso, ma tanto per cambiare, da noi tutto tace. Da dire ce ne sarebbe: che è stata lanciata oltre 4 mesi fa una grande selezione per tecnici attraverso un bando e un modulo da compilare online; che a questa selezione hanno partecipato circa 60 tecnici (non solo italiani); che circa un terzo è stato scartato per mancanza di qualche requisito formale (alcuni non erano Istruttori federali); che in seguito si è proceduto a una valutazione in base a criteri che vanno dal percorso storico all’età, dalle competenze ai risultati, e così via; che questi giorni un gruppo di 20 selezionati è convocato per un colloquio con i Direttori Tecnici e il Coordinatore Federale Gianni Storti; che tra essi ci sono anche tecnici paralimpici, medico, preparatore atletico, meteorologo; che l'impegno richiesto dalla FIV è assorbente ed esclusivo e questo crea una discriminante per alcuni; che i nuovi Tecnici Nazionali dovranno mettersi subito al lavoro: la stagione dei raduni in vista del 2010 è già tracciata; che il sistema introdotto per la selezione dei tecnici è innovativo per l'Italia...

Quanto ai nomi: alcuni li conosco già ma non mi azzardo ad anticiparli, parecchi sono delle conferme, ma non mancheranno le novità. Forse la Nuova FIV vorrà comunicarli. Di certo lo faremo qui. Intanto, buon lavoro ai selezionatori, ai colloquianti e ai prescelti. Ne abbiamo bisogno.

(E grazie a coloro che come sempre, con grande disponibilità e amicizia personale, colloquiano con me consentendo almeno un flusso minimo di comunicazioni tra la federazione e la base)

lunedì 12 ottobre 2009

La sirena rivestita




Dura la vita da sirena, anche nel 2009 e anche nella laica e aperta Trieste. Così può capitare che la modella sirenetta simbolo della 41 Barcolana su manifesti, poster e siti web, dopo qualche apparizione sia costretta a "coprirsi" un po'. Guardate le due immagini: la sirenetta discinta della prima versione e quella più pudica della seconda. In fondo le hanno solo tirato più su la vita della coda...

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