Vela azzurra in trionfo alla Delta Lloyd Regatta di Medemblik, quinta tappa di Coppa del Mondo della vela olimpica ISAF, con il successo d'autorità, potenza e bellezza di G&G, le atlete della Marina Militare Giulia Conti e Giovanna Micol. Una Medal Race in scioltezza, di controllo, forti di un grande vantaggio sulle inseguitrici (tutte le più forti pretendenti al podio di Londra 2012).
Giulia e Giovanna sono in questo momento (con Alessandra Sensini, assente a Medemblik, con i Sibello, con Gabrio Zandonà e l'attuale prodiere Pietro Zucchetti) il distillato di classe più pura che la vela olimpica azzurra può esprimere a due anni dai Giochi. Non da oggi: il talento della giovane romana era emerso già sull'Optimist, poi si era trasferito (un po' acerbo) nel triplo olimpico Yngling, e infine ha trovato già nel quadriennio scorso un equilibrio perfetto con la brava prodiera triestina. Il mix di bravura e preparazione - orchestrato da un tecnico di lunghissimo corso, esperienza e dedizione incrollabile, come Guglielmo Vatteroni - delle nostre G&G è il tesoretto della nostra vela in questi anni e per quelli a venire. Ed è tutto in quell'abbraccio, con le pettorine gialle e il numero 1 sul petto. Si sono loro, oggi, le numero uno del 470 olimpico. E sono anche due bei personaggi, con tanto da dire.
(Eppure, alle 19,56 di questa domenica d'estate, senza calcio, l'ineffabile carrarmato della comunicazione federale non ha ritenuto di emettere un comunicato stampa: le-nostre-veliste-hanno-vinto-una-regata-di-coppa-del-mondo. Non vi basta ancora? Presidente Croce: è questo che intendeva con: "Stiamo lavorando affinchè questi ragazzi (gli atleti delle squadre olimpiche, ndr) diventino dei personaggi pubblici.(...) Un costante focus sugli atleti li trasformerebbe in celebrità della vela in grado di attirare sponsor e attenzione mediatica. Se avessimo un gruppo di ragazzi più noti, per noi sarebbe tutto più facile". ? Di questo passo, sarà difficilissimo.)
Il resto delle classifiche e dell'andamento di Medemblik, cliccando sul logo dell'evento nella colonna di destra.
domenica 30 maggio 2010
Il lento (e glorioso) viale del tramonto dei vecchi dinosauri
C’è un feeling speciale, un po’ amarognolo, che comincia a fuoriuscire a margine delle (belle) regate del Louis Vuitton Trophy La Maddalena. A parte il paradiso sardo, il clamoroso livello dei partecipanti (tra skipper, timonieri, tattici, strateghi, squadre e persino organizzatori, c’è veramente il meglio del meglio della vela planetaria), e l’indefinibile attenzione del pubblico (successo o flop? Ancora non si può dire, anche se di sicuro La Maddalena è lontana dai record di partecipazione toccati a Trapani). Si tratta delle barche.
I cari vecchi ACC5, dinosauri reduci dalla Coppa America di Valencia 2007, due BMW Oracle e due Mascalzone Latino equalizzati e standardizzati per i match del Louis Vuitton tour: neri, stretti, anche belli, profondi, pesanti, lenti. Dove una volta c’era il pinnacolo della vela agonistica, oggi si trascinano dei gloriosi mammuth, affascinanti nella loro enormità, ma col peso dell’età ormai non più nascondibile. Prendete James Spithill, il più giovane timoniere nella storia ad aver conquistato l’America’s Cup, ma con un trimarano di 90 piedi: “Era dal 2007 che non salivo su queste barche, e devo ammettere che sono piuttosto annoiato, sono lente e obsolete”. Lo stesso feeling lo ha raccontato John Kostechi nel passaggio dai plananti scafi della Volvo Ocean Race agli ACC che ancora ereditano logiche da classi metriche: "Passare da un VOR70 a un Coppa America può annoiare, è un altro tipo di vela".
Anche uno sponsor attento alle tradizioni “nobili” dello yachting e della Coppa, come Louis Vuitton, si renderà presto conto di questo feeling che sta lentamente pervadendo i velisti, i team, lo stesso pubblico. Passare da un multiscafo a un ACC5 è una esperienza che non aiuta lo spettacolo. I vecchi classe coppa america insomma stanno morendo in azione, regalando scampoli di nostalgiche sfide, e persino qualche “botto” come s’è visto tra Aleph e Azzurra. Andranno presto in pensione, come i loro altrettanto gloriosi predecessori, i J Class, i 12 Metri.
Il futuro è altrove. Ma nelle stanze dei bottoni lo hanno capito bene, e ci stanno lavorando. I designer indipendenti che si sono già riuniti a Valencia per stilare le caratteristiche dele prossime barche di Coppa America, lavorano su due possibilità: un multiscafo, o un monoscafo ad alte prestazioni, leggero e planante, tipo (per intenderci) RC44 evoluto o giù di lì. Il lento (e glorioso) viale del tramonto dei vecchi dinosauri trova un palcoscenico ideale nelle regate del circuito Louis Vuitton. Ma entro l'anno defender e challenger of the record renderanno note le specifiche della nuova ACC. E allora davvero inizierà una nuova epoca.
sabato 29 maggio 2010
E' morto Reg White, una leggenda della vela, uno dei padri del Tornado
E' morto Reg White, una leggenda della vela, uno dei padri del Tornado, il catamarano olimpico con il quale ha anche vinto una medaglia d'oro alle Olimpiadi di Montreal 1976, sul lago Ontario a Kingston. Un grande, uno dei padri fondatori della vela moderna e in particolare del mondo dei multiscafi. Oltre che velista ha ispirato progetti, è stato imprenditore, ha costruito lo stesso Tornado (ancora oggi i circoli sono pieni di Tornado Reg White) e ha continuato ad essere al centro della scena velica e della promozione del nostro sport.
Allora non è un caso il modo in cui Reg è morto, a soli 75 anni: mentre veleggiava tranquillo, a bordo di un monotipo chiamato Brightlingsea One-Design (a sinistra, in una uscita a marzo con lui al timone), una derivona dalle linee superclassiche, proprio l'opposto di un veloce catamarano. Reg, che aveva anche creato una società di nuovo catamarani con Yves Loday, uno dei suoi "allievi" a sua volta medaglia d'oro olimpica a Barcellona 1992 con un Tornado RW, la "Swell Catamarans", era anche impegnato a promuovere la vela con ogni tipo di imbarcazione. Il Brightlingsea One-Design lo aveva già promosso in occasione del Dinghy Show, il salone delle derive che si svolge in Inghilterra (tutte le derive in un unico padiglione: qualcosa che nel mondo succede solo a Londra e a Roma, al Big Blu, perché lo organizzo io grazie alla ospitalità della Fiera di Roma e alla collaborazione di tutte le classi).
Reg (Reginald) White era nato nel 1935, ed è morto il 27 maggio del 2010. Con il prodiere John Osborn vinse l'oro olimpico nel Tornado a Montreal 1976, e il Mondiale della stessa classe olimpica nel 1976 e nel 1979, e iridato in altre classi. Aveva lavorato dal 1965 con Terry Pearce e col designer Rodney March a disegnare il Tornado per portare il multiscafo alle Olimpiadi. Poi ha fondato la Sailcraft che ha costruito i migliori Tornado per anni, e ha segnato una profonda influenza nel progresso e nel design dei moderni piccoli catamarani sportivi. Ha ispirato barche come: Hurricane 5.9, Dart Hawk (con suo figlio Robert, a sua volta olimpico e iridato Tornado), Dart 16, Laser EPS, Funboat ma anche alcune delle derive del cantiere Topper. Reg ha prodotto: Shadow, Spitfire, Storm, StormF20, tutti nel White Formula Factory.
Non solo genio velico rarissimo: Reginald era anche un uomo gentile, generoso, facile agli slanci e alle passioni, amichevole con tutti, un riferimento insomma. Una perdita grande, di cui si sentirà la mancanza a lungo. La sua vita per la vela è finita per un malore su una barchetta a vela mentre cercava di trasmettere la passione per la vela. Incorreggibile, grandissimo Reg. Una fine che somiglia per certi versi a quella di un altro grandissimo dello yachting: Eric Tabarly, caduto in mare dal suo più vecchio "Pen Duick", durante un trasferimento in una notte tranquilla sul mare d'Irlanda. Anime nate per la vela che alla vela ritornano: insomma, non è detto che torneremo solo polvere.
Ciao Reg, grazie e continua a volare col tuo Tornado!
venerdì 28 maggio 2010
Medemblik/3: Salgono in cattedra certi azzurri
GIULIA CONTI E GIOVANNA MICOL PRIME, I SIBELLO SECONDI, FLAVIA TARTAGLINI TERZA: COMINCIAMO A FARE SUL SERIO
Medemblik finalmente sole e buon vento. La tappa olandese di Coppa del Mondo tira avanti molte regate e si avvicina al gran finale. Con queste novità dalla squadra azzurra.
Sibello, balletto in testa – Nel 49er ci sono tutti i più forti, e l’atmosfera agonistica ha risvegliato i brothers che dopo 10 prove (due vinte, un secondo e tre terzi) sfiorano lo scettro del primo posto, a 1 solo punto dagli austriaci Delle Karthe e +5 dai terzi, i doppi campioni del mondo australiani Outteridge-Jansen. 39° Ruggiero Tita e Matteo Gritti, 55° Gianmarco Togni e Nicolò Fasoli.
G&G, la sostanza paga – Nel 470F Giulia Conti e Giovanna Micol sono a casa loro: in vetta alla classifica. Sono regate difficili e conta molto la testa. Che le azzurre siano avanti a tutte pur con gli alti e bassi che hanno coinvolto tutta la flotta, è un segno di maturità e grande sostanza. Ma c’erano dubbi? Francesca Komatar e Sveva Carraro sono 33me, Giulia Tobia e Giulia Morello 40me.
Flavia Tartaglini, balla con le lupe – Nel windsurf femminile il livello è altissimo. La spagnola Manchon precede la polacca Klepacha, ma al terzo posto, dopo lo scarto di un 34°, galoppa una rinfrancatissima Flavia Tartaglini. L'ottima vena della finanziera è una ulteriore buona notizia per la tavola femminile azzurra. Tanto più che la farfalla siciliana Laura Linares, a sua volta, nonostante una bandiera nera viaggia al 10° verso la Medal Race. Ci sarà da divertirsi, con le azzurre e le altre.
Gli altri – Cristiana Monina è attualmente terza nel Bronze Round Robin, con 1-1 in due match. Nel 2.4 paralimpico, Marco Gualandris è buon 9°, Fabio Vignudini 10° e Cristian Tarasco 12°. Nel Finn Michele Paoletti ottimo 12°, comincia a credere nella Medal Race, poi 21° Filippo Baldassari. Nel 470 maschile 30° Luca e Roberto Dubbini, 48° Francesco, Bertagna e Marco Giannini, 49° Andrea Airò e Nikolaos Mascolo, 56° Paolo, Cattaneo e Vittorio Zaoli, 73° Fabio Zeni e Nicola Pitanti (che non regatano più). Nel windsurf maschile RSX Riccardo Belli Dell’Isca è 19°, Manfredi Misuraca 59°. Nel Laser Pietro Cerni 43°, Alessio Spadoni 62°.
giovedì 27 maggio 2010
Medemblik/1: Flavia vola, G&G ruggiscono, i Brothers ci sono, esordio di Cristiana Monina nel Match Race. Ma la vera novità è Luca Devoti...
Eè iniziata ieri la Delta Lloyd Regatta, classico appuntamento a Medemblik in Olanda, tappa intoccabile di Coppa del Mondo ISAF, campo di regata particolare, con vento fortino e instabile in uno specchio interno che crea un lago, onde corte e poco fondale, per non dire del colore beige dell'acqua... Ma insomma è la quinta tappa dell'ISAF World Cup 2010, dopo Melbourne, Miami, Palma, Hyeres, e prima di Kiel e Weymouth. La stagione nel suo culmine. Non a caso la partecipazione a questa Delta Lloyd è elevata per qualità e quantità.
La squadra azzurra convocata è scarna: nelle tavole RS:X F Laura Linares (Marina Militare), nei 49er Pietro e Gianfranco Sibello (Guardia di Finanza), nei 470 M Luca e Roberto Dubbini (CV Toscolano Maderno), Fabio Zeni (FV Riva) e Nicola Pitanti (CN Marina di Carrara), nei 470 F Giulia Conti e Giovanna Micol (Marina Militare) e infine nella classe Elliott 6 per il Match Race Femminile Cristiana Monina (CN Roma), Myriam Cutolo (YCI) e Alessandra Petri (CN Follonica), esordio ufficiale per un nostro team nella nuova classe olimpica di Londra 2012.
Le regate sono in corso (nella colonna a fianco cliccando sul logo dell'evento potete seguire in diretta con classifiche complete, foto, filmati e - preparatevi - le Medal Race saranno in diretta con il sistema Live Tracking. I nostri danno battaglia e si difendono, i capitani albergano nelle parti alte della classifica (Sibello nel 49er, G&G per quanto sfortunate nel 470F, l'ottima Flavia Tartaglini nel windsurf RSXF), la stessa Cristiana Monina nel primo Round Robin di Coppa del Mondo torna a terra con 2 vittoria su 4 match che non è male.
Lo staff tecnico azzurro a Medemblik comprende il DT Luca de Pedrini (anche classe 49er), Guglielmo Vatteroni (470F), Gigi Picciau (470M), Marco Iazzetta (RSXF), più Beppe Devoti e Fabio Barbieri (che è il figlio di Pino, consigliere di presidenza FIV e "Uomo dell'Anno FIV 2009" per questo blog), che come è noto sono i tecnici delle classi paralimpiche.
La bella novità della squadra o meglio ancora della preparazione olimpica della vela azzurra è però la presenza nel paese dei mulini a vento di Luca Devoti: la medaglia d'argento del Finn a Sydney 2000, il capitano di +39 Challenge alla coppa America 2007, il geniale (re)inventore di Finn (oggi ha praticamente il monopolio del singolo olimpico pesante), 470, Star e di recente del nuovo singolo acrobatico D-One, nonchè poliedrico personaggio dello yachting internazionale (è nato a Verona e velisticamente sul Garda, vive a Valencia con moglie e figlia, in Inghilterra ha sede la Devoti Sailing ma i cantieri sono disseminati anche in Polonia e Repubblica Ceca, parla sette lingue e - soprattutto - una ne fa e cento ne pensa). Luca e i suoi 110 kg di apertura mentale non sono a Medemblik in vacanza: come annunciato quasi un anno fa su queste colonne, infatti, "Luca Devoti coordinerà tale attività (Sviluppo tecnico e Ricerca, NdB) avvalendosi anche del contributo tecnico offerto dal CONI, dall’Istituto di Fisica Nucleare, dall’Università di Pisa, dal Politecnico di Milano e dalla Vasca Navale di Roma".
Le conoscenze e le idee di Luca potrebbero trovare assai utili applicazioni nel settore. Materiali, profili, linee d'acqua e così via: materia fluida e potenzialmente dirompente. Lui è al lavoro, e qualche concept è già in rampa di lancio. Bisognerà vedere il livello di interazione con staff tecnico e atleti, anche perchè siamo ormai oltre la metà del quadriennio. Speriamo che si crei la chimica giusta. Fatemi essere ottimista. Ne riparleremo di sicuro.
E forza azzurri nel laghetto olandese.
mercoledì 26 maggio 2010
Baffo imbattuto
Per ora è la Louis Vuitton di Paul Cayard, l’unico dei grandi protagonisti de La Maddalena a punteggio pieno dopo 5 giorni di sfide. La Maddalena si sta inchinando al vecchio maestro, l’ex timoniere de Moro di Venezia di Raul Gardini, oggi alla guida del team Artemis (svedese come sua moglie Icka), che ha per timoniere l’asso americano Terry Hutchinson e per stratega il forte neozelandese Cameron Appleton, oltre a un roccioso “centrocampo” tutto di velisti kiwi.
E’ tornato il vento (ieri Scirocco sui 15 nodi) e lo spettacolo non manca, anche se le due barche danneggiate nella collisione di lunedì sono ancora in cantiere. Nel primo match del giorno Mascalzone Latino Audi ha battuto i russi di Synergy con un sorpasso emozionante nel finale. Nella regata successiva ancora sconfitta per Synergy stavolta ad opera di Emirates Team New Zealand (Dean Barker). Terzo match tra BMW Oracle e All4One, dove i detentori della Coppa America sono finalmente riusciti a conquistare loro prima vittoria.
E’ stata poi la volta di Luna Rossa contro Artemis, il leader imbattuto. Ed Baird al timone e Torben Grael alla tattica si giocano tutto al via: Artemis riesce a partire in velocità prendendo il controllo. Per Luna Rossa è inutile l’inseguimento. Nell’extra-time del giorno, si disputa anche il recupero tra Luna Rossa e All4One: il team dell’ex silver bullet di Punta Ala perde ancora. Ora dietro a Cayard (4 punti) ci sono i franco-tedeschi di All4One (3), quindi Mascalzone Latino Audi, ETNZ, Azzurra, Synergy e TeamOrigin (2), BMW Oracle e Luna Rossa (1) e ultimi i francesi di Aleph che pagano la pesante penalizzazione per la collisione (-2). Passano il turno i primi 8: i giochi sono tutti aperti.
martedì 25 maggio 2010
"Pierre a un certo punto è apparso in mezzo alle onde, steso al trapezio al timone del suo Capricorn, e ci ha sorriso"
E’ passato da poco (15 maggio) un anno dalla scomparsa di Pierre Sicouri, uno dei grandi marinai, velisti, navigatori oceanici e regatanti di catamarani e multiscafi in genere, nella storia della vela italiana. E un uomo straordinario. Così lo ricordavamo su questo blog.
A distanza di un anno, mi è piaciuto soprattutto il modo in cui ha scelto di ricordarlo un giovane catamaranista di Formula 18, Lamberto Cesari, sul sito (bello e ben fatto) dell’equipaggio Bissaro-Cesari (http://bissaro-cesari.it) che vi consiglio in generale. Nel pezzo intitolato Wild May, c’è una foto di mare mosso, e queste note, di un giovane velista che ha conosciuto Pierre e non a caso conserva dentro di sé qualcosa di importante.
“Sabato 15 maggio il mondo della Formula 18 si è fermato per ricordare un amico. Sarà stato il mistral fortissimo, il mare increspato, le isole coperte dagli schizzi. Sarà stata la luce bianca, l'aria nitida, il cielo terso, ma Pierre a un certo punto è apparso in mezzo alle onde, steso al trapezio al timone del suo Capricorn, e ci ha sorriso.”
A distanza di un anno, mi è piaciuto soprattutto il modo in cui ha scelto di ricordarlo un giovane catamaranista di Formula 18, Lamberto Cesari, sul sito (bello e ben fatto) dell’equipaggio Bissaro-Cesari (http://bissaro-cesari.it) che vi consiglio in generale. Nel pezzo intitolato Wild May, c’è una foto di mare mosso, e queste note, di un giovane velista che ha conosciuto Pierre e non a caso conserva dentro di sé qualcosa di importante.
“Sabato 15 maggio il mondo della Formula 18 si è fermato per ricordare un amico. Sarà stato il mistral fortissimo, il mare increspato, le isole coperte dagli schizzi. Sarà stata la luce bianca, l'aria nitida, il cielo terso, ma Pierre a un certo punto è apparso in mezzo alle onde, steso al trapezio al timone del suo Capricorn, e ci ha sorriso.”
Per ora in cattedra c'è Paul
La Giuria ha deciso di detrarre un punto a Mascalzone Latino Audi Team a seguito della collisione avvenuta nell'ultima parte della prima bolina nella regata con All4One. Gli Umpire avevano già penalizzato Gavin Brady e compagni con la bandiera rossa (penalità da effettuare immediatamente) ma il regolamento prevede che nel caso di contatto ci sia anche la deduzione di un punto. Una regola voluta proprio per salvaguardare l'integrità delle barche ed evitare contatti troppo aggressivi.
Gavin Brady ha chiesto la riapertura del caso affermando che la barca avversaria non aveva fatto di tutto per evitare la collisione ma la Giuria non ha modificato la decisione.
La nuova classifica dopo la terza giornata è dunque la seguente
Artemis, 3-0, 3 punti
ALEPH Sailing Team, 2-1, 2 punti
All4One, 2-1, 2 punti
Mascalzone Latino Audi Team, 2-1, 1 punti (penalizzazione di 1 punto)
Emirates Team New Zealand, 1-0, 1 punto
Synergy Russian Sailing Team, 1-0, 1 punto
Azzurra, 1-2, 1 punto
TEAMORIGIN, 1-3, 1 punto
BMW Oracle Racing Team, 0-3, 0 punti
Luna Rossa, 0-3, 0 punti
lunedì 24 maggio 2010
Mascalzone Latino AUDI batte anche Luna Rossa
(Una fase della regata tra Mascalzone Latino Audi e Luna Rossa)
"Ho aspettato sette anni questa vittoria - dice Vincenzo Onorato in banchina a La Maddalena - dai tempi di Auckland, questa vittoria ci mancava". Era il 2003, con il "piccolo" ed esordiente team di amici Mascalzone Latino (sponsorizzato dalla TIM, che quattro anni dopo passò armi e bagagli proprio su Luna Rossa) fece il suo ingresso nel palcoscenico della Coppa America. Quello scafo blu, timonato prima da Paolo Cian e poi da Flavio Favini, con lo stesso Onorato a bordo in veste di grinder, suscitò la simpatia di tutti, e conquistò il cuore di numerosi tifosi, ma certo i risultati furono inevitabilmente da "absolute beginner", e il consorzio non riuscì a qualificarsi per il secondo turno. Quell'anno tutte le sfide tra Mascalzone e Luna Rossa videro la vittoria di Francesco De Angelis. E a Valencia nel 2007, nelle occasioni di scontro tra i due team, la situazione si è ripetuta, fino a diventare un tormentone. Ieri a La Maddalena, l'incantesimo si è rotto: i mascalzoni hanno battuto Luna Rossa, sia pure grazie a un finale a sorpresa e con un margine esiguo di 5 secondi.
Nel secondo giorno di regate a La Maddalena per il Louis Vuitton Trophy, il grande assente resta il vento. Nessuna traccia del leggendario Maestrale, al suo posto un timido venticello da Nord-Est che ha consentito a malapena la disputa di quattro match. Nei quali peraltro lo spettacolo non è mancato. Nel primo era impegnata Azzurra, i ragazzi di Francesco Bruni partono bene e vanno a sinistra del campo, ma la destra si rivela favorita e avvantaggia All4One e il suo timoniere Jochen Schuman, che si porta in testa e resiste fino alla fine, vincendo per 20 secondi. Per Azzurra secondo stop, ma l’equipaggio manda segnali positivi. Nella seconda prova BMW Oracle Racing, i detentori della Coppa America, perde dai francesi di Aleph, una gara combattuta sin dai primi bordi, i francesi riescono a condurre pur con un vantaggio minimo. Gli americani sono bravi a tenere aperta dal regata girando tutte le boline con un ritardo di soli 28 secondi.
La terza regata è stato il derby tra Luna Rossa e Mascalzone Latino Audi. Luna Rossa (team stratosferico con Ed Baird al timone, Torben Grael e Robert Scheidt in pozzetto) vuole la destra e la ottiene, Mascalzone Latino Audi Team sulla sinistra sembra avvantaggiarsi. Nell’ultima poppa Gavin Brady, timoniere di Mascalzone, riesce a superare Luna Rossa navigando sulla sinistra del campo e vincendo per soli 5 secondi una sfida emozionante e spettacolare. Nell’ultima partenza, tra Team Origin e Artemis, gli svedesi di Paul Cayard controllano molto bene gli inglesi e partono in testa, ci restano fino all'arrivo dove vincono con 45 secondi di vantaggio.
OLTRE AL VENTO MANCA ANCHE UN PO' DI PUBBLICO
L'inizio è in salita, la stagione del bel tempo non si è ancora dichiarata, il vento non aiuta, le barche italiane si contendono i tifosi di casa a suon di derby, e la location non è proprio dietro l'angolo. Per di più gli appassionati si godono le regate comodamente in diretta sul pc... E così gli attrezzatissimi piazzali e le luminosissime sale tra vetri, legni e acciai dell'ex Arsenale, restano finora semi-deserte, affollate solo dai team e dagli addetti ai lavori. Si spera che nei prossimi giorni, con l'auspicato Maestrale, torni a soffiare anche un po' di entusiasmo: dopotutto - come abbiamo già sottolineato - si tratta del più grande evento velico in Italia da molti anni a questa parte.
sabato 22 maggio 2010
E Mascalzone Latino Audi batte Azzurra (Audi)
Subito derby: Mascalzone Latino Audi batte Azzurra nella prima giornata del Louis Vuitton Trophy La Maddalena. Nell’altra sfida del giorno a sorpresa i francesi di Aleph hanno superato gli inglesi di TeamOrigin. Al G10 della grande vela in Sardegna è iniziato a metà, perché il vento ha tradito nel pomeriggio e costretto ad annullare parte delle regate, ma lo spettacolo e le emozioni non sono mancate. Il clou del programma è stato il derby tra le due squadre “di casa”: Mascalzone Latino Audi che è “team ospite” avendo organizzato la tappa del tour insieme a Louis Vuitton, e Azzurra dello Yacht Club Costa Smeralda. Molti i motivi di interesse, al di là dell’aspetto tecnico: su tutti il confronto a distanza tra i due patron Vincenzo Onorato e Riccardo Bonadeo.
E’ un match che ha storia breve, tutto si decide al via con un pasticcio di Azzurra che entra in anticipo nel box di partenza e la penalità è inevitabile. Gavin Brady respinge gli attacchi nei cinque minuti e parte bene e in vantaggio. Poi la regata è un continuo controllo di Mascalzone che non lascia possibilità di recupero a Francesco Bruni e al suo equipaggio. Nella grande separazione dell’ultima bolina, i mascalzoni si allungano ulteriormente e alla fine vincono con 2 minuti e 27 secondi di vantaggio. Nella regata precedente Aleph con Bertrand Pacè aveva battuto Team Origin, timoniere l’asso olimpico Ben Aisnlie (tre ori in Laser e Finn). Niente regata invece per Luna Rossa contro i franco-tedeschi di All4One, il vento è calato e il Comitato ha mandato tutti in porto.
Soddisfatto Gavin Brady, timoniere di Mascalzone Latino Audi Team: “Siamo stati bravi nelle decisioni importanti. Il vento era molto leggero con salti di 20 gradi e variazioni di velocità di 3 nodi. L’equipaggio è rimasto molto concentrato: è un segno che la squadra comincia a crescere insieme. Una bella vittoria”. Gli fa eco Francesco Bruni, skipper e timoniere di Azzurra: “Non è stato certo il modo migliore per iniziare questa serie, ma il match è stato aperto dall’inizio alla fine, questa è la cosa più importante. Bravo l’equipaggio di Mascalzone Latino che ha fatto un ottimo lavoro”.
Domani esordio per i detentori della Coppa America, BMW Oracle contro Aleph, dopo il match tra All4One e Azzurra. Poi un altro derby italiano: Luna Rossa debutta contro Mascalzone Latino Audi. Altre sfide: Team Origin contro Artemis di Paul Cayard, Team New Zealand-Aleph e Azzurra-Synergy, più i possibili recuperi dei match annullati oggi.
Alla Maddalena c'è il G10 della Vela
Una delle regate più importanti mai organizzate in Italia. E’ questa, senza mezzi termini, la definizione per il Louis Vuitton Trophy La Maddalena, l’appuntamento che monopolizzerà l’attenzione per tre weekend di seguito: da domani a domenica 6 giugno. La lista dei partecipanti, squadre e velisti, è da “Champions League dello yachting”, e non a caso qui si parla molto di Coppa America, passata, presente e soprattutto futura. Ci sono tutti, e sono entusiasti di sfidarsi nel paradiso della Sardegna più bella, in quell’isola che sarà pure chiacchierata (dal mancato G8 in poi) ma offre uno scenario senza eguali.
Eccolo, il G10 della grande vela, in ordine di blasone e di “tituli”. C’è BMW Oracle, il team di San Francisco guidato da Sir Russell Coutts che ha conquistato a febbraio l’America’s Cup. James Spithill scende dal trimarano e torna con la famosa grinta al match race. Ci sono i kiwi di Emirates Team New Zealand, guidati da Dean Barker, eredi di due Coppe vinte (1995-2000), nel circuito Louis Vuitton hanno già collezionato un 2° (a Nizza, battuti da Azzurra) e un 1° (ad Auckland, battendo Mascalzone Latino Audi). Quindi le medaglie d’oro olimpiche degli inglesi di TeamOrigin con Ben Aisnlie, gruppo nato col chiodo fisso di riportare la coppa all’isola di Wight. E avanti con il baffo di Paul Cayard, alla guida della barca svedese Artemis, ma qui col ruolo “politico” di presidente della WSTA, l’associazione dei team velici più influenti del mondo. Quindi un altro eroe olimpico, il tedesco Jochen Schumann, ex Alinghi, alla guida del team misto Francia-Germania All4One. Il vecchio leone transalpino Bertrand Pacè, leader del consorzio Aleph. E infine il timoniere polacco Karol Jablonski, ex iridato di match race, con i russi di Synergy.
La risposta della vela italiana è all’altezza: con tre team siamo il paese più rappresentato (fu lo stesso a Valencia 2007), e con tanta qualità. Il team “di casa” è Mascalzone Latino Audi: il suo patron Vincenzo Onorato non si è risparmiato pur di portare Louis Vuitton a La Maddalena, e in più con il Club Nautico di Roma è il Challenger of the Record della Coppa America 34. Al timone ci sarà Gavin Brady, kiwi mascalzonizzato che se in forma può nuocere a chiunque, e l’equipaggio ha tanti rinforzi da prua a poppa. L’altra squadra sarda porta il nome nobile di Azzurra, il guidone del vicino Yacht Club Costa Smeralda (aria di derby con La Maddalena), e la coppia d’assi Francesco Bruni (timone) e Tommaso Chieffi (tattica) per volare alto. La terza bandiera italiana sventola sul ritorno in grande stile di Luna Rossa, guidone YC Punta Ala. Il sindacato di Patrizio Bertelli si è affidato al timoniere USA Ed Baird (il vincitore della Coppa 2007 con Alinghi), e ai talenti brasiliani Torben Grael (tattica) e Robert Scheidt (strategia), sette medaglie olimpiche in due, pronti a ballare la samba con il Maestrale. Che la festa cominci, il mondo della vela guarda solo all’Italia.
Bruno Troublé, uno degli inventori della manifestazione: “Il Louis Vuitton Trophy sta diventando un po’ l’anticamera, il preambolo ideale dell’America’s Cup. Anche sul piano sportivo è il miglior modo, per gli equipaggi, di battersi ad armi pari. E sono soddisfatto per il luogo dove mi trovo. Da Nizza il Trophy è cresciuto, abbiamo team fortissimi, è arrivato BMW Oracle Racing. I dieci team hanno le stesse possibilità di vincere e le barche sono equalizzate alla perfezione”.
Vincenzo Onorato, uomo di mare prima di ogni altra definizione, è il presidente di Mascalzone Latino Audi Team, che a La Maddalena è la squadra ospitante: “La prima volta che ho visto l’Arsenale ero ragazzo ed è stata mia l’idea di portare qui le regate, la naturale evoluzione del luogo dopo l’impiego militare. E’ una grande emozione incontrare Defender e gli altri team. Con la prospettiva della Coppa America di cui siamo Challenger of Record questi eventi devono servire per selezionare l’equipaggio, amalgamare le individualità, creare la squadra”. Onorato si esprime anche sul futuro del porto realizzato nel vecchio Arsenale: “Continuo a dire di guardarsi attorno: questo sarà il più bel porto del nord della Sardegna, destinato ad accogliere settecento barche”. Che stando alle statistiche divulgate dall’associazione di settore UCINA valgono almeno 100 posti di lavoro: si oscilla infatti da un posto ogni dieci posti barca a uno ogni quattro, secondo la taglia e il contesto. Per La Maddalena dopo la partenza degli americani una grande occasione. A finalizzare la conversione, dopo i lavori parzialmente completati per il G8, sarà Mita che ha pianificato un investimento complessivo di 75 milioni di euro che riguarda il porto e strutture alberghiere a terra.
Paul Cayard, il presidente di WSTA, associazione di armatori che anima il Trophy, ricorda la forte passione italiana per la Coppa America: "In Italia c'è una grande passione per la vela e la Coppa America, la prova sono i tre team che sono iscritti a queste regate. La Sardegna è il posto ideale per regatare e sono convinto che il Trophy sarà un evento da ricordare".
Il formato prevede un girone iniziale, in cui ogni team sfiderà tutti gli altri una volta (45 match in tutto). I primi 8 avanzano alla fase successiva, in cui gli equipaggi più in alto sfidano quelli più in basso in classifica. Chi vince va alle semifinali e poi a seguire fino alle finali, che sono in programma fino a domenica 6 giugno. Decisive le condizioni meteo. Per l’esordio sole e Maestrale medio (10-15 nodi). Il G10 della vela ha richiamato molti giornalisti da tutto il mondo, ma le regate saranno in diretta sul web: www.louisvuittontrophy.com.
giovedì 20 maggio 2010
Vi avviso: è un post è lunghissimo e parla solo dei rapporti tra la FIV e questo blog (quindi se non vi interessa, passate oltre)
(Dal Verbale della Riunione N.418 del Consiglio di Federale FIV, svoltosi a Palermo il 26 febbraio 2010. Verbale, avete capito bene)
Sono molto sorpreso dal fatto che in Consiglio si verbalizzi qualcosa che riguarda una libera voce mediatica, con quel tono poi. E sono profondamente dispiaciuto - come tesserato innanzitutto - che la cosiddetta "non considerazione" possa essere giudicata l'unica relazione possibile con i 5.500 utenti che ogni mese seguono questa tribuna intitolata "La Vela e la FIV".
A sorpreso e dispiaciuto aggiungo spaventato: perchè intanto il forte invito a "non considerarci" è disatteso quotidianamente, grazie a tutti, e con buona pace di chi ha lanciato questo singolare appello. A bordo de "lamiafedervela" infatti ci consideriamo molto a vicenda, in tanti e tutti i giorni. E poi perchè mi chiedo: è questa la vostra trasparenza, il palazzo di vetro, i consigli non "bulgari", la FIV moderna e agile? In quali mani è finita la FIV, 83 anni dopo la sua nascita? Competenti? Sicure? Serene? In grado, per dire, di reggere il confronto a viso aperto con un minuscolo blog, piuttosto che imporsi, senza riuscirci, di ignorarlo?
Mi scuso se vi chiedo una lunga passeggiata a ritroso, attraverso i contenuti di questo blog. Perchè insieme valutiamo se sono faziosi o pretestuosi, e quindi tali da giustificare quella frase nel verbale del CF numero 418 (per la cronaca, quello della famosa sala rossa: deve aver fatto effetto).
Perdite - Abbiamo sempre voluto salutare insieme tanti grandi amici della vela e dello sport che ci hanno lasciato: Pietro Arvedi, Cesare Biagi, Pierre Sicouri, Pino Zucchinetti, Ted Kennedy (con un filmato del senatore USA in barca a vela), il ricordo a uno e due anni dalla scomparsa di Sergio Masserotti e Giorgio Tusacciu. E ancora: Beppe Barnao, Joycelyne Courbot Masserotti, Salvatore Chiaiese, Giorgio Casti (fondatore e direttore di Bolina), Juan Antonio Samaranch, Goffredo Sensini, Aldo Ferrari...
Anteprime - Il Protocollo di intesa FIV-LNI-Assonautica, la notizia su Gianni Storti nuovo segretario generale anticipata il 16 aprile, quella su Aldo Tomasina manager dei Centri Federali (non data dalla FIV, e mi chiedo perché), con una ampia presentazione (positiva: è un amico che stimo) del personaggio. Presentazione dello Sportello di ascolto affidato a Gianluca Duranti, il marketing e la grafica affidati a Besanpoli, le anticipazioni sul ritorno della vela italiana alla Volvo Ocean Race (intervista video a Torben Grael, Giovanni Soldini), sulle basi azzurre a Weymouth (“Azzurre scogliere di Dover”, l’8 agosto 2009)... Ho dato la notizia sulle decisioni dell’ISAF che ha definitivamente escluso la classe Tornado dalle Olimpiadi, il 15 agosto 2009 (Si il gossip fazioso ha trasmesso anche a Ferragosto. Dando una notizia che più “federale” non si può, e che invece la FIV non ha dato). E ancora: l’incontro Carlo Croce-Cino Ricci, sulla possibile collaborazione al Giro d’Italia (Giro a Due
Critiche quotidiane, come si vede.
Regate - Questo blog ha seguito giorno per giorno i Giochi del Mediterraneo di Pescara 2009 (con riferimenti storici e approfondimenti tecnici sconosciuti alla potente macchina professionale della comunicazione FIV; e questa non è una critica faziosa, è la semplice realtà), il Mondiale ISAF Youth in Brasile, Il Mondiale 49er 2009 con il bronzo dei Sibello, gli Europei 2009 degli stessi Sibello e di Giulia Conti e Giovanna Micol (470), ogni minima news sugli sviluppi (prima giudiziari e poi sportivi) della Coppa America, tutte le regate (importanti o meno) che riguardavano in qualche modo velisti italiani, di tutte le classi ed età (comprese alcune regate Optimist che la solita efficiente comunicazione FIV ha ignorato chissà perché). Poi: l’intenso racconto del mondiale 470 con il 4° posto di Conti-Micol per un soffio, e la presentazione del giovane croato Sime Fantela, iridato in campo maschile. Un mondiale, con le nostre azzurre quarte per 1 punto e a lungo sul podio, completamente passato sotto silenzio dalla FIV, come spiegato nel post del 1 settembre: “Mondiale 470, come si fanno i video, e altri dubbi atroci. Semplice realtà, non critica faziosa.
Ha dato spazio al campionato Nazionale unificato delle classi giovanili 29er, L'Equipe e Byte, che pur riguardando nuove classi interessanti per il progetto Under 16, è stato ignorato dai mezzi di comunicazione FIV.
Il 5 settembre questo gossip fazioso è stato il primo a dare la notizia strepitosa del titolo europeo 49er vinto dai fratelli Sibello, notizia peraltro diffusa anche alla stampa, qualche ora prima dei mezzi ufficiali federali (la tempestività è tutto per gli uffici stampa).
Naturalmente grande spazio alla Primavela, che anzi questo blog ha enfatizzato, quando la FIV la sminuiva (“Primavela, da evento a "ritrovo"). Sulla Primavela abbiamo scritto: “Speriamo che l'emozione palpabile del presidente Croce serva a dare la corretta misura di quale può essere l'intervento "positivo" della FIV sull'ossatura di una manifestazione che ha enormi potenzialità. Si può parlare all'infinito della vela giovanile, delle classi, della multilateralità, delle scuole vela, dell'agonismo e dei suoi tempi, della formazione dei referenti tecnici, delle strutture dei club: ma poi la verità, la vita vera della nostra vela (per fortuna) è lo spettacolo della Primavela. Quei mille baby-skipper che cambiano ogni anno e con loro le loro città, regioni, famiglie, circoli, ma che arrivano alla Primavela di settembre con l'identico spirito di 24 anni fa: la gioia negli occhi e il vento nel cuore.”
Gossip fazioso, eh?
Ancora: tanti servizi da “dentro” la festa della Barcolana. Il bronzo europeo degli azzurrini al campionato squadre Optimist (non considerato sui mezzi FIV: ma allora chi è fazioso?). Tutte le prove di Coppa del Mondo ISAF delle classi olimpiche, con dovizia di news, foto, video. Cronaca day-by-day del Mondiale 49er 2010 a Bahamas. Il 6° posto di Diego Negri e Nando Colaninno al Mondiale Star 2010 in Florida. Molti aggiornamenti e video dal Mondiale RSX nel campo olimpico 2012 di Weymouth. Racconto quotidiano con news, video, interviste, diari di bordo e mappe, dell’impresa degli 8 solitari italiani alla Mini650, che abbiamo definito “un patrimonio della nostra vela”: proprio quelli che la Nuova FIV dice di voler seguire e aiutare.
Atleti e tecnici - Non abbiamo dimenticato gli atleti e i tecnici (e non siamo stati dimenticati da loro, che è ancor più importante). Qualche esempio: il lungo profilo di Camilla Marino e Claudia Soricelli, giovani veliste vincitrici di una medaglia al Mondiale Youth ISAF, in un post del 3 settembre: "Ragazze di Vento e di Bellezza...". Qualcuno “parla” di promozione dei giovani velisti, io faccio i “fatti”. La lunga ed esclusiva intervista ad Andrea Bonezzi, 7 volte campione del mondo del singolo Contender. Le interviste ai giovani della classe 49er realizzate a un raduno federale di Alassio. Spesso nei commenti abbiamo ospitato interventi degli amici Tecnici federali.
Idee - Ho anche provato, senza faziosità, a fornire idee per la Comunicazione FIV. Sulla comunicazione anche: “Chi ci mette (e chi ci perde) la faccia”: 15 luglio 2009. Quanto alla “comunicazione” e alle professionalità, resta valido quanto scritto sull’argomento il 20 giugno 2009.
E ancora di più, vale quanto ha detto il vicepresidente vicario Glauco Briante intevenendo al Consiglio federale di Palermo: Abbiamo due uffici stampa, uno pagato e uno gratis...
Allora, vogliamo deciderci: ufficio stampa gratis o gossip fazioso?
Non posso dimenticare la cronaca semi-diretta della tragedia di Napoli, per la scomparsa del giovane velista Vincenzo Maria Sannino durante un allenamento su un 420 (questi contributi hanno avuto un seguito record di visite e di commenti, a testimonianza di quanto utile e necessario sia sempre e comunque comunicare).
Under 16, anticipazioni, dibattito, sondaggi, i primi dettagli sul piano, valutazioni obiettive e anche critiche positive, con la cronaca delle prime riunioni con i segretari delle classi (intitolata: L’Agonismo logora chi non ce l’ha), il 18 maggio 2009. Il 27 maggio 2009 nel post “Cambio cambio cambio, di mentalità, scrivevo: “Buon lavoro Pino, Anna, Luca e Paolo... Non sarà facile nè indolore, ma apprezziamo lo sforzo e da oggi aspettiamo fiduciosi gli sviluppi. (...) La strada è lunga, ma mi piace. Perciò parliamone, senza paura, la trasparenza è questa.” Che fazioso.
Sempre in tema di Under 16, intervista video a Marcello Turchi a Giulianova durante la Primavela, e una ampia inchiesta (di quelle d’altri tempi) tra gli addetti ai lavori, decine di istruttori e dirigenti in tutta Italia (Inchiesta Under 16: Cosa dicono gli addetti ai lavori.
Servizi speciali dal salone di Genova. Ecco cosa scrive al proposito il gossip fazioso: “Le prime immagini del padiglione Mondoinvela, dove è allestito lo stand FIV-Allianz, proprio davanti al Teatro del Mare. Uno stand bello e luminoso, pulito e razionale, ordinato. Per le emozioni e il cuore, si sta lavorando. La FIV, anche quella Nuova, è viva ed è casa nostra. Andate al salone e passate allo stand: non sarà Piazza Vela, ma dobbiamo esserci tutti. La FIV (e la Vela) siete voi.” Cattivissimo, eh?
Coppa America: esclusivo servizio con la guida completa a come seguire in diretta (in tv e sul web) le regate di Valencia tra il catamarano Alinghi e il trimarano BMW Oracle, oltre a una diretta web assicurata dal blog stesso (record di accessi con 8000 utenti/mese).
FIV - Abbiamo seguito prima e dopo tutti i Consigli: Bari 12 maggio 2009; Genova 21 luglio 2009; Genova 17 ottobre 2009; Genova 27 novembre; Palermo febbraio 2010; Genova aprile 2010. Ora sarò pure fazioso, ma è impossibile non rilevare che il “palazzo di vetro” vagheggiato da Croce prima dell’elezione, su questo tema non si è visto.
Check Up – Diario di bordo dei primi 200 giorni della FIV, una dettagliata analisi divisa per settori di attività. Un lavoro accurato. Che avrebbe dovuto essere fatto dalla FIV.
Il 14 luglio maxi-inchiesta con intervista collettiva ai 15 presidenti delle Zone FIV, con boom di accessi al blog. Ma non poteva o doveva farlo la FIV stessa?
Indagine e nomina dell’Uomo FIV dell’anno 2009, assegnato a Pino Barbieri
Resoconto dettagliato degli “Stati generali della Formazione FIV” a Roma
Resoconto dettagliato e commenti dalla Consulta dei presidenti di Zona di febbraio 2010 a Roma
Intervista video a Alessandra Sensini e Rodolfo Bergamaschi al Big Blu (Fiera Roma)
Sondaggi - E’ stata data la possibilità a tutti di esprimere le proprie opinioni su alcuni temi o passaggi importanti. E tramite i “commenti” ai post hanno partecipato direttamente a costruire i contenuti di questo mezzo di comunicazione centinaia di lettori, appassionati di vela, tesserati FIV, atleti, tecnici, dirigenti federali e personaggi della vela. La prima risposta da parte della Nuova FIV? Una affannosa (e quasi comica) ricerca delle mie fonti.
Mi scuso del lungo riepilogo (che potete fare voi stessi nella colonna di destra in basso, risalendo a tutti i post: 356 fino a oggi)), dal quale resta anche fuori l’enorme lavoro di selezione, personalizzazione e cura di Notizie Scelte, Buoni & Scarsi, Ultimora, immagini e loghi nella colonna di destra del blog: migliaia di interventi certosini che, sono sicuro, hanno contribuito al gradimento generale.
Infine i dati statistici di Google analytics, peraltro più volte pubblicati e aggiornati: questo minuscolo blog di passioni è seguito da una media giornaliera di circa 200 lettori, con picchi di 8000 visite nel mese di febbraio 2010 (Coppa America), e uno zoccolo duro che supera stabilmente le 5500 visite mensili. Ho detto più volte che sono numeri da capogiro, eppure mi sono abituato. Tanta attenzione mi da una forza straordinaria, e la voglia di fare molto, sempre di più, per comunicare il meglio del meraviglioso mondo della vela.
CONCLUSIONI
Dopo i primi due mesi di vita del blog scrissi questa frase (che è ancora validissima ora che di mesi ne sono passati quindici): “In sessanta giorni si è raccolta una piccola straordinaria comunità intorno a questo sito "con i riflettori accesi sulla FIV". L'unico, di questi tempi. Un amico, un personaggio forte della nostra vela da anni, recentemente mi ha scritto via mail una cosa bellissima che chiudeva con "Continua con serietà, rimani l'unico riferimento". Grazie di cuore, anche se a pensarci non è propriamente una bella notizia. Per me è un onore restare "al servizio" della Vela e della FIV" facendo il mio mestiere. Senza rancore, solo per l'importanza di informare e raccontare, liberamente e serenamente.”
“La Mia Federvela” è l’incubatore di passioni e di partecipazione che ho cercato di riassumervi in questa ricostruzione. E pensate, il verbale di un Consiglio stabilisce (quasi impone, visto il tono) la regola della “non considerazione” nei suoi confronti.
Niente paura. Voi continuate a “non considerare” le passioni e la partecipazione che esprimiamo. State certi che quello che avrete sempre da parte nostra, al contrario, sarà sempre e comunque una grande, attenta e affettuosa “considerazione”. Perché la vela italiana è la FIV. E la FIV siamo noi.
mercoledì 19 maggio 2010
Arrivederci (nel 2013) Roma
(Nell'immagine: il logo dei Giochi di Roma 1960)
Confermato tutto. Il Consiglio è stato aperto da un Petrucci piuttosto arrabbiato e nervoso, che ha puntualizzato molte cose, soprattutto smentito le presunte pressioni del CONI in favore di Roma ("Qui ci sono tutti i presidenti di federazione, se qualcuno è stato contattato da me sulle candidature olimpiche, si alzi e lo dica"), e chiarito i termini della procedura di valutazione, che hanno seguito strettamente i sistemi del CIO.
Proprio in questo sta il piccolo colpo di scena di oggi: la scelta del Consiglio (voto palese) non è stata tra Roma e Venezia, ma solo per confermare la delibera unanime della Giunta che ha portato avanti solo la candidatura della capitale. Nei particolari del rapporto di valutazione è emerso che la votazione finale di Roma, secondo i parametri di misurazione del CIO, è stata di 32,3 (su un massimo di 35), mentre quella di Venezia è stata di 20,1. Poichè il CIO considera ammissibile un dossier soltanto a partire dal punteggio di 21, Venezia non ha raggiunto la sufficienza all'esame della commissione. Tutto qui.
Il voto dei presidenti di federazione è stato plebiscitario ma non unanime: 68 a favore (tra questi Carlo Croce e Paolo Romano Barbera che rappresentano la vela) 1 contrario (Leoni, senatore leghista presidente dell'Aero Club Italia) e 1 astenuto (Giovanni Ottoni, presidente del Coni di Treviso). Ora il CONI presenterà ufficialmente la candidatura al CIO e inizierà un duro lavoro di preparazione, che culminerà nel 2013, a Buenos Aires, quando verrà fatta la scelta sette anni prima dei Giochi.
Secondo le sensazioni della geopolitica dello sport mondiale, al momento una candidatura forte dall'Italia ha buone possibilità e - per ora - pochi avversari pericolosi. Ma è presto per dirlo. La strada è lunga e passa anche - per quanto ci riguarda - con una più precisa, motivata e ponderata scelta del sito che dovrà ospitare la Vela. L'attuale dossier di Roma 2020 parla di Ostia, ma sul litorale romano esistono alternative più credibili, da nord a sud: Civitavecchia (dove sta partendo l'ampliamento di Riva di Traiano), Fiumicino (dove è stata posta la prima pietra di un nuovo grande porto turistico), Anzio (dove da anni sono fermi per pasticci politici i progetti del nuovo porto). E non è da escludere una scelta più lontana. Alle Olimpiadi di Roma 1960 fu scelta Napoli. E resta in corsa anche lo "stadio velico" del Garda, visto che la Lega, già oggi, ha chiesto di avere al Nord almeno qualche sport.
Vedremo. Intanto, buona strada a Roma 2020.
Confermato tutto. Il Consiglio è stato aperto da un Petrucci piuttosto arrabbiato e nervoso, che ha puntualizzato molte cose, soprattutto smentito le presunte pressioni del CONI in favore di Roma ("Qui ci sono tutti i presidenti di federazione, se qualcuno è stato contattato da me sulle candidature olimpiche, si alzi e lo dica"), e chiarito i termini della procedura di valutazione, che hanno seguito strettamente i sistemi del CIO.
Proprio in questo sta il piccolo colpo di scena di oggi: la scelta del Consiglio (voto palese) non è stata tra Roma e Venezia, ma solo per confermare la delibera unanime della Giunta che ha portato avanti solo la candidatura della capitale. Nei particolari del rapporto di valutazione è emerso che la votazione finale di Roma, secondo i parametri di misurazione del CIO, è stata di 32,3 (su un massimo di 35), mentre quella di Venezia è stata di 20,1. Poichè il CIO considera ammissibile un dossier soltanto a partire dal punteggio di 21, Venezia non ha raggiunto la sufficienza all'esame della commissione. Tutto qui.
Il voto dei presidenti di federazione è stato plebiscitario ma non unanime: 68 a favore (tra questi Carlo Croce e Paolo Romano Barbera che rappresentano la vela) 1 contrario (Leoni, senatore leghista presidente dell'Aero Club Italia) e 1 astenuto (Giovanni Ottoni, presidente del Coni di Treviso). Ora il CONI presenterà ufficialmente la candidatura al CIO e inizierà un duro lavoro di preparazione, che culminerà nel 2013, a Buenos Aires, quando verrà fatta la scelta sette anni prima dei Giochi.
Secondo le sensazioni della geopolitica dello sport mondiale, al momento una candidatura forte dall'Italia ha buone possibilità e - per ora - pochi avversari pericolosi. Ma è presto per dirlo. La strada è lunga e passa anche - per quanto ci riguarda - con una più precisa, motivata e ponderata scelta del sito che dovrà ospitare la Vela. L'attuale dossier di Roma 2020 parla di Ostia, ma sul litorale romano esistono alternative più credibili, da nord a sud: Civitavecchia (dove sta partendo l'ampliamento di Riva di Traiano), Fiumicino (dove è stata posta la prima pietra di un nuovo grande porto turistico), Anzio (dove da anni sono fermi per pasticci politici i progetti del nuovo porto). E non è da escludere una scelta più lontana. Alle Olimpiadi di Roma 1960 fu scelta Napoli. E resta in corsa anche lo "stadio velico" del Garda, visto che la Lega, già oggi, ha chiesto di avere al Nord almeno qualche sport.
Vedremo. Intanto, buona strada a Roma 2020.
ULTIMORA - Il CONI considera solo Roma 2020
Vi scrivo dal salone d'onore del CONI dove e' in corso il Consiglio Nazionale che sta per decidere la citta' italiana candidata a ospitare le Olimpiadi del 2020, fra dieci anni. Il Consiglio e' aperto alla stampa: non trovate che sia un bell'esempio di trasparenza? Il presidente FIV Carlo Croce e' qui e magari ci fara' un pensierino.
La news per ora e' che la commissione di valutazione tra Venezia e Roma ha diffuso i dati dai quali e' emerso che - secondo i parametri CIO usati per Rio 2016 - Venezia non raggiungerebbe il punteggio minimo per l'ammissibilita'. Quindi la commissione considera solo Roma. La giunta riunita stamattina ha deciso ("all'unanimita'", ha anticipato Petrucci) e tra poco il consiglio sara' chiamato a ratificare. Sono in corso gli interventi (Carraro in questo momento) ma salvo sorprese la citta' italiana candidata sara' Roma.
La news per ora e' che la commissione di valutazione tra Venezia e Roma ha diffuso i dati dai quali e' emerso che - secondo i parametri CIO usati per Rio 2016 - Venezia non raggiungerebbe il punteggio minimo per l'ammissibilita'. Quindi la commissione considera solo Roma. La giunta riunita stamattina ha deciso ("all'unanimita'", ha anticipato Petrucci) e tra poco il consiglio sara' chiamato a ratificare. Sono in corso gli interventi (Carraro in questo momento) ma salvo sorprese la citta' italiana candidata sara' Roma.
martedì 18 maggio 2010
Roma 2020, l'Aniene e la Lega Navale Italiana (che c'entrano? Chissà)
Pillole di futuro radioso (e di presente brioso).
Oggi al Circolo Canottieri Aniene il presidente Giovanni Malagò - che sta facendo la spola tra il club e la commissione CONI che sta esaminando i dossier delle candidature olimpiche di Venezia e Roma per i Giochi del 2020 - e l'Ammiraglio Marcello De Donno presidente della Lega Navale Italiana hanno annunciato (il termine è di Malagò) il "fidanzamento" tra i rispettivi sodalizi.
Non stiamo a sottilizzare di cosa si tratta perchè può essere tutto o niente, solo il tempo dirà. Ma stiamo alle parole dei firmatari.
Malagò: "Il mio giudizio sulla LNI è che sia una "ditta seria", una di quelle che si tramanda di padre in figlio, un brand, che ha credibilità, cui portare rispetto. Perciò oggi parte questa reciprocità, basata su una comunione di interessi e valori. Del resto l'Aniene è reciprocato con i più grandi Club sportivi d'Italia e del mondo... Se ci avete scelto è perchè anche voi andavate sul sicuro. Partiamo piano e nel tempo si potranno ipotizzare progetti insieme... per crescere insieme..."
De Donno: "La LNI è nata nel 1897 per diffondere la cultura del mare.. poi abbiamo aggiunto altri temi: la sicurezza, la tutela dell'ambiente, e il mare di tutti, anche dei più sfortunati... Abbiamo 55mila soci e lo status di ente pubblico. Quando mi è stato proposto di realizzare un incontro con l'Aniene ho pensato agli interessi comuni, alla possibilità di dare un contributo all'avviamento alla vela, a prescindere dall'intento di selezionare dei campioni, ma diffondendo i valori della marineria... Dal sostegno reciproco e dalle finalità omogenee potremo avere elementi di vantaggio... E' la prima volta che la LNI fa un accordo con un circolo privato, ma l'Aniene ha dimostrato tante volte il suo interesse pubblico..."
Gianni (direttore sezione vela Aniene): "Noi facciamo educazione allo sport finalizzata a raggiungere i massimi livelli agonistici, offriamo il supporto agli atleti agonistici, l'Aniene potrà essere un riferimento anche per chi proviene dalla LNI vuole supporto per raggiungere il massimo livello come atleta..."
Malagò (dopo la firma dell'accordo, e riferendosi all'intervento di un esponente della Lega Navale che ha appena ricordato che la LNI di La Maddalena è il club organizzatore del Louis Vuitton Trophy all'isola sarda): "Mancano 24 ore alla decisione del CONI sulle Olimpiadi 2020, conosco bene il dossier di Roma 2020, come del resto quello di Venezia, essendo membro di Giunta, e so che la vela sarebbe ospitata sul litorale romano. Sarebbe bello se la LNI si candidasse (insieme alla FIV naturalmente) a dare un contributo per le regate olimpiche..."
C'entrano, quindi.
--> A un anno dall'annuncio del protocollo d'intesa tra FIV-LNI-Assonautica, qualcuno è in grado di fare un primo bilancio di quali siano i risultati concreti? Ricordate? FIV si occupa di sport, LNI di cultura del mare e Assonautica di mercato e industria. Che ne è stato di quel "protocollo"? Nessuna notizia. Ed è un'ottima notizia. In compenso ora la LNI ha "scelto" (stando a Malagò) l'Aniene, un circolo privato (come lo Yacht Club Italiano, o YC Costa Smeralda, o YC Punta Ala) per un "accordo" di collaborazione-reciprocità-intesa, chiamatelo come volete ma resta oscuro. L'Aniene è un Club affiliato (da alcuni mesi) alla FIV. La LNI è "Ente riconosciuto" secondo l'organizzazione FIV (con la quale ha in essere il citato protocollo d'intesa), e un centinaio di Gruppi Vela LNI sono a loro volta affiliate alla FIV nelle 15 Zone. Un intricatissimo groviglio, non vi pare? Chi ci guadagna, e cosa, lo scopriremo solo vivendo.
Oggi al Circolo Canottieri Aniene il presidente Giovanni Malagò - che sta facendo la spola tra il club e la commissione CONI che sta esaminando i dossier delle candidature olimpiche di Venezia e Roma per i Giochi del 2020 - e l'Ammiraglio Marcello De Donno presidente della Lega Navale Italiana hanno annunciato (il termine è di Malagò) il "fidanzamento" tra i rispettivi sodalizi.
Non stiamo a sottilizzare di cosa si tratta perchè può essere tutto o niente, solo il tempo dirà. Ma stiamo alle parole dei firmatari.
Malagò: "Il mio giudizio sulla LNI è che sia una "ditta seria", una di quelle che si tramanda di padre in figlio, un brand, che ha credibilità, cui portare rispetto. Perciò oggi parte questa reciprocità, basata su una comunione di interessi e valori. Del resto l'Aniene è reciprocato con i più grandi Club sportivi d'Italia e del mondo... Se ci avete scelto è perchè anche voi andavate sul sicuro. Partiamo piano e nel tempo si potranno ipotizzare progetti insieme... per crescere insieme..."
De Donno: "La LNI è nata nel 1897 per diffondere la cultura del mare.. poi abbiamo aggiunto altri temi: la sicurezza, la tutela dell'ambiente, e il mare di tutti, anche dei più sfortunati... Abbiamo 55mila soci e lo status di ente pubblico. Quando mi è stato proposto di realizzare un incontro con l'Aniene ho pensato agli interessi comuni, alla possibilità di dare un contributo all'avviamento alla vela, a prescindere dall'intento di selezionare dei campioni, ma diffondendo i valori della marineria... Dal sostegno reciproco e dalle finalità omogenee potremo avere elementi di vantaggio... E' la prima volta che la LNI fa un accordo con un circolo privato, ma l'Aniene ha dimostrato tante volte il suo interesse pubblico..."
Gianni (direttore sezione vela Aniene): "Noi facciamo educazione allo sport finalizzata a raggiungere i massimi livelli agonistici, offriamo il supporto agli atleti agonistici, l'Aniene potrà essere un riferimento anche per chi proviene dalla LNI vuole supporto per raggiungere il massimo livello come atleta..."
Malagò (dopo la firma dell'accordo, e riferendosi all'intervento di un esponente della Lega Navale che ha appena ricordato che la LNI di La Maddalena è il club organizzatore del Louis Vuitton Trophy all'isola sarda): "Mancano 24 ore alla decisione del CONI sulle Olimpiadi 2020, conosco bene il dossier di Roma 2020, come del resto quello di Venezia, essendo membro di Giunta, e so che la vela sarebbe ospitata sul litorale romano. Sarebbe bello se la LNI si candidasse (insieme alla FIV naturalmente) a dare un contributo per le regate olimpiche..."
C'entrano, quindi.
--> A un anno dall'annuncio del protocollo d'intesa tra FIV-LNI-Assonautica, qualcuno è in grado di fare un primo bilancio di quali siano i risultati concreti? Ricordate? FIV si occupa di sport, LNI di cultura del mare e Assonautica di mercato e industria. Che ne è stato di quel "protocollo"? Nessuna notizia. Ed è un'ottima notizia. In compenso ora la LNI ha "scelto" (stando a Malagò) l'Aniene, un circolo privato (come lo Yacht Club Italiano, o YC Costa Smeralda, o YC Punta Ala) per un "accordo" di collaborazione-reciprocità-intesa, chiamatelo come volete ma resta oscuro. L'Aniene è un Club affiliato (da alcuni mesi) alla FIV. La LNI è "Ente riconosciuto" secondo l'organizzazione FIV (con la quale ha in essere il citato protocollo d'intesa), e un centinaio di Gruppi Vela LNI sono a loro volta affiliate alla FIV nelle 15 Zone. Un intricatissimo groviglio, non vi pare? Chi ci guadagna, e cosa, lo scopriremo solo vivendo.
lunedì 17 maggio 2010
La Maddalena, lasciamo parlare solo il vento
(Due ACC5 - BMW Oracle e Mascalzone Latino - in allenamento nelle acque de La Maddalena)
E’ la settimana del Louis Vuitton Trophy La Maddalena (unica tappa europea del circuito nel 2010), il sito www.louisvuittontrophy.com è già al centro dell’attenzione e lo sarà ancora di più quando trasmetterà le dirette dei match. L’appuntamento è da definire per quello che è: un evento straordinario per la vela e non solo, una incredibile raccolta di nomi, campioni, personaggi e persino simboli della grande vela, tutti riuniti in un mezzo paradiso al centro del Tirreno.
C’è un po’ di (comprensibile) timidezza, persino dallo stesso mondo della vela, nel valutare e dare il giusto peso, anzi nome e cognome, a questo evento. La Maddalena negli ultimi tempi è stata al centro delle cronache non proprio per il suo mare e il suo vento. L’Italia è percorsa da cento fibrillazioni, da ribollimenti politici, giudiziari, economici. La gente, più in generale, non è certo nella disposizione d’animo leggera e aperta che aveva nel 2000 quando in tanti raggiunsero Luna Rossa fin nella remota Nuova Zelanda, o almeno che aveva nel 2007 quando a migliaia i nostri connazionali si riversarono su Valencia, ombelico della vela, a fare il tifo al tris: Luna Rossa, Mascalzone Latino, +39, e magari anche Alinghi.
Oggi l’Italia è oggettivamente distratta. E francamente è difficile provare, per quanto sommessamente, a farla girare da questa parte. Ma bisogna pur cominciare a farlo. Amanti della vela: tutti alla Maddalena! Ma quando vi ricapita di avere a disposizione le 10 squadre più forti al mondo nella vela, e la seguente lista di nomi che hanno vinto l’invincibile tra Olimpiadi, America’s Cup, Volvo Ocean Race: Ben Ainslie, Ed Baird, Dean Barker, Gavin Brady, Francesco Bruni, Paul Cayard, Tommaso Chieffi, Russell Coutts, Grant Dalton, Flavio Favini, Torben Grael, Karol Jablonsky, Betrand Pacé, Iain Percy, James Spithill, Jochen Schumann...
Anche volendo (e non vogliamo) tralasciare i paesaggi, il mare, le rocce, gli scenari della natura e le condizioni meteomarine ideali per la vela in Costa Smeralda e a La Maddalena, non esiste attualmente al mondo un altro evento di vela che preveda la partecipazione di un simile concentrato di talenti.
Perciò, su La Maddalena, calma Italia. G8 e dintorni, ora che iniziano le regate, lasciate la parola al vento. Magari mette tutti d’accordo.
domenica 16 maggio 2010
E adesso occhio a Ivan Kljakovic
EUROPEO FINN, IL BIS DI GASPIC
Il croato Ivan Kljakovic Gaspic, 25 anni per 1 metro e 90 e 94 chili, ha vinto per il secondo anno consecutivo il titolo europeo del singolo olimpico Finn. Gaspic stavolta ha vinto in casa nella sua Spalato, pochi giorni prima del suo compleanno (è del 24 maggio). E adesso occhio a Ivan Kljakovic Gaspic, forza sfacciata che viene dalla gioventù, ma esperienza preziosa già in carniere, come le Olimpiadi di Pechino (Qingdao) dove chiuse con un significativo 8° posto. Non è una novità questo Gaspic nelle alte sfere del Finn, ma un bis continentale fa scalpore: battuti lo spagnolo Rafael Trujillo, il britannico Ed Wright, lo svedese Daniel Birgmark, e – attenti a questo particolare – altri due connazionali non proprio teneri come Martin Misura e Mate Arapov finiti rispettivamente 5° e 6° nella classifica finale.
I primi 10 dopo la Medal Race e punteggio
(piazzamento della Medal Race tra parentesi)
1 CRO 524 Ivan Kljakovic Gaspic 35 (2)
2 GBR 11 Edward Wright 35 (3)
3 SWE 11 Daniel Birgmark 41 (5)
4 ESP 100 Rafael Trujillo 41 (7)
5 CRO 25 Marin Misura 49 (4)
6 CRO 2 Mate Arapov 52 (1)
7 GBR 41 Giles Scott 54 (6)
8 FRA 112 Jonathan Lobert 54 (RTD)
9 NOR 1 Peer Moberg 57 (8)
10 FRA 115 Thomas Le Breton, 59 (DNC)
E gli italiani? Insomma. Il primo è Giorgio Poggi, 18° (inizialmente dato più indietro, me ne scuso, ieri è stata presa la classifica della prima prova), quindi c'è Riccardo Cordovani 32° e Filippo Baldassari 36°. Giorgio Poggi è reduce da un inverno di preparazione per tornare ai suoi livelli dopo le sfortune post-olimpiche: qui ha finito in crescendo e questo fa ben sperare per l'aspetto fisico. Ancora 42° Marco Kolic, 68° Federico Laici, 85° Federico Gattuso. Quasi 100 finnisti, un bel campionato a dispetto da condizioni infelici che hanno colpito tutta Europa. Un campionato che suona come un mezzo campanello d’allarme per la situazione del singolo olimpico in chiave azzurra, a metà quadriennio il tempo comincia a stringere.
Classifica completa qui.
Il croato Ivan Kljakovic Gaspic, 25 anni per 1 metro e 90 e 94 chili, ha vinto per il secondo anno consecutivo il titolo europeo del singolo olimpico Finn. Gaspic stavolta ha vinto in casa nella sua Spalato, pochi giorni prima del suo compleanno (è del 24 maggio). E adesso occhio a Ivan Kljakovic Gaspic, forza sfacciata che viene dalla gioventù, ma esperienza preziosa già in carniere, come le Olimpiadi di Pechino (Qingdao) dove chiuse con un significativo 8° posto. Non è una novità questo Gaspic nelle alte sfere del Finn, ma un bis continentale fa scalpore: battuti lo spagnolo Rafael Trujillo, il britannico Ed Wright, lo svedese Daniel Birgmark, e – attenti a questo particolare – altri due connazionali non proprio teneri come Martin Misura e Mate Arapov finiti rispettivamente 5° e 6° nella classifica finale.
I primi 10 dopo la Medal Race e punteggio
(piazzamento della Medal Race tra parentesi)
1 CRO 524 Ivan Kljakovic Gaspic 35 (2)
2 GBR 11 Edward Wright 35 (3)
3 SWE 11 Daniel Birgmark 41 (5)
4 ESP 100 Rafael Trujillo 41 (7)
5 CRO 25 Marin Misura 49 (4)
6 CRO 2 Mate Arapov 52 (1)
7 GBR 41 Giles Scott 54 (6)
8 FRA 112 Jonathan Lobert 54 (RTD)
9 NOR 1 Peer Moberg 57 (8)
10 FRA 115 Thomas Le Breton, 59 (DNC)
E gli italiani? Insomma. Il primo è Giorgio Poggi, 18° (inizialmente dato più indietro, me ne scuso, ieri è stata presa la classifica della prima prova), quindi c'è Riccardo Cordovani 32° e Filippo Baldassari 36°. Giorgio Poggi è reduce da un inverno di preparazione per tornare ai suoi livelli dopo le sfortune post-olimpiche: qui ha finito in crescendo e questo fa ben sperare per l'aspetto fisico. Ancora 42° Marco Kolic, 68° Federico Laici, 85° Federico Gattuso. Quasi 100 finnisti, un bel campionato a dispetto da condizioni infelici che hanno colpito tutta Europa. Un campionato che suona come un mezzo campanello d’allarme per la situazione del singolo olimpico in chiave azzurra, a metà quadriennio il tempo comincia a stringere.
Classifica completa qui.
Garda/fine: 4 equipaggi azzurri sul podio
Conclusa Olympic Garda, l’Eurolymp italiana. Il bottino azzurro matura in tre classi, l’acrobatico 49er e i due 470 maschile e femminile: un primo posto (Pietro e Gianfranco Sibello nel 49er), un secondo posto (i cugini Luca e Roberto Dubbini nel 470M), due terzi posti (Gabrio Zandonà e Pietro Zucchetti nel 470M, Giulia Conti e Giovanna Micol nel 470F). Dalla altre classi nessun podio ma qualche buon piazzamento nei quartieri alti.
Nelle Medal Race, oltre ai Sibello che hanno confermato anche nella finale di essere su un altro pianeta rispetto alla flotta gardesana, vanno segnalati anche il 2° posto dei Dubbini (nella foto a fianco), che consente ai giovani gardesani il sorpasso sui titolati Z&Z (Zandonà-Zucchetti, Marina-Finanza), solo settimi nella finale. Nel 470 femminile Giula Tobia e Giulia Moretto sono terze nella Medal precedendo le G&G titolari (Conti-Micol). Una iniezione di fiducia per i giovani rincalzi delle squadre olimpiche azzurre. Tutt’altro che da disprezzare anche il 5° posto di Fabio Zeni e Nicola Pitanti nel 470M, il 7° posto di Ruggiero Tita e Matteo Gritti, ancora nel 49er. Ancora: 9° posto per Francesca Komatar e Sveva Carraro nella Medal del 470F. Stesso piazzamento (9°) nella medal del 470M per Giulio Desiderato e Edoardo Bianchi, che scivolano nella finale dal 6° al 9°. A proposito del giovane genovese, la scelta dell’ex prodiere del Tornado olimpico in coppia con Francesco Marcolini, è dettata dalla rinuncia forzata di Enrico Fonda. Infine nel Laser Radial Emma Giuliari non va oltre il 10°, posizione che occupa anche nella classifica generale.
Tutte le classifiche complete cliccando qui.
L’Olympic Garda va in archivio, con il gran lavoro degli organizzatori a terra e in acqua e degli ufficiali di regata che hanno spremuto il massimo da condizioni meteo imprevedibili. La riflessione è che località, circolo, qualità e ospitalità, meritino una regata con più peso nel calendario internazionale. Per iniziare almeno a bussare alla porta del circuito di Coppa del Mondo.
Nelle Medal Race, oltre ai Sibello che hanno confermato anche nella finale di essere su un altro pianeta rispetto alla flotta gardesana, vanno segnalati anche il 2° posto dei Dubbini (nella foto a fianco), che consente ai giovani gardesani il sorpasso sui titolati Z&Z (Zandonà-Zucchetti, Marina-Finanza), solo settimi nella finale. Nel 470 femminile Giula Tobia e Giulia Moretto sono terze nella Medal precedendo le G&G titolari (Conti-Micol). Una iniezione di fiducia per i giovani rincalzi delle squadre olimpiche azzurre. Tutt’altro che da disprezzare anche il 5° posto di Fabio Zeni e Nicola Pitanti nel 470M, il 7° posto di Ruggiero Tita e Matteo Gritti, ancora nel 49er. Ancora: 9° posto per Francesca Komatar e Sveva Carraro nella Medal del 470F. Stesso piazzamento (9°) nella medal del 470M per Giulio Desiderato e Edoardo Bianchi, che scivolano nella finale dal 6° al 9°. A proposito del giovane genovese, la scelta dell’ex prodiere del Tornado olimpico in coppia con Francesco Marcolini, è dettata dalla rinuncia forzata di Enrico Fonda. Infine nel Laser Radial Emma Giuliari non va oltre il 10°, posizione che occupa anche nella classifica generale.
Tutte le classifiche complete cliccando qui.
L’Olympic Garda va in archivio, con il gran lavoro degli organizzatori a terra e in acqua e degli ufficiali di regata che hanno spremuto il massimo da condizioni meteo imprevedibili. La riflessione è che località, circolo, qualità e ospitalità, meritino una regata con più peso nel calendario internazionale. Per iniziare almeno a bussare alla porta del circuito di Coppa del Mondo.
sabato 15 maggio 2010
Garda/4: ecco la griglia delle Medal Race
(Rocce, acqua, vento, vele: la formula perfetta del Lago di Garda)
Star (35 equipaggi)
Diego Negri e Enrico Voltolini non agganciano la Medal. Work in progress per il cambio di prodiere, ma più che altro questione di assetti della nuovissima Lillia appena scartata.
1 CRO 8339 LOVROVIC MARIN, MIKULICIC SINISA 22,0 (23) 1 5 3 3 9 1
2 USA 8273 SZABO GEORGE, STRUBE MARK 27,0 6 3 6 8 2 2 (19)
3 GER 8378 BABENDERERDE JOHANNES, JACOBS TIMO 33,0 (19) 7 1 1 4 16 4
4 GER 8299 MILLER MATTHIAS, WENK BENEDIKT 38,0 (26) 4 2 6 17 4 5
5 FRA 8237 XAVIER ROHART, PIERRE ALEXIS PONSOT 43,0 5 (ocs) 13 9 5 5 6
6 USA 8423 CAMPBELL ANDREW, BRAD NICHOL 44,0 11 (15) 10 5 8 7 3
7 SWE 8351 LOFSTEDT TOM, MORLAND PEDERSEN PETTER 57,0 10 6 11 (ocs) 10 8 12
8 GER 8140 SCHLONSKI ALEXANDER, KLEEN FRITHJOF 63,0 31 (ocs) 14 7 1 1 9
9 GRE 8138 PAPATHANASIOU EMILIOS, DRAGOUTSIS = ALEXANDROS 63,0 3 (ocs) 9 27 11 3 10
10 GBR 8333 GIMSON JOHN, GREIG ED 64,0 8 11 12 4 (19) 12 17
(12 ITA 8266 NEGRI DIEGO, VOLTOLINI ENRICO 68,0 17 10 3 (23) 12 11 15)
49er (21)
Il parterre è quello che è, ma Pietro e Gianfranco tengono alta la concentrazione, e si segnalano i due baby (Togni-Fasoli e Tita-Gritti) che fiutano l'occasione e si prendono una Medal prestigiosa per loro.
1 ITA 3 SIBELLO PIETRO, SIBELLO GIANFRANCO 14,0 1 2 1 1 (5) 2 1 2 1 1 (3) 2
2 POR 1072 FREITAS BERNARDO, ANDRADE FRANCISCO 18,0 2 1 (ocs) 2 (9) 1 2 1 4 2 2 1
3 JPN 18 MAKINO YUKIO, TAKAHASHI KENJI 35,0 (6) 3 2 4 4 (8) 3 4 3 3 4 5
4 POR 1149 LIMA JORGE, COSTA JOSÉ LUIS 42,0 3 (10) 5 3 1 3 7 3 2 7 (dnf) 8
5 POL 42 PRZYBYTEK LUKASZ, ZWOLAK KAMIL 63,0 7 6 8 5 3 4 5 8 (10) 8 (10) 9
6 ITA 1166 TOGNI GIANMARCO, FASOLI NICOLÒ 64,0 (10) 4 9 6 6 6 6 (dnc) 6 6 8 7
7 ITA 69 TITA RUGGERO, GRITTI MATTEO 67,0 4 7 6 7 7 (10) (14) 7 7 9 7 6
8 POR 77 ANDRADE PEDRO, ALEIXO DAVID 72,0 5 (dnf) (dnc) dnc 2 11 8 5 9 5 1 4
9 GRE 1 PANAGIOTIDIS GEORGE, KOKKALIARIS ANTONY 80,0 9 12 3 8 8 7 4 6 8 15 (dnf) (dnf)
10 POL 52 JANUSZEWSKI TOMASZ, KRZYSZTOF MONGIRD 90,0 8 5 10 9 (12) 9 9 9 (14) 11 9 11
470 M (23)
Duello italo-argentino tra Luca Calabrese e Gabrio Zandonà, deciderà la Medal ma gli argentini l'affrontano con 11 punti di vantaggio. Terzo, quarto e sesto altri giovani azzurri della classe, brillano i cugini Dubbini e si rivede Desiderato, stavolta col nuovo prodiere Edoardo Bianchi (l'ex prodiere del Tornado olimpico di Francesco Marcolini).
1 ARG 7 CALABRESE LUCA, DE LA FUENTE JUAN 25,0 3 1 5 2 4 1 2 2 5 (ocs)
2 ITA 2 ZANDONÀ GABRIO, ZUCCHETTI PIETRO 36,0 6 2 2 6 3 6 1 (7) 6 4
3 ITA 4 DUBBINI LUCA, DUBBINI ROBERTO 44,0 7 6 9 10 (12) 2 4 1 2 3
4 ITA 11 ZENI FABIO, PITANTI NICOLA 58,0 2 8 6 (11) 6 8 6 6 7 9
5 SLO 21 MIKULIN MITJA, PRINCIC SEBASTIAN 64,0 10 7 7 12 1 (17) 7 3 15 2
6 ITA 5 DESIDERATO GIULIO, BIANCHI EDOARDO 67,0 9 11 13 7 10 5 10 (16) 1 1
7 JPN 4318 NAOKI ICHINO, RYOUHEY YOSIMI 68,0 5 13 (ocs) 3 5 19 3 4 9 7
8 GER 4988 GERZ FERDINAND, BOLDAN TOBIAS 69,0 11 3 1 1 14 14 12 5 8 (ocs)
9 GER 77 BOGACKI MORTEN, STEINBORN JENS 72,0 4 9 4 13 9 12 5 8 (16) 8
10 JPN 4396 HARADA RYUNOSUKE, YOSHIDA YUGO 86,0 1 4 8 8 2 7 8 (dns) dnf dnf
470 F (12)
G&G rimontano e sono seconde, a -10 dalla vetta per tentare una Medal d'assalto. Ottavo e nono posto per le altre G&G (Tobia e Moretto) e per Francesca Komatar e Sveva Carraro.
1 JPN 4151 KONDO AI, TABATA WAKAKO 16,0 3 1 (4) 2 1 3 1 2 1 2
2 ITA 23 CONTI GIULIA, MICOL GIOVANNA 26,0 (8) 3 2 1 6 1 4 5 3 1
3 JPN 4321 YOSHISAKO YUKA, OKUMA NORIKO 30,0 2 2 1 3 5 (9) 2 4 5 6
4 RUS 700 ILIENKO VLADA, KHRUKINA ELENA 44,0 5 8 6 4 9 4 5 1 2 (10)
5 SLO 64 MRAK TINA, CERNE TEJA 48,0 1 10 3 7 3 2 7 9 6 (11)
6 POL 55 SKRZYPULEC AGNIESZKA, OGAR JOLANTA 57,0 6 6 8 (ocs) 4 7 11 7 4 4
7 SUI 12 BEZEL ALEXA, THILO ANNE-SOPHIE 64,0 4 5 10 (ocs) 12 6 3 3 9 12
8 ITA 4403 TOBIA GIULIA, MORETTO GIULIA 65,0 11 7 7 5 7 5 10 10 (ocs) 3
9 ITA 4452 KOMATAR FRANCESCA, CARRARO SVEVA 67,0 7 9 9 6 2 (10) 9 6 10 9
10 SUI 14 HASLER STÉPHANIE, HASLER ROMY 71,0 (12) 4 5 10 8 8 12 11 8 5
Laser (77)
Alla fine nessun azzurro nei top-10 della Medal, ed è una vera jella, perchè, sentite qua: 11° Michele Regolo, 12° Uberto Crivelli Visconti, 13° Carlo De Paoli, 17° Marco Gallo, 18° Giacomo Bottoli, tutti con alti e bassi (ma i più bassi, compresa una bandiera nera, li ha collezionati Giacomo che era quello messo meglio fino a ieri).
1 ESP 188623 HERNANDEZ JAVIER 29,0 (12) 4 2 2 3 1 3 11 3
2 GRE 150374 BOUGIOURIS ADONIS 44,0 (24) 1 11 1 5 4 6 8 8
3 ARG 196628 ALSOGARAY JULIO 69,0 7 6 15 (25) 2 16 12 1 10
4 CRO 181944 TARITAS IVAN 81,0 23 9 21 14 8 (dnc) 2 2 2
5 POL 193510 POROZYNSKI KAROL 83,0 4 3 3 9 (28) 11 21 7 25
6 AUT 191383 GERITZER ANDREAS 84,0 8 8 1 13 15 2 4 33 (bfd)
7 AUS 193403 BURTON TOM 86,0 13 2 (32) 8 1 8 13 18 23
8 FIN 195533 COLLURA PIERRE ANGELO 88,0 (36) 14 10 18 7 10 1 27 1
9 HUN 194798 BERECZ ZSOMBOR 101,0 17 17 4 11 6 (38) 9 25 12
10 KOR 195536 HA JEEMIN 107,0 11 5 13 17 27 7 14 (29) 13
Laser Radial (26)
Con la bionda aeronautica Clapcich mezza kappaò dalla febbre, almeno ci consola la brava Emma Giuliari che conquista la Medal Race con l'8° posto.
1 MEX 183137 ELIAS CALLES TANIA 18,0 3 3 1 3 3 2 1 2 (6)
2 SUI 192812 BRUGGER NATHALIE 26,0 5 5 2 (ocs) 1 4 2 4 3
3 LTU 189538 SCHEIDT GINTARE 32,0 6 1 9 1 (11) 5 7 1 2
4 ESP 192689 REYES FATIMA 33,0 (8) 8 3 4 4 1 3 3 7
5 ESP 181402 ROMERO SUSANA 34,0 1 2 6 7 (8) 6 6 5 1
6 ESP 192692 REYES LUCIA 42,0 2 6 5 (ocs) 2 7 4 11 5
7 POL 192682 SZYMCZYK NATALIA 46,0 4 7 7 2 7 3 8 8 (9)
8 ITA 191864 GIULIARI EMMA 84,0 10 10 10 5 14 13 11 (15) 11
9 LTU 189535 MILEVICIUTE AUSRA 89,0 13 14 15 9 (18) 9 9 10 10
10 ESP 182149 CEBRIAN MARTÍNEZ ALICIA 95,0 7 4 4 14 (dnc) dnc 5 7 dnf
RSX (11 M+F)
Poco da dire e da commentare, 5° Andrea Ferin e settima (prima tra le tre ragazze) Alessandra Sensini. Un buon (freddo) allenamento per tutti.
SUI 31 STAUFFACHER RICHARD, Maschio, 28-Ago-1982, = SEGEL=20 SURFING CLUB LIECHTENSTE 8,0 (2) 1 1 1 1 1 1 2
2 JPN 11 TOMIZAWA MAKOTO, Maschio, 19-Lug-1984,=20 KANTO-AAUTO-WORKS 14,0 1 2 (3) 3 2 2 3 1
3 KOR 37 HYUNGKWON KIM, Maschio, 28-Lug-1981, = KYUNGNAM 19,0 3 3 2 (8) 3 3 2 3
4 SVK 1 POLLAK PATRIK, Maschio, 06-Set-1972, ATU = KOSICE 28,0 5 4 4 2 (6) 4 5 4
5 ITA 1111 FERIN ANDREA, Maschio, 15-Gen-1986, = 378-13-ASS=20 VELICA DIL WIND MAR 32,0 4 5 5 4 4 6 4 (7)
6 KOR 135 SUNGTAEK LIM, Maschio, 12-Dic-1990, = KYUNGBUK 41,0 7 6 6 5 5 (8) 6 6
7 ITA 25 SENSINI ALESSANDRA, Femmina, 26-Gen-1970, = CIRCOLO=20 CANOTTIERI ANIENE ASS. 47,0 6 (8) 7 6 7 5 8 8
8 SLO 30 MASLO ALJAZ, Maschio, 07-Giu-1979, JK = PIRAT 51,0 8 7 8 (9) 9 7 7 5
9 JPN 470 SUNAGA YUKI, Femmina, 28-Dic-1980, MIKIHOUSE = /=20 TEARS 61,0 (10) 9 9 7 8 9 10 9
10 NED 12 MEESTER PAUL, Maschio, 22-Mag-1962, = WSCA 68,0 9 (10) 10 10 10 10 9 10
venerdì 14 maggio 2010
Standing Ovation
Barbara Kendall annuncia il ritiro dalle competizioni. Una grande, una grandissima atleta, della vela e del windsurf, di una grandezza che in Italia possiamo comprendere a fondo, per il filo strettissimo che lega la storia di Barbara a quella di Alessandra Sensini. Non a caso grandi amiche. Barbara Kendall, 42 anni, è la più vittoriosa atleta della storia olimpica neozelandese, e chiude una carriera lunga 24 anni, che ha regalato – a lei e a tutti gli appassionati – straordinari momenti di gloria.
Tre medaglie olimpiche: un oro (Barcellona 1992), un argento (Atlanta-Savannah 1996) e un bronzo (Sydney 2000), presente anche ad Atene 2004 e a Pechino-Qingdao 2008. Anche suo fratello Bruce vinse un oro olimpico nel windsurf. Due volte sul podio blonde-to-blonde con Alessandra (Savannah e Sydney, cui si riferisce la foto con Ale e la tedesca Amelie Lux), oltre al Mondiale nel 1998, 1999 e 2002, più quattro secondi posti iridati tra il 2003 e il 2008. E’ stata 4 volte la sportiva neozelandese dell’anno. Come Sensini, Kendall ha attraversato la storia della tavola a vela, passando tra varie classi, diverse avversarie via via sempre più giovani, modificati approcci tecnici al windsurf. Barbara è membro dell’Athlete Commission del CIO, il Comitato Olimpico Internazionale, organismo per il quale è presente anche nella Women and Sport Commission. E’ inoltre un alto dirigente dell’Oceania Olympic Committee (il CONI australiano-neozelandese) come componente del Direttivo e presidente della Commissione Atleti. Ed è mamma delle splendide Samantha e Aimee.
Barbara Kendall: “Dopo ventiquattro anni, ho perso la passione, la voglia di regatare. Sono stata sempre bruciata dalla passione per le regate in windsurf, e quando sono tornata in acqua l’ultima volta aspettavo che quel feeling tornasse dentro di me. Ma semplicemente, non è successo. Mi sono sentita stanca, e senza voglia. Vincere la medaglia d’oro è stato strepitoso, pensavo fosse il massimo, ma l’ho superato quando ho vinto un Mondiale pochi mesi dopo aver avuto una figlia! Mi mancherà quello stile di vita, ma nella vita viene il momento in cui devi chiudere una porta anche senza sapere cosa ci sarà dietro alla successiva.”
Thanks Barbara!
Tre medaglie olimpiche: un oro (Barcellona 1992), un argento (Atlanta-Savannah 1996) e un bronzo (Sydney 2000), presente anche ad Atene 2004 e a Pechino-Qingdao 2008. Anche suo fratello Bruce vinse un oro olimpico nel windsurf. Due volte sul podio blonde-to-blonde con Alessandra (Savannah e Sydney, cui si riferisce la foto con Ale e la tedesca Amelie Lux), oltre al Mondiale nel 1998, 1999 e 2002, più quattro secondi posti iridati tra il 2003 e il 2008. E’ stata 4 volte la sportiva neozelandese dell’anno. Come Sensini, Kendall ha attraversato la storia della tavola a vela, passando tra varie classi, diverse avversarie via via sempre più giovani, modificati approcci tecnici al windsurf. Barbara è membro dell’Athlete Commission del CIO, il Comitato Olimpico Internazionale, organismo per il quale è presente anche nella Women and Sport Commission. E’ inoltre un alto dirigente dell’Oceania Olympic Committee (il CONI australiano-neozelandese) come componente del Direttivo e presidente della Commissione Atleti. Ed è mamma delle splendide Samantha e Aimee.
Barbara Kendall: “Dopo ventiquattro anni, ho perso la passione, la voglia di regatare. Sono stata sempre bruciata dalla passione per le regate in windsurf, e quando sono tornata in acqua l’ultima volta aspettavo che quel feeling tornasse dentro di me. Ma semplicemente, non è successo. Mi sono sentita stanca, e senza voglia. Vincere la medaglia d’oro è stato strepitoso, pensavo fosse il massimo, ma l’ho superato quando ho vinto un Mondiale pochi mesi dopo aver avuto una figlia! Mi mancherà quello stile di vita, ma nella vita viene il momento in cui devi chiudere una porta anche senza sapere cosa ci sarà dietro alla successiva.”
Thanks Barbara!
Audi Medcup 2010, a Cascais prove generali di ...La Maddalena
TeamOrigin, il supersindacato inglese "multilaterale" (presente in Coppa America, Louis Vuitton, TP52 e altro...) con il plurimedagliato olimpico Ben Ainslie, è in testa dopo due giornate di regate a Cascais sulla costa atlantica portoghese. In regata anche Emirates Team New Zealand con Dean Barker, vincitore della scorsa edizione, Luna Rossa TP52 con la coppia carioca Torben Grael e Robert Scheidt, Artemis, gli svedesi di Paul Cayard. Regate abbastanza tirate (ma anche differenze notevoli di prestazioni tra le barche), oggi anche vento e mare formato, bei giri di boa, e soprattutto una diretta video sul web, con tanto di Virtual Eye, da non perdere. Aspettando il big-event de La Maddalena...
Surf Cartoons
Mi permetto una segnalazione di questa mostra di vela & cartoons. C'è da divertirsi. Che poi, trattandosi di vela, resta di gran lunga l'aspetto più importante, no? Ci vediamo lì.
mercoledì 12 maggio 2010
La coppia scoppia
E’ (o era?) uno degli equipaggi di punta della squadra della vela olimpica azzurra. Diego Negri e Ferdinando Colaninno (Nando per gli amici, noto anche come “qualificator” per l’attitudine alle selezioni olimpiche), entrambi Fiamme Gialle, esperti e tecnici, dopo un travagliato inseguirsi sembravano essersi trovati e in poche settimane di allenamento avevano subito conquistato un 6° posto al Mondiale Star di Rio 2010.
Ecco però che arriva il colpo di scena che non t’aspetti, nel pieno di una stagione – a metà quadriennio - che tra l’altro si prepara a vivere il campionato Europeo Star in Italia, a Viareggio (un Mondiale vero e proprio vista la lista dei partecipanti), e dopo che i due hanno varato una nuova barca. Una lettera della Federazione comunica al prodiere che non è convocato per l’Eurolymp di Riva del Garda (in questi giorni). Al bravo Diego Negri è stato trovato un nuovo prodiere, il giovane ed emergente finnista Enrico Voltolini (nell'inserto tondo della foto sotto al titolo), spezzino tesserato per il Circolo Nautico Livorno. Esemplare come sempre la comunicazione federale low-profile: Diego è una delle “punte” della squadra, cambia prodiere, figurarsi se c’è materia per un comunicato stampa...
Motivazioni, equivoci e caratteri in gioco nella vicenda – che per di più chiamano in causa tutti miei amici – sono troppo intrecciati per trovarne il bandolo, e troppo recenti per riferirne compiutamente. Ci torneremo. Qui mi preme solo manifestare la mia sofferenza per la separazione: la squadra olimpica azzurra non ne esce certo rafforzata, pur con tutti gli auguri del caso al giovane Voltolini. Il gigante Colaninno c’è rimasto male. Diego – al sesto prodiere in 20 mesi – cerca equilibrio e concentrazione, e si concentra sul bicchiere mezzo pieno, riparte da un giovane. Forse questa convivenza era nata male e davvero non poteva continuare, anche se i risultati dicevano proprio il contrario: del resto lo sport ad alti livelli si fa per il risultato, no? Saper stringere i denti e tenere insieme una squadra, anche con qualche compromesso, è una delle doti richieste ad atleti e tecnici, e dovrebbe essere una norma di equilibrio seguita anche dai dirigenti. Invece qui, a quanto pare, proprio i dirigenti hanno staccato la spina. Non staremo diventando troppo anglosassoni?
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